Il 17 gennaio scorso, al duomo di Fermo è stato ospitato don Fabio Rosini per una catechesi sulla figura di Maria. Don Fabio, grande comunicatore nella sua semplicità, ha incentrato il suo intervento sull’Annunciazione, l’annuncio che è stato rivolto a Maria non perché lei l’avesse chiesto o pianificato. Maria non sceglie di diventare la madre di Dio, ma accetta questa svolta imprevista che prende la sua vita e si fida dell’angelo. Mi sono sempre chiesta: ma chi sono questi angeli? Sembrano sempre delle figure a metà tra cielo e terra…e infatti don Fabio ha spiegato che la parola “angelo” ha origine greca e indica “chiunque annuncia e porta agli altri la parola di Dio”. Capite che bellezza? Questo vuol dire che tutti siamo angeli, ognuno di noi può essere un angelo nella vita del proprio fratello nel momento in cui sceglie di amarlo entrando nei suoi problemi, nelle sue povertà e debolezze, amandolo quando sbaglia e portando nella sua vita un po’ di quella Luce che ha illuminato e rivoluzionato la propria: la Luce dell’amore di Dio. L’angelo saluta Maria con poche semplici parole: “Rallegrati, piena di Grazia, il Signore è con te”. Non è un caso che l’angelo inizi a parlare dicendo a Maria di rallegrarsi, prima di qualsiasi altra cosa. Come esseri umani, soprattutto al giorno d’oggi, siamo coltivatori di tristezza: amiamo lamentarci, pensare male degli altri, di Dio e anche di noi stessi. Anche perché essere tristi ci fa comodo, la tristezza “vende” molto di più della gioia, perché è più comoda, ci permette di stare lì fermi e tranquilli e di lasciare che gli altri facciano qualcosa per noi mentre pensano a compatirci. Ma vita e quiete sono due cose incompatibili. Per questo è importante che l’Annunciazione inizi con il verbo “Rallegrati”, perché tutto deve partire dalla gioia, dal movimento, che genera vita. Per l’angelo poi Maria è “piena di grazia”, ma questa non è solo una caratteristica esclusiva di Maria. Rivolgendosi a lei in questo modo, Dio, attraverso l’angelo, saluta tutta l’umanità. Ebbene sì, tutti siamo “pieni di grazie”, altrimenti Dio non avrebbe perso tempo a crearci. Ognuno di noi è perfettamente irripetibile e meraviglioso con tutti i limiti che si porta dietro. “Dio non si è sbagliato a crearmi”, cerchiamo di ricordarcelo un po’ più spesso.
Infine, il saluto si conclude con “il Signore è con te”. Anche questo è un messaggio diretto ad ognuno di noi: il Signore sta dalla nostra parte, fa il tifo per noi nonostante tutti i nostri errori. Dio conosce la povertà del nostro cuore, sa quanto possiamo essere fragili, conosce i nostri pensieri ma sta dalla nostra parte perché un padre non può smettere di amare un figlio, mai. “Dio non ti ama perché sei in un certo modo, ti ama perché sei.” Dio non impone niente, accetta anche i nostri no; noi possiamo anche rifiutare il suo amore, ma lui non rifiuterà mai noi.
Dopo tutta questa gioia, nel Vangelo si legge che Maria resta turbata…comprensibilmente direi! Quando Dio entra nella nostra vita, questa non sarà mai più la stessa e questa consapevolezza può spaventare. Ma Dio è lì, così come chi annuncia il Vangelo combatte contro le paure di chi ascolta, Lui ci porta nel cuore delle nostre paure, è lì che lo incontriamo, lì che Lui si fa trovare e ognuno può smettere di fuggire. Tutto quello che temiamo è molto più piccolo di Dio, per questo dobbiamo, come Maria per prima ha fatto, disobbedire alle nostre paure in nome del Suo Amore.