Nel corso di una settimana di esercizi spirituali, il 24 ottobre del 1952, quando ha già lasciato il suo impegno politico e ha rimesso il suo mandato parlamentare, Giuseppe Dossetti annota: “Proposito fondamentale: fare di tutto per accelerare da Dio la grazia di un direttore spirituale saggio e santo, adeguato ai bisogni dell’anima mia. (…) Gli parlerò delle mie ansietà ricorrenti e mi assoggetterò alle sue decisioni in spirito di mortificazione del mio orgoglio”. Perché è questo per Dossetti “il punto nodale” da affrontare: la lotta al suo orgoglio. “Cercare le umiliazioni – scrive – per conquistare pian piano l’umiltà e attraverso essa avere ogni altra grazia: la povertà, l’ubbidienza, la castità, l’unione intima con l’Istituto, con tutti i fratelli entro e fuori il Corpo visibile della Chiesa, l’amore vero verso tutti, la carità e l’abbandono totale a Dio”. leggere...