Da quando il motu proprio di Sua Santità Benedetto XVI ha concesso, ai sacerdoti, massima libertà di celebrare le messe sine populo nella forma che meglio loro aggrada, ordinaria o straordinaria, numerosi sono stati i presbiteri che hanno cercato di solennizzare con il rito della Tradizione il loro passaggio in San Pietro. Ma un ostacolo pratico di non poco momento è stato frapposto a tale legittimo anelito: la Sacrestia di San Pietro non conservava nemmeno un Messale vetus ordo.
Strano, davvero. Non c'è pieve di campagna, parrocchietta di periferia, non parliamo di cattedrali, dove nei secoli non si siano accumulati, insieme a paramenti e suppellettili più o meno preziosi, i ponderosi volumoni indispensabili alla liturgia: spesso il Messale utilizzato era vecchio di decenni, o perfino secoli, ma non si buttava e si continuava all'occorrenza ad usare perché, fino agli anni Sessanta, bastava qualche minimo adattamento (o l'aggiunta di qualche foglio volante con nuove feste), per celebrare la Messa. I tomi si accumulavano e si conservavano col giusto devoto onore.
Figuriamoci quindi in San Pietro, ove non c'era sacerdote di passaggio che non anelasse celebrare in uno dei tanti altari laterali: quale ricchezza di tomi e messali, quale deposito di sacri libri liturgici doveva esserci! E invece, d'improvviso, tutto sparito. Chissà che ne è stato: ci vien da pensare che, ai tempi dell'immediato postconcilio, sia avvenuto un liberatorio Bücherverbrennung di sinistra memoria.
Tant'è, questa la situazione. Il reverendo don Stefano Carusi, dell'Istituto del Buon Pastore, ci trasmette per la pubblicazione la lettera che ha inviato al cardinal Arciprete, per lamentare il fatto e far presente come, dalle parole stesse raccolte in Sacrestia, apparisse chiaro che quell'assenza di Messali non era casuale (il che, come vedrete, è ben grave). Leggete la lettera molto attentamente: è di estremo interesse.
Alla lettera è seguita fattiva e positiva risposta. Siamo perciò lieti di render noto che il cardinal Comastri in persona, Arciprete della Basilica, si è impegnato per rendere disponibili quattro Messali del 1962. Diamo atto al cardinale di questo suo gesto molto positivo, col quale si impegna decisamente a favorire la forma straordinaria in San Pietro e, nel ringraziarlo per il gesto esemplare (se ogni cattedrale del mondo facesse altrettanto, i disegni del Papa procederebbero con ben maggiore speditezza!), invitiamo tutti i sacerdoti amanti del rito nella forma tradizionale ad approfittarne e a non lasciarsi sfuggire la preziosa occasione; tutti a San Pietro, quindi; ed è il caso di dirlo: Introibo ad altare Dei...
fonte:messainlatino.it