(fonte: www.messainlatino.it) La lettura dell'omelia che il Nunzio Apostolico in Argentina, mons. Adriano Bernardini, ha pronunciato tre giorni fa nella festa della Cattedra di Pietro, ci ha lasciato ammirati, commossi, e colpiti. Si sta finalmente sgretolando quell'untuoso linguaggio curiale, cui tutti purtroppo siamo stati abituati per decenni, che lasciava vagare la lingua senza dir nulla, se non ripetere triti slogan ammirativi del "rinnovamento conciliare". No: questo Nunzio chiama per nome e per cognome i collaboratori delle forze del male, in primo luogo denunciando la sorda e sordida opposizione alla Verità e al Papa che proviene non soltanto dall'esterno della Chiesa, ma ancor più dal suo interno: da teologi, religiosi, vescovi e preti. E ancor più importante: il Nunzio evidenzia come l'attaccamento alla Verità implichi necessariamente l'opposizione del mondo, e viceversa. E così: quando ci dice che il mondo fu in pace con la Chiesa negli anni immediatamente successivi al Concilio e fino all'Humanae Vitae, e che Paolo VI fu esaltato dal mondo (fino a quell'enciclica) anche per la sua ammirazione per Maritain, si capisce chiaramente che cosa questo profetico Nunzio ci suggerisce di pensare, in merito sia a Maritain, sia al Concilio... Viviamo tempi interessanti: chi avrebbe pensato solo pochi anni fa di udire mai da un diplomatico vaticano cose del genere, del resto di buon senso e sotto gli occhi di tutti? Il muro dell'ipocrisia conciliare è brecciato da ogni parte, e presto cadrà rivelando a tutti le macerie che rinserra. E nel frattempo, date una berretta da cardinale a questo Nunzio! Enri "E ti dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e il potere della morte non prevarranno contro di essa" (Mt 16,18) Il testo di Matteo contiene due elementi molto importanti: -Il primato di Pietro e dei suoi successori nella Chiesa che Cristo ha fondato, e pertanto del Santo Padre; -L’assistenza di Gesù per la Sua Chiesa contro le forze del male. Diamo per scontato il primo punto, fondamentale per la Chiesa, perché senza questo primato di Pietro e la comunione con lui, non c'è la Chiesa cattolica. Permettetemi, però, alcune riflessioni sul secondo punto: le forze del male, che Matteo chiama "il potere della morte". Assistiamo oggi ad un accanimento molto speciale contro la Chiesa cattolica in generale e contro il Santo Padre in particolare. Perché tutto questo? Qual è la ragione principale? Si può articolare in poche parole: perché è la Verità che ci dà il messaggio di Cristo! Quando questa Verità non si oppone alle forze del male, tutto va bene. Invece, quando avanza la minima opposizione, insorge una lotta che utilizza la diffamazione, l’odio e persino la persecuzione contro la Chiesa e più specificamente contro la persona del Santo Padre. Diamo un'occhiata ad alcuni momenti della storia, che è "maestra della verità". Gli anni immediatamente successivi al Concilio Vaticano II passano in un'euforia generale per la Chiesa e di conseguenza per il Papa. Ma è sufficiente la pubblicazione dell'Humanae vitae, con cui il Santo Padre conferma la dottrina tradizionale per cui l'atto coniugale e l'aspetto procreativo non possono essere lecitamente separati, che esplode la critica più feroce contro papa Paolo VI, che fino a quel momento era nelle grazie del mondo. Le sue simpatie per Jacques Maritain e per l’umanesimo integrale avevano aperto le speranze degli ambienti modernisti interni alla Chiesa e al progressismo politico e mondano. Lo stesso si è ripetuto più volte nel lungo pontificato di Giovanni Paolo II. Quando viene eletto, le élites culturali occidentali sono ammaliate dalla lettura marxista della realtà. Giovanni Paolo II non si adatta a questo conformismo culturale imbarazzante e intraprende col comunismo un duello duro, che lo porta sino ad essere un bersaglio fisico di un oscuro progetto omicida. Lo stesso accadrà sempre a Giovanni Paolo II relativamente alla bioetica, con la pubblicazione dell'Evangelium vitae, nel 1995, un compendio solido e senza sconti sulle principali questioni della vita e della morte. Ed ora, sempre per amore alla "Verità vera ed evangelica", il bersaglio è diventato Benedetto XVI. Già marcato con disprezzo negli anni precedenti come il "guardiano della fede", appena eletto, immediatamente è stato accolto da commentatori da tutto il mondo con una miscela di sentimenti, che vanno dalla rabbia alla paura, al vero e proprio terrore. Ora, una cosa è certa: Papa Benedetto XVI ha impresso al suo pontificato il sigillo della continuità con la tradizione millenaria della Chiesa e soprattutto della purificazione. Sì, perché all'insicurezza della fede segue sempre l'offuscamento della morale. Infatti, se vogliamo essere onesti, dobbiamo riconoscere che è aumentato anno dopo anno, tra i teologi e religiosi, tra suore e vescovi, il gruppo di quanti sono convinti che l'appartenenza alla Chiesa non comporta il riconoscimento e l'adesione a una dottrina oggettiva. Si è affermato un cattolicasimo "à la carte", in cui ciascuno sceglie la porzione che preferisce e respinge il piatto che ritiene indigesto. In pratica un cattolicesimo dominato dalla confusione dei ruoli, con sacerdoti che non si applicano con impegno alla celebrazione della Messa e alle confessioni dei penitenti, preferendo fare dell’altro. E con laici e donne che cercano di prendersi un poco per loro il ruolo del sacerdote, per guadagnare un quarto d'ora di celebrità parrocchiale, leggendo la preghiera dei fedeli o distribuendo la comunione. Ecco, che qui Papa Benedetto XVI, proprio a causa della sua fedeltà verso la "Verità", fa una cosa che è sfuggita all'attenzione di molti commentatori: porta di nuovo, integralmente, il credo nella formula del Concilio di Costantinopoli, cioè nella versione normalmente contenuta nella Messa. Il messaggio è chiaro: ricominciamo dalla dottrina, dal contenuto fondamentale della nostra fede. "Sì, perché - scrive il teologo e Papa Ratzinger – il primario annuncio missionaria della Chiesa oggi è minacciato dalle teorie di tipo relativistico, che intendono giustificare il pluralismo religioso, non solo de facto ma anche de jure". La conseguenza di questo relativismo, spiega il futuro Papa Benedetto XVI, è che si considerano superate un certo numero di verità, per esempio: il carattere definitivo e completo della rivelazione di Cristo; la naturalezza della fede teologica cristiana rispetto alla credenza nelle altre religioni; l'unicità e l'universalità salvifica nel mistero di Cristo; la mediazione salvifica universale della Chiesa; la sussistenza nella Chiesa cattolica romana dell’unica Chiesa di Cristo. Ecco qui, pertanto, la Verità come la principale causa di questa avversione e direi quasi persecuzione al Santo Padre. Un'avversione che ha come conseguenza pratica il suo sentirsi solo, un po’ abbandonato. Abbandonato da chi? Ecco la grande contraddizione! Abbandonato dagli oppositori alla Verità, ma soprattutto da certi sacerdoti e religiosi, non solo dai vescovi; però non dai fedeli. Il clero sta vivendo una certa crisi, prevale nell'episcopato un basso profilo, ma i fedeli di Cristo sono ancora con tutto il loro entusiasmo. Accanitamente continuano a pregare e ad andare a messa, frequentano i sacramenti e dicono il Rosario. E soprattutto, sperano nel Papa. C'è un sorprendente punto di contatto tra il Papa Benedetto XVI e la gente, tra l’uomo vestito di bianco e le anime di milioni di cristiano. Loro capiscono e amano il Papa. Questo perché la loro fede è semplice! D’altronde è la semplicità la porta di ingresso della Verità. Durante questa celebrazione eucaristica chiediamo al buon Dio e alla Vergine di poter far parte, anche noi, di questo tipo di cristiani. Mons. Adriano Bernardini, Nunzio apostolico in Argentina |
- E senti o espírito inundado por um mistério de luz que é Deus e N´Ele vi e ouvi -A ponta da lança como chama que se desprende, toca o eixo da terra, – Ela estremece: montanhas, cidades, vilas e aldeias com os seus moradores são sepultados. - O mar, os rios e as nuvens saem dos seus limites, transbordam, inundam e arrastam consigo num redemoinho, moradias e gente em número que não se pode contar , é a purificação do mundo pelo pecado em que se mergulha. - O ódio, a ambição provocam a guerra destruidora! - Depois senti no palpitar acelerado do coração e no meu espírito o eco duma voz suave que dizia: – No tempo, uma só Fé, um só Batismo, uma só Igreja, Santa, Católica, Apostólica: - Na eternidade, o Céu! (escreve a irmã Lúcia a 3 de janeiro de 1944, em "O Meu Caminho," I, p. 158 – 160 – Carmelo de Coimbra)