Il dono della Pietà
Ci vuole ancora il dono della Pietà. Vivere la vita cristiana vuol dire vivere il nostro rapporto con Dio; ma se Dio è fuoco, come possiamo gettarci in lui? Viene lo sgomento! Anche nell'Antico Testamento c'era lo sgomento quando Dio voleva apparire, perché nessuno può vederlo e vivere.
La visione di Dio brucia l'anima; come è possibile accostarci a lui? Da questo incendio di fuoco noi ci difendiamo, facciamo come Adamo che si nascose perché Dio non lo trovasse. Anche noi ci nascondiamo, ci nascondiamo nelle nostre virtù, poniamo le nostre virtù davanti a Dio, perché Dio non si accosti troppo, e diciamo: «Guarda, noi ti diamo questo, ma lasciaci un po' in pace!». Dio invece non ci lascia in pace, le esigenze di Dio crescono nella misura in cui cresce l'amore.
Come possiamo dunque vivere questo rapporto? Ecco il dono della Pietà; la pietà è il rapporto dei figli coi genitori, un rapporto di semplicità, un rapporto di abbandono: Dio, pur essendo fuoco, è il mio Padre celeste! Gesù ci insegna come si esprime il dono della Pietà. Quando pregate dite: «Padre!». Ma non dice Padre, Padre è una parola troppo alta, troppo solenne; dice «Abbà» che in ebraico significa «Papà»; è il linguaggio più semplice del bambino, che riposa nelle braccia di Dio.
Il dono della Pietà ci fa sentire a nostro agio nel parlare con Dio. Sappiamo che Dio è l'Infinito, sappiamo che Dio è l'Immenso, e tuttavia in questa immensità ci immergiamo, lo guardiamo e sorridiamo beati come un bambino nelle braccia della mamma. Avete visto come sorride un piccolo tra le braccia della sua mamma? Così anche l'anima nelle braccia di Dio. La serenità, la semplicità di un rapporto filiale col Padre, ecco quello che ci insegna il «Donum Pietatis», e come è necessario! Viste le esigenze di Dio, visto quello che Dio ci chiede nelle sue azioni interiori, quanto è necessario che noi possiamo vivere con lui la semplicità del bambino, che nelle sue braccia riposa.