domingo, 2 de outubro de 2011

Echi del Convegno "Pellegrini della Verità verso Assisi"



Nella giornata di ieri si è tenuto a Roma il Convegno “Pellegrini della Verità verso Assisi“, curato dalla Associazione Catholica Spes, con la finalità di evidenziare il significato di ASSISI 2011, la giornata convocata per il 27 ottobre prossimo.

Gli atti usciranno entro breve tempo: gli organizzatori sperano di renderli disponibili prima dell'evento, insieme ad adeguate e calibrate comunicazioni sia rivolte ai media che diffuse attraverso la rete.

Il dibattito sviluppato dagli autorevoli intervenuti era orientato a sottolineare il modo in cui i fedeli cattolici possono avvicinarsi a questo incontro per la pace e la giustizia nel mondo, nella consapevolezza dei rischi di oscuramento della verità che eventi come questo sollevano per gli effetti della comunicazione mass-mediatica che manipola, massifica, distorce e crea confusione soprattutto nei più semplici. I loro interventi hanno sviluppato insegnamenti, basati sul Magistero, legati alla più limpida e consapevole cattolicità.

La giornata si è aperta con la S. Messa nella forma extraordinaria celebrata da Mons. Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei.

Nell'intervento che ha aperto i lavori, Padre Serafino Lanzetta ha parlato sull’unicità salvifica di Cristo e della Chiesa richiamandosi sapientemente alla Dominus Iesus. Successivamente Don Mauro Gagliardi ha approfondito aspetti sia dell’interpretazione magisteriale che di quella mass-mediale delle giornate di Assisi. L’intervento di don Alessandro Olivieri Pennesi ha fornito un chiaro quadro del cosidetto “super-market religioso” con particolare riferimento ai cosiddetti movimenti religiosi alternativi ed al tipo di dialogo da instaurare con essi.

Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con una prolusione di S.E. il card. Raymond Leo Burke, che tra l'altro ha rilevato: “non sono pochi i rischi che un tale incontro può sollevare quanto alla comunicazione mass-mediatica dell’evento di cui - come è chiaro - il Pontefice è ben cosciente. I mezzi della comunicazione mass-mediale diffonderanno, anche solo con le immagini, che tutte le religioni si sono trovate insieme per chiedere a Dio la pace. Un cristiano poco formato nella fede può trarvi la conclusione gravemente erronea che una religione valga l'altra e che Gesù Cristo è uno dei tanti mediatori di salvezza.”

Il dibattito conclusivo, che si è svolto sotto la forma di tavola rotonda includendo le domande dei presenti, è stato animato da Don Nicola Bux (Noi adoriamo quello che conosciamo (Gv 4,22). Verità, Chiesa e salvezza), da Don Manfred Hauke (“Semina Verbi”, oppure opera diabolica? I Padri della Chiesa sulle religioni pagane) e dal prof. Corrado Gnerre (Pellegrini della Verità verso Assisi).

La preoccupazione sull'impatto mediatico, che ha trovato unanimi tutti i partecipanti, è stata tuttavia mitigata da una notizia fino ad oggi inedita fornita dal moderatore, Prof. Lorenzo Bertocchi, nel corso dell'introduzione dei lavori. Si tratta del significativo estratto di una lettera datata 4 marzo 2011 che il Santo Padre ha inviato al suo collega di Tubinga, il pastore luterano Prof. Peter Beyerhaus, il quale nel febbraio scorso gli aveva espresso perplessità sul rischio sincretistico di una nuova convocazione della giornata di Assisi. Il professore ne aveva parlato nel mese di aprile nel corso di un’intervista al giornale tedesco “Kichliche Umschau”. Cortesemente egli ha ora autorizzato gli organizzatori a rendere noto il brano della comunicazione di Benedetto XVI, che trascrivo di seguito:
Comprendo molto bene - scrive Benedetto XVI il 4 marzo 2011 - la sua preoccupazione rispetto alla partecipazione all’incontro di Assisi. Però questa commemorazione doveva essere festeggiata in ogni modo e, dopo tutto, mi sembrava la cosa migliore andarvi personalmente per poter provare in tal modo a determinare la direzione del tutto. Tuttavia farò di tutto affinché sia impossibile un interpretazione sincretista o relativista dell’evento ed affinché rimanga che sempre crederò e confesserò ciò che avevo richiamato all’attenzione della Chiesa con la Dominus Iesus”. [Fonte: http://verumperegrinantes.blogspot.com/]
Ne risulta con tutta evidenza il desiderio del Papa che si presti totale fiducia nel suo impegno ad evitare una flessione sincretista e relativista della giornata. Sta di fatto che nessuno dei presenti aveva dubitato del Santo Padre. Semmai i dubbi riguardavano e riguardano - come già detto - i risvolti mediatici dell'evento e lo scritto del Pontefice autorizza a pensare che i rischi temuti saranno probabilmente neutralizzati da fatti concreti.

Tutti, organizzatori e relatori, si sono trovati concordi, pur attraverso le diverse prospettive delle loro analisi, nel ribadire la propria fiducia nel Santo Padre e la disponibilità a cooperare con ogni mezzo, alcuni già indicati all'inizio, affinché le sue intenzioni trovino effettiva realizzazione. Il convegno è stato un primo esempio ed una prima tappa in tale direzione. Se il posto rilevante dato alla piazza pubblica fin dalle prima giornate dipende dal fatto che le religioni non sono solo un fatto privato, occorre che anche l'informazione corretta trovi adeguata diffusione nelle diverse pubbliche Agorà.

Concludo esprimendo in estrema sintesi, in attesa di elaborare appena possibile alcune perle tra le più significative dichiarazioni dei convenuti, l'affermazione emersa con vigore che il cristiano è santificato dalla Verità e vive in essa. Dal "rimanervi" dipende la possibilità che altri vi si accostino e la accolgano a loro volta. Lo Spirito Santo è lo Spirito di Cristo inviato dal Padre che realizza l'economia salvifica universale del Verbo Incarnato. Nessun'altra religione può essere neppure lontanamente considerata via complementare: l'unica Via è Cristo, mentre ognuna di esse presenta lacune insufficienze ed errori. Quando lo Spirito opera al di fuori della Chiesa, opera una "preparazione ad accogliere il Vangelo".
Maria Guarini
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2011/10/echi-del-convegno-pellegrini-della.html