L’Esistenza di Dio
Questa mattina non riuscivo a riposare e allora ho deciso di provare ad addentrarmi un po’ nelle logiche del sistema di numerazione binario che sto studiando in questi giorni, così da occupare il tempo in modo costruttivo. Sono rimasto stupito nel riflettere sulla brillantezza di questo codice inventato dalla mente umana. Proseguendo in elucubrazioni varie mi sono soffermato velocemente a pensare all’immensità delle leggi fisiche, chimiche e biologiche che regolano l’intero universo e sull’altezza di pensiero raggiunta dalla nostra specie.
Tutti questi ragionamenti mi hanno fatto ricordare una storia fantascientifica che mi raccontò una volta un mio professore a proposito dell’esistenza di Dio. L’autore narra che in un futuro lontano, tutte le creature più intelligenti del cosmo si riuniranno a costruire un immenso computer autosufficiente, grande quanto un pianeta, ed in cui sono stati memorizzati tutti i saperi provenienti dalle varie galassie. Scopo di questa invenzione è poter porre al super computer un’unica domanda, su cui da sempre l’uomo si interroga: “Esiste Dio?”, cui l’elaboratore risponde: “Adesso si.” Dio altro non sarebbe quindi che l’insieme dei saperi e niente più; per il resto si tratta solo di immaginazione umana (come ho sentito dire a volte: “E Dio che crea l’uomo o il contrario?” O ancora: “Semplicemente non ho bisogno di Dio”). Personalmente credo invece che Dio esista e sia proprio il tutto che ha dato origine alla creazione. Se infatti le tesi sostenute dal racconto fossero valide, non si spiega da dove tutta questa conoscenza derivi senza un principio creatore. Mi si potrebbe rispondere che i saperi sono stati sviluppati dall’uomo nel corso del tempo, ma se anche la nostra specie ha origine dalla materia “inizialmente” presente nel cosmo, ciò vuol dire che essa stessa già possedeva tutte le potenzialità fin dal principio. Da chi le derivano queste allora? Se la nostra mente non è stata creata da un’entità superiore, in che modo è nata? Non è forse il genio dell’artista sempre più grande della sua opera? Immerso in questi pensieri, mi è venuto da sorridere per i tanti deliri di onnipotenza che ancora esistono nell’uomo, mentre la riflessione sull’immensità dei saperi e sul loro autore mi ha fatto sentire come una piccola pozza in cui si cerca di riporre tutta l’acqua del mare:non c’è paura, ma la sublime sensazione di sprofondare nell’infinito di Dio ai cui confronti anche la più grande intelligenza altro non è che un nulla. Ma se io stesso, pur essendo capace di viaggiare così tanto con il pensiero, altro non sono che un granello di sabbia in una spiaggia senza fine, cosa deve essere davvero il tutto se non Dio? Come identificarlo? Solo una mia invenzione? La ricerca dei saperi diviene così non una strenua lotta per riuscire a dimostrare che Dio non esiste, che non ha nulla a che fare con la scienza, ma, al contrario, diviene un’utile via per arrivare a Lui: conoscere il creato vuol dire conoscere il creatore. In quest’ottica quindi scienza e fede non hanno più bisogno di essere ben distinte perché opposte. Entrambe hanno un unico obiettivo, perseguibile anche insieme: la ricerca della VERITA’. Ed è per questo che desidero nella mia vita sforzarmi il più possibile nel conoscere ciò che mi circonda, facendo uso di tutti i mezzi a mia disposizione (sia quelli detti “scientifici” che quelli ritenuti appartenenti alla sfera del “soprannaturale”, come tutte quelle sensazioni che a volte proviamo, ma che molti definiscono solo come “suggestioni”). Non si tratta di dire “o credo, o non credo”, ma solo di non stancarsi mai di cercare.
“Chi cerca trova”…giusto? Hannover, 14/12/2008 ore 08.19
Matteo Farina