sábado, 16 de abril de 2011

Explanation of the Prayers and Ceremonies of Holy Mass From the Conferences of Dom Prosper Guéranger, O.S.B., Abbot of Solesmes . Spiegazione della Santa Messa di Dom Prosper Guéranger O.S.B Abate di Solesmes (1805-1875) . Les merveilles de la Messe. La Eucaristía es por encima de todo un sacrificio: sacrificio de la Redención y al mismo tiempo sacrificio de la Nueva Alianza. Réginald Garrigou-Lagrange, O.P. : O valor infinito de cada Missa oferecida por Nosso Senhor. Artigos extraídos das Obras de S. Teófilo o Recluso

Explanation of the Prayers and Ceremonies of Holy Mass From the Conferences of Dom Prosper Guéranger, O.S.B., Abbot of Solesmes

Explanation of the Prayers and Ceremonies of Holy Mass
From the Conferences of Dom Prosper Guéranger, O.S.B., Abbot of Solesmes




Spiegazione della Santa Messa di Dom Prosper Guéranger O.S.B Abate di Solesmes (1805-1875)


 




Spiegazione delle preghiere e delle cerimonie della S. Messa
L'ordinario della Messa è l'insieme delle rubriche e delle preghiere necessarie alla celebrazione della Messa e la cui disposizione non cambia, nonostante la varietà delle feste celebrate dalla Chiesa.
Non si può avere un'idea completa delle cerimonie della Messa che riferendosi alla Messa solenne, Missa solemnis, tipo di tutte le altre. Ci si potrebbe domandare, per esempio, perché il sacerdote si sposta a recitare l'epistola ad un lato dell'altare, il Vangelo dall'altra, invece che restare al centro. Questo non riguarda il sacrificio, e non fa che ricordare quello che si fa nella Messa solenne: il diacono legge il vangelo a sinistra, il suddiacono legge l'epistola a destra, come spiegheremo più avanti. Il sacerdote, adempiendo da solo le funzioni eserciate dal diacono e dal suddiacono va, successivamente, al posto che essi occupano alla Messa solenne: Bisogna dunque cercare nella Messa solenne le ragioni del modo di agire del sacerdote quando celebra una messa bassa.
Il sacrificio della messa è il sacrifico della croce; noi dobbiamo vedere Nostro Signore inchiodato alla croce e che offre il suo sangue, per i nostri peccati, a Dio, Padre suo. Tuttavia non si può assolutamente ritrovare, nelle diverse parti della Messa, le diverse circostanze della Passione di Nostro Signore, come hanno voluto fare certi autori, componendo dei metodi per assistere alla Messa.
Il sacerdote esce dalla sacrestia e si porta all'altare per offrire il santo sacrificio. Egli è, dicono le rubriche, paratus, cioè rivestito dei paramenti sacri, o vesti proprie per la celebrazione della santa Messa. Giunto davanti all'altare, egli compie la riverenza dovuta, cioè, se è presente il Santissimo Sacramento, egli fa la genuflessione; se non c'è, si limita ad un inchino profondo: ecco perché le rubriche portano queste parole: debita reverentia.

I. IL SALMO JUDICA ME DEUS
Dopo essersi fatto il segno della croce, il sacerdote pronuncia l'antifona Introibo ad altare Dei, prima del salmo XLII. Questa antifona è sempre detta all'inizio e alla fine della stessa preghiera. Di seguito comincia il salmo Judica me Deus, che viene recitato per intero, alternandosi con i ministri. Questo salmo è stato scelto causa del versetto Introibo ad altare Dei, «mi approssimerò all'altare di Dio»; è molto adatto per iniziare la celebrazione del santo Sacrificio. Del resto, la santa Chiesa sceglie sempre i salmi a motivo di un versetto che è attinente a ciò che sta compiendo o a ciò che vuole esprimere. Questo salmo non si trova da sempre nel Messale: il suo uso è stato stabilito da San Pio V, nel 1568. Udendo il sacerdote che lo proclama, si capisce - fin dalle parole dei primi versi ab homine iniquo e doloso erue me, «liberami dall'uomo iniquo e fraudolento» - che egli rappresenta Nostro Signore stesso e che parla in suo nome.
Il versetto che serve da antifona mostra che Davide era ancora giovane quando compose questo canto a gloria del Signore; perché, mentre dice che si sarebbe accostato all'altare del suo Dio, aggiunge: ad Deum qui laetificat iuventutem meam, «a Dio che allieta la mia giovinezza». Si stupisce del turbamento che sopraggiunge nella sua anima, ma ben tosto si rassicura, sperando nel suo Dio; ed è per questo che il suo canto è pieno di allegrezza. La santa Chiesa non vuole dunque che questo salmo venga recitato nelle messe dei defunti, perché, in questa occorrenza, noi andiamo a supplicare per il sollievo di un'anima, la cui dipartita ci lascia nell'inquietudine e nel dolore. Così durante il tempo di Passione, durante il quale la santa Chiesa è tutta presa dalle sofferenze del suo Sposo, e non pensa affatto a rallegrarsi.

Questo salmo è adatto per iniziare la Messa anche per quanto concerne il tema della venuta di Nostro Signore. Chi dunque deve essere inviato alle nazioni, se non colui che è luce e verità? David lo sapeva: e così si espresse: Emitte lucem tuam et veritatem tuam. Con lui noi lo ripetiamo, e anche noi diciamo a Dio: «Mandaci colui che è luce e verità».
Una volta terminato il salmo con il Gloria Patri e la ripetizione dell'antifona, il sacerdote invoca il soccorso del Signore dicendo: Adiutorium nostrum in nomine Domini; gli si risponde: Qui fecit cúlume et terram. Nel salmo precedente il celebrante ha espresso il grande desiderio di unirsi a Nostro Signore, luce e verità; ma, quando riflette circa l'incontro che si sta per realizzare tra l'uomo peccatore e Dio, sente il bisogno di essere sostenuto. Dio ha voluto questo incontro, è vero, ed ha stabilito che questo avvenga d'ordinario; malgrado ciò, l'uomo sente e comprende il suo nulla e la sua indegnità. Egli si umilia e si riconosce peccatore; e, per trovare sicurezza, comincia con il segno della croce, domandando il soccorso del Signore e apprestandosi a confessare le sue colpe.




1. Les merveilles de la Messe 2. Qu'est-ce que la Messe ? 3. La joie des saints à la Messe 4. Les prêtres sont les plus heureux des hommes. 5. Les grâces de la Messe 6. Les prêtres - des anges sur la terre 7. Comment entendre la Messe avec profit.

 
                                                                         
                                             
    par le père Paul O'Sullivan, o.p. (E.D.M.)
Traduit de l'anglais par Jean-Claude Lemyze
avec la permission de St. Martin Apostolate, Dublin, Irlande

"Car du Levant au Couchant, grand est mon nom parmi les nations. En tout lieu un sacrifice d'encens est présenté en mon nom, ainsi qu'une offrande pure, car grand est mon nom parmi les nations, dit le Seigneur, le tout-puissant. " - Malachie 1.11

Ces magnifiques pages sur la Messe ont reçu l'approbation de :

Son Éminence le Cardinal Cerejeira
Son Éminence le cardinal Pietro Ciriaci, nonce du Pape, Lisbonne
Son Excellence l'Archevêque de Braga
Son Excellence l'Archevêque d'Evora
Son Excellence l'Archevêque d'Aveiro
Monseigneur l'Évêque de Coimbra
Monseigneur l'Évêque de Beja
Monseigneur l'Évêque de Portalagre
 
TABLE DES MATIÈRES
Chapitre 1

LES MERVEILLES DE LA SAINTE MESSE
Les saints ne sont jamais si éloquents que lorsqu'ils parlent de la Messe. Ils sont intarissables sur ce sublime sujet, car saint Bonaventure dit que les merveilles de la Messe sont aussi nombreuses que les étoiles dans le ciel et les grains de sable sur toutes les plages du monde.
Les grâces, les bénédictions et les faveurs accordées à ceux qui assistent à ce Divin Sacrifice dépassent toute compréhension.
La Messe est la plus grande merveille du monde. Il n'existe rien sur terre qui puisse lui être comparé et il n'est rien au Ciel de plus grand.

L'autre plus grande merveille est l'indifférence et l'ignorance des catholiques concernant la Sainte Messe. Comment se peut-il que tant de catholiques ne vont pas à la Messe?
Le grand Sacrifice du Calvaire est offert tout près de leur maison, presque à leur porte, et ils sont trop indolents pour y assister.
Le Sacrifice du Calvaire ?! Oui, car la Messe est réellement et véritablement l'exacte répétition de la Mort de Jésus sur la Croix.
Pourquoi les mères, pourquoi les catéchistes, pourquoi les maîtres n'inculquent-ils pas dans l'esprit de ceux dont ils ont la charge les merveilles de la Messe ? Les prêtres sont tenus de le faire par le Concile de Trente.
Les protestants peuvent bien demander à ces catholiques qui négligent d'entendre la Messe chaque jour s'ils croient vraiment à la naissance de Dieu sur l'autel et que Dieu meurt sur l'autel comme Il est mort sur le Calvaire ? S'ils le croient vraiment, pourquoi n'assistent-ils pas à la Messe ?
Saint Augustin nous rapporte que les païens et les Gentils de son temps demandaient avec une ironie mordante aux chrétiens tièdes et indifférents s'ils croyaient sincèrement que le Dieu de toute miséricorde descendait sur leurs autels ! Vous, chrétiens, ajoutaient-ils, vous nous accusez d'adorer de faux dieux, mais au moins nous croyons qu'ils sont des dieux et nous les honorons; alors que vous méprisez Celui que vous appelez le Vrai Dieu!
S'il savait seulement ce qu'est la Messe, pas un chrétien intelligent et éclairé ne manquerait d'y assister.

http://eucharistiemisericor.free.fr/index.php?page=spiritualite_v_articles

La Eucaristía es por encima de todo un sacrificio: sacrificio de la Redención y al mismo tiempo sacrificio de la Nueva Alianza.


¿Qué es la Eucaristía?

La Eucaristía es la consagración del pan en el Cuerpo de Cristo y del vino en su Sangre que renueva mística y sacramentalmente el sacrificio de Jesucristo en la Cruz. La Eucaristía es Jesús real y personalmente presente en el pan y el vino que el sacerdote consagra. Por la fe creemos que la presencia de Jesús en la Hostia y el vino no es sólo simbólica sino real; esto se llama el misterio de la transubstanciación ya que lo que cambia es la sustancia del pan y del vino; los accidente—forma, color, sabor, etc.— permanecen iguales.
La institución de la Eucaristía, tuvo lugar durante la última cena pascual que celebró con sus discípulos y los cuatro relatos coinciden en lo esencial, en todos ellos la consagración del pan precede a la del cáliz; aunque debemos recordar, que en la realidad histórica, la celebración de la Eucaristía ( Fracción del Pan ) comenzó en la Iglesia primitiva antes de la redacción de los Evangelios.
Los signos esenciales del sacramento eucarístico son pan de trigo y vino de vid, sobre los cuales es invocada la bendición del Espíritu Santo y el presbítero pronuncia las palabras de la consagración dichas por Jesús en la última Cena: "Esto es mi Cuerpo entregado por vosotros... Este es el cáliz de mi Sangre..."
. Encuentro con Jesús amor
Necesariamente el encuentro con Cristo Eucaristía es una experiencia personal e íntima, y que supone el encuentro pleno de dos que se aman. Es por tanto imposible generalizar acerca de ellos. Porque sólo Dios conoce los corazones de los hombres. Sin embargo sí debemos traslucir en nuestra vida, la trascendencia del encuentro íntimo con el Amor. Resulta lógico pensar que quien recibe esta Gracia, está en mayor capacidad de amar y de servir al hermano y que además alimentado con el Pan de Vida debe estar más fortalecido para enfrentar las pruebas, para encarar el sufrimiento, para contagiar su fe y su esperanza. En fin para llevar a feliz término la misión, la vocación, que el Señor le otorgue.
Si apreciáramos de veras la Presencia real de Cristo en el sagrario, nunca lo encontraríamos solo, únicamente acompañado de la lámpara Eucarística encendida, el Señor hoy nos dice a todos y a cada uno, lo mismo que les dijo a los Apóstoles "Con ansias he deseado comer esta Pascua con vosotros " Lc.22,15. El Señor nos espera con ansias para dársenos como alimento; ¿somos conscientes de ello, de que el Señor nos espera el Sagrario, con la mesa celestial servida.? Y nosotros ¿ por qué lo dejamos esperando.? O es que acaso, ¿ cuando viene alguien de visita a nuestra casa, lo dejamos sólo en la sala y nos vamos a ocupar de nuestras cosas.?
Eso exactamente es lo que hacemos en nuestro apostolado, cuando nos llenamos de actividades y nos descuidamos en la oración delante del Señor, que nos espera en el Sagrario, preso porque nos "amó hasta el extremo" y resulta que, por quien se hizo el mundo y todo lo que contiene (nosotros incluidos) se encuentra allí, oculto a los ojos, pero increíblemente luminoso y poderoso para saciar todas nuestras necesidades.

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¿Porque la Eucaristía es un sacrificio?

La Eucaristía es por encima de todo un sacrificio: sacrificio de la Redención y al mismo tiempo sacrificio de la Nueva Alianza. El hombre y el mundo son restituidos a Dios por medio de la novedad pascual de la Redención. Esta restitución no puede faltar: es fundamento de la "alianza nueva y eterna" de Dios con el hombre y del hombre con Dios. Si llegase a faltar, se debería poner en tela de juicio bien sea la excelencia del sacrificio de la Redención que fue perfecto y definitivo, o bien sea el valor sacrificial de la Santa Misa. Por tanto la Eucaristía, siendo verdadero sacrificio, obra esa restitución a Dios.
En este sentido, el celebrante, en cuanto ministro del sacrificio, es el auténtico sacerdote, que lleva a cabo –en virtud del poder específico de la sagrada ordenación- el verdadero acto sacrificial que lleva de nuevo a los seres a Dios. En cambio, todos aquellos que participan en la Eucaristía, sin sacrificar como él, ofrecen con él, en virtud del sacerdocio común, sus propios sacrificios espirituales, representados por el pan y el vino, desde el momento de su presentación en el altar.
Efectivamente, este acto litúrgico solemnizado por casi todas las liturgias, "tiene su valor y su significado espiritual". El pan y el vino se convierten en cierto sentido en símbolo de todo lo que lleva la asamblea eucarística, por sí misma, en ofrenda a Dios y que ofrece en espíritu. Es importante que este primer momento de la liturgia eucarística, en sentido estricto, encuentra su expresión en el comportamiento de los participantes. A esto corresponde la llamada procesión de las ofrendas, prevista por la reciente reforma litúrgica y acompañada, según la antigua tradición, por un salmo o un cántico.
Todos los que participan con fe en la Eucaristía se dan cuenta de que ella es "Sacrificium", es decir, una "Ofrenda consagrada". En efecto, el pan y el vino, presentados en el altar y acompañados por la devoción y por los sacrificios espirituales de los participantes, son finalmente consagrados, para que se conviertan verdadera, real y sustancialmente en el Cuerpo entregado y en la Sangre derramada de Cristo mismo. Así, en virtud de la consagración, las especies del pan y del vino, "re-presentan", de modo sacramental e incruento, el Sacrificio propiciatorio ofrecido por El en la cruz al Padre para la salvación del mundo.

http://www.conocereisdeverdad.org/website/index.php?id=270

Réginald Garrigou-Lagrange, O.P. : O valor infinito de cada Missa oferecida por Nosso Senhor


Sabemos que o Salvador é o Padre principal do sacrifício da Missa, e que a oblação interior que foi a alma do sacrifício da Cruz, dura para sempre no Coração do Cristo que quer nossa salvação. É assim que Ele se oferece a si mesmo em todas as missas que, em cada dia, são celebradas. Qual é o valor de cada uma dessas? É preciso que se tenha uma idéia justa para se unir mais intimamente cada dia ao santo sacrifício e receber seus frutos mais abundantemente.
Ensina-se comumente na Igreja que o Sacrifício da Missa, considerado em si mesmo, tem um valor infinito, mas que o efeito que produz em nós, por mais elevado que seja, é proporcionado às nossas disposições interiores. São estes os dois pontos de doutrina que convém explicar.
  
O sacrifício da Missa considerado em si mesmo tem um valor infinito.
  
A razão é que o sacrifício da missa é o mesmo em substância que o sacrifício da Cruz, que tem um valor infinito, por causa da vítima oferecida e do padre que a oferece, já que é o Verbo feito carne que, sobre a Cruz, era, ao mesmo tempo, padre e vítima1. É Ele que continua na Missa, como padre principal e a vítima realmente presente e realmente oferecida e sacramentalmente imolada.
Mas enquanto que os efeitos da Missa imediatamente relativos a Deus, como a adoração reparadora e a ação de graças, se produzem sempre infalivelmente em sua plenitude infinita, mesmo sem o nosso concurso, seus efeitos relativos a nós só se espalham na medida de nossas disposições interiores.
Em cada Missa são oferecidas a Deus, e infalivelmente, uma adoração, uma reparação, e uma ação de graças de um valor sem limites; isto é, em razão da vítima oferecida e do Padre principal, independentemente mesmo das orações da Igreja universal e do fervor do celebrante.
  
É impossível adorar melhor a Deus, reconhecer melhor seu domínio soberano sobre todas as coisas, sobre todas as almas, do que pela imolação sacramental do Salvador morto por nós na Cruz. É esta a adoração que o Glória exprime. “Glória a Deus nas alturas e paz na terra aos homens de boa vontade... Nós vos louvamos. Nós vos bendizemos. Nós vos adoramos. Nós vos glorificamos”. É esta a adoração que o Sanctus exprime novamente e ainda a dupla Consagração.
É a realização perfeita do preceito: “Tu adorarás o Senhor teu Deus e só a Ele servirás” (Dt 6, 13). Foi com estas palavras que Nosso Senhor respondeu a Satanás que lhe dizia: “Eu lhe darei todos os reinos do mundo, se te prostrares a meus pés e me adorares, si cadens adoraveis me" 2. Somente a infinita grandeza de Deus merece este culto de latria. Aqui, na Missa, lhe é oferecida uma adoração em espírito e em verdade de um valor sem medida.
  
Do mesmo modo, é impossível oferecer a Deus uma reparação mais perfeita pelas faltas que se cometem todos os dias, como diz o Concílio de Trento. sess. XXII, c.I. Não é uma reparação distinta daquela da Cruz, o Cristo ressuscitado não morre mais e não sofre mais; mas, segundo o mesmo Concílio 3, o sacrifício do altar, sendo substancialmente o mesmo que o sacrifício do Calvário, agrada mais a Deus do que lhe desgostam todos os pecados reunidos 4. Assim como a humanidade do Salvador, que era passível ou sujeita à dor e à morte, e que já não o é mais, continua substancialmente a mesma, assim também o sacrifício do Cristo é assim também perpetuado em substância. O direito imprescritível de Deus, Soberano Bem, de ser amado sobre todas as coisas, não poderia ser melhor reconhecido do que pela oblação do Cordeiro que apaga os pecados do mundo.
Enfim, é impossível agradecer melhor os benefícios recebidos: “Quid retribuam Domino pro omnibus quæ retribuit mihi? Calicem salutaris accipiam, et nomen Domini invocabo”; Como retribuirei a Deus todos os benefícios recebidos? Tomarei o cálice da salvação e invocarei o nome do Senhor” (Sl 65, 12). Muitas vezes esquecemos de agradecer a Deus suas graças, como aqueles leprosos curados por Jesus; dos dez, um só veio agradecer. É conveniente oferecer sempre missas de ação de graças. Um costume piedoso começa a se espalhar atualmente, o de celebrar missas de ação de graças na segunda sexta-feira de cada mês, para reparar nossas ingratidões.
A adoração, a reparação e ação de graças são efeitos do Sacrifício da missa em relação a Deus mesmo e são infalíveis. Em cada missa celebrada, pela oblação e imolação sacramental do Salvador sobre o altar, Deus obtém infalivelmente uma adoração infinita, uma reparação e uma ação de graças sem limites. Isto é assim devido à dignidade da Vítima e à dignidade do Padre principal; a oblação interior que dura para sempre no coração do Cristo, é um ato teândrico, ato humano de sua vontade humana, que tira da pessoa do Verbo um valor propriamente infinito.
No momento da consagração, na paz do santuário, há como um grande arroubo de adoração que sobe para Deus. O prelúdio está no Glória e no Sanctus, cuja beleza é sublinhada pelo canto gregoriano, o mais elevado, o mais simples e o mais puro de todos os cânticos religiosos, ou às vezes pela magnificência da música polifônica; mas quando chega o momento da dupla consagração, tudo se cala: o silêncio exprime à sua maneira o que o canto não pode dizer.
  
Este silêncio é a imagem daquele que, segundo o Apocalipse (8, 1), se produziu no céu, quando o Cordeiro abriu o livro fechado por sete selos, o livro dos decretos de Deus relativos a seu reino5. Que este silêncio da consagração seja nosso repouso e nossa força 6.
Assim é perpetuada em substância a adoração, a reparação e o Consumatum est do sacrifício da Cruz. E esta adoração que sobe assim para Deus de todas as missas quotidianas, recai de algum modo como orvalho fecundo sobre nossa pobre terra, para fertilizá-la espiritualmente.
Não esqueçamos que o fim mais alto do santo Sacrifício é a Glória de Deus, a manifestação de sua bondade, e este é o próprio fim do universo. Assim, por uma missa, é de alguma maneira toda a criação que, em uma prece de adoração e reparação e de ação de graças, sobe de volta para seu Criador.
Se estes efeitos são relativos ao próprio Deus, outros são relativos a nós. A Missa pode nos obter todas as graças necessárias à nossa salvação. “O Cristo sempre vivo, não cessa de interceder por nós” (Heb 7, 25), e a sua intercessão não tem menor valor do que sua adoração.
(De “Le Sauveur et son amour por nous”, Les Editions du Cedre, Paris. Tradução: PERMANÊNCIA)
  1. 1. O valor da vítima dá a este sacrifício um valor objetivo infinito, e a dignidade da pessoa do Cristo, um valor pessoal infinito, que é o principal. Quando Maria apresenta seu filho no templo, esta oblação tinha um valor objetivo infinito, mas não um valor pessoal infinito; muito superior é a oblação feita pelo próprio Cristo.
  2. 2. Mt 4, 9.
  3. 3. Sess. XXII, cap. 2 “initio” et can. 3 (Denzinger, 940 e 950).
  4. 4. Cf. S. Tomás, IIIª., q. 48, a.2. 
  5. 5. “Quando o Cordeiro abriu o sétimo selo, fez-se no céu um silêncio de uma meia hora” (Ap 7, 1).
  6. 6.In silentio et in spe erit fortitudo vestra” (Is 30, 15).
http://permanencia.org.br/drupal/node/78

Artigos extraídos das Obras de S. Teófilo o Recluso

http://josephpatterson.files.wordpress.com/2008/10/st-theophan-the-recluse.jpg

How to Save the Soul by St. Theophan the Recluse

Saint Theophan the Recluse on Personal Relationship with God

The Jesus Prayer Saint Theophan the Recluse

What To Do About A Bad Priest By St. Theophan the Recluse

IS IT SUFFICIENT ONLY TO BELIEVE IN CHRIST

IN ORDER TO BE SAVED?

Compiled from the works of St. Theophan the Recluse
Saint Theophan the Recluse on Personal Relationship with God

Path of Prayer - St Theophan the Recluse - Video

St. Theophan the Recluse on Submitting to the Spirit of the Times


St. Theophan the Recluse on Fasting

St Theophan the Recluse- A Guide to the Heart

St. Theophan the Recluse – About Forgiveness

Selections from the Path to Salvation by St. Theophan the Recluse

St. Theophan the Recluse collected excerpts from the works of St. Epraim the Syrian and arranged them as 150 “Psalms”. the following is Psalm 11.

St. Theophan the Recluse On the Jesus Prayer - Excerpt from the book Unseen Warfare

St. Theophan the Recluse: On the Hermitage of the Heart .... St. Theophan the Recluse: On Truth and Love in the Writings of St. John the Evangelist   
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   Practical advice about prayer
   Different kinds of Feelings in Prayer
   On Prayer
   The Jesus Prayer
   Wandering Thoughts

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The Three Powers of the Soul and Their Curative Exercises

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