sábado, 23 de julho de 2011

Iota Unum - Romano Amerio; Chapter I: The Crisis. Chapter II: Historical Sketch: The Crises Of The Church. CHAPTER III: The Preparation of The Council. CHAPTER IV: The Course of The Council. CHAPTER V: The Post-Conciliar Period


Iota Unum
Chapter I: The Crisis
  1. Methodological and linguistic definitions.
  2. Denial of the crisis.
  3. The error of secondary Christianity.
  4. The crisis as failure to adapt.
  5. Adapting the Church's contradiction of the world.
  6. Further denial of the crisis.
  7. The Pope recognizes the loss of direction.
  8. Pseudo-positivity of the crisis. False philosophy of religion.
  9. Further admissions of a crisis.
  10. Positive interpretation of the crisis. False philosophy of religion.
  11. Further false philosophy of religion.
Chapter II: Historical Sketch: The Crises Of The Church
  1. The crises of the Church: Jerusalem (50 A.D.).
  2. The Nicene crisis (325 A.D.).
  3. The deviations of the Middle Ages.
  4. The crisis of the Lutheran secession. The breadth of the Christian ideal.
  5. Further breadth of the Christian ideal. Its limits.
  6. The denial of the Catholic principle in Lutheran doctrine.
  7. Luther's heresy, continued. The bull Exsurge Domine.
  8. The principle of independence and abuses in die Church.
  9. Why casuistry did not create a crisis in the Church.
  10. The revolution in France.
  11. The principle of independence. The Auctorem Fidei.
  12. The crisis of the Church during the French Revolution.
  13. The Syllabus of Pius IX.
  14. The spirit of the age. Alexander Manzoni.
  15. The modernist crisis. The second Syllabus.
  16. The pre-conciliar crisis and the third Syllabus.
  17. Humani Generis (1950).


CHAPTER III: The Preparation of The Council
  1. The Second Vatican Council. Its preparation.
  2. Paradoxical outcome of the Council.
  3. Paradoxical outcome of the Council, continued. The Roman Synod.
  4. Paradoxical outcome of the Council, continued. Veterum Sapientia.
  5. The aims of the First Vatican Council.
  6. The aims of Vatican II. Pastorality.
  7. Expectations concerning the Council.
  8. Cardinal Montini’s forecasts. His minimalism.
  9. Catastrophal predictions.
CHAPTER IV: The Course of The Council
  1. The opening address. Antagonism with the world. Freedom of the Church.
  2. The opening speech. Ambiguities of text and meaning.
  3. The opening speech. A new attitude towards error.
  4. Rejection of the council preparations. The breaking of the council rules.
  5. The breaking of the Council’s legal framework, continued.
  6. Consequences of breaking the legal framework. Whether there was a conspiracy.
  7. Papal action at Vatican II. The Notapraevia.
  8. Further papal action at Vatican II. Interventions on mariological doctrine. On missions. On the moral law of marriage.
  9. Synthesis of the council in the closing speech of the fourth session. Comparison with St. Pius X. Church and world.
CHAPTER V: The Post-Conciliar Period
  1. Leaving the Council behind. The spirit of the Council.
  2. Leaving the Council behind. Ambiguous character of the conciliar texts. 
  3. Novel hermeneutic of the Council. Semantic change. The word “dialogue.”
  4. Novel hermeneutic of the Council, continued. “Circiterisms.” Use of the conjunction “but.” Deepening understanding.
  5. Features of the post-conciliar period. The universality of the change.
  6. The post-conciliar period, continued. The New Man. Gaudium et Spes 30. Depth of the change.
  7. Impossibility of radical change in the Church.
  8. The impossibility of radical newness, continued.
  9. The denigration of the historical Church. 
  10. Critique of the denigration of the Church.
  11. False view of the early Church. 
  12.  
  13. DE: http://www.sspxasia.com/Documents/books/Iota_Unum/index.htm

sexta-feira, 22 de julho de 2011

* I FRUTI DEL CONCILIO * ARTIGOS DE MONS. FRANCESCO SPADAFORA * Corso di Latino on/line * IL PROGRESSISMO * Francesco Spadafora LA "NUOVA ESEGESI" Il trionf... * IL VATICANO II E “DISINCANTO”[1] DELL’ «ECCLES... * La Risurrezione di Gesù di Spadafora prefata da do... * O título de minha conferência é o mesmo de meu est... * LA SUPRESIÓN DEL SACRIFICIO PERPETUO Fue para mí u... * La terrible crise qui secoue l'Église Catholique d... * La Misa Tradicional en España Encuesta realizada p... * Sinais da crise : datos referidos al Canadá francó... * DIETRICH VON HILDEBRAND :Case for the Latin Mass. ... * Dietrich von Hildebrand:Mas não é a nova liturgia ...

07/17 - 07/24 (53)

I FRUTI DEL CONCILIO


 
Se è vero che viviamo in una società dell'immagine,
sarà opportuno un confronto tra immagini della S. Messa.
 
Senza commento
 
(le immagini della S. Messa tradizionale sono tutte recenti)


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ARTIGOS DE MONS. FRANCESCO SPADAFORA

A Nova Exegese, o Triunfo do Modernismo sobre a Exegese Católica

Autor: Mons. Francesco Spadafora

Romeo, Spadafora e la sana esegesi sull’oggetto dell’Apocalisse

I Sacramenti e la loro origine


Agli assassini della liturgia, di monsignor Domenico Celada

Corso di Latino on/line

verrete re/direzionati sul canale YouTube di un professore di latino
Adatto per i principianti, questo corso, unico nel suo genere, insegna latino lentamente, partendo da zero, utilizzando il latino parlato, pur mantenendo una salda presa sulla grammatica. Le prime 2 lezioni hanno alcune frasi in inglese, ma per il resto delle lezioni si parla solo in latino. Non abbiate timore, è facile ed accessibile a tutti.

Si dovrà studiare il corso in sequenza, come ogni lezione segue quella precedente in ordine progressivo (al momento sono oltre 350 lezioni, ma in continuo aggiornamento).

Iniziate dalle prime lezioni, che sono al link sottostante, e continuate in sequenza :

Per verificare le ultime lezioni cliccare su "Uploads" e quindi in basso alla colonna di destra su "load more".
Il corso è impartito totalmente in latino e non è necessario conoscere alcuna altra lingua.

Nessun libro di testo è richiesto.   Non necesse est librum habére.

Per ulteriori informazioni sullo studio della lingua latina on-line potete anche visitare:



IL PROGRESSISMO

 

Viviamo nell’epoca delle «parole». Per vincere battaglie civili (e non solo queste) si coniano parole e detti icastici, riassuntivi (slogans). Per abbattere uomini si impiega qualche termine o classifica, che le circostanze suggeriscono atti allo scopo di demolire. Per anestetizzare cittadini e fedeli si coniano parole.
Ciò che stupisce è il fatto per il quale gli uomini, invece di lasciarsi abbattere da autentiche spade, si lascino abbattere da sole parole. Perciò i termini, gli slogans, le classifiche di moda vanno vagliati, capiti, eventualmente smascherati.
Comincio pertanto a pubblicare delle note chiarificatrici. Spero che il nostro clero vorrà leggersele bene, per evitare una sorte ingloriosa.
Cominciamo dal termine più in voga, usato come un fendente o come una protezione per il proprio operato: «progressismo».
Di tanta gente si dice che è o non è «progressista». Vediamoci chiaro e, se ci fosse da restituire un termine alla esatta funzione, non coartata, come è serena e dolce la nostra italica parlata, non bisogna ricusare quel merito.
Elenchiamo pertanto i casi più frequenti nei quali si usa il termine «progressista». Porgiamo uno specchio perché ognuno ci si guardi. 

Cardinal Giuseppe Siri
da «Rivista Diocesana Genovese» - gennaio 1975
 
Link a questa pagina :
«Viviamo in un’epoca in cui si ha paura persino delle parole! […]  Cova dappertutto, la paura, la timidezza, le compromissioni trovano seguaci, difensori, tutori dappertutto. […] Si ha vergogna di Dio».
 

Francesco Spadafora LA "NUOVA ESEGESI" Il trionfo del modernismo sull'Esegesi Cattolica

Francesco Spadafora
LA "NUOVA ESEGESI"
Il trionfo del modernismo sull'Esegesi Cattolica

Mons. Francesco Spadafora è passato a miglior vita il 10 marzo 1997, all'età di 84 anni.
La sua è stata una vita spesa in difesa della dottrina tradizionale della Santa Chiesa, soprattutto in vista degli errori che si sono macroscopicamente manifestati sulla fedele trasmissione del depositum fidei, a partire dal Concilio Vaticano II. La sua opera di studioso, espressasi tramite centinaia di articoli apparsi su diversi giornali e riviste e tramite piú di 30 pubblicazioni, è stata per anni un punto di riferimento prestigioso per tutti coloro che hanno sentito il bisogno di rimanere ancorati alla dottrina tradizionale della Chiesa.
Lo rimarrà sicuramente in avvenire, soprattutto in riferimento alla puntuale messa a punto da lui condotta contro le distorsioni dottrinali scaturite dalla cosiddetta "nuove esegesi" dei testi scritturali.
Una delle caratteristiche del suo lavoro è la prevalente mancanza di opinioni personali, egli ha sempre curato che parlassero i testi e i documenti dottrinali della Chiesa; cosa che poteva procurargli, com'è avvenuto, solo il fastidio e il misconoscimento della corrente modernista.
Dal capitolo XV - Il post-Concilio frutto dell'equivocità del Concilio 
"Libertà" d'errore 

Silenzi ed omissioni del card. Martini 
 

IL VATICANO II E “DISINCANTO”[1] DELL’ «ECCLESIASTE»

 
Oggi, sarebbe estremamente pericoloso, farsi illudere o incantare dalle Sirene “conciliariste” le quali propongono che “tutto cambi, affinché tutto resti come prima” (la riforma della ‘riforma liturgica e conciliarista’, che nulla riforma), onde farci perdere la nostra identità, senza sapere più bene cosa si è diventati esattamente. Nei nostri giorni trionfa il pragmatismo dai principi deboli o l’ “entrismo”, che sembra essere diventato la religione o ideologia laica comune alla maggior parte degli uomini (dall’entrismo all’antropo‘c-entrismo’). Guai a chi osa avere ideali forti e soprattutto a chi li proclama. Sarà “eliminato”, castigato e messo ai margini della società (civile e anche religiosa), magari spedito in esilio. “Verrà un tempo in cui vi cacceranno dalle sinagoghe…”. La sirena dell’ “entrismo” ha ingannato molti, per esempio “Alleanza Cattolica”, si sa che non è più integralmente cattolica o controrivoluzionaria, ma non si sa esattamente cosa sia adesso. “Alleanza Nazionale”, si sa che non è più neo-“fascista”, né neo-“gollista”, ma non si sa cosa sia (forse auto-“gollista”). Lo stesso potrebbe avvenire ai fedeli anti-modernisti legati alla Tradizione della Chiesa cattolica, qualora accettassero di patteggiare e scendere a compromessi col neo e post/modernismo, si saprebbe che non sono più integralmente cattolici anti-modernisti, ma non si saprebbe più esattamente e positivamente cosa possano essere diventati.
DON CURZIO NITOGLIA
25 febbraio 2010

La Risurrezione di Gesù di Spadafora prefata da don Ennio Innocenti

Prefazione di don Ennio Innocenti alla ristampa dell’opera di Mons. Francesco Spadafora

LA RISURREZIONE DI GESU'.
(Edizioni Cantagalli, Siena, Maggio 2010)


PREFAZIONE

Nel IV sec., i vertici della Chiesa passarono in gran parte all’eresia che negava la divinità di Cristo.
Sul declino di questo sec. XX, il Papa Giovanni Paolo II elevò il suo monito davanti ai vescovi riuniti a Puebla: è in atto il tentativo di negare la divinità di Cristo.
In America Latina questo tentativo prese forma di una pseudoteologia politicizzata, in Europa assume, di preferenza, le forme d’un’esegesi d’accatto. In grazia di tali forme esegetiche viene svuotato di soprannaturale tutto il Kerigma cristiano. Non c’è da meravigliarsi che questo empio tentativo accentri i suoi sforzi nella negazione del dogma della Resurrezione, come aveva avvisato chiaramente San Paolo, se Cristo non è risorto (veramente: col suo vero corpo crocifisso), la nostra fede è del tutto vana, del tutto infondata. In ambiente cattolico il tentativo di questa sovversiva esegesi è in atto da più di 100 anni. San Pio X mise di fronte alla loro responsabilità i sacerdoti penetrati dalle velenose dottrine dei nemici della Chiesa: questi sacerdoti si avventavano sacrilegamente perfino contro la persona di Cristo di cui negavano la divinità.
L’ondata inquinante ricomparve con forme esegetiche apparentemente rinnovate durante il pontificato di Pio XII e si fece aggressiva durante quello di Giovanni XXIII. Fu allora che, insieme ad altri, scese in campo in Italia un eccellente esegeta che già aveva dato adeguata misura del suo valore scientifico e delle sua forza polemica: Francesco Spadafora.
I significativi risultati da lui conseguiti nel primo scontro furono vanificati dall’indulgente governo ecclesiastico degli anni seguenti, ma Spadafora rimase sulla breccia durante il Concilio a contrastare il passo agli esegeti modernisti che miravano a svuotare i vangeli del loro valore storico. Quando in Concilio filtravano i suoi libelli – con tanto di firma bene in vista – gli schieramenti managerialmente concertati degli avversari entravano in una agitazione febbrile che tradiva il loro scompiglio. E difatti la costituzione conciliare Dei Verbum segnò la loro sostanziale sconfitta (come del resto, la famosa nota previa al cap. III della costituzione Lumen Gentium), ma dopo il Concilio gli esegeti modernisti, negatori del fatto storico della Risurrezione di Gesù, operarono un vero sconquasso e occuparono importanti punti strategici dai quali ancora in questi ultimi anni, hanno diffuso la loro mascherata sovversione.
Alcuni di loro sedettero sugli elevati scranni della Commissione Teologica Internazionale e della Pontificia Commissione Biblica ed ecco di nuovo Spadafora allo scoperto e prendere per il bavero questi falsi scienziati clericali. Spadafora era un fanciullo come amico, un massacratore se saliva sul ring. Questo libro, coronato dalla Commissione del Premio Letterario intitolato al Nazzareno, è un ring e in esso trovano pane per i loro denti i celebrati esegeti che incrinano o negano la verità storica e il dogma della Risurrezione di Cristo.
Prima della Pasqua del ’78 il Tribunale che, a nome del Papa, ha il compito di tutelare la dottrina cattolica, aveva lanciato una pubblica diffida contro un negatore della vera risurrezione di Cristo: un domenicano francese caparbio, ostinato, contumace.
Ma Spadafora sembra dire a quel supremo tribunale: con chi ve la prendete? coi pesci piccoli? I pesci grossi stanno a Roma, a vostra portata di mano, coccolati e onorati come luminari.
In questo libro jure premiato vengono denunciate le responsabilità del domenicano Salguero, dei gesuiti Latourelle, Martini, de la Potterie, Schökel Lyonnet, David Stanley, Zerwik e, soprattutto, del gesuita Martelet e del gesuita Saverio Leon-Dufour. La fiamma del Nostro lambisce anche l’idolatrato Karl Rahner, ma – da esegeta – soltanto tramite il suo assistente Karl Lehmann. Spadafora non dimentica neppure il prelato belga Brown e – fra gli italiani – il divulgatore Porro, in quanto tutti e tre sono piccoli diffusori dell’esegesi modernista.
Non si deve credere che Spadafora sia stato il solo a reagire contro gli attuali ripetitori modernisti: i card. Bea, Daniélou, Journet; gli esegeti Feuillet, Lagrange, Bavaud…sono intervenuti con gli stessi criteri di Spadafora. Aveva chiesto e ottenuto udienza dal Card. Ratzinger e gli aveva vuotato il sacco. Gli domandai: “Che ha risposto?”, Spadafora ammise: “È completamente d’accordo”. Ma tutto andava come prima. Per questo pubblicò il libro ora riproposto mentre Ratzinger-Benedetto XVI ripropone i criteri della storicità dei racconti evangelici canonici.
A Spadafora non era punto sfuggito, come il lettore può verificare tra le pagine di questo libro, che la mentalità matrice della negazione della Risurrezione di Gesù è quella gnostica. Peccato che gli attuali apologeti, anche i più illustri, non se ne accorgano. Essi si illudono pensando che la gnosi spuria è un errore antico, mentre in realtà è il segreto suggeritore di quasi tutte le empietà contemporanee.

Ennio Innocenti
del Clero Romano 
 
 http://andreacarancini.blogspot.com/2010/09/la-risurrezione-di-gesu-di-spadafora.html

O título de minha conferência é o mesmo de meu estudo de 1989, em que explico a “revolução” (o 1789 da Igreja, conforme a expressão do pe. Congar. O.P.) que os neo-modernistas quiseram empreender no Concílio “pastoral” dos papas Roncalli (João XXIII) e Montini (Paulo VI), entre 1960 e 1965, exatamente como um grande teólogo jesuíta, o card. Ludovico Billot, predissera a Pio XI em 1923: “não é preciso nem dizer que não conseguirão” , acrescentava o card. Billot, “mas veremos dias tão tristes quanto os dias finais do pontificado de Leão XIII e os iniciais do de Pio X”. Quando o papa Roncalli, pouco após sua eleição (outubro de 1958), anunciou subitamente a convocação de um Concílio Ecumênico (25 de maio de 1959), os neo-modernistas já estavam preparados (os piores inimigos da Igreja, no dizer do card. Billot, que conhecia bem suas intrigas).

mons Francesco Spadafora (1913-1997)

mons Francesco Spadafora (1913-1997)
Grande alfiere della Resistenza antimodernista e defensor Catholicae Fidei
 

 
MONS. FRANCESCO SPADAFORA
 


Mons. Gherardini, em estudo recente (Lutero no Concílio de Trento, Divinitas, abril de 1995), baseando-se no decreto tridentino De Sacra Scriptura et Traditionibus, de 8 de abril de 1546, assim resume a heresia basilar do agostinismo rebelde: “o princípio formal de seu protesto, o “sola Scriptura”, era a negação do magistério eclesiástico enquanto intérprete indispensável da Sagrada Escritura; era a resistência à Tradição, resistência que, para o Reformador, significava liberação”. A resposta do Concílio de Trento, bem conhecida, é repetida solenemente pelo último grande Concílio Dogmático (Vaticano I, 24 de abril de 1870): “[Das fontes da Revelação] Ora, esta revelação sobrenatural, conforme a fé da Igreja universal, declarada pelo Santo Concílio de Trento, ‘está contida nos livros escritos e nas tradições não escritas que, recebidas pelos Apóstolos da boca do próprio Cristo ou pelos mesmos Apóstolos sob inspiração do Espírito Santo e transmitidas como de mão em mão, chegaram até nós’ [Conc. Trid., v. 783]. Esses livros do Antigo e Novo Testamento, íntegros em todas as suas partes, tais como se enumeram no decreto deste Concílio e estão contidos na antiga edição da Vulgata, têm de ser aceitos como sagrados e canônicos. Note-se que a Igreja têm-nos por sagrados e canônicos, sendo logo aprovados por Ela, não porque fossem compostos pela só indústria humana, nem somente porque contivessem a Revelação sem erro, mas porque, escritos por inspiração do Espírito Santo, têm Deus por autor, e como tais foram transmitidos pela própria Igreja [cap. 4]” (Denz. 1787) A resposta segue o ensino unânime do Magistério, particularmente expresso por Pio IX, Leão XIII, São Pio X, Bento XV, Pio XI, Pio XII, e até pelo próprio Paulo VI (Discurso aos teólogos, 1967).