domingo, 19 de dezembro de 2021

Novena di Natale di Santo Alfonso Ligório

 


Voi in tutta la vostra vita mi daste tanti segni pur troppo grandi del vostro affetto : Fate dunque voi, o mio Dio, che in questi altri anni che mi restano di vita, vi faccia conoscere qualche segno dell'amor mio.


MEDITAZIONE I.

Dedi te in lucem gentium, ut sis salus mea usque ad extremum terrae (Is. XLIX, 6).
Considera come l'Eterno Padre disse a Gesù bambino nell'istante della sua concezione queste parole: Dedi te in lucem gentium, ut sis salus mea. Figlio, io t'ho dato al mondo per luce e vita delle genti, acciocché procuri loro la salute ch'io stimo tanto come se fosse la salute mia. Bisogna dunque che tutto t'impieghi in beneficio degli uomini. Totus illi datus, totus in suos usus impenderis (S. Bernardo, serm. 3, in Circ.).1 Bisogna però che nascendo tu patisca un'estrema povertà, acciocché l'uomo diventi ricco, ut tua inopia dites.2 Bisogna che sii venduto come schiavo per acquistare all'uomo la libertà; e che come schiavo sii flagellato e crocifisso, per soddisfare alla mia giustizia la pena dall'uomo dovuta; bisogna che dia il sangue e la vita per liberare l'uomo dalla morte eterna. In somma sappi che non sei più tuo, ma sei dell'uomo. Parvulus... natus est nobis, [et] Filius datus est nobis (Is. IX, 6). Cosi, Figlio mio diletto, l'uomo si arrenderà ad amarmi e ad esser mio, vedendo ch'io gli dono tutto te, mio Unigenito, e che non mi resta più che dargli.
Sic... Deus - o amore infinito, degno solamente d'un Dio infinito - sic... Deus dilexit mundum, ut Filium suum unigenitum

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daret (Io. III, 16). A questa proposta Gesù bambino non già si attrista, ma se ne compiace, l'accetta con amore ed esulta. Exsultavit ut gigas ad currendam viam (Ps. XVIII, 6). E dal primo punto della sua Incarnazione egli ancora si dona tutto all'uomo ed abbraccia con piacere tutti i dolori e le ignominie che deve soffrire in terra per amore dell'uomo. Questi furono, dice S. Bernardo, i monti e le colline che dovè con tanti stenti passare Gesù Cristo, per salvare gli uomini: Ecce iste venit saliens in montibus, transiliens colles (Cant. II, 8).3 - Pondera qui che il divin Padre mandando il Figlio ad esser nostro Redentore e paciere tra esso e gli uomini, si è obbligato in certo modo a perdonarci ed amarci per ragion del patto di ricevere noi nella sua grazia, posto che 'l Figlio soddisfaccia per noi la sua divina giustizia. All'incontro il divin Verbo, avendo accettata la commissione del Padre, il quale, mandandolo a redimerci, a noi lo donava, egli anche si è obbligato ad amarci, non già per nostro merito, ma per eseguire la pietosa volontà del Padre.

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Affetti e preghiere.
Caro mio Gesù, s'è vero - come dice la legge - che colla donazione si acquista il dominio; giacché il vostro Padre vi ha donato a me, voi siete mio; per me siete nato, a me siete stato dato: Parvulus... natus est nobis, [et] Filius datus est nobis. Dunque ben posso dire: Iesus meus et omnia. Giacché voi siete mio, tutte le cose vostre ancora son mie. Me ne assicura il vostro Apostolo: Quomodo non etiam cum illo omnia nobis donavit? (Rom. VIII, 32). Mio è il vostro sangue, miei sono i vostri meriti, mia è la vostra grazia, mio è il vostro paradiso. E se voi siete mio, chi mai potrà togliervi da me? Deum a me tollere nemo potest, così diceva con giubilo S. Antonio abbate.4

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Così da oggi avanti voglio andar dicendo ancor io. Solamente per mia colpa io posso perdervi e separarmi da voi; ma io, o Gesù mio, se per lo passato vi ho lasciato e v'ho perduto, ora me ne pento con tutta l'anima, e sto risoluto di perdere la vita e tutto, prima che perdere voi, bene infinito ed unico amore dell'anima mia.
Vi ringrazio, o Eterno Padre, di avermi donato il vostro Figlio; e giacché voi l'avete donato tutto a me, io miserabile mi dono tutto a voi. Per amore di questo medesimo Figlio, voi accettatemi e stringetemi co' lacci d'amore a questo mio Redentore; ma stringetemi tanto ch'io possa ancora dire: Quis me separabit a caritate Christi?5 Qual bene mai del mondo avrà più da separarmi da Gesù Cristo mio? E voi mio Salvatore, se siete tutto mio, sappiate ch'io son tutto vostro. Disponete di me e di tutte le mie cose come vi piace. E come posso negar niente a un Dio che non mi ha negato il sangue e la vita?
Maria, madre mia, custoditemi voi colla vostra protezione. Io non voglio esser più mio, voglio essere tutto del mio Signore. Voi pensate a rendermi fedele; in voi confido.

SOY FUEGO - Padre Henry (Película Completa)

quinta-feira, 16 de dezembro de 2021

don Fabio Rosini: Cos’è l’arte di guarire?

  L'emorroissa del Vangelo di Marco

L’intervista a cura di Antonio Sanfrancesco

Cos’è l’arte di guarire? «Uno stato, un assetto, non un’ occasione passeggera. Se io prego ogni giorno il Signore di salvarmi e di liberarmi dal male cosa significa? Che sono risolto o da risolvere?».

Di che cosa siamo malati?
«Di incompletezza. Quella dell’ uomo è una felice malattia, come dice il Preconio: “O felice colpa che meritasti un così grande Salvatore”. La vera malattia è rifiutare la malattia, la piccolezza, la creaturalità. 

Più noi combattiamo contro il fatto di essere fragili e più lo diventiamo. Quando accettiamo di avere un Salvatore e di avere fiducia nel Padre celeste diventiamo forti in Dio. La nostra forza non è nostra ma di un Altro. Ecco perché l’ arte della relazione è fondamentale. Noi tendiamo a costruire gabbie di autoaffermazione che diventano le nostre torture, se c’ è un tiranno che ci rende infelice è il nostro ego che ci trafigge con le sue pretese».

Insomma, quando possiamo dirci sani?
«La vera salute è la consapevolezza della malattia. Siamo prometeici, vogliamo strappare il fuoco a Dio e non capiamo che se glielo chiediamo Lui ce lo regala. Spesso neanche lo sappiamo perché siamo stati informati male su di Lui».

Colpa anche di voi preti.
«Infatti, bisognerebbe controllare se il nostro modo di parlare di Gesù muove la gente a toccarlo o la fa fuggire a gambe levate».

Perché la guarigione della donna emorroissa, che tocca il lembo del mantello di Gesù, è così simbolica?
«Nella storia dell’arte questo episodio è raffigurato spesso a cominciare dalle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro di Roma. Il Catechismo della Chiesa Cattolica lo pone in copertina nella sezione dedicata ai Sacramenti».

Eppure nel Vangelo viene dedicato poco spazio a questo episodio.
«La considerazione finale di Gesù è molto strana e anche piuttosto rara: “Figlia, va’ in pace e sii guarita dal tuo male”. È come se Gesù negasse il miracolo che ha appena compiuto. In realtà, la guarigione totale c’ è ma quello che non ci può essere è l’ oblio del male. Chi ha preso una brutta malattia sa che le ricadute sono più devastanti della malattia stessa. Gesù dice di stare attenti alle ricadute. Se ricaschiamo nel Covid-19, ad esempio, è un disastro».

La guarigione è un lungo processo?

«Sì, il vero tema della vita spirituale è la custodia del cuore e della vita interiore. L’ equilibrio psicologico non è l’ assenza di problemi ma uno stato di consapevolezza dei propri problemi, riconoscersi stolti, ingannati. Per andare avanti bisogna fare i conti con la propria povertà. È una spiritualità umile, per nulla trionfalistica».

A differenza di altri personaggi dei vangeli, l’emorroissa non parla, non chiede a Gesù di essere guarita. Perché?
«Gli altri gridano, come il cieco. Lei pensa. Si costruisce piano piano e poi parla perché Gesù la costringe a farlo e vuole che chiami per nome il suo male, passando dal pensiero alla parola. Avendo a che fare con tanti giovani fragili e deboli ai quali cerco di insegnare come vivere la propria sessualità e intimità, questa genitalità sanguinante della donna è un paradigma preziosissimo perché qui c’ è tutta la vergogna, l’ incapacità di chiedere. Ma per Gesù il sangue è prezioso. Oggi invece, pensiamo ai film horror o a certi videogiochi, nell’immaginario collettivo il sangue dell’ uomo non conta nulla».

Perché?
«Quello che ci frena tutti è il disprezzo di sé, la cattiva notizia su noi stessi alla quale abbiamo creduto e che ci fa essere infelici e incapaci di godere delle bellezza della vita. 

Bisogna dire all’ uomo quello che ha detto su di lui la Croce di Cristo: che per amare l’ uomo vale la pena di morire. A livello esistenziale c’è un atto di apertura alla propria bellezza che è sempre un work in progress, non finisce mai».

Che insegnamento possiamo trarre da questa terribile malattia collettiva che è la pandemia?
«Ci siamo ritrovati dentro logiche inaspettate ed è l’ occasione per fare verità su noi stessi e sulle nostre relazioni con gli altri, chiederci che cosa conta veramente, qual è la priorità. Nella storia le epidemie sono state sempre un momento di crescita per l’ umanità».

 

È ottimista per il dopo?
«Né ottimista, né pessimista. La libertà personale è un enigma. Una cosa è certa: rispetto ad altre occasione, stavolta siamo stati toccati personalmente più del solito ma potremmo non sfruttare, o sfruttare male, anche questa lezione».

Fonte: https://m.famigliacristiana.it

don Fábio Rosini: quanto vale a tua vida

 Nosso Senhor Jesus Cristo morreu e ressuscitou por nós... porque o fez Ele? Só porque era bom? Ou porque valeu a pena? Porque Deus te ama?

Porque vale a pena amar, vale a pena amar!

Você é importante! Você é precioso!

João XXIII acreditava que se pode falar com todos porque há bondade em todos.

João Paulo II lançou iniciativas porque cada homem pode ser um santo, eu estava em Santiago de Compostela quando ele disse pela primeira vez essa frase: "Não tenhas medo de ser um santo!", porque eu tenho medo, porque tu tens medo, porque nós temos medo de ir até ao fim... e  FAZ TODO O CAMINHO!

Mas CRISTO ACREDITA EM TI! CRISTO ACREDITA QUE  TU ÉS   IMPORTANTE!

Ele dá a sua vida por ti! Ele morre por amor a ti, Ele ressuscita por ti!

Mas  tu tratas te como algo  de pouco valor,  enquanto tu vales o sangue de Cristo!

Quanto valho eu? O que   vales tu ?

Os mais tristes que estão aqui esta noite, os mais desanimados, os mais desanimados que estão aqui, sabem que não estão a acreditar na verdade.

Se a tristeza habita no seu coração, essa não é a verdade, a verdade é CRISTO.

E a verdade é que Cristo pensou que vós sois  alguém por quem vale   que a segunda pessoa da Santíssima Trindade seja torturada, açoitada, crucificada, e morra, por amor a vós. Ele acredita que isso pode ser feito. Ele acredita que vale a pena.

Olha, Deus não te ama apenas porque Ele é Amor.

Deus ama-vos também porque vos criou e sabe que  és belos , és bela.

Ele sabe que isso não pode ser feito sem ti.

Sabes porque Deus te criou? Porque isso não pode ser feito sem si.

Há pessoas que só você pode amar.

Há coisas que só você pode fazer.

Coisas que só você pode dizer. Sentimentos que só você pode sentir.

Em nome de Cristo, sê tu mesmo perante Deus, perante o Seu Amor.


Traduzido com a versão gratuita do tradutor - www.DeepL.com/Translator

Come riempire il vuoto dentro di noi

 

Il perché Dio ti ama di Don Fabio Rosini