Regolamento di vita
Dagli scritti di Padre Adophe Tanquerey (1854 - 1932).
Utile anche ai semplici fedeli che vogliano santificarsi nel mondo, questa regola è più specialmente necessaria ai membri di comunità e ai sacerdoti che vivono nel ministero.
Giova non solo alla santificazione nostra ma anche alla santificazione del prossimo.
559. 1° Utilità per la santificazione nostra.
Per santificarsi è necessario utilizzare bene il tempo, rendere soprannaturali le proprie azioni e seguire un certo programma di perfezione.
Ora una regola di vita, ben concertata col direttore, ci procura questo triplice vantaggio.
A ) Ci fa utilizzar meglio il tempo.
Confrontiamo infatti la vita d'una persona che segue una regola di vita e quella d'un’altra che non ne ha.
a ) Senza si spreca fatalmente molto tempo:
1) nascono infatti allora esitazioni su ciò che sia meglio fare; s'impiega tempo a deliberare, a pesare il pro ed il contro, e poiché per molte cose non si trova ragion decisiva, si può rimanere incerti; onde, prendendo la natura il sopravvento, si è esposti a lasciarsi trascinare dalla curiosità, dal piacere o dalla vanità.
2) Si trasanda pure facilmente un certo numero di doveri: non essendosi previsto né determinato il momento e il luogo favorevole di adempiere cotesti doveri, se ne omettono alcuni perché non si trova più il tempo di farli.
3) Tali negligenze rendono incostanti: uno fa ora un vigoroso sforzo per ripigliarsi e ora si abbandona alla naturale indolenza, appunto perché non si ha una regola fissa per correggere l'incostanza della natura.
560. b ) Invece con un ben determinato regolamento si risparmia molto tempo:
1) Non più esitazioni: si sa esattamente ciò che si deve fare e quando; se non si riesce a fissar l'orario in modo matematico, almeno si sono posti dei punti fermi e fissati, dei principii sugli esercizi di pietà, sul lavoro, sulle ricreazioni, ecc
2) Non più l'imprevisto o almeno poca cosa: perché, anche per le circostanze straordinarie che possono capitare, si è già determinato quali esercizi si possono abbreviare, e come vi si può supplire con altre pratiche; in ogni caso, cessando l'imprevisto, si ritorna immediatamente alla regola.
3) Non più incostanza, perché il regolamento ci sollecita a far sempre ciò che è prescritto ogni giorno e nelle principali ore del giorno.
Si formano così buone abitudini che danno stabile ordine alla nostra vita e ne assicurano la perseveranza; i nostri giorni diventano giorni pieni, pieni di opere buone e di meriti.
561. B ) La regola ci aiuta a rendere soprannaturali tutte le nostre azioni.
a) Infatti vengono tutte fatte per obbedienza; onde questa virtù aggiunge lo speciale suo merito al merito proprio di ogni atto virtuoso.
In questo senso vale il detto che vivere secondo la regola è vivere per Dio, perché è fare costantemente la santa sua volontà.
Vi è pure in questa fedeltà alla regola un innegabile valore educativo: in cambio del capriccio e del disordine, che tendono a prevalere in una vita mal regolata, prendono il sopravvento la volontà e il dovere e quindi l'ordine e l'assestamento: la volontà è assoggettata a Dio e le facoltà inferiori si piegano ad obbedire alla volontà: è un progressivo ritorno allo stato di giustizia originale.
b ) è facile allora avere, in tutte le azioni, intenzioni soprannaturali: il solo fatto di vincere i propri gusti e i propri capricci mette già ordine nella vita e dirige le azioni a Dio; inoltre un buon regolamento di vita prescrive un momento di raccoglimento prima di ogni principale azione e ci suggerisce le migliori intenzioni soprannaturali per ben compierla; ognuna quindi viene esplicitamente santificata e diventa atto d’amor di Dio.
Chi potrà dire il numero di meriti così accumulati ogni giorno!
562. C ) La regola traccia un programma di perfezione.
a ) Ed è veramente un programma quello che abbiamo descritto e il seguirlo è un progredire verso la perfezione: è la via della conformità alla volontà di Dio tanto lodata dai Santi.
b ) E poi non vi è compita regola di vita che non indichi le principali virtù da praticare secondo la condizione del penitente e il suo stato spirituale.
Occorrerà certo di dover talora modificare questo piccolo programma per i nuovi bisogni che potranno nascere; ma è cosa che si farà d'accordo col direttore, inserendola poi nel regolamento di vita perché serva di guida.
563. 2° La santificazione del prossimo, com'è chiaro, non potrà che guadagnarci.
Per santificare gli altri, bisogna unire la preghiera all’azione, utilizzare bene il tempo consacrato all'apostolato e dar buon esempio.
Or questo fa per l’appunto chi è fedele al regolamento.
A ) Trova in una vita ben regolata il modo pratico di conciliare la preghiera con l’azione.
Persuaso che anima dell'apostolato è la vita interiore, si fissa nel regolamento un certo numero di ore per la meditazione, per la santa messa, per il ringraziamento e per tutti gli esercizi necessari allo spirituale alimento dell'anima [...].
Il che non toglie che consacri un notevole tempo all'apostolato; sa infatti disporre bene di tutti gli istanti ( n. 560 ), e ne trova quindi per far tutto con ordine e metodo; ha le ore stabilite per le diverse opere parrocchiali, per le confessioni, per l'amministrazione dei sacramenti; i fedeli ne sono avvertiti, e, purché si dia loro il tempo veramente necessario, sono anche essi contenti di sapere a qual preciso momento possono trovare il sacerdote.
564. B ) Rimangono pure edificati degli esempi di puntualità e di regolarità che dà il sacerdote: non possono fare a meno di pensare e di dire che è l'uomo del dovere, costantemente fedele ai regolamenti fissati dall’autorità ecclesiastica.
Quindi quando poi lo sentono proclamare dal pulpito o dal confessionale l'obbligo d'obbedire alle leggi di Dio e della Chiesa, ci si sentono stimolati dal suo esempio più ancora che dalle sue parole, e osservano più fedelmente i divini comandamenti.
Ecco come un sacerdote, il quale osservi il regolamento di vita, santifica sé e gli altri; il che è vero anche per i laici che si consacrano all'apostolato.
[Brano tratto da “Compendio di Teologia Ascetica e Mistica”, di Padre Adolphe Tanquerey (1854 - 1932), trad. P. Filippo Trucco e Can.co Luigi Giunta, Società di S. Giovanni evangelista - Imprimatur Sarzanæ, die 18 Novembris 1927, Can. A. Accorsi, Vic. Gen. - Desclée & Co., 1928]
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