NOSTRA SIGNORA DI KIBEHO |
IdM-Buona giornata! |
“Vi esorto a pregare con fervore affinché questo Santuario di Kibeho possa diventare il luogo da cui sorgerà un popolo rwandese rinnovato nella fede, assetato di amore per il suo Dio, deciso a dimenticare il triste passato della guerra fratricida, i cui segni terribili si riscontrano dappertutto e, in modo particolare, in questo luogo”.
Così esordiva, la mattina del 31 maggio di un anno fa, il Card. Crescenzio Sepe, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nel consacrare il nuovo Santuario mariano dedicato a “Notre Dame des Douleurs“ a Kibeho, luogo oramai divenuto meta di pellegrinaggi da ogni parte dell’Africa e del mondo fin dall’inizio degli anni Ottanta. Quasi una nuova Lourdes nel cuore dell’Africa nera.
Le apparizioni della Vergine a Kibeho (dal 28 novembre 1981 al 28 novembre 1989) sono le prime che si sono verificate in terra africana e sulle quali la Chiesa ha espresso il suo riconoscimento, giudicandole autentiche, al termine di una lunga inchiesta e di un rigoroso processo canonico.
Una dichiarazione del Vescovo di Gikongoro, la diocesi di appartenenza di Kibeho, preparata in accordo con la Congregazione per la Dottrina della Fede, è stata resa nota in contemporanea, nel maggio 2003, in Africa e in Vaticano, per ufficializzare quello che è un evento straordinario. Un documento lungo ventitre pagine che rappresenta il frutto di una lunga e prudente inchiesta da parte della Chiesa.
“La Vergine Maria è apparsa a Kibeho, nella giornata del 28 novembre 1981 – ha affermato il Vescovo Monsignor Augustin Misago – e nel corso dei mesi seguenti. Ci sono più buone ragioni per crederlo che per negarlo. A questo riguardo, solo le tre veggenti dell’inizio meritano di essere considerate come autentiche; si tratta di Alphonsine Mumureke, Anathalie Mukamazimpaka e Marie-Claire Mukangango”.
La storia di Kibeho cominciò alle 12.35 di un sabato, il 28 novembre 1981, in un Collegio gestito da Suore locali. Quel giorno tutte le ragazze del Collegio erano nel refettorio. La prima del gruppo a “vedere” fu Alphonsine Mumureke, di sedici anni. Secondo quanto lei stessa scrive nel suo diario, stava servendo a tavola le sue compagne, quando udì una voce femminile che la chiamava: “Figlia mia, vieni qui“. Si diresse verso il corridoio, accanto al refettorio, e lì le apparve una donna di incomparabile bellezza.
Era vestita di bianco, con un velo bianco sulla testa, che nascondeva i capelli, e che sembrava unito al resto del vestito, che non aveva cuciture. Era scalza e le sue mani erano giunte sul petto con le dita rivolte al cielo. La Madonna, come lei disse, non era proprio bianca (muzungu) quale si vede nei santini, ma neppure nera. Alphonsine affermerà, nella sua testimonianza, di non riuscire a dire con esattezza di che colore fosse la sua pelle.
Alphonsine le domandò: “Chi sei?”; e lei rispose, in lingua rwandese: “Io sono la Madre del Verbo“.
La Signora a questo punto chiese ad Alphonsine di insegnare alle sue compagne a pregare perché esse non sapevano farlo o non lo facevano abbastanza, nonché a tenere in stima la devozione a Maria, loro Madre. L’apparizione durò circa un quarto d’ora. Alla fine, la Signora scomparve lentamente, alzandosi verso il cielo.
La sera del 12 gennaio 1982, Maria SS.ma apparve ad Anathalie Mukamazimpaka, che aveva allora 17 anni. Due mesi più tardi, il 2 marzo 1982, la Madonna apparve anche a Marie-Claire Mukangango, di 21 anni. Questa apparizione fu determinante, dal momento che Marie-Claire era la più scettica e, data anche la sua maggiore età, esercitava una grande influenza sulle altre compagne del Collegio. Per lei Alphonsine era solo matta. Sosteneva con fermezza di non credere assolutamente alle apparizioni. Ma quando pure lei dovette ammettere di aver visto la Madonna, tutte le collegiali si arresero a tale evidenza.
Da quel momento la notizia delle apparizioni si diffuse assai velocemente in tutto il Rwanda, attirando a Kibeho una folla sempre più imponente di curiosi e di fedeli.
Secondo il racconto delle veggenti, la Madonna apparsa a Kibeho come “Nyina wa Jambo” – in lingua locale: “Madre del Verbo” o “Madre di Dio” – vuole portare, non solo a Kibeho e alla terra africana, bensì al mondo intero, il suo messaggio evangelico, il messaggio di suo Figlio Gesù, che è poi lo stesso di tutti i tempi e per tutti i luoghi: l‘amore per Dio e per il prossimo, invitando tutti gli uomini alla conversione, alla penitenza e al digiuno. Il frutto di tutto ciò sarà l’unità e la pace. Diversamente non ci potrà essere che odio ed inimicizie.
È significativo, infatti, che in una delle apparizioni, e precisamente in quella del 19 agosto 1982, di fronte a oltre ventimila persone, i veggenti ebbero una spaventosa visione di quello che poi dodici anni più tardi sarebbe accaduto nel loro paese, con il genocidio rwandese.
Quel giorno la “Signora” apparve ai veggenti a turno. Il suo volto era triste, sembrava assai contrariata. Alphonsine, una del gruppo, disse che piangeva. E anche i veggenti cominciarono a piangere e a battere i denti dalla paura.
L’apparizione fu eccezionalmente lunga, ebbe una durata complessiva di circa otto ore; e le immagini della visione furono tremende: “un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che nessuno si curasse di seppellirli, teste mozzate, un albero immerso nelle fiamme, un mostro spaventoso, un abisso spalancato…”. Fatti terrificanti che poi si sarebbero tristemente avverati allo scoppio della guerra civile fra le etnie degli Hutu e i Tutsi che avrebbero funestato anni dopo il Rwanda. Alcuni dei veggenti scomparvero proprio nei massacri del 1994.
“Il sacrificio di migliaia di persone uccise nella vecchia chiesa e intorno ad essa – ha ricordato il Cardinale Sepe, il giorno dell’inaugurazione del Santuario mariano di Kibeho – grida con voce forte verso tutti noi e ci invita ad incamminarci su una nuova strada, sulla strada della pace, del perdono reciproco delle colpe arrecate e sulla strada della riconciliazione. Il vero popolo di Dio non può nutrire sentimenti di odio, di divisione, di vendette, di disprezzo, che sono estranei a Dio e al suo amore.”
Disse la Madonna a Marie-Claire: “Io mi rivelo dove voglio, quando voglio e a chi io voglio. Io non vengo soltanto per Kibeho, non soltanto per la diocesi di Butare, non soltanto per il Rwanda, non soltanto per l’Africa, ma per il mondo intero. Questo mondo è sull’orlo di una catastrofe. Meditate sulle sofferenze di Nostro Signore Gesù e sul profondo dolore di Sua Madre. Pregate il Rosario, specialmente i Misteri Dolorosi, per ricevere la grazia di pentirvi“.
Alla veggente Alphonsine, Maria disse: “Sono venuta per preparare la strada a mio Figlio, per il vostro bene, e voi non lo volete capire. Il tempo rimasto è poco e voi siete distratti. Siete distratti dai beni effimeri di questo mondo. Ho visto molti dei miei figli perdersi e sono venuta per mostrargli la vera strada…“. Come per altre apparizioni mariane, il messaggio fondamentale di Kibeho è l’invito alla conversione, alla preghiera e al digiuno. Nei suoi accorati appelli, Maria sottolinea l’importanza di amare il prossimo e di non sottovalutare il reale potere della preghiera, specialmente del Santo Rosario. |
Preghiera di Papa Benedetto XVI a Maria protettrice dell’Africa |
Santa Maria, Madre di Dio, Protettrice dell’Africa, tu hai dato al mondo la vera Luce, Gesù Cristo. Con la tua obbedienza al Padre e per mezzo della grazia dello Spirito Santo ci hai dato la fonte della nostra riconciliazione e della nostra giustizia, Gesù Cristo, nostra pace e nostra gioia. Madre di tenerezza e di saggezza, mostraci Gesù, il Figlio tuo e Figlio di Dio, sostieni il nostro cammino di conversione affinché Gesù faccia brillare su di noi la sua Gloria in tutti i luoghi della nostra vita personale, familiare e sociale. Madre piena di Misericordia e di Giustizia, con la tua docilità allo Spirito Consolatore, ottieni per noi la grazia di essere testimoni del Signore Risorto, affinché diventiamo sempre più sale della terra e luce del mondo. Madre del Perpetuo Soccorso, alla tua intercessione materna affidiamo la preparazione e i frutti del Secondo Sinodo per l’Africa. Regina della Pace, prega per noi! Nostra Signora d’Africa, prega per noi! Benedetto XVI |
La Mamma Celeste consiglia di pregare questo Rosario il martedì e il venerdì, meditando la Passione di Gesù… |
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. O Dio, vieni a salvarmi. Gloria al Padre Mio Dio, ti offro questa Coroncina dei dolori per la Tua maggior gloria, in onore della Tua Santa Madre. Mediterò e condividerò la Sua sofferenza. O Maria, Ti supplico, per le lacrime che hai versato in quei momenti, ottieni a me e a tutti i peccatori il pentimento delle nostre colpe. Recitiamo la Coroncina pregandoti per tutto il bene che ci hai fatto donandoci il Redentore, che noi, purtroppo, continuiamo a crocifiggere ogni giorno. Sappiamo che se qualcuno è stato ingrato verso un altro che gli ha fatto del bene e lo vuole ringraziare, la prima cosa che fa è riconciliarsi con lui; per questo recitiamo la Coroncina pensando alla morte di Gesù per i nostri peccati e chiedendogli perdono.
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PRIMO DOLORE Il vecchio Simeone annuncia a Maria che una spada di dolore le trapasserà l’anima Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. (Lc 2,33-35)
Preghiamo O Maria, non si è ancora dileguata la dolcezza per la nascita di Gesù, che già comprendi che sarai pienamente coinvolta nel destino di dolore che attende il Tuo Divin Figlio. Per questa Tua sofferenza intercedi per noi dal Padre la grazia di una vera conversione del cuore, una completa decisione per la santità senza temere le croci del cammino cristiano e le incomprensioni degli uomini. Amen. |
SECONDO DOLORE Maria fugge in Egitto con Gesù e Giuseppe I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo”. Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre, e nella notte fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio. (Mt 2,13-15)
Preghiamo O Maria, dolcissima Madre, che hai saputo credere alla voce degli Angeli e docilmente ti sei messa in cammino fidandoti, in tutto, di Dio, facci diventare come Te, pronti a credere sempre che la Volontà di Dio è solo sorgente di grazia e di salvezza per noi. Rendici docili, come Te, alla Parola di Dio e pronti a seguirLa con fiducia. |
TERZO DOLORE Lo smarrimento di Gesù Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. (Lc 2,48)
Preghiamo O Maria, noi Ti preghiamo di insegnarci a meditare nel cuore, con docilità e amore, tutto ciò che il Signore ci offre da vivere, anche quando non riusciamo a capire e l’angoscia vuole sopraffarci. Dacci la grazia di starTi vicino perché Tu possa comunicarci la Tua forza e la Tua fede. Amen. |
QUARTO DOLORE Maria incontra suo Figlio carico della Croce Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. (Lc 23,27)
Preghiamo O Maria, noi Ti preghiamo di insegnarci il coraggio di soffrire, di dire di sì al dolore, quando questo viene a fare parte della nostra vita e Dio ce lo manda come mezzo di salvezza e di purificazione. |
QUINTO DOLORE Maria sta presso la Croce del Figlio Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù, allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E dal quel momento il discepolo la prese nella sua casa. (Gv 19,25-27)
Preghiamo O Maria, Tu che conosci il soffrire, rendici sensibili anche al dolore degli altri, non solo al nostro. In ogni sofferenza donaci la forza per continuare a sperare e a credere nell’amore di Dio che supera il male con il bene e che vince la morte per aprirci alla gioia della Risurrezione. Amen. |
SESTO DOLORE Maria riceve il corpo inanimato di suo Figlio Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com’è usanza di seppellire per i Giudei. (Gv 19,38-40)
Preghiamo O Maria, accetta la nostra lode per quanto fai per noi e accogli l’offerta della nostra vita: non vogliamo staccarci da Te perché in ogni momento possiamo attingere dal Tuo coraggio e dalla Tua fede la forza di essere testimoni di un amore che non muore. |
SETTIMO DOLORE Maria alla tomba di Gesù Ora, nel luogo dov’era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a motivo della Parasceve dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino. (Gv 19,41-42)
Preghiamo O Maria, quale dolore provi ancora oggi nel constatare che tante volte il sepolcro di Gesù sta nei nostri cuori. |