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Il beato Luigi Boccardo e i preti torinesi santi
Santi e beati della Chiesa di Torino – Con don Luigi Boccardo (1861-1936), beatificato il 7 aprile 2007, continua la catena ormai bicentenaria, dei santi e beati preti della Chiesa torinese, niziata dal braidese san Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842)
Con don Luigi Boccardo (1861-1936), beatificato il 7 aprile 2007, continua la catena ormai bicentenaria, dei santi e beati preti della Chiesa torinese, catena iniziata dal braidese san Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786-1842), inventore della Piccola Casa della Divina Provvidenza e fondatore di varie congregazioni a sostegno della sua opera. Segue il castelnovese san Giuseppe Cafasso (1811-1860), «prete della forca» e formatore di sacerdoti nel Convitto ecclesiastico a San Francesco d’Assisi (1814-71) e poi alla Consolata (1871-1981). Il suo migliore allievo è il castelnovese san Giovanni Bosco (1815-1888), geniale apostolo dei giovani fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, per il quale «al Convitto si impara a essere preti».
Il beato torinese Federico Albert (1820-1876), parroco di Lanzo, fondatore delle Suore Vincenzine dell’Immacolata (Albertine). Il beato Francesco Faà di Bruno (1825-1888), di nobile famiglia alessandrina, militare, scienziato, docente universitario, sacerdote e fondatore dell’Opera di Santa Zita e delle Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio, «cristiano serio». Il torinese san Leonardo Murialdo (1828-1900), «pioniere» tra giovani e mondo operaio, direttore del Collegio degli Artigianelli e fondatore della Congregazione di San Giuseppe (Giuseppini). Il beato racconigese Clemente Marchisio (1833-1903), allievo del Cafasso, parroco di Rivalba e fondatore delle Figlie di San Giuseppe («Suore delle ostie»). Completa la triade il moncalierese beato Giovanni Maria Boccardo (1848-1913), parroco di Pancalieri e fondatore delle Povere Figlie di San Gaetano, fratello maggiore del beato Luigi Boccardo. Terzo castelnovese e nipote del Cafasso, il beato Giuseppe Allamano (1851-1926), per quasi mezzo secolo rettore del santuario e del Convitto della Consolata e fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata.
Attendono la beatificazione, dopo il riconoscimento del miracolo, alcuni venerabili. Il cuneese Pio Bruno Lanteri (1759-1830), ispiratore del Convitto ecclesiastico – fondato nel 1823 dal teologo torinese Luigi Guala – e fondatore degli Oblati di Maria Vergine. Don Luigi Balbiano (1812-1884), di Volvera, «viceparroco santo» per tutta la vita ad Avigliana. Il torinese mons. Adolfo Barberis (1884-1967), segretario del cardinale arcivescovo di Torino Richelmy, prete straordinario con mille interessi e cento virtù, fondatore delle Suore del Famulato Cristiano. Mons. Giovanni Battista Pinardi (1882-1962), di Castagnole Piemonte, vescovo ausiliare dei cardinali Richelmy e Giuseppe Gamba, per mezzo secolo (1912-1962) parroco di San Secondo e iniziatore di molte opere cattoliche.
Questi preti sono tutti, anche attraverso le loro congregazioni, impegnati nel sociale. Bosco, Cafasso, Cottolengo, Murialdo, e il tortonese Luigi Orione (1872-1940) sono chiamati «santi sociali» per il notevole contributo alla soluzione di gravi problemi. Tutti – a eccezione di Balbiano, Cafasso, Pinardi – fondano istituti religiosi.
Don Giuseppe Tuninetti, storico della Chiesa torinese, colloca Luigi Boccardo «nel filone dei formatori del giovane clero, tra i confessori e direttori spirituali del clero, che ebbe come iniziatore e modello Giuseppe Cafasso, cui spetta come titolo e merito principale quello di essere stato, per tutta la vita, formatore dei giovani sacerdoti al Convitto, sulla cattedra di Teologia morale, dal pulpito, nel confessionale, nella direzione spirituale. Allamano, sull’esempio dello zio, è formatore del giovane clero come rettore del Convitto e del santuario della Consolata. Suo braccio destro al Convitto è per 30 anni (1886-1916) don Luigi Boccardo, direttore spirituale dei convittori. Frutto di questa esperienza sono i due volumi (1912 e 1921) «Confessione e direzione».
In questo filone c’è il beato cottolenghino Francesco Paleari (1863-1939), milanese di nascita, per un trentennio punto di riferimento del Seminario, direttore spirituale e confessore di chierici e preti: si distingue «per il sorriso – scrive Tuninetti – segno di accoglienza paterna». Un’altra bella figura di direttore spirituale è Luigi Boccardo. Infine don Giovanni Serravalle (1888-1964) già parroco di Busano, rettore del Seminario di Chieri (1937-1949) e padre spirituale nel Seminario di Rivoli (1949-1964).
Durante il processo canonico per la beatificazione dell’Allamano, alcuni testimoni illustrano i rapporti tra il rettore don Giuseppe e il suo vice don Luigi. Adelina Ferrero (6 agosto 1941) narra che va alla Consolata il giorno del funerale della mamma: vuole incontrare il suo confessore Boccardo, che però è malato. Allamano ne intuisce la pena e la conduce in camera del Boccardo: «Non è mica una clausura». L’avvocato Pier Giacomo Mazzarelli (15 luglio 1946) scrive: «Il canonico Boccardo, fra i più zelanti sacerdoti del santuario, mi raccomandò di ricorrere, per la confessione, al rettore Allamano, di fare molto assegnamento ai suoi consigli e di dare sempre ascolto ai suoi suggerimenti e di metterli i pratica».
Il 14 giugno 1962 il canonico Giuseppe Rossino nella «Commemorazione di Luigi Boccardo» afferma: «(Allamano e Boccardo) erano due astri differenti. Non sempre le vedute collimavano, benché concordassero i cuori in una sintonia d’amore: l’uno, Allamano, era piuttosto austero; l’altro, Boccardo, più materno». Questo è anche il giudizio dei convittori. Suor Angelica, missionaria della Consolata (14 dicembre 1943) racconta che Boccardo «asseconda la mia vocazione carmelitana e non voleva che mi facessi missionaria, mentre l’Allamano – fondatore di due Istituti missionari – mi consigliava di farmi missionaria. La mamma, per tranquillizzarmi, mi disse: “Vedi sono due santi ma anche tra i santi può esserci qualche contrasto».
Il venerabile Adolfo Barberis, ordinato prete da Richelmy il 29 giugno 1907, alla Convitto ha come rettore e come padre spirituale i futuri beati, Giuseppe Allamano e Luigi Boccardo. La «Biografia documentata» del Barberis afferma che le regole del Famulato cristiano «furono esaminate e corrette dal can. Boccardo e da mons. Francesco Paleari». Nel novembre 1963, «tenendo conto del grande avvicinarsi della mia ora», si fa dare la stanzetta n. 18 del Convitto della Consolata «ove passare a mio agio alcuni giorni di ritiro. Non avrò aiuto di sermoni, seguirò semplicemente l’impulso della grazia e l’aiuto di qualche libro» e cita le opere del Boccardo.
Quando don Luigi muore il 9 giugno 1936 «Casa Madre», periodico dei Missionari della Consolata scrive: «Le sue benemerenze acquistate verso il nostro Istituto ce lo fanno piangere come uno della famiglia. Volle sempre bene al nostro Istituto, a tutti i missionari della Consolata. Veniva sempre volentieri tra noi: godé delle nostre gioie, soffrì i nostri dolori, pregò tanto per ognuno di noi».