“Il dono del Figlio non è un bene che noi possiamo mettere in cassaforte, perché, donandosi,
l’infinito mi assorbe,mi assume, e io divengo una sola cosa col Figlio di Dio. Ecco che cosa
vuol dire questa nostra adozione filiale.
Se Dio mi dona il suo Figlio, il Padre aspetta da me Se stesso,perché il Padre non è che nel
Figlio, non possiede Se stesso se non nel Figlio, perché ogni Persona divina è tutta nell’altra
Persona correlativa. Il Padre in Sé non è, “Padre” lo è in quanto si comunica al Figlio, e il
Figlio è Figlio in quanto si ordina al Padre.
Si tratta per noi di vivere in seno alla Santissima Trinità, per opera dello Spirito Santo,
la nostra conformità a Cristo per essere la lode del Padre. Questo è un articolo dello
Statuto, senza dubbio il più importante, il terzo: in esso si dice che occorre docilità all’azione
dello Spirito Santo per essere conformi a Cristo e divenire la lode di Dio. Se veramente
l’adozione filiale è il mistero fondamentale della nostra spiritualità, questa adozione implica
la nostra unione con il Cristo, la nostra identificazione con Lui, il divenire un solo Cristo.
Così, essendo un solo Cristo, il Padre trova in noi la sua ricchezza, la sua gioia, come lo
sposo trova la sua gioia nella sua sposa.”
Esercizi Terni 1989 – “La spiritualità della C.F.D.”
2) “CERCO DIO SOLO” – IL PRIMATO DI DIO –
PRIMATO DELLE VIRTU’ TEOLOGALI
“Che cosa cerchi nella Comunità dei figli di Dio”?
“Cerco Dio solo”
“Vuoi vivere una vita di silenzio e di mortificazione, impegnandoti a rimanere costantemente alla presenza di Dio per
suo amore e a vivere una continua preghiera per tutti i fratelli?”
“Si lo voglio…”
"Siamo monaci perché non vogliamo dimenticarci che Dio deve essere il primo amato, che
Dio deve essere la meta ultima del nostro cammino”
Don Divo, da circolare “Siamo Monaci”
Questo è il bene più grande. Io non chiedo a quelli di Palermo o a quelli di Merano di fare
qualche cosa, chiedo di amare Dio e chiedo che nell'amore di Dio sempre più si rinsaldi
questa comunione di amore che ci lega tra noi. Questo vuol dire spiritualità monastica.
Vivere il primato di Dio e il primato della carità fraterna sono un solo primato: vuol
dire vivere in Cristo. Cristo è Dio, Cristo è l'umanità redenta. Per vivere questo
primato s'impone uno spirito soprannaturale, uno spirito di fede viva, profonda, di una
fede che ci renda sensibili alla divina presenza, di una fede che ci apra gli occhi sulla
realtà ultima che è la presenza del Cristo nel quale noi siamo figli di Dio e nel quale noi
siamo la Comunità dei fratelli. Non ha nessun senso la nostra vita senza questa volontà di
vivere su un piano perfettamente di grazia.
Don Divo , ALLE SORGENTI DELLA SPIRITUALITÀ DELLA CFD
Esercizi piccoli di Desenzano, 11 - 15 settembre 1981