domingo, 27 de dezembro de 2009
Mons. Fulton SHEEN: “C’è un uomo inchiodato alla croce”
Aveva otto anni: vivace e buono. Un giorno serviva la S. Messa all’illustre Vescovo John Spalding: al ragazzino sfuggì di mano l’ampollina del vino, che si ruppe sul pavimento della cattedrale, con un gran fracasso. Fu portato altro vino e la Messa continuò, devota e solenne.
Il piccolo, in sacristia, si aspettava un terribile rimprovero da parte del Vescovo, che invece, tutto amabile, gli domandò: “Giovanotto, a che scuola andrai quando sarai grande?”.
Il bambino nominò la scuola superiore cattolica della sua città.
Il Vescovo sottolineò: “Ho detto, quando sarai grande!”. E aggiunse: “Dì a tua madre che un giorno andrai a studiare a Lovanio e poi diventerai Vescovo come me”. Rientrato in casa, il ragazzino, riferì tutto alla mamma, ma presto dimenticò completamente il discorso.
Sacerdote e docente
Si chiamava Fulton Sheen, il buon chierichetto, ed era nato a El Paso nell’Illinois (Stati Uniti) l’8 maggio 1895, da una famiglia di origine irlandese. Qualche anno dopo, i suoi genitori si trasferirono a Peoria, centro della diocesi, affinché il loro figli potessero frequentare le scuole cattoliche.
Ebbene, proprio a Peoria, Fulton, dopo le elementari, intraprese gli studi letterari e filosofici. Al centro della sua giovinezza, già c’era Gesù, che lo occupava e lo avvinceva a Sé, ispirandogli una grande voglia di essere simile a Lui.
Quando scoprì in modo chiaro la sua chiamata al sacerdozio, entrò in Seminario e studiò con passione teologia: destinazione, diventare un vero “alter Christus”. Nella cattedrale di Peoria, il 20 settembre 1919, a 24 anni, fu ordinato sacerdote.
Il Vescovo lo inviò a proseguire gli studi all’Università Cattolica di Washinton, ma don Fulton desiderava approfondire il pensiero filosofico di S. Tommaso d’Aquino - la filosofia dell’essere, la filosofia perenne - per confutare, alla luce della ragione e della fede, i gravi errori delle filosofie moderne, tutte negatrici di Dio e dell’uomo, negatrici della Verità.
Per questo suo desiderio, il Vescovo lo mandò a studiare all’Università di Lovanio, in Europa, dove don Fulton si distinse per la vita sacerdotale esemplare, per l’intelligenza brillante, per un certo fascino che emanava. A Lovanio ottenne il dottorato in filosofia, a Roma quello in Teologia. Ora era davvero diventato un maestro della Verità - della Fede cattolica - “cogitata” nella luce radiosa di Maestro Tommaso.
Ormai “dottore”, - trentenne - è mandato dal Vescovo come vice-parroco in una parrocchia di periferia. Comincia con la predicazione quaresimale: le prime sere erano pochi gli ascoltatori, ma con il passar dei giorni, crebbero in modo enorme a sentire il giovane predicatore.
Seguì una Pasqua meravigliosa, con numerose conversioni, con il ritorno ai Sacramenti, da parte di un numero grande di persone. Sì, perché don Fulton predicava per convertire le anime a Cristo, per condurle in Paradiso, e per questo - affinché la sua predicazione fosse efficace - passava lungo tempo in adorazione a Gesù Eucaristico, davanti al Tabernacolo.
Celebrava il S. Sacrificio della Messa, ogni giorno con più fervore, chiedendo a Gesù di poter conquistare a Lui più anime possibili. Per un anno così: apostolo della Parola, del Verbo di Dio.
Un anno dopo seppe dal suo Vescovo che era desiderato all’Università cattolica, come docente di filosofia. Per 25 anni, sarà un docente meraviglioso con allievi entusiasti di lui- soprattutto entusiasti della Verità che egli portava a scoprire e a possedere, “reptus”, come S. Agostino, “indagandae veritatis amore”.
La prima parte della “profezia” di Mons. Spalding si era avverata (“andrai a studiare a Lovanio”, quindi sarai professore). Don Fulton ora ricordava. Non gli bastava però la cattedra: voleva raggiungere più fratelli ancora, da condurre a Gesù, l’unico amore della sua vita.
Cristo in TV
Iniziò a tenere conferenze in patria e all’estero. I suoi discorsi erano sempre più seguiti: appassionava e conquistava. Nel 1930, fu invitato dalla NEC (la radio degli Stati Uniti), a parlare ogni domenica sera, in un programma intitolato “L’ora cattolica”. La sua voce diventò nota in tutti gli States, ascoltato da cattolici, da protestanti, da atei.
Si trovò sommerso da migliaia di lettere: persone che gli aprivano l’anima, alla ricerca di Dio; Rispondeva a tutti. E pregava, pregava per loro. Si vide una primavera di conversioni a Gesù, alla Chiesa Cattolica.
Anche il Papa Pio XI - e il Segretario di Stato, Card. Pacelli - seppero di lui e della sua opera. Nel 1935, il Papa, a esprimergli la sua riconoscenza lo nominò “Prelato domestico” con il titolo di Monsignore. Mons. Fulton si trovò a maneggiare una certa quantità di dollari, offertigli dagli ascoltatori. Lui però aveva le mani bucate, come quelle di Gesù sulla croce, e il denaro finiva alle missioni cattoliche e ai poveri.
Nel 1950, all’inizio dei programmi TV negli USA, fu chiamato dalla medesima NEC a comparire sui teleschermi. Cominciò con un programma “Vale la pena di vivere”, in cui partiva dalla necessità impellente che tutti - credenti non-credenti, protestanti, ebrei e atei - hanno di dare un senso alla vita. È realtà innegabile che ogni uomo, lasciato solo, può solo dire di se stesso: “Magna quaestio factus sum mihi”, Sono diventato un gran problema per me, e problema insolubile.
A questo problema, Mons. Sheem offriva risposta: Gesù Cristo, l’unica soluzione, il Cristo Crocifisso e risorto. Ogni settimana era seguito da 30 milioni di persone. Il suo linguaggio era limpido, comprensibile da tutti, di serietà straordinaria, eppure a volte scherzoso, sempre piacevole, anche quando poneva davanti alle più gravi responsabilità.
Il risultato? Meraviglioso! Conversioni e conversioni a Cristo e alla Chiesa Cattolica.
Sempre nel 1950 fu nominato direttore nazionale della Società per la propagazione della Fede. Iniziò una lunga serie di viaggi in Asia, in Africa e in Oceania per interessarsi dell’evangelizzazione di popoli.
Un’altra mirabile possibilità di irradiare Gesù, il suo Vangelo, di far comprendere che solo in Lui ogni anima, ogni popolo trova la sua vera grandezza.
Gesù nella parrocchia, Gesù sulla cattedra universitaria, Gesù alla radio e in TV, Gesù per le strade del mondo. Sì, perché solo Gesù è il Salvatore del mondo, il Figli di Dio incarnato e crocifisso, il Vivente!
“Un tesoro nell’argilla”
L’11 giugno 1951 a Roma, per volontà di Papa Pio XII, Mons. Fulton Sheen è consacrato Vescovo. Si avvera in pieno la profezia di Mons. Spalding di 50 anni prima. Nella sua autobiografia scriverà: “L’investitura episcopale può dare un senso di euforia, ma non necessariamente la stima che la gente ti dimostra, corrisponde a quella che il Signore ha di te”.
La sua autobiografia s’intitola “Un tesoro nell’argilla”, per dire il contrasto tra l’immenso valore del sacerdozio e la fragilità della persona umana cui è conferito. Tuttavia il sacerdote - il Vescovo- è chiamato a agire “in persona Christi”, a essere un Cristo vero, in mezzo al mondo, per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.
È Vescovo ausiliare di New York, ma lui commenta con il solito humor: “Non è detto che uno catturi più pesci vestito di violetto che di nero!”. Lui continua a parlare in Tv e a scrivere libri, uno più bello dell’altro, che hanno un grande successo, una fecondità mirabile di bene. Ne citiamo alcuni: “La pace dell’anima”, “La felicità del cuore”, “Il primo amore del mondo”, (sulla Madonna, quest’ultimo), in cui la dottrina si associa spesso alla poesia, sempre in uno stile denso di luce.
Per lo scrivente, forse il più bello la “La filosofia della religione” in cui mostra come ai nostri giorni la filosofia abbia raggiunto il livello più basso di irrazionalismo con cui guarda con disprezzo assoluto a Dio e alle verità eterne… e poi l’Autore indica il cammino della ragione sana illuminata dalla Fede, alla ricerca e al possesso di Dio, in Cristo, unica Via, unica Verità, unica Vita. È la filosofia di S. Tommaso, che sola ci è di guida per la comprensione dell’uomo, del mondo, di Dio. È la più vera apologetica che porta alla Verità eterna.
Mons. Fulton Sheen partecipa al Concilio Vaticano II, portando con intelligenza e fortezza questa Verità, al di là di ogni confusione. Nel 1966 è nominato Vescovo di Rochester e sperimenta sulla sua pelle la contestazione alla Verità che ormai dilaga nella Chiesa. La febbre dell’impegno nel mondo sembra impadronirsi di preti e suore, a scapito della preghiera e del rapporto con Dio. Il catechismo e i Sacramenti diventano secondari - o inutili - davanti alle cosiddette urgenze del tempo. È un vento infido che soffia e squassa tutto, cosìché Papa Paolo VI parla di “autodemolizione della Chiesa”.
Il Vescovo brillante dei teleschermi, noto nel mondo intero, anzi la voce per dire a preti e seminaristi che “innanzi-tutto il sacerdote è chiamato a essere con-vittima e con-redentore con il Signore Gesù offerto sulla croce e sull’altare: non basta alleviare le necessità materiali dei fratelli, occorre annunciare Gesù Cristo, farlo conoscere e amare. Convertire le anime a Lui e questo è frutto di santità, di unione con Dio”.
Cerca la Chiesa più odiata
Diventato Vescovo emerito a 75 anni, nel 1969, continua a tenere conferenze, a scrivere sui giornali e a scrivere libri. Sono ormai più di sessanta, tra cui la famosa sua Vita di Cristo. Le sue conversazioni televisive sono raccolte in volumi, diffusi in tutto il mondo. Solo Dio sa quante persone egli abbia convertito. Nella sua citata autobiografia, ricorda diverse storie in cui la conversione avvenne per incontri casuali o richiesti: si tratta di non cattolici che, grazie a lui, hanno trovato l’unica vera Chiesa di Cristo, o di cattolici da anni lontani dai Sacramenti, di peccatori con gravi colpe.
Il 20 settembre 1979, Mons. Sheen celebra S. Messa solenne per il suo 60° di sacerdozio, ricordando all’omelia: “Non è che non ami più la vita, ma ora voglio vedere il Signore. Ho passato tante ore davanti a Lui nel SS. Sacramento, ho parlato a Lui nella preghiera e di Lui con chiunque mi volesse ascoltare. Ora voglio vederlo faccia a faccia”. Il 2 ottobre 1979 Papa Giovanni Paolo II, in visita negli Stati Uniti, lo abbraccia a lungo nella cattedrale di S. Patrizio e gli dice: “Lei ha scritto e parlato bene del Signore Gesù!”.
Va a vedere Dio “faccia a faccia” il 9 dicembre 1979. Abbiamo letto tante pagine di Fulton Sheen ma due ci sono rimaste impresse come un dardo di fuoco che segna oggi che cosa dobbiamo fare, nella confusione dilagante del nostro tempo.
“Se io non fossi cattolico - diceva nel 1957 - e volessi trovare quale sia oggi, nel mondo, la vera Chiesa, andrei in cerca dell’unica Chiesa che non va d’accordo con il mondo. Andrei in cerca della Chiesa che è odiata dal mondo. Infatti, se oggi nel mondo Cristo è in qualche Chiesa, Egli dev’essere tuttora odiato come quando viveva sulla terra. Se dunque oggi vuoi trovare Cristo, trova la Chiesa che non va d’accordo con il mondo… Cerca quella Chiesa che i mondani vogliono distruggere in nome di Dio come crocifissero Cristo. Cerca quella Chiesa che il mondo rifiuta, come gli uomini rifiutarono di accogliere Cristo”.
Lui, da parte sua, il suo compito l’aveva chiaro davanti:
“Ero uscito di casa per saziarmi di sole. Trovai un Uomo che si dibatteva nel dolore della crocifissione. Mi fermai e gli dissi: “Permetti che ti stacchi dalla croce”. Lui rispose: “Lasciami dove sono, fino a quando ho i miei fratelli da salvare. Gli dissi: “Che cosa cuoi che io faccia per Te?”. Mi rispose: “Và per il mondo e dì a coloro che incontrerai che c’é un Uomo inchiodato alla croce”.
fonte:Collevalenza.it