sábado, 7 de novembro de 2020

Don Divo Barsotti , INVITO AD UNA FEDE VIVA

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Il fondamento della vita cristiana è una fede che tende alla contemplazione, una fede vera, viva, non in un Dio che sta al di là delle nuvole, ma in un Dio che si è comunicato al mondo.
La fede è raggiungere Dio quando Dio si è reso accessibile nell’Incarnazione del Verbo.”


L'IMPORTANZA DEL RACCOGLIMENTO INTERIORE
“È certo dunque che per vivere il primato delle virtù teologali si impone un certo raccoglimento. [..]La nostra vita è nell'intimo, in questo sentimento della divina presenza e in questo sentire che l'amore in Dio ci investe in ogni parte, trabocca da tutto; e ci sentiamo come perduti in questa luce, noi ci sentiamo come sommersi in questo abisso di Dio.
“tu non devi usare di te che per rivelare Dio. Sono tante le virtù, ma senza il raccoglimento interiore e l’umiltà non mi piacciono. Ammesso anche che un’anima non avesse altre virtù del raccoglimento e dell’umiltà, Io scenderei in quell’anima e farei Io la sua santità”
(Padre Serafino Tognetti "Divo Barsotti" ediz. San Paolo)


Buon Mercoledi delle Ceneri ed inizio della Quaresima
L'IMPORTANZA DELL'UMILTA'
"Quando un uomo, sia pur grande quanto si voglia, abbia pure la più grande missione, non rende testimonianza che a se medesimo, non dice più nulla a nessuno, svilisce la sua missione, compromette l'efficacia di ogni suo impegno. Solo l'umiltà salva questa efficacia, assicura il compimento di ogni missione. 
L'uomo nel suo più intimo valore, nella sua più intima essenza, è testimone del Cristo.
Tanto più egli è, quanto più rinunzia a se stesso e diviene pura trasparenza del Cristo
."
Don Divo Barsotto, dal Diario " Nel cuore di Dio "

GESU’ COMPIA LA SUA VOLONTÀ IN NOI
“Miei cari figli e fratelli, Dio ci ha dato una vocazione santa e immensamente grande, quella di essere una sola cosa con Cristo Gesù.
Forse non realizzeremo mai fino in fondo la nostra vocazione divina, ma almeno dobbiamo sentirci impegnati giorno per giorno sempre più a realizzarla, nell'umiltà di un amore che si offre costantemente al Signore perché Egli stesso compia in noi la sua volontà.
Nessuno scoraggiamento! 
Nessuna sfiducia!
Dio che ci ha chiamati, Egli stesso compirà in noi la sua volontà, se noi sapremo credere al suo amore per il quale ci ha scelti.

INCONTRO PERSONALE CON DIO
"Che il nostro rapporto con Dio sia vero: ecco la necessità prima della nostra preghiera, perché la preghiera cristiana, si diceva, si definisce come dialogo, come colloquio.
E la definizione che ne ha dato S. Teresa di Gesù, e mi sembra la definizione veramente più giusta.
E il colloquio dell'amico coll’Amico, o meglio ancora, come dice il Marmion, «il colloquio del figlio adottivo col suo Padre Celeste».  Ma in questa definizione entra un altro elemento, l'elemento cioè della Grazia. «Figlio adottivo», «amico», importa già che noi ci conosciamo, che già noi ci amiamo. 
Noi lo amiamo ed Egli ci ama: allora la preghiera diviene un rapporto che non implica più lo sgomento,
ma unicamente una comunione di amore. "
Don Divo Barsotti, dal libro "Il lavoro del cristiano"
 

Encontro pessoal com Deus

" que a nossa relação com Deus seja verdadeira: Eis a necessidade  da nossa oração, pois a oração cristã,   se define como diálogo, como  colóquio.
É a definição que deu  S. Teresa de Jesus, e parece-me a definição realmente mais justa.
É  o colóquio do amigo com o Amigo, ou melhor ainda, como diz o Marmion, " o colóquio do filho adotivo com o seu Pai Celestial".
Mas nessa definição entra outro elemento, o elemento   da graça. " FILHO ADOTIVO ", " amigo ", importa já que nós nos conhecemos, que já nós nos amamos.
Nós O amamos e Ele nos ama: Então a oração torna-se um relacionamento que não implica mais o desânimo,
Mas sómente  é uma comunhão de amor. " "

Cosa vuol dire “Incontrare Gesù”?

 

Cosa vuol dire “Incontrare Gesù”?

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Com’è possibile incontrare Gesù?

Puoi essere un “praticante”, un “religioso”, un “ateo”, uno “che sta bene così come sta”, ma qualsiasi siano le tue posizioni converrai con me che Gesù è un personaggio realmente esistito.
Sono ormai pochissime le persone che ancora oggi negano il fatto storico che un uomo, partendo dalla Palestina di 2000 anni ha fatto parlare di sé tutto il mondo allora conosciuto!
Difficilmente, infatti si può sostenere che Gesù non visse lì dove sappiamo sia vissuto, non fece ciò che sappiamo abbia fatto, non pronunciò mai le parole che disse.
Se concordi con me, allora converrai anche che se Lui è veramente esistito e se è vero che Lui era ciò che diceva di essere, le Sue Parole sono degne della nostra attenzione.

La credibilità di una persona si valuta sulla base della sua veridicità.

Se le cose che disse sono vere le dobbiamo necessariamente sperimentare per verificarle e se viviamo ciò che lui disse significa che la sua Parola è la Verità.

Si può incontrare Gesù?
Gesù, disse che sarebbe morto e risorto, se questo è vero significa che Lui ora vive; e se Lui vive vuol dire che lo puoi incontrare.
Allora, applicando il ragionamento fatto in precedenza, se lo puoi incontrare dimostrerai che le sue Parole sono vere.
Forse anche tu stai facendo il ragionamento che fece Tommaso, ma Gesù a tali persone dice che “sono beati coloro che pur non vedendo, crederanno”.

Gesù ha, quindi detto, che se vuoi “vedere” devi credere e non il contrario.

Si può incontrare Gesù?
Sì, se credi che Lui è ciò che ha detto di essere, se credi che è vero ciò che disse e se credi che è vero ciò che fece.

Come puoi incontrare Gesù?
Gesù, disse che “se chiudiamo la porta della nostra cameretta e lì preghiamo, lì il Padre, che vede nel segreto ci darà la ricompensa”. E quindi potremo incontrarLo.

Ma è così facile incontrare Gesù?
Sì, perché chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto e a chi chiede sarà dato!
L’incontro personale elimina ogni intermediario; l’incontro personale è l’esperienza che ci permette di sentire e sperimentare la presenza di Gesù nella nostra vita.

Com’è possibile incontrare Gesù?
Abbiamo detto che incontrare Gesù è un esperienza che arriva dopo aver messo in dubbio le proprie convinzioni e dato fiducia alle Sue parole.
Mettere in discussione le proprie convinzioni, significa chiedere perdono per non aver mai dato fiducia alle parole di Gesù.

Perché da questa “mancata” fiducia in Gesù deriva la maggior parte delle carenze spirituali, sentimentali e morali della tua vita.
Perché se c’è qualcosa che soddisfa il nostro cuore pienamente è amare e sentirsi amati, veramente, pienamente e disinteressatamente.

Dare fiducia alle Parole di Gesù, vuol dire accedere a questo sentimento d’amore che Lui ci ha dimostrato.
Gesù, è morto per la nostra salvezza.
È il più grande atto d’amore compiuto nella storia, morire per qualcuno che neppure si conosce, che neppure ti dà fiducia, che neanche ti considera.

Gesù è morto per te, perché ti ha amato e ti ama tanto, al punto da sostituirsi e così darti al possibilità di accedere all’amore di Dio, al perdono di Dio e alla Sua salvezza.

Cosa significa incontrare Gesù?
Fare l’esperienza dell’incontro con Lui, vuol dire dare alla nostra vita un valore aggiunto inestimabile.
Incontrare Gesù, significa arricchire la propria vita con l’amore che ci manca, della guida e della luce che non c’è.
Incontrare Gesù significa arricchire la propria vita di una prospettiva eterna.
Se nella tua vita non riscontri queste certezze, dai fiducia alle Parole di Gesù: credi e vedrai.

Allora, è possibile incontrare Gesù?
Sì, e se è vero che lo puoi incontrare è vero che Lui vive, sono vere le sue parole, sono veri i suoi atti è vera la sua resurrezione.
Quindi vale la pena vivere seguendo la verità, cioè Gesù Cristo che disse: “Io sono, la Via, la Verità e la Vita”.

Puoi incontrare Gesù, non ci credi? Provalo!

Papa: ogni esperienza di incontro con Gesù ci induce a intraprendere vie diverse

 “Siamo noi a dover cambiare, a trasformare il nostro modo di vivere pur nell’ambiente di sempre, a modificare i criteri di giudizio sulla realtà che ci circonda. Ecco la differenza tra il vero Dio e gli idoli traditori, come il denaro, il potere, il successo…; tra Dio e quanti promettono di darti questi idoli, come i maghi, i cartomanti, i fattucchieri”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – L’incontro con Gesù cambia la nostra vita, “perché da Lui proviene una forza buona che risana il cuore e ci distacca dal male”. E come i magi, dopo aver adorato il Bambino, tornarono al loro paese “per altra strada”, “ogni esperienza di incontro con Gesù ci induce ad intraprendere vie diverse”. I mutamenti che suscita “l’esperienza di Dio”, nel ricordo di quanto accadde ai Magi, sono stati al centro della riflessione che papa Francesco ha proposto alle 40mila persone presenti in piazza san Pietro per la recita dell’Angelus.

Francesco ha sottolineato come, dopo aver adorato il Bambino e offerto i loro doni, i Magi “si rimettono in cammino senza indugio per tornare nella loro terra. Ma quell’incontro li ha cambiati. L’ incontro con Gesù non trattiene i Magi, anzi, infonde in loro una nuova spinta per ritornare al loro paese, per raccontare ciò che hanno visto e la gioia che hanno provato. In questo c’è una dimostrazione dello stile di Dio, del suo modo di manifestarsi nella storia. L’esperienza di Dio non ci blocca, ma ci libera; non ci imprigiona, ma ci rimette in cammino, ci riconsegna ai luoghi consueti della nostra esistenza. I luoghi sono gli stessi, ma noi, dopo l’incontro con Gesù, non siamo quelli di prima. L’incontro con Gesù ci cambia”.

“Ogni esperienza di incontro con Gesù ci induce ad intraprendere vie diverse, perché da Lui proviene una forza buona che risana il cuore e ci distacca dal male. C’è una dinamica sapiente tra continuità e novità: si ritorna ‘al proprio paese’, ma ‘per un’altra via’. Questo indica che siamo noi a dover cambiare, a trasformare il nostro modo di vivere pur nell’ambiente di sempre, a modificare i criteri di giudizio sulla realtà che ci circonda. Ecco la differenza tra il vero Dio e gli idoli traditori, come il denaro, il potere, il successo…; tra Dio e quanti promettono di darti questi idoli, come i maghi, i cartomanti, i fattucchieri. Non vanno. La differenza è che gli idoli ci legano, ci fanno idoli-dipendenti a sé e noi ci impossessiamo di loro. Il vero Dio non ci trattiene né si lascia trattenere da noi: ci apre vie di novità e di libertà. I Magi non sapranno più nulla di quel Re nato a Betlemme, ma porteranno sempre nel cuore la novità e i frutti che l’incontro con Lui ha prodotto nella loro esistenza. Se incontri Gesù devi tornare a un’altra via”.

sexta-feira, 6 de novembro de 2020

I santi hanno fatto conoscere Gesù a tutte le persone che hanno incontrato lungo il loro cammino.

 

I santi hanno fatto conoscere Gesù a tutte le persone che hanno incontrato lungo il loro cammino. I santi sono riusciti a convertire o avvicinare a Gesù quanti erano distanti e lontani dalla verità, dal vangelo. I nostri santi martiri hanno conosciuto Gesù sempre e comunque, portando a lui quante più anime possibili, per questo sono venerati da tantissime persone in tutto il mondo!!!!!! Molti oggi dovrebbero capire, soprattutto per chi opera all'interno di una chiesa, di una
Parrocchia, di un santuario, che le porte devono aprirsi a tutti, coinvolgendo tutti, rendendo partecipi tutti, quante più persone possibili!!!! Senza creare posizioni, dualismi, conflittualità, litigi, prese di potere. I nostri santi martiri hanno stretto tutti nel nome del signore!!!! Hanno predicato il vangelo, la pace, la concordia, la fratellanza. Oggi non ci accorgiamo, o meglio non vogliamo comprendere come involontariamente creiamo delle barriere, dei muri invalicabili fatti di orgoglio, di pregiudizio, di invidia, di cattiveria, soprattutto da persone che si credono perfette o cristiane. Vogliamo soffermarci e riflettere sul servizio che offriamo a Gesù, perché chi serve il prossimo deve farlo in tutta umiltà, imitando i nostri santi e in devoto silenzio. Chi si costruisce posizioni per comandare su altri, o per dettare regole all'interno di una chiesa, non vale niente. Impegniamoci a leggere il vangelo e a metterlo in pratica, altrimenti è inutile stare in chiesa, potremmo anche dormirci , per stare più tempo al suo interno, a nulla servirebbe!!!!!!! Occorre la qualità.......non la quantità........la preghiera denota la fede, l'umiltà e la carità vanno di pari passo, una glorifica, l'altra santifica. La chiesa è la casa di Dio , il cristiano la frequenta e coinvolge altre persone,fa di tutto per riempirla, porta i giovani, perché quando esce dalla chiesa evangelizza all'esterno, non sparla !!! Il cristiano è colui che ricevendo la comunione diventa all'esterno della chiesa ostensorio vivente per tutti gli altri cristiani!!!! Il cristiano non mette zizzania, ma cerca di fare crescere il numero di coloro che frequentano la chiesa e di coinvolgerli in tutte le attività organizzate in parrocchia.

“Seguire Gesù ci fa conoscere Gesù”

 

“Seguire Gesù ci fa conoscere Gesù”

 

Per conoscere Gesù non basta il catechismo, bisogna seguirlo come discepoli

Gesù si conosce seguendolo, prima che studiandolo.  Ogni giorno Cristo ci domanda “chi” Lui sia per noi, ma la risposta è possibile darla vivendo come suoi discepoli.
Lo ha affermato Papa Francesco all’omelia della Messa celebrata il 20 Febbraio 2014 in Casa Santa Marta.

È una vita da discepolo, più che una vita da studioso, che permette a un cristiano di conoscere davvero chi sia Gesù per lui. Un cammino sulle orme del Maestro, dove possono intrecciarsi testimonianze limpide e anche tradimenti, cadute e nuovi slanci, ma non solo un approccio di tipo intellettuale. Per spiegarlo, Papa Francesco prende a modello Pietro, che il Vangelo del giorno ritrae contemporaneamente nelle vesti di “coraggioso” testimone – colui che alla domanda di Gesù agli Apostoli: “Chi dite che io sia per voi?”, afferma: “Tu sei il Cristo” – e subito dopo in quelle di avversario, quando ritiene di dover rimproverare Gesù che ha appena annunciato di dover soffrire e morire, per poi risorgere. “Tante volte”, osserva il Papa, “Gesù si rivolge a noi e ci domanda: ‘Ma per te chi sono io?’”, ottenendo “la stessa risposta di Pietro, quella che abbiamo imparato nel catechismo”. Ma non basta:
“Sembra che per rispondere a quella domanda che noi tutti sentiamo nel cuore – ‘Chi è Gesù per noi?’ – non è sufficiente quello che noi abbiamo imparato, studiato nel catechismo, che è importante studiarlo e conoscerlo, ma non è sufficiente. Per conoscere Gesù è necessario fare il cammino che ha fatto Pietro: dopo questa umiliazione, Pietro è andato con Gesù avanti, ha visto i miracoli che Gesù faceva, ha visto il suo potere, poi ha pagato le tasse, come gli aveva detto Gesù, ha pescato un pesce, tolto una moneta, ha visto tanti miracoli del genere. Ma, a un certo punto, Pietro ha rinnegato Gesù, ha tradito Gesù, e ha imparato quella tanto difficile scienza – più che scienza, saggezza – delle lacrime, del pianto”.
Pietro, prosegue Papa Francesco, chiede perdono a Gesù e nonostante ciò, dopo la Risurrezione, si sente interrogare per tre volte da Lui sulla spiaggia di Tiberiade, e probabilmente – dice il Papa – nel riaffermare l’amore totale per il suo Maestro piange e si vergogna nel ricordare i suoi tre rinnegamenti:
“Questa prima domanda – ‘Chi sono io per voi, per te?’ – a Pietro, soltanto si capisce lungo una strada, dopo una lunga strada, una strada di grazia e di peccato, una strada di discepolo. Gesù a Pietro e ai suoi Apostoli non ha detto ‘Conoscimi!’ ha detto ‘Seguimi!’. E questo seguire Gesù ci fa conoscere Gesù. Seguire Gesù con le nostre virtù, anche con i nostri peccati, ma seguire sempre Gesù. Non è uno studio di cose che è necessario, ma è una vita di discepolo”.
Ci vuole, insiste Papa Francesco, “un incontro quotidiano con il Signore, tutti i giorni, con le nostre vittorie e le nostre debolezze”. Ma, aggiunge, è anche “un cammino che noi non possiamo fare da soli”. È necessario l’intervento dello Spirito Santo:
“Conoscere Gesù è un dono del Padre, è Lui che ci fa conoscere Gesù; è un lavoro dello Spirito Santo, che è un grande lavoratore. Non è un sindacalista, è un grande lavoratore e lavora in noi, sempre. Fa questo lavoro di spiegare il mistero di Gesù e di darci questo senso di Cristo. Guardiamo Gesù, Pietro, gli apostoli e sentiamo nel nostro cuore questa domanda: ‘Chi sono io per te?’. E come discepoli chiediamo al Padre che ci dia la conoscenza di Cristo nello Spirito Santo, ci spieghi questo mistero”.

Il nocciolo della vita eterna è conoscere Dio e conoscere Gesù Cristo

 Conoscere Gesù

Il nocciolo della vita eterna è conoscere Dio e conoscere Gesù Cristo

La conoscenza di Dio è un rapporto con una Persona;
è un rapporto d'amore profondo con Dio.

Per mezzo di questo rapporto, Dio rivela la Sua volontà e t'invita a collaborare con Lui.
Quando tu ubbidisci, Dio compie qualcosa tramite te, che solo Lui può fare.

PAPA FRANCESCO: I passi per conoscere Gesù

 


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PAPA FRANCESCO

MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA
DOMUS SANCTAE MARTHAE

I passi per conoscere Gesù

Giovedì, 25 ottobre 2018

 

(da: L'Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLVIII, n.244, 26/10/2018)

«Sarà una bella abitudine se tutti i giorni, in qualche momento, potessimo dire: “Signore, che ti conosca e mi conosca” e così andare avanti». È il suggerimento proposto da Papa Francesco nella messa celebrata giovedì 25 ottobre a Santa Marta. Non servono «cristiani a parole» che dicono il Credo «a pappagallo», ha affermato il Pontefice, invitando a vivere l’esperienza di sentirsi sul serio peccatori.

«Se qualcuno — ha esordito Francesco — ci domanda “chi è Gesù Cristo”, noi sicuramente diremo quello che abbiamo imparato nella catechesi, come lui è venuto a salvare il mondo, diremo la vera dottrina su Gesù: è il salvatore del mondo, il Figlio del Padre, Dio, uomo, quello che recitiamo nel Credo». Ma, ha fatto presente, «un po’ più difficile sarà rispondere alla domanda: “È vero, ma per te, chi è Gesù Cristo?”». E questa è una «domanda» che «ci mette un po’ in imbarazzo, perché devo pensare e arrivare al mio cuore per dare la risposta».

Dunque, ha rilanciato il Papa, «per me, chi è Gesù Cristo? La conoscenza di Gesù Cristo che io ho, quale è? Quando dico che per me Gesù Cristo è il Salvatore, è così — ha affermato il Pontefice — ma ognuno di noi deve rispondere anche dal cuore, quello che sa e sente di Gesù Cristo, perché tutti sappiamo che è il salvatore del mondo, che è il Figlio di Dio, che è venuto sulla terra per salvarci, e anche possiamo raccontare tanti passi del Vangelo».

Resta, però, la domanda diretta: ma «per me» chi è Gesù Cristo? Proprio «questo è il lavoro di Paolo» ha spiegato Francesco in riferimento al passo liturgico tratto dalla lettera agli Efesini (3, 14-21), facendo notare che l’apostolo «ha questa inquietudine di trasmettere la propria esperienza di Gesù Cristo». In effetti, ha insistito Francesco, Paolo «non ha conosciuto Gesù Cristo cominciando dagli studi teologici; poi, è andato a vedere come nella Scrittura era annunciato Gesù Cristo». Al contrario, «lui ha conosciuto Gesù Cristo per propria esperienza, quando è caduto da cavallo, quando il Signore gli ha parlato al cuore, direttamente». E «quello che Paolo ha sentito vuole che noi cristiani lo sentiamo».

Se fosse possibile domandare a Paolo «chi è Cristo per te?», ecco che, ha affermato il Papa, lui racconterebbe «la propria esperienza, semplice: “Mi amò e si è consegnato per me”». Ma Paolo «è coinvolto con Cristo, che ha pagato per lui», e «questa esperienza Paolo vuole che i cristiani — in questo caso i cristiani di Efeso — la abbiano, entrino in questa esperienza al punto che ognuno possa dire: “Mi amò e si consegnò per me”». Però è importante «dirlo con l’esperienza propria» ha suggerito il Papa.

Francesco ha voluto rileggere un passo della lettera agli Efesini proposta come prima lettura: «Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere — lì va Paolo — quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio».

«Paolo vuole condurre tutti noi a questa esperienza» ha spiegato il Pontefice, perché è «l’esperienza che lui ha avuto di Gesù Cristo: l’incontro con Gesù Cristo gli ha fatto capire questa cosa grande».

Ma «come si può arrivare a questo, qual è la strada?» è la questione proposta dal Papa. Forse, ha aggiunto, «devo recitare il Credo tante volte? Sì, ma non è proprio la migliore strada giusta per arrivare a questa esperienza: aiuterà, ma non è quella giusta». Infatti, ha affermato Francesco, «Paolo quando dice che Gesù si è consegnato per lui, che è morto per lui, vuole dire “ha pagato per me” e racconta tante volte nelle sue lettere la propria esperienza: “Io ero un peccatore”, “io perseguitavo i cristiani”».

Per farlo, ha proseguito il Papa, egli «parte dal proprio peccato, dalla propria esistenza peccatrice, e la prima definizione che dà Paolo di se stesso è “peccatore”: scelto per amore, ma peccatore». Così, ha fatto presente il Pontefice, «il primo passo per la conoscenza di Cristo, per entrare in questo mistero, è la conoscenza del proprio peccato, dei propri peccati».

«Tutti noi ci accostiamo al sacramento della riconciliazione e noi diciamo i nostri peccati» ha proseguito Francesco. «Ma — ha specificato — una cosa è dire i peccati, riconoscere i peccati e un’altra cosa è riconoscersi “peccatore”, di natura “peccatore”, capace di fare qualsiasi cosa». Insomma, «riconoscersi una sporcizia». E «Paolo ha questa esperienza».

Ci vuole, perciò, la consapevolezza che «il primo passo per la conoscenza di Gesù Cristo è la conoscenza propria, della propria miseria, che ha bisogno di essere redenta, che ha bisogno di qualcuno che paghi: paghi il diritto a dirsi “figlio di Dio”». In realtà, ha spiegato il Papa, «tutti lo siamo, ma» per «dirlo, sentirlo, c’era bisogno del sacrificio di Cristo e, partendo da questo, Paolo va avanti con queste esperienze religiose che lui ha, una dietro l’altra, tramite la preghiera e la carità».

Ecco allora, ha riaffermato il Pontefice, che «il primo passo» è «riconoscersi peccatori, ma non in teoria, in pratica». Dire «ho incominciato a fare questo, mi sono fermato, ma se io fossi andato più su questa strada, sarei finito male, molto male» è «la radice del peccato che ti porta avanti». Dunque «il primo passo è questo: riconoscersi peccatore e dire a se stesso le proprie miserie, vergognarsi di se stesso: è il primo passo».

«Il secondo passo per conoscere Gesù è la contemplazione, la preghiera» ha affermato il Papa, proponendo la semplice invocazione: «“Signore, che io ti conosca”». E aggiungendo che «c’è una preghiera bella, di un santo: “Signore, che ti conosca e mi conosca”». Si tratta, ha spiegato Francesco, di «conoscere se stessi e conoscere Gesù». E «qui si dà questo rapporto di salvezza: la preghiera» ha rilanciato il Pontefice, invitando a «non accontentarsi con il dire tre, quattro parole giuste su Gesù» perché «conoscere Gesù è un’avventura, ma un’avventura sul serio, non un’avventura da ragazzino».

Conoscere Gesù, ha proseguito il Papa, «è un’avventura che ti porta tutta la vita, perché l’amore di Gesù è senza limiti». Lo ricorda Paolo sempre nella lettera agli Efesini: «Quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità» è un’espressione per indicare, appunto, che «non ha limiti». 

Ma «questo soltanto con l’aiuto dello Spirito Santo possiamo trovarlo: è l’esperienza di un cristiano». E «Paolo stesso lo dice: Lui ha tutto il potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare. Ha la potenza di farlo». Però «dobbiamo domandarlo: “Signore, che io ti conosca; che quando io parlerò di te, dica non parole da pappagallo, dica parole nate nella mia esperienza, e come Paolo possa dire: “Mi amò e si è consegnato per me” e dirlo con convinzione». Proprio questa è la nostra forza, questa è la nostra testimonianza».

«Cristiani di parole, ne abbiamo tanti; anche noi, tante volte lo siamo» ha messo in guardia Francesco. Ma «questa non è la santità: santità è essere cristiani che operano nella vita quello che Gesù ha insegnato e quello che Gesù ha seminato nel cuore». Per farlo occorre «conoscere Gesù» con «quella conoscenza che non ha limiti: l’altezza, la lunghezza, la pienezza, tutto».

Il «primo passo» ha ripetuto il Papa, resta «conoscere se stessi peccatori: senza questa conoscenza, e anche senza questa confessione interiore che sono un peccatore, non possiamo andare avanti». Poi, ha ricordato, il «secondo passo» è «la preghiera al Signore che, con la sua potenza, ci faccia conoscere questo mistero di Gesù che è il fuoco che lui ha portato sulla terra».

 

Come Cercare la Presenza di Gesù Cristo nella Tua Vita


Se vuoi incontrare la vita in questo mondo oscuro, allora devi trovare Gesù. Se lo cerchi assiduamente nella preghiera, rivelando la sua esistenza, ti condurrà per mano nella scoperta della verità all’interno della tua vita. Questo articolo ti aiuterà a conoscere Gesù, arrivando a stabilire una relazione personale con lui.

Passaggi

  1. Immagine titolata Seek the Presence of Jesus Christ in your Life Step 1
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    Abbandona lo stile di vita mondano e in ginocchio invoca Dio. Le persone vivono una vita all’insegna delle futilità mondane, su cui hanno plasmato i loro sogni, obiettivi e desideri. Inoltre, soffrono di gravi crisi depressive che rendono buia e senza speranza la vita. Tuttavia, se sei umile e invochi Dio con pentimento, lui ti ascolterà e ti parlerà, aiutandoti come ha fatto con me. È necessario, però, mettere Gesù al primo posto nella vita e cercare di stabilire un rapporto con lui per poter riconoscere la sua voce. Devi essere disposto ad aprire il cuore all’amore di Cristo…
  2. Immagine titolata Seek the Presence of Jesus Christ in your Life Step 2
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    Cerca Gesù nella preghiera. Invocalo e ti ascolterà, dandoti le risposte che cerchi se è questo che vuoi! Perciò, chiedigli di salvarti e di perdonare i peccati che hai commesso in modo che ti renda puro come la neve e ti liberi dai tuoi peccati. Pregando Gesù, ti pentirai e sceglierai di metterlo in cima alla scala dei tuoi valori. Lui ti darà pace, una pace profonda, e la depressione e le tenebre scompariranno immediatamente, come ha fatto con me…
  3. Immagine titolata Seek the Presence of Jesus Christ in your Life Step 3
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    Attendi che Gesù ti parli. Ti parlerà quando tu parlerai a lui. Ti mostrerà il modo in cui portargli rispetto e porre fede in lui, facendoti abbandonare questo stile di vita. Ti farà capire che, per agire con serietà, è necessario mettere da parte il proprio modo di vivere per prendere la croce e seguirlo! Ti farà vedere che nessun peccato abita nel regno dei cieli e che, solo se ci pentiamo e giungiamo a un rapporto personale con lui, possiamo passare attraverso la porta stretta che conduce alla vita!
  4. Immagine titolata Seek the Presence of Jesus Christ in your Life Step 4
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    Pentiti dei tuoi peccati. Gesù saprà comunicarti il perdono di tutti i peccati passati e, in caso di altri errori, riceveremo da lui un nuovo perdono, se ci pentiamo e smettiamo di commetterli. A ogni modo, non dobbiamo continuare a vivere nel peccato, altrimenti rischiamo lo smarrimento, spegnendoci in una caduta peccaminosa che, in mancanza di pentimento, ci porta all’inferno…
  5. Immagine titolata Seek the Presence of Jesus Christ in your Life Step 5
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    Ascolta Gesù e lascia che ti mostri la verità. Egli sa e ci mostra come le persone cadono all’inferno a causa del loro pentimento che, giunto in ritardo, non permette di conoscere il figlio di Dio a fondo. Molti non vogliono avere un rapporto con lui, ma preferiscono studiare la Bibbia e basare la propria dottrina sui versi invece di abbandonarsi alla sua lettura e cercare Gesù nella vita attraverso la preghiera e l’impegno, proprio come si farebbe con una persona reale, perché Gesù è una persona reale che dal cielo, dove vive, ascolta e parla con noi. Leggi e obbedisci alle parole di Gesù nella Bibbia…
  6. Immagine titolata Seek the Presence of Jesus Christ in your Life Step 6
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    Battezzati nel nome di Gesù il Messia e chiedigli in dono lo Spirito Santo. Dio ti concederà questo dono per darti il potere celeste di realizzare la sua volontà sulla terra. E il segno più comune di questo dono è quello di iniziare a parlare nelle lingue conferite dallo Spirito Santo. Potrai esprimere la tua preghiera in queste lingue, rendendola molto potente in virtù dell’intervento dello Spirito Santo.