terça-feira, 16 de outubro de 2018

don DIVO BARSOTTI,




 4) ASSUMERE TUTTO “Assumere tutto.. che tutto in te sia salvato, questa è la vocazione dell’uomo. Impresa impossibile, cui tuttavia non è lecito rinunziare. Solo nel Cristo tutto si riassume e si salva in te, se in te vive il Cristo”. 5) ESSERE UNA SOLA COSA CON GESÙ – TRASFIGURAZIONE IN LUI “Miei cari figli e fratelli, Dio ci ha dato una vocazione santa e immensamente grande, quella di essere una sola cosa con Cristo Gesù. Forse non realizzeremo mai fino in fondo la nostra vocazione divina, ma almeno dobbiamo sentirci impegnati giorno per giorno sempre più a realizzarla, nell'umiltà di un amore che si offre costantemente al Signore perché Egli stesso compia in noi la sua volontà. Nessuno scoraggiamento! Nessuna sfiducia! Dio che ci ha chiamati, Egli stesso compirà in noi la sua volontà, se noi sapremo credere al suo amore per il quale ci ha scelti.” Don Divo, dalla circolare “Siamo monaci” , circolari vol. 4 

5) DIVENIRE UN’OFFERTA AL SIGNORE “Forse non realizzeremo mai fino in fondo la nostra vocazione divina, ma almeno dobbiamo sentirci impegnati giorno per giorno sempre più a realizzarla, nell'umiltà di un amore che si offre costantemente al Signore perché Egli stesso compia in noi la sua volontà.” Don Divo, da circolare “Siamo Monaci”.
“La gratuità dell'atto religioso, ecco quello che implica il monachesimo: come Dio ci ama gratuitamente, così la nostra vita deve essere una donazione a Lui senza compenso; almeno non dobbiamo chiederlo, almeno non dobbiamo pretenderlo. È già un'immensa grazia che Egli accetti la nostra umile offerta.” Don Divo , ALLE SORGENTI DELLA SPIRITUALITÀ DELLA CFD Esercizi piccoli di Desenzano, 11 - 15 settembre 1981

 “Senza una vita soprannaturale la nostra Comunità diviene soltanto accademia. Non vi chiede nulla fuorché questo impegno di vivere con Dio e di realizzare questa unione fra voi! Di qui la necessità di una spiritualità monastica col primato delle virtù teologali. [..] Primato delle virtù teologali vuol dire sentirci posseduti da Dio. [..] Se vivete il primato delle virtù teologali, non avete più bisogno di cercare fuori quello che possedete dentro. «Regnum Dei intra nos est - il regno di Dio è già dentro di noi» [Lc17, 21].[..] Dio abita in noi. E non soltanto Dio abita in noi, ma anche gli altri.” Don Divo , ALLE SORGENTI DELLA SPIRITUALITÀ DELLA CFD Esercizi piccoli di Desenzano, 11 - 15 settembre 1981 3) LA PREGHIERA CONTINUA – LA NOSTRA VITA DEVE DIVENTARE UNA PREGHIERA – VIVERE ALLA DIVINA PRESENZA “La preghiera non è per noi uno fra gli esercizi che riempiono la nostra giornata: allora saremo veramente monaci se tutta la nostra vita sarà una sola preghiera. Come gli antichi, anche noi oggi vogliamo obbedire al Signore che vuole dai cristiani una continua preghiera.” Don Divo, da circolare “Siamo Monaci”


“La gratuità dell'atto religioso, ecco quello che implica il monachesimo: come Dio ci ama gratuitamente, così la nostra vita deve essere una donazione a Lui senza compenso; almeno non dobbiamo chiederlo, almeno non dobbiamo pretenderlo. È già un'immensa grazia che Egli accetti la nostra umile offerta.” Don Divo , ALLE SORGENTI DELLA SPIRITUALITÀ DELLA CFD Esercizi piccoli di Desenzano, 11 - 15 settembre 1981 6) SENTIRE IL PESO DEL PECCATO - SENSO DEL PECCATO - L’INTERCESSIONE - PARTECIPARE ALLA MISSIONE UNIVERSALE DI SALVEZZA DEL CRISTO “Bisogna trasformare tutta la nostra vita in un'aspirazione unica a Dio. È in questa preghiera che noi vivremo la nostra filiazione divina e uniti al Cristo parteciperemo alla sua missione di universale salvezza. Non abbiamo potere sulle cose e sugli uomini: il nostro potere è sul cuore di Dio. E noi sentiamo che è per questo potere che noi vivremo quell'amore fraterno che vuole la salvezza di tutti.”

“Il carattere escatologico della nostra Comunità non potrebbe essere mantenuto se la spiritualità della Comunità non avesse anche una sua espressione liturgica. È nella liturgia che si fa presente il mistero già della realtà futura. Noi crediamo nella presenza reale del Cristo, ma perché noi possiamo realizzare questa presenza sei tu che devi entrare nel suo mondo, non è Lui che deve entrare nel tuo” “L’Ufficio Divino è un sacramentale che effettivamente ci dona la grazia, effettivamente cioè opera un incontro dell’anima con Dio, non ex opere operato come la Messa, come gli Sacramenti, ma ex opere operantis Ecclesiae,cioè per una efficacia che deriva dal fatto che nella preghiera dell’ufficio non sono io che prego, ma è la Chiesa che prega” Don Divo, Esercizi spirituali a Venezia, maggio 1958 “Il carattere escatologico della nostra Comunità non potrebbe essere mantenuto se la spiritualità della Comunità non avesse anche una sua espressione liturgica. È nella liturgia che si fa presente il mistero già della realtà futura. Noi crediamo nella presenza reale del Cristo, ma perché noi possiamo realizzare questa presenza sei tu che devi entrare nel suo mondo, non è Lui che deve entrare nel tuo”

 Nota molto bene: VIVERE LA PREGHIERA LITURGICA Don Divo ci teneva tantissimo che vivessimo interiormente quello che si vive esteriormente: . Quando Si riceve la Santissima Eucarestia . Quando si recita il Padre Nostro rendersi conto che ci si sta rivolgendo a Dio . Quando si sta pregando cantando i Salmi rendersi conto di quello che si sta dicendo . Quando si canta il Gregoriano rendersi conto che è preghiera cantata . Quando si prega l’ave Maria e diciamo “prega per noi peccatori” essere consapevoli che in quel momento la Madonna davanti a Dio fa il nostro nome . Quando si prega il Gloria rendersi conto che ci si sta rivolgendo alla Santissima Trinità (ad esempio i Monaci quando Cantano il Gloria nell’Ufficio si alzano in piedi fanno abbassano la testa e lo cantano più lentamente) 8) SPIRITUALITA’ BIBLICA “È importantissimo il contatto con la Sacra Scrittura nell'ascolto della parola di Dio che stabilisce con noi un rapporto personale di amore” . “Dobbiamo avvicinarci alla Sacra Scrittura con l'anima con cui si avvicinavano i santi, cioè attraverso questo mezzo dobbiamo metterci in ascolto del Dio vivente.” . “Da qui la necessità che la vostra vita religiosa abbia un continuo richiamo a un rapporto con Dio attraverso l'ascolto della divina Parola. Ecco la Bibbia. Anche i monaci hanno trovato sempre nella Lectio divina lo strumento maggiore di un incontro con Dio, anche perché una vita interiore, senza questo richiamo alla parola oggettiva di Dio, potrebbe divenire veramente un narcisismo, un chiudersi, un fermarsi in se stessi.” . “Quando io mi metto di fronte alla Sacra Scrittura devo sapere che Egli parla a me, è una Parola attuale di un Dio vivente che si rivolge a me. La lettura della Bibbia ha un carattere sacramentale.”

9) SPIRITUALITA ESCATOLOGIA “Uno dei difetti fondamentali della predicazione di oggi è quello di far servire il Cristianesimo alla vita di quaggiù; dobbiamo invece fare in modo che tutti tendano al Termine ultimo della vita cristiana, altrimenti si fa servire Dio al mondo presente, e non viceversa. Il carattere monastico della nostra spiritualità è invece quello di ordinare tutto a Dio.” "il monachesimo, dunque; è un'esigenza universale dell'anima religiosa, la quale vive nel mondo, ma vive nel mondo la sua vocazione escatologica, cioè la ricerca di Dio, la ricerca dell'Assoluto " (Resoconti, Firenze 1984). “La vita monastica esprime più efficacemente l'universalità della vocazione umana, il fine ultimo della vita dell'uomo, cioè la vocazione alla santità.” Da Monaci notiziario febbraio 1998 “Noi tendiamo alla visione di Dio,viviamo nel tempo nell’attesa del Regno, tutta la nostra preghiera è d’aspirazione al Regno [..]La venuta del Regno di Dio importa la manifestazione ultima della gloria, cioè suppone la fine del mondo presente. Di qui ne viene che noi non vogliamo aver paura della morte, non vogliamo “escluderla” dalla visione della vita cristiana, perché escludere la morte vuol dire far servire Dio soltanto a questi due giorni che viviamo quaggiù. Ciò non ha senso:è questa vita che deve servire alla “conquista” del cielo, che deve servire al possesso di Dio. Tutto il nostro vivere tende di per sé alla visione di Dio, alla realizzazione piena della nostra adozione filiale.”

  “Questo è il principio fondamentale che deve sempre animarci:non volere che Dio serva al mondo presente, ma volere che questo mondo serva al Regno di Dio, che la vita di quaggiù sia in ordine al conseguimento della gloria futura.”) 10) VITA CONTEMPLATIVA UNITA ALLA VITA ATTIVA E ricordiamoci che il cristianesimo non è né vita attiva né vita contemplativa. Si è troppo divisa la vita attiva dalla vita contemplativa sono stati creati troppi contrapposti fra vita attiva e vita contemplativa, esiste solo una vita ed è la vita cristiana, quella vita che in Cristo ha voluto dire la massima unione col Padre e la più profonda e universale unione con gli uomini. Anche, noi dobbiamo vivere questa duplice dimensione: l'unione con Dio pur vivendo nel mondo, l'unione con gli uomini pur vivendo con Dio. Ma guardiamo che la nostra unione con gli uomini non ci separi dal Signore, che la nostra vita con Dio non sia per noi un pretesto per mettere un diaframma fra noi e i fratelli, per separarci dagli uomini. Si deve vivere questa vita che non conosce altra legge di quella che ci ha dato Gesù: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze, e il prossimo tuo come te stesso". Don Divo, Adunanza Firenze 7.2.1988

11) IL MONASTERO DEL NOSTRO CUORE DOVE C’È GESÙ “Il nostro monastero è il cuore di Cristo, il seno del Padre; di lì non dobbiamo mai uscire. Ma siccome il seno del Padre è immenso, noi possiamo vivere ovunque senza aver bisogno di clausura. Non abbiamo bisogno di certe strutture del monachesimo cosi come ci sono state fino ad oggi; ma ci sentiamo monaci con questo spirito di universalità, di libertà interiore, per il quale la spiritualità monastica. si è interiorizzata e: non trova più la necessità di difese, di protezioni, di fuga dal mondo, perché già siamo in qualche modo fuori del mondo se siamo in Dio; e tuttavia, pur essendo fuori del mondo in quanto siamo in Dio, dobbiamo vivere la missione stessa del Cristo, che è l'irradiazione della luce, della conoscenza di Dio, la rivelazione del Padre a tutti i nostri fratelli.” Don Divo Meditazione, fatta dal Padre all'Eremo di Camaldoli nel pomeriggio del 6 agosto 1975 - (Da Notiziario Settembre 1975) 12) FUGA DAL MONDO - NEL MONDO MA NON DEL MONDO “Il monachesimo interiorizzato, proprio della Comunità, è come quello di Gesù: monachesimo che rifugge da una separazione dai fratelli; tuttavia non vuole una assimilazione con loro, perché il mondo è deserto da Dio e in esso Dio rimane sconosciuta.” Don Divo, “Dare Dio al mondo" da Firenze 6.1.86

“Ed è davvero in questo mondo che Dio sembra essere assente, questo mondo che è diventato deserto da Dio, il mondo nel quale l’uomo oggi vive. Ma attraverso di noi Egli vuol riprendere possesso del mondo. Il monachesimo interiorizzato di Evdokimov, il monachesimo nel mondo di Alioscia nei Karamazov, sono direi l’insegnamento più vero per i cristiani di oggi. Certo che son necessari anche coloro che vivono nel deserto, perché è facile che noi siamo ripresi dal mondo, se non ci sono quelli ai quali noi possiamo ispirarci. Ma in fondo la vera vocazione cristiana sarà sempre quella di chi vive nel mondo, perché anche quando c’erano ventimila monaci nel deserto, credo che a Roma ce ne fossero di più, quindi la vocazione universale degli uomini è quella di vivere nel mondo. E allora è importante che chi vive nel mondo viva questa dimensione, sappia che qualunque sia la sua condizione, qualunque sia l’impegno che la provvidenza gli affida, tutti noi dobbiamo vivere però questa testimonianza pura di una presenza di Dio. E non con le parole, ma con la serenità della vita, ma con la semplicità della nostra esistenza, ma con la nostra carità, ma con la nostra fede: ferma, serena, vera. Non fede che è adesione soltanto a delle verità concettuali, perché facilmente il Cristianesimo degenera in ideologia; ma fede che vuol dire vivere la realtà di Dio, sentire la realtà di Dio. [..] Non essere meno monaco per il fatto che vivi nel mondo, non essere meno eremita per il fatto che vivi in mezzo agli uomini, ma vivi la testimonianza che Dio è, perché Dio è trascendenza infinita, e allora né la solitudine, né la folla, né la città, né il deserto sono il segno privilegiato della sua Presenza. Sono per te magari una condizione di vivere meglio questa Presenza, ma Egli è, e trascende la tua realtà, e trascende ogni condizionamento; non si lascia condizionare Dio che è l’immenso. Vivi la presenza di Dio!

 E vivere la presenza di Dio vuol dire dar testimonianza di quella gioia di cui dà testimonianza la Vergine. Sentirsi così amati da Dio! C’è da ballare tutto il giorno, non vi sembra? Dio ci ama! Mica i monaci soltanto, ma anche me! E debbo saperlo e debbo viverlo: ecco il monachesimo interiorizzato.” Ritiro, Firenze – 19 dicembre 1982, il cristiano, re dell’universo, ha il compito di salvarne tutti i valori 13) RIVELARE DIO “Che cosa chiede, dunque, il Signore a noi della Comunità? Noi, si è detto sempre, vogliamo essere come dei monaci, ma di un monachesimo interiorizzato, che non conosce più la difesa della solitudine, del monastero perché vogliamo, come Gesù, Figlio di Dio, vivere in mezzo al mondo, in mezzo agli uomini non per essere come loro, ma vogliamo essere in mezzo agli uomini come il SACRAMENTO DI DIO, come lo è stato Gesù. "Come loro" può significare una vita apparentemente uguale a quella degli altri, perché lavoriamo, viviamo come tutti, ma l'espressione è equivoca. Gesù, sì, vive la vita di noi tutti, ma rimane colui che rivela Dio. Ora, precisamente questo deve essere il cristiano: non assimilarsi agli uomini del mondo, ma vivere nel mondo per rivelare il Signore. La funzione del cristiano prima di tutto, come per Gesù, quello di RIVELARE DIO. Certo, non lo riveliamo direttamente, ma attraverso una testimonianza verace, una testimonianza cioè che deve dire agli altri che noi l'abbiamo realmente conosciuto.” Don Divo, “Dare Dio al mondo" da Firenze 6.1.86 “Alcuni atei pensano che Dio non esista; e credete voi che un santo non sgretoli queste certezze? Credete voi che il santo non susciti nell'intimo non il desiderio, che forse ancora non c'è, ma il timore davvero d'incontrarsi con Dio?” Don Divo, “Dare Dio al mondo" da Firenze 6.1.86

14) DARE DIO AL MONDO “Io auguro di essere questo, a me, a voi che siete a Bologna, a noi che siamo qui a Firenze, a tutti coloro che appartengono alla Comunità. Tutti abbiamo questa missione di donare Dio agli uomini, non direttamente, ma rendendo più credibile, dicevo prima, la nostra fede con una santità che non trova altra spiegazione per gli uomini che la realtà stessa di quel Dio che essi negano. ” Don Divo, “Dare Dio al mondo" da Firenze 6.1.86

O PLANO MAÇÔNICO PARA A DESTRUIÇÃO DA IGREJA CATÓLICA

FONTE

"Proíbam aos Sacerdotes de falar dos Santos, exceto aqueles mencionados pelo Evangelho. Digam ao povo que eventuais protestantes, talvez presentes na igreja, poderiam escandalizar-se deles. Evitem tudo aquilo que molesta aos protestantes"


Normas do grande Mestre da Maçonaria aos Bispos católicos maçons, efetivas desde 1962 (“aggiornamento” do Vaticano II). Todos os confrades maçons terão que referir sobre os progressos destas decisivas disposições. Reelaboradas em outubro de 1993 como plano progressivo para o passo final. Todos os maçons ocupados na Igreja têm que acolhê-la e realizá-las.

1 - Removam de uma vez por todas a São Miguel, protetor da Igreja Católica, de todas as orações ao interior e ao exterior da Santa Missa. Remover suas estátuas, afirmando que elas apartam da Adoração de Cristo.

2 - Removam os Exercícios Penitenciais da Quaresma como a abstinência de carne as sextas-feiras e também o jejum;
impeçam cada ato de abnegação. Em seu lugar devem ser favorecidos os atos de alegria, de felicidade e de amor ao próximo. Digam: “Cristo já mereceu por nós o Paraíso” e “cada esforço humano é inútil”. Digam a todos que devem tomar em sério a preocupação por sua saúde. Estimulem o consumo de carne, especialmente de porco.

3 - Encarreguem aos pastores protestantes de reexaminar a Santa Missa e de desacralizá-la. Semeiem dúvidas sobre a Real Presença de Cristo na Eucaristia e confirmem que a Eucaristia – com maior aproximação à fé dos protestantes – é somente como pão e vinho e compreendida como um puro símbolo. Disseminem protestantes nos Seminários e nas escolas. Falem de ecumenismo como caminho para a unidade. Acusem a cada um que crê na Presença Real de Jesus o Cristo na Eucaristia como subversivo e desobediente para com a Igreja.

4 - Proíbam a Liturgia latina da Missa, Adoração e Cantos, uma vez que eles comunicam um sentimento de mistério e de respeito. Apresentem-no como feitiços de adivinhos. Os homens pararão de crer nos Sacerdotes como homens de inteligência superior, de respeitar como portadores dos Mistérios Divinos.

5 - Dêem coragem às mulheres a não cobrir-se a cabeça com o véu na igreja. O cabelo é sexi. Pretendam às mulheres como leitoras e sacerdotisas. Apresentem a coisa como se fosse uma idéia democrática. Fundem um movimento de libertação da mulher. Quem entra na igreja tem que vestir vestidos descuidados para sentir-se nela como em casa.
Isso debilitará a importância da Santa Missa.

6 - Afastem os fiéis de receber de joelhos a Comunhão. Digam às monjas que devem impedir aos pequenos antes e depois da Comunhão de ter as mãos juntas. Digam a eles que Deus os quer assim como são e deseja que se sintam completamente cômodos. Eliminem na igreja de estar de joelhos e cada genuflexão. Tirem os genuflexórios. Digam às pessoas que durante a Missa devem certificar sua fé em posição erguida.

7 - Eliminem a música sagrada do órgão. Introduzam guitarras, harpas judias, tambores, ruídos e sagradas risadas nas igrejas. Isso afastará a gente da oração pessoal e das conversações com Jesus. Impeçam a Jesus o tempo de chamar crianças à vida religiosa. Introduzam ao redor do altar danças litúrgicas com vestidos excitantes, teatros e concertos.

8 - Tirem o caráter sagrado aos cantos da Mãe de Deus e de São José. Indiquem sua veneração como idolatria. Convertam em ridículos os que persistem. Introduzam cantos protestantes. Isso dará a impressão que a Igreja Católica por fim admite que o Protestantismo é a verdadeira religião ou ao menos que ele é igual a Igreja Católica.

9 - Eliminem também todos os hinos a Jesus uma vez que eles fazem pensar à gente na felicidade e serenidade que deriva da vida de mortificação e penitência por Deus desde a infância. Introduzam cantos novos somente para convencer a gente que os rituais anteriores de algum modo eram falsos. Assegurem-se que em cada Missa ao menos um canto pelo qual Jesus não seja mencionado e que em vez fale somente de amor para os homens. A juventude será entusiasmada ao sentir falar de amor para o próximo. Anunciem o amor, a tolerância e a unidade.
Não mencionem a Jesus, proíbam cada anúncio da Eucaristia.

10 - Removam todas as relíquias dos Santos dos Altares e sucessivamente também os Altares mesmos. Substituem com mesas pagãs privadas de Consagração que possam ser usadas para oferecer sacrifícios humanos no curso das missas satânicas. Eliminem a lei Eclesiástica que quer a celebração da Santa Missa somente sobre Altares que contenham Relíquias.

11 - Interrompam a prática de celebrar a Santa Missa na presença do Santíssimo Sacramento no Tabernáculo. Não admitam algum Tabernáculo sobre os Altares que são usados para a celebração da Santa Missa. A mesa deve ter o aspecto de uma mesa de cozinha. Deve ser transportável para expressar que ela não é absolutamente sagrada porém tem que servir para um dobro objetivo, por exemplo, de mesa para conferências ou para jogar cartas. Mais tarde coloquem ao menos uma cadeira a tal mesa. O Sacerdote tem que sentar-se para indicar que depois da Comunhão ele descansa como depois de uma comida. O Sacerdote não tem que estar nunca de joelhos durante a Missa nem fazer genuflexões.
Nas comidas, de fato, não se ajoelham nunca. A cadeira do Sacerdote tem que ser colocada no lugar do Tabernáculo. Dêem coragem à gente a venerar e também a adorar ao Sacerdote no lugar da Eucaristia, a obedecer-lhe no lugar da Eucaristia. Digam à gente que o Sacerdote é Cristo, seu chefe. Coloquem o Tabernáculo num local diferente, fora da vista.

12 - Façam desaparecer os Santos do calendário Eclesiástico, sempre alguns em tempos determinados. Proíbam aos Sacerdotes de falar dos Santos, exceto aqueles mencionados pelo Evangelho. Digam ao povo que eventuais protestantes, talvez presentes na igreja, poderiam escandalizar-se deles. Evitem tudo aquilo que molesta aos protestantes.

13 - Na leitura do Evangelho omitam a palavra “santo”, por exemplo, em lugar de “Evangelho segundo São João”, digam simplesmente: “Evangelho de João”. Isso fará pensar à gente de não ter o dever de venerá-los mais.
Escrevam continuamente novas bíblias até que elas sejam idênticas àquelas dos protestantes. Omitam o adjetivo “Santo” na expressão “Espírito Santo”. Isso abrirá o caminho. Evidenciar a natureza feminina de Deus como a de uma mãe cheia de ternura. Eliminem o emprego do termo “Pai.”

14 - Façam desaparecer todos os livros pessoais de piedade e destruam-no. Por conseguinte desaparecerão também as Ladainhas do Sagrado Coração de Jesus, da Mãe de Deus, de São José como a preparação à Santa Comunhão. Supérfluo inclusive se tornará o agradecimento depois da Comunhão.

15 - Façam também desaparecer todas as estátuas e as imagens dos Anjos. Por que tem que estar entre nossos pés as estátuas de nossos inimigos? Definam-los mitos ou contos de boa noites. Não permitam o discurso sobre os Anjos uma vez que chocaria a nossos amigos protestantes.

16 - Revoguem o exorcismo menor para expulsar aos demônios; empenhem-se nisto, anunciem que os diabos não existem. Expliquem que é o método adotado pela Bíblia para designar o mal e que sem um malvado não podem existir histórias interessantes. Em conseqüência a gente não crerá na existência do inferno nem temerá de poder-se cair nele. Repitam que o inferno não é outra coisa que estar longe de Deus e que não é uma coisa terrível este se trata no fundo da mesma vida como aqui na terra.

17 - Ensinem que Jesus era somente um homem que teve irmãos e irmãs e que odiou aos que tinham o poder. Expliquem que ele amava a companhia das prostitutas, especialmente de Maria a Magdalena; que não soube o que fazer com as igrejas e sinagogas. Digam que aconselhou de não obedecer aos chefes do Clero, digam que ele foi um grande mestre que se desviou do caminho quando negou obediência aos chefes da igreja. Desacreditem o discurso sobre a Cruz como uma vitória, ao contrário Apresentem-na como um fracasso.

18 - Lembrem-se que podem induzir às monjas à traição de sua vocação si se dirigem a sua vaidade, atrativo e beleza. Façam trocar o hábito Eclesiástico e isso as levará naturalmente a jogar no lixo seus Rosários.
Revelem ao mundo que tem dissensão em seus conventos. Isso dissecará suas vocações. Digam-lhes que não serão aceitas se não renunciam ao hábito. Também favoreçam o descrédito do hábito Eclesiástico entre a gente.

19 - Queimem todos os Catecismos. Digam aos catequistas de ensinar a amar as criaturas de Deus em vez do mesmo Deus. Amar abertamente é testemunho de maturidade. Façam que o termo “sexo” se converte em palavra de uso cotidiano em suas classes de religião. Façam do sexo uma nova religião. Introduzam imagens de sexo nas lições religiosas para ensinar às crianças a realidade. Certifiquem-se que as imagens sejam claras. Dêem coragem às escolas de tornarem-se pensadores progressistas no campo da educação sexual. Introduzam assim a educação sexual através da autoridade Episcopal, dessa maneira os padres não terão a possibilidade de dizer nada em contrário.

20 - Destruam as escolas católicas, impedindo as vocações de monjas. Digam às monjas que são trabalhadoras sociais com um salário e que a Igreja está a ponto de eliminá-las. Insistam que o Professor leigo católico receba o idêntico salário daquele das escolas governamentais. Empreguem professores não católicos. Os Sacerdotes devem receber o idêntico salário como os correspondentes empregados seculares. Todos os Sacerdotes devem tirar assim sua Batina Clerical e suas Cruzes para poder serem aceitos por todos. Ponham em ridículo àqueles que não se conformam.

21 - Destruam ao Papa, destruindo suas Universidades. Tirem as Universidades ao Papa, dizendo que em tal modo o governo poderia subsidiá-las. Substituam os nomes dos Institutos Religiosos com nomes profanos, para favorecer o ecumenismo. Por exemplo, em lugar de “Escola Imaculada Conceição” digam “Escola Superior Nova”. Criem departamentos de ecumenismo em todas as Dioceses e preocupem-se que seu controle seja de parte protestante. Proíbam as Orações para o Papa e a Maria porque elas desanimam o ecumenismo. Anunciem que os Bispos locais são as autoridades competentes. Sustentem que o Papa é somente uma figura representativa. Expliquem à gente que o ensino Papal serve somente à conversação, que ela de outro modo não tem nenhuma importância.

22 - Combatam a autoridade Papal, colocando um limite de idade a seu exercício. Reduzam-na pouco a pouco, expliquem que é para preservá-lo do excesso de trabalho.

23 - Sejam audazes. Debilitem ao Papa introduzindo sínodos Episcopais. O Papa se tornará então somente como uma figura de representação como na Inglaterra onde a Câmara Alta e aquela Baixa reinam e deles a rainha recebe as ordens. Sucessivamente debilitem a autoridade do Bispo, dando vida a uma instituição concorrente a nível de Presbitérios. Digam que os Sacerdotes recebem em tal modo a atenção que merecem. Ao final debilitem a autoridade do Sacerdote com a constituição de grupos de leigos que dominem aos Sacerdotes. Deste modo se originará um tal ódio que abandonarão a Igreja e até os Cardeais e a Igreja será democrática… a Igreja Nova…

24 - Reduzam as vocações ao Sacerdócio, fazendo perder aos leigos o temor reverencial por eles. O escândalo público de um Sacerdote destruirá milhares de vocações. Louvem aos Sacerdotes que por amor de uma mulher souberam deixar tudo, definem-no heróicos. Honrem aos Sacerdotes reduzidos ao estado laical como autênticos mártires, oprimidos a tal ponto de não poder suportar mais. Também condenem como um escândalo que nossos confrades como maçons no Sacerdócio tenham que ser notados e seus nomes publicados. Sejam tolerantes com a homossexualidade do Clero. Digam à gente que os Curas padecem de solidão.

25 - Comecem a fechar as igrejas à causa da escassez de Clero. Definem como boa e econômica tal prática. Expliquem que Deus escuta em todos os lados as orações. Neste caso as igrejas se convertem em extravagantes desperdício de dinheiro. Fechem antes de tudo as igrejas em que se praticam piedade tradicional.

26 - Utilizem comissões de leigos e Sacerdotes débeis na fé que condenem e assegurem sem dificuldade cada aparição de Maria e cada aparente milagre, especialmente do Arcanjo São Miguel. Assegurem-se que nada disto, de nenhuma maneira receberá a aprovação segundo o Vaticano II. Denominem desobediência respeito à autoridade se alguém obedece às Revelações ou se alguém reflete sobre elas. Indiquem aos Vigentes como desobedientes respeito à autoridade Eclesiástica. Façam cair seu bom nome em desestima, então ninguém crerá nestas revelações.

27 - Escolham a um Ante Papa. Afirmem que ele reconduzirá aos protestantes na Igreja e talvez até os Judeus. Um Ante Papa poderá ser eleito se fosse dado o direito de voto aos Bispos. Então muitos Ante Papas serão eleitos assim que será instalado um Ante Papa como compromisso. Afirmem que o verdadeiro Papa è morto.

28 - Tirem a Confissão antes da Santa Comunhão para os alunos do segundo e terceiro ano para que a eles não importem nada dela quando freqüentem quarto e quinto e depois as classes superiores. Então A Confissão desaparecerá. Introzam, (em silêncio), a confissão comunitária com a absolvição em grupo. Expliquem à gente que a coisa sucede por causa da escassez de Clero.

29 - Façam distribuir a Comunhão por mulheres e leigos. Digam que este é o tempo dos leigos. Comecem dar a Comunhão na mão como os protestantes, em vez de dar na boca sobre a língua Expliquem que Cristo fez do mesmo modo. Recolham algumas hóstias para “missas negras” em nossos templos. Depois distribuam no lugar da Comunhão pessoal uma taça de hóstias não consagradas que se podem levar consigo à casa. Expliquem que deste modo se podem receber os dons divinos na vida de cada dia. Coloquem distribuidores automáticos de hóstias para a comunhão e denominem-no Tabernáculos. Digam à gente que se deve dar o sinal da paz. Dêem coragem à gente a deslocar-se na igreja para interromper a devoção e a oração. Não façam Sinais de Cruz; no seu lugar façam o sinal da paz. Expliquem que também Cristo se deslocou para saudar aos Discípulos. Não permitam alguma concentração em tais momentos. Os Sacerdotes devem dar as costas à Eucaristia para honrar ao povo.

30 - Depois que o ante papa for eleito, tirem os sínodos dos Bispos como as associações dos Sacerdotes e os conselhos paroquiais. Proíbam a todos os religiosos de pôr em discussão, sem licença, estas novas disposições. Expliquem que Deus quer a humildade e odeia aos que aspiram a glória. Acusem de desobediência respeito à autoridade Eclesiástica todos os que põe interrogações. Desanimem a obediência a Deus. Digam à gente que tem que obedecer a estes superiores Eclesiásticos.

31 - Concedam ao Papa (=Ante Papa) o máximo poder de eleger aos mesmos sucessores. Ameacem sob pena de excomunhão a todos os que amam a Deus de levar o sinal da besta. Não o chamem porém “sinal da besta”. O Sinal da Cruz não tem que ser feito nem usado sobre as pessoas ou através delas, (não se deve benzer mais). Fazer o Sinal da Cruz será designado como idolatria e desobediência.

32 - Declarem falsos os Dogmas anteriores, exceto aquele da infalibilidade Pontifícia. Proclamem a Jesus o Cristo um revolucionário frustrado. Anunciem que o verdadeiro Cristo presto virá. Somente o Ante Papa eleito tem que ser obedecido. Digam às gentes que devem inclinar-se quando seja pronunciado seu nome.

33 - Ordenem a todos os seguidores do Papa de combater em santas cruzadas para estender a única religião mundial. Satanás sabe onde se encontra todo o oro perdido. Conquistem sem piedade o mundo!
Tudo isso levará à humanidade o quanto ela sempre desejou: “a época de oro da paz.”

Diretivas do grão-mestre da maçonaria aos Bispos Católicos maçons para demolir a Igreja e a Fé Católica.
Pelo Doutor Padre Luigi Villa.
Fonte: Chiesa Viva n. 483 – Junho de 2015. “Direttive del Gran Maestro della Massoneria ai Vescovi cattolici massoni”. 

segunda-feira, 15 de outubro de 2018

Il Monachesimo Interiorizzato nei pensieri di don Divo Barsotti

 Il dono del Figlio non è un bene che noi possiamo mettere in cassaforte, perché, donandosi, l’infinito mi assorbe,mi assume, e io divengo una sola cosa col Figlio di Dio. Ecco che cosa vuol dire questa nostra adozione filiale. Se Dio mi dona il suo Figlio, il Padre aspetta da me Se stesso,perché il Padre non è che nel Figlio, non possiede Se stesso se non nel Figlio, perché ogni Persona divina è tutta nell’altra Persona correlativa. Il Padre in Sé non è, “Padre” lo è in quanto si comunica al Figlio, e il Figlio è Figlio in quanto si ordina al Padre.

 Si tratta per noi di vivere in seno alla Santissima Trinità, per opera dello Spirito Santo, la nostra conformità a Cristo per essere la lode del Padre. Questo è un articolo dello Statuto, senza dubbio il più importante, il terzo: in esso si dice che occorre docilità all’azione dello Spirito Santo per essere conformi a Cristo e divenire la lode di Dio. Se veramente l’adozione filiale è il mistero fondamentale della nostra spiritualità, questa adozione implica la nostra unione con il Cristo, la nostra identificazione con Lui, il divenire un solo Cristo. Così, essendo un solo Cristo, il Padre trova in noi la sua ricchezza, la sua gioia, come lo sposo trova la sua gioia nella sua sposa.” 

Esercizi Terni 1989 – “La spiritualità della C.F.D.” 

2) “CERCO DIO SOLO” – IL PRIMATO DI DIO – PRIMATO DELLE VIRTU’ TEOLOGALI 
“Che cosa cerchi nella Comunità dei figli di Dio”? “Cerco Dio solo” “Vuoi vivere una vita di silenzio e di mortificazione, impegnandoti a rimanere costantemente alla presenza di Dio per suo amore e a vivere una continua preghiera per tutti i fratelli?” “Si lo voglio…” "Siamo monaci perché non vogliamo dimenticarci che Dio deve essere il primo amato, che Dio deve essere la meta ultima del nostro cammino” Don Divo, da circolare “Siamo Monaci” Questo è il bene più grande. Io non chiedo a quelli di Palermo o a quelli di Merano di fare qualche cosa, chiedo di amare Dio e chiedo che nell'amore di Dio sempre più si rinsaldi questa comunione di amore che ci lega tra noi. Questo vuol dire spiritualità monastica. Vivere il primato di Dio e il primato della carità fraterna sono un solo primato: vuol dire vivere in Cristo. Cristo è Dio, Cristo è l'umanità redenta. Per vivere questo primato s'impone uno spirito soprannaturale, uno spirito di fede viva, profonda, di una fede che ci renda sensibili alla divina presenza, di una fede che ci apra gli occhi sulla realtà ultima che è la presenza del Cristo nel quale noi siamo figli di Dio e nel quale noi siamo la Comunità dei fratelli. Non ha nessun senso la nostra vita senza questa volontà di vivere su un piano perfettamente di grazia. 

Don Divo , ALLE SORGENTI DELLA SPIRITUALITÀ DELLA CFD Esercizi piccoli di Desenzano, 11 - 15 settembre 1981

domingo, 14 de outubro de 2018

El monaquismo interiorizado, Paul Evdokimov




La transmisión del testimonio

La crisis que el monaquismo está atravesando, un poco por todos lados, sugiere la idea de que un ciclo histórico se está ya terminando. Pero aquí más que en otros campos es necesario cuidarse de las simplificaciones y distinguir entre las formas provisorias y el principio permanente, entre la transmisión del mensaje esencial de los evangelios y la generación creadora de nuevos testigos de tal mensaje.

Se puede vislumbrar una transmisión de este tipo en los orígenes mismos del monaquismo. A partir del diácono Esteban, el testimonio hecho por la sangre se erige como signo de la más alta y significativa fidelidad. El ideal del mártir, de esta compañía gloriosa de amigos heridos del Esposo, de aquellos violentos que se adueñaron del cielo (cf. Mt 11,12) y en los cuales Cristo en persona combate, hace absolutamente única la espiritualidad de los primeros siglos. En el largo camino que lo conducía a su muerte gloriosa, Ignacio de Antioquía confesaba: “Ahora comienzo a ser discípulo… No me impidan nacer a la vida” [1]. Igualmente, para Policarpo los mártires son “ejemplos del verdadero amor… encadenados con las cadenas dignas de los santos, las cuales son las diademas de aquellos que verdaderamente han sido elegidos por Dios y por nuestro Señor” [2]. Por esto, Orígenes constata con cierta tristeza como el tiempo de paz es favorable a Satanás, que roba a Cristo sus mártires y a la Iglesia su gloria.

Configuración viviente a Cristo crucificado, el mártir lo invoca ofreciéndose a la contemplación del mundo, de los ángeles y de los hombres. La Iglesia canta:

Vuestros cuerpos son traspasados por la espada pero vuestro espíritu no podrá jamás ser arrancado del amor de Dios. Sufriendo con Cristo, vosotros sois consumidos por los carbones ardientes del Espíritu Santo. Heridos por el divino deseo, tus mártires, Señor, se alegran de sus heridas. Oktoikos griego (himno de resurrección).

divo barsotti , san francisco oración viviente

Me han invitado a presentar estos «escritos franciscanos» de don Divo Barsotti, que son, en gran parte, apuntes de ejercicios espirituales dirigidos por él a comunidades de franciscanos en los años 70-80 del siglo pasado. Recordar esta circunstancia ayuda a comprender los textos, en los que se hace evidente el empeño del autor en presentar la figura y la espiritualidad del santo de Asís a unas personas llamadas a mantener vivo su carisma en la sociedad actual con una fidelidad creativa. Con todo, emerge de ellos que su propósito principal es contemplar y exponer el fenómeno Francisco en su profunda dimensión espiritual como una extraordinaria creación de la gracia divina y singular testigo de santidad que Dios ofreció a la Iglesia de su tiempo y a la de todos los tiempos. En la presentación de la figura del santo se deja ver la gran admiración que sentía por él, su estupor ante una personalidad espiritual tan eminente, y una cierta «connaturalidad» de su espiritualidad con la del santo de Asís. No es casualidad que haya vuelto a meditar y a exponer en más ocasiones la vivencia espiritual del Pobrecito y haya deseado que el Estigmatizado de La Verna fuera el copatrono de la «Comunidad de los hijos de Dios» fundada por él. La lectura de los textos nos muestra a un fino teólogo y a un reconocido experto en espiritualidad que lee, interpreta y explica a alguien que, en su opinión, tal vez sea el místico más grande y la figura espiritual más elevada del cristianismo. LEER...

Divo Barsotti , LA EUCARISTIA EN SAN PABLO DE LA CRUZ Y TEOLOGIA DE LA ORACION

11. TEOLOGIA DE LA ORACION Pág. 20 20 l. LA ORACION CRISTIANA .......................... 22 a) La oración y la trascendencia de Dios .............. . b) Sólo el orden sobrenatural hace posible una relación .. c) La vida divina en la Trinidad ...................... . d) La Encarnación como relación con los hombres ..... . e) La relación que se realiza en la sola fe es más elevada que cualquier otra experiencia mística ................... . f) La oración realiza esta relación: no bastan los "métodos ascéticos" ............... t ........................ . g) La oración verdadera y propia es sólo posible en la religión cristiana .......................................... . h) El misterio de la trinidad es el que hace posible una comunión en Dios y una relación con nosotros ...... . i) Toda la vida cristiana consiste en la relación con Cristo j) La oración es la relación del hombre con Cristo y en Cristo con el Padre ................................... . 2. ORACION COMO RELACION CON CRISTO EN DIOS a) Sólo la fe es el medio proporcionado para la relación que crea la oración ............................... . b) Métodos para la pacificación interior antes de la oración c) No se trata de hacer el vacio, sino de abrirse en fe pura a la presencia divina .................................. . d) En el cristianismo la primacía se lleva la relación, por lo tanto, del amor; no el de la transformación de la naturaleza. . ...................................... . 22 23 23 24 25 26 26 28 29 30 31 31 32 33 33 3. EUCARISTIA Y ORACION ............. · · · · · · · · · · · · · 35 a) La realidad de la presencia eucarística se impone a nuestro espíritu, si tenemos fe ............................. . b) Vivimos la mística trinitaria a través de la Eucaristía .. 54 35 35

 4. INFLUJO DEL VERBO ENCARNADO EN TODOS LOSHOMBRES Y LA ORACION ......................... .a) Ningún alma se sustrae a la gracia de Cristo ........ .b) El que vive en la revelación puramente cósmica es difícilque pueda salir de esta revelación .................. .c) La oración en sentido verdadero nace cuando Dios desvelasu rostro personal, como en la vocación de Abraham.d) Presencia real de Dios y oración. . ................. .5. EL CRECIMIENTO: DONDE LAS PALABRAS DESAPARECENE IMPERA EL SILENCIO DE LAPLENA COMUNION ................................... .a) Palabra y silencio en la oración .................... .b) Dirección espiritual como ayuda para crecer en la oraciónc) Oración personal y oración litúrgica ................ .6. VIDA RELIGIOSA Y METODOS DE ORACION ..... .a) En la oración no es indiferente la actitud corporal ... .b) Método ignaciano ................................. .c) La vida de oración lleva a la sencillez .............. .d) La oración es, sobre todo, ejercicio de la voluntad ... .e) La ascesis es la natural consecuencia de una oraciónverdadera ........................................ .f) ¿Se dan hoy nuevos métodos? ...................... .g) ILa contemplación búdica en la vacuidad no es cristianah) ¿Podemos hablar de nuevos métodos, hoy, en la Iglesiacatólica? ......................................... . NOTAS ................................................ . Pág. 36 36 38 38 39 41 41 42 43 44 44 45 46 46 47 48 49 50 52

MONACATO Y MÍSTICA , DIVO BARSOTTI

 Las personas no pueden decidirse a hacer algo sin proponerse un fin para su acción. Se sienten terriblemente incómodas si sus acciones son inútiles. Pero si todo lo que hacen tiene un fin, ¿será posible que la vida en sí misma tenga un fin propio? ¿Tiene la vida un propósito? Si las personas alcanzaran ese fin durante su vida, después de haberlo alcanzado, llegarían a una situación de vacío en el que la vida ya no tendría más sentido. El fin de la vida, si es que debe haber alguno, debe estar más allá de la vida. El fin de la vida terrestre Es precisamente por esto por lo que las personas de hoy sienten una angustia profunda. ¿Hay algo más allá de esta vida? ¿Cómo se puede alcanzar un fin si la muerte es el fin? En un mundo como el de hoy, en que no se reconoce otra realidad que la de las cosas visibles, no puede desde luego haber una vida más allá de la vida. LEER...

Writings of Father Divo Barsotti


 
 

Divo Barsotti And The Presence

He was a man curious of life and of the richness of other cultures but always focused on the only Presence that matters, the one of the Lord. He was the one saying: “It is laughable to think that Christianity was exchanged for an Institute that protects the established order. The Christian goes to God looking at Him and not seeing other than Him” (La Fuga Immobile, p 62, my translation).
Speaking about liturgy: “The word has to create something because the word of God is a creating word: the word of man has to obtain something, because the word of man is a plea; and what the man obtains, and what God creates is the Sacrifice, act of supreme love, total answer to the love divine: Jesus’ sacrifice” (La Messa, p 65, my translation).
About faith: “That is man, who realizes himself only with a God who realizes him completely, because he can give himself only to Him completely and on the other hand this complete self-giving presumes the presence of God in man’s life. But we will have to see all of this, because if faith is so important for Christianity it is not because we want to give something which is not essential to man’s life; indeed we will have to admit that living, for a man, means to live this faith. Completely realizing himself means for man to live this faith until the end, a faith that is a total self-abandonment to a God who totally communicates Himself, who gives Himself” (www.ilnaufrago.com, translated by Marina Madeddu). Read...

ISPIRAZIONE MONASTICA DELLA CFD DI DON DIVO

Don Divo, La reparazione


Partecipazione alla morte di Cristo


La partecipazione attiva alla Messa è, sì, rispondere al Sacerdote, alzarsi quando si legge il Vangelo, ma questa è una partecipazione attiva al rito, non ancora al mistero. Invece noi possiamo partecipare al mistero anche quando non siamo presenti alla Messa. La partecipazione al mistero si realizza in una morte che ci associa alla Morte del Cristo, in una morte che fa presente in noi la sua Morte come atto di amore, di offerta, di redenzione.

Nel rito orientale della Messa, viene posto sopra l’altare un pane benedetto – non consacrato – di cui si fanno nove parti; e queste parti rappresentano tutto il popolo fedele: i defunti, i santi del Cielo, tutti i cristiani, anche i peccatori. Il pane è un simbolo reale: ogni cristiano è una vittima posta sull’altare, e vi dimora come Gesù, per essere offerto, immolato a Dio per il bene di tutti. È questa la nostra Messa. Tutta la nostra vita è partecipazione al Sacrificio di Cristo.

Si può vivere in casa nostra la vita nascosta di Gesù, o quella pubblica nell’apostolato cristiano, o la sua missione di taumaturgo nell’esercizio delle professioni, ma tutti dobbiamo vivere la nostra vita come ostie. Lo dice S. Paolo nella Lettera ai Romani: « Vi esorto, in nome della misericordia di Dio, affinché vogliate offrire a guisa di culto spirituale, e quindi gradito a Dio, i vostri corpi, come vittima vivente e santa ». Lo ripete nella Lettera agli Efesini: « Siate imitatori di Dio come figli carissimi; come Gesù morì vittima di soave odore, così offrite voi stessi a Dio ». È questa la vita cristiana. Non si può eliminare questa concezione della vita cristiana che è essenziale al nostro essere in Cristo: siamo vittime.

Il Battesimo ci ha consacrati a Dio. Essere consacrati vuoi dire essere riservati, messi da parte. I contadini mettono da parte le bestie riservate al macello: così la consacrazione ci risèrva: siamo separati dall’umanità, ma lo siamo per l’umanità; siamo messi da parte per essere immolati per il bene degli uomini. Chi compirà il nostro sacrificio? Colui che operò il sacrificio di Gesù. Per lo Spirito Santo egli si offrì al Padre: lo immolò soltanto il suo amore. Anche in noi la sofferenza e la morte saranno partecipazione alla Morte di Cristo, se saranno la prova che in noi vive l’amore.

La vita presente è per tutti un morire: che sia per noi un morire per amore! Offriamoci per il bene dei fratelli; offriamo la nostra sofferenza, le nostre lacrime, la nostra povertà, ciò che ci umilia, tutta la nostra vita …

O Signore, come siamo contenti di poter soffrire per dimostrare il nostro amore per Te! Ti offriamo il nostro corpo, la nostra anima, il nostro sangue, tutto, e vogliamo che il nostro dono sia salvezza per tutti.

Certo, sappiamo che il nostro dono non vale; ma è grande se lo uniamo all’offerta del Cristo. Noi siamo sull’altare proprio per questo: perché la nostra offerta non sia separata da quella del tuo Figlio! Quale immagine del Cristo più bella, più vera, del cristiano? Si può pensare che una statua, un dipinto sia un’immagine più vera di quello che è l’uomo che ha ricevuto la mattina la S. Comunione? 
La Comunione non ci trasforma nel Cristo? Non fa presente Gesù nella nostra vita, non fa vivere Cristo in noi? Pensiamo che la fede cristiana, l’unione intima con Gesù Salvatore, ci debba dispensare dalla sofferenza. A che serve esser cristiani, a cosa serve il pregare (dicono tanti) se dobbiamo soffrire come gli altri, se siamo sottoposti come gli altri alla morte? Non é come gli altri, ma come Gesù.

La nostra fede ci serve a soffrire di più, non certo a preservarci dal dolore, perché deve far presente in noi la Passione stessa del Cristo: non la sofferenza che è dovuta per i nostri peccati, ma la sofferenza che è dovuta a tutta quanta l’umanità, perché è questa sofferenza che Gesù ha preso sopra di sé. 
Nella misura in cui tu vivi nel Cristo, non vivi più soltanto il tuo dolore, ma vivi il dolore del mondo; tu non assumi soltanto il peso dei tuoi peccati, tu assumi il peso del peccato del mondo, per esserne a tua volta schiacciato.

L’uomo dovrebbe superare il dolore dopo aver vinto in sé il peccato: proprio allora, invece, incomincia per lui il vero martirio.

Nella mistica di S. Giovanni della Croce sembrerebbe che l’uomo, giunto all’unione trasformante, non dovesse più soffrire, ma S. Giovanni della Croce nelle sue opere non ci dà nemmeno la prova di quello che fu la sua esperienza interiore. Neppure S. Giovanni della Croce, una volta giunto all’unione trasformante, conobbe la gioia. Egli giunse all’unione trasformante nel carcere di Toledo; ma dopo il carcere di Toledo, Dio preparò per lui un abisso ancor più grande di sofferenza: l’abbandono da parte dei suoi fratelli, il tentativo di cacciarlo dall’Ordine, la morte. La sofferenza di S. Giovanni della Croce non terminò con l’unione trasformante: è con l’unione trasformante piuttosto che egli divenne capace di partecipare in un modo più intimo e vero alla Passione stessa di Gesù, che è Passione redentrice. La passione di S. Giovanni della Croce, gli meritò di essere il padre dell’Ordine: tutto l’Ordine vivrà nella sua passione. Come dalla Passione del Cristo è nata la Chiesa, così dalla passione dei santi si rinnova la Chiesa e nasce e vive ogni famiglia religiosa.

Così S. Teresa di Gesù Bambino. Sembra che ella sia giunta all’unione trasformante nel tempo in cui si offrì all’Amore misericordioso; se leggiamo la sua vita vedremo che è proprio da allora che la investe il massimo della sofferenza e delle tribolazioni interiori. Invece di liberarsi dalla sofferenza, proprio allora ella ottiene di divenire la più grande santa dei tempi moderni, assumendo tutto il peso del peccato umano per esserne come schiacciata, spezzata. L’Umanità di Gesù non sopportò il peso del dolore umano ed egli è morto sulla Croce: come potrebbe l’uomo, nella misura in cui fa suo il dolore del Cristo, reggere a tale peso?

La perfezione cristiana termina nella morte, non tuttavia in un’estasi di amore, come aveva scritto S. Giovanni della Croce; ma nell’agonia pura e semplice, nella desolazione dello spirito, nel sentimento dell’abbandono del Padre, perché così è morto Gesù e così deve morire chi a lui più si avvicina.

Questa la vera vita eucaristica. La Comunione non ti promette la dolcezza dell’estasi: Gesù si comunica all’uomo per imprimere in lui il suo Volto divino, affinché egli divenga la vera « icona » del Cristo, la vera immagine di Gesù. Presente realmente, ma misteriosamente nascosto nell’Eucarestia, Egli vuole rivelarsi in noi, vuoi farsi presente e visibile agli uomini nella nostra medesima vita, nel nostro medesimo corpo.

Noi non riceveremo le stigmate. Ma partecipando al suo mistero, dovremo esprimere chiaramente la nostra assimilazione a Cristo così che anche il corpo divenga veramente una immagine di Gesù. La vera immagine di Gesù è il santo: non scolpita o dipinta dalla mano dell’uomo, ma dallo Spirito Santo.

La mistica cristiana non è una mistica dell’Uno, un puro affondare dell’anima nella luce di Dio, un puro perdersi dell’uomo nella luce infinita: è un’assimilazione a Cristo. La nostra unione, la nostra unità con Dio, esige prima di tutto la nostra unità con tutta quanta l’umanità sofferente e peccatrice, nella nostra trasformazione in Cristo.

Gesù fa presente in te la sua Passione in un modo visibile e tu partecipi al mistero della sua riparazione. Quello che è nascosto nell’Eucarestia, nel santo diviene palese; quello che nell’Eucarestia è nascosto deve vivere in te.

Gesù si comunica a te, per vivere pienamente in te, per passare di nuovo dal mistero (non dalla realtà, perché la realtà è già tutta nel mistero) alla visibilità; per introdursi dal mistero nella vita del tempo. Attraverso la partecipazione al Mistero eucaristico, l’atto della Morte del Cristo entra nel tempo e nello spazio, diviene la vita di ogni uomo, la vita anche del mondo.



La riparazione è una questione fatta per cristiani seri – Posta di Alessandro Gnocchi - 31 maggio 2017


http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2010_Gnocchi_La_Riparazione_e_per_i-cristiani_seri.html