Don Divo Barsotti. L'azione dello Spirito Santo nella nostra vita
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(5 luglio 1956)
Tutto l'Antico Testamento parla dell'era messianica come di un'era che sarebbe venuta nell'effusione dello Spirito su ogni carne, ma per rendersi conto dell'importanza del dono dello Spirito nella vita cristiana basta vedere la Lettera ai Romani e il IV Vangelo che hanno un solo fine: presentare una dottrina dello Spirito Santo.
Nei primi sette capitoli della Lettera ai Romani S. Paolo, dopo aver detto che tanto i giudei quanto i pagani hanno bisogno del Sangue di Cristo, dimostra quali nemici ha vinto Cristo morendo sulla croce: la morte, il peccato, la legge. Ma come si manifesta questa vittoria? Nel dono dello Spirito.
Oggi l'uomo, nel possesso dello Spirito, vive nella libertà dei figli di Dio. La legge del cristiano è lo Spirito Santo che vive nel cuore dell'uomo; non c'è una legge che costringa dall'esterno, soltanto lo Spirito che vive dentro di te e al quale devi abbandonarti è la tua vita e la tua legge.
Sant'Ireneo dice che il Verbo e lo Spirito sono le due mani con cui l'uomo fu plasmato all'inizio e con cui viene plasmato oggi secondo l'immagine di Dio. L'uomo, vivendo come figlio di Dio, supera la morte; l'immortalità è propria di Dio, è il dono della vita divina; e l'immortalità che comporta la resurrezione della carne, è legata al dono dello Spirito. Dio, vivendo nei nostri cuori, cancella il peccato e dà la vita divina.
Il IV Vangelo è tutto ordinato alla promessa del Paraclito che Gesù fa dopo la cena nel suo grande discorso.
S. Giovanni ci vuol dare la storia di Gesù come promessa di quello che sarà la vita sacramentale del cristiano dopo la morte di Lui. Gli uomini sono entrati ormai nell'era escatologica, in cui domina Dio; ma Dio domina per opera dello Spirito Santo, il quale ricorderà agli uomini tutto quello che Gesù ha detto e li farà vivere come Gesù. I discepoli da poveri uomini sono trasformati in Cristo. Tutta la vita di Gesù è ordinata a questo dono, in cui termina il disegno della salvezza.