sexta-feira, 30 de outubro de 2020

Cardinal Carlo Caffarra, S. TERESA DI GESU’ BAMBINO E DEL VOLTO SANTO: “LA MIA VOCAZIONE E’ L’AMORE”

 S. TERESA DI GESU’ BAMBINO E DEL VOLTO SANTO:

“LA MIA VOCAZIONE E’ L’AMORE”
Palazzo Roverella: 6 giugno 1997
Inaugurazione Mostra su S. Teresa del B.G. - Happening dei Giovani

 La figura di S. Teresa è uno dei grandi “enigmi” della santità cristiana. Durante la vita, che cosa ha fatto? nulla degno di particolare attenzione, secondo le persone che con lei vissero. Muore giovanissima, senza aver svolto particolari funzioni nella sua comunità. Eppure Teresa era consapevole di aver ricevuto da Dio una missione straordinaria e voleva che i suoi scritti fossero pubblicati quanto prima, dopo la sua morte. Raramente un santo ha ricevuto dai papi riconoscimenti simili a quelli ricevuti da Teresa. Ma allora, quale è il segreto di questa vita? Che cosa realmente costituisce la sua grandezza straordinaria nel mondo dello spirito e della santità cristiana? E’ certamente difficile rispondere a questa domanda, perché è difficile “entrare” nel mistero di una persona. Ma, come dicevo, Teresa ha scritto di sé o riteneva questi scritti assai importanti per capire quel messaggio che ella ha voluto trasmettere alla Chiesa. E qui tocchiamo subito un punto assai importante per tutta la nostra riflessione. La missione di Teresa, il suo carisma fu di rinnovamento della Chiesa, nel modo con cui i santi rinnovano la Chiesa: dal di dentro, nella sua (della Chiesa) vita e non nelle sue strutture. I Santi rinnovano la Chiesa, non una migliore organizzazione o una estensione della sua burocrazia.

 Perché la rinnovano? Perché la riportano ad un contatto più profondo con ciò che dà origine alla sua vita: l’auto-donazione di Cristo sempre presente eucaristicamente in essa. Il santo è tanto più grande quanto più la sua vita coincide colla sua missione. Cominciamo a penetrare nel “mistero” di Teresa: ella ha una coscienza assai viva di una missione affidatale da Dio e la sua vita diventa questa stessa missione. Cioè: Teresa certamente scrive, come dissi, per far conoscere la sua dottrina. Ma Ella soprattutto vive un’esperienza di fede, di cui gli scritti sono testimonianza. 

E ciò che essa dice alla Chiesa, dice all’uomo, lo dice colla sua esperienza di fede. Ho detto “all’uomo”. La Chiesa infatti è l’umanità redenta, ed Essa è come lievito che tende a fermentare tutta la massa di farina. Teresa ha la missione di rinnovare la Chiesa, perché Questa sia in grado di portare il Vangelo a chi non crede. Ma siamo così riportati alla domanda di prima: quale è la particolare missione di Teresa? Che senso ha nel mondo contemporaneo il suo carisma? Cercherò di rispondere a queste due domande, dividendo in due parti la mia riflessione.

1. La missione di Teresa. Francesco chiedeva di vivere il Vangelo sine glossa: puramente, semplicemente. Ignazio chiedeva di essere pura disponibilità che si mette completamente a disposizione, perché Cristo compia attraverso di lui la sua opera di salvezza. Teresa vive un’identica esperienza. Ella va al Vangelo, al Vangelo puro e semplice e chiede di esserne completamente pervasa. 

E che cosa è il Vangelo per Teresa? Per Francesco è l’umiltà di Dio, la sua povertà; per Ignazio è la “fatica” di Dio che in Cristo redime l’uomo. Per Teresa è il puro, gratuito, incondizionato Amore del Padre. Teresa afferma il primato assoluto della Grazia del Padre. La Grazia, cioè l’incomprensibile decisione del Padre di amarci come il Padre ama il Figlio nello Spirito Santo. Che cosa significa “primato assoluto” della Grazia? Che cosa significa “incondizionato Amore del Padre”? Significa che all’origine del nostro rapporto con Dio non sta l’incontro di due libertà che decidono di “allearsi” su un piano di parità. 

No: significa che il nostro rapporto con Dio è posto in essere dalla sola iniziativa di Dio, una iniziativa che non ha nessuna altra spiegazione se non il “beneplacito della sua volontà”, cioè la sua grazia. Teresa ha visto questo con una chiarezza tale, che forse nessuno prima di Lei aveva percepito.
 Ed allora che cosa è chiesto all’uomo in primo luogo? è chiesto di credere a questo amore, di lasciarsi amare. Tutta la vita cristiana in fondo consiste, per Teresa, in due parole soltanto, parole molto semplici ma difficili a viversi: “lasciarsi amare”. Questo è tutto il Vangelo!

Il nostro peccato è uno solo: non crediamo all’amore. Santa Teresa ci ha creduto, e ci ha creduto così da poter fondare su questa fede tutta la sua vita, ogni sua certezza

E da questa certezza dell’amore divino in lei è derivato il potersi donare senza misura, senza ripiegamenti verso di sé. Sapeva e sentiva che proprio nel donarsi fino in fondo ella avrebbe vinto, perché Dio viveva in lei. Abbandono dunque allo Spirito, allo Spirito del Cristo, che vive in noi. 

La virtù che risplende soprattutto in santa Teresa è un aspetto fondamentale del suo amore, un aspetto particolare che noi dovremmo cercare di studiare più profondamente, perché veramente in questo c’è per noi anche un insegnamento più concreto e più semplice di vivere la santità: l’abbandono in Dio, che suppone la fede nell’amore di Dio.

 Se tu sai di essere amato, ti puoi abbandonare a chi ti ama; se non sai di essere amato non ti abbandoni perché hai paura, paura che Egli non ti salvi, che Egli non voglia il tuo bene. Ma devi essere sicuro di essere amato.
 Vedete come in fondo il Vangelo si riduce a una cosa semplicissima: non si tratta nemmeno per noi di amare, perché siamo incapaci di amare, se in noi non vive il Cristo, se in noi non vive lo Spirito Santo. Ma una cosa ci è chiesta: di credere all’amore. Come tutta la vita cristiana si identifica in questo credere di essere amati, così anche la nostra vita spirituale consiste nel lasciarsi amare, nell’abbandonarsi a questo amore, senza titubanze e angosce.
 Così ha vissuto Teresa anche gli ultimi mesi, quando  tentazioni contro la fede si susseguivano in lei in un modo terribile, giorno per giorno, e le sembrava che tutto fosse vuoto, che tutto fosse menzogna, le sembrava di precipitare in un pozzo profondo, come se Dio non ci fosse. 

Ha creduto all’amore e ha vinto perché si è abbandonata a questo Dio che la conduceva per un cammino di terribili angosce, di terribile vuoto, di un senso pauroso del nulla. Ha vinto perché ha amato, e ha amato perché ha creduto all’amore.”

 Ma qualcuno potrebbe chiedersi. E questa riscoperta che Teresa fa del nucleo essenziale del Vangelo, che cosa ha a che fare con la Chiesa? Non si era forse parlato di una missione ecclesiale di Teresa? Questa percezione che Teresa ha, rende Teresa una persona che non vive solamente nella o per la Chiesa, ma che diventa la Chiesa stessa. E qui ancora una volta, Teresa è unica.
 

Se a lei è chiesto di lasciarsi solo amare, di essere solo pura disponibilità all’amore del Padre, allora in lei l’impossibilità diventa possibile: ella ama nel modo e nella misura con cui il Padre in Cristo ha amato il mondo. E quale è questo modo? la pura gratuità. E quale è questa misura? illimitata. L’impossibile diventa possibile: Teresa divenendo nulla (cioè lasciandosi solo amare) può divenire tutto. Ella può collocarsi là dove nasce la Chiesa, scaturisce tutta la vita della Chiesa.

“Così è Teresa: ella non vive in una unione di amore solo con le sue consorelle. Se fosse così la sua capienza sarebbe molto limitata, non sarebbe una carità universale come la carità tende ad essere, perché la carità non può dar misura, non può dar limite, di per sé è universale. Ella, infatti, proprio perché vive la stessa carità del Cristo, vive una carità che non conosce limite in sé. Ama gli apostati dalla Chiesa, ama i missionari, ama i peccatori, e per loro dona tutta la vita. Vuole essere la tavola di salvataggio a cui possono aggrapparsi tutti i peccatori, pur di essere salvi. Non le interessa della propria salvezza, ma le interessa la salvezza anche dell’ultimo dei peccatori. Teresa non dubita mai, perché anche questo è proprio dell’amore.
 

Se tu dubiti, dubiti di essere amato, dubiti dell’amore che Dio ha per te. Ella non ha dubitato. La sua preghiera è stata una preghiera senza esitazioni. Quello che chiedeva sapeva di poterlo ottenere, sapeva che lo doveva ottenere, e realmente lo otteneva: era la tavola di salvataggio.
 Voi sapete che ha avuto la prova di essere stata ascoltata da Dio nella sua preghiera, quando chiese la salvezza di un condannato a morte. Il condannato a morte fino all’ultimo istante rifiutò di avere un rapporto col cappellano, rifiutò di avere il perdono di Dio. Nell’istante medesimo in cui metteva il capo nella ghigliottina, il condannato si ridestò come dal sonno, e baciò la croce. Teresa ebbe in quel gesto il segno che anche questo condannato, che aveva rifiutato Dio fino all’ultimo istante, nell’ultimissimo istante si era convertito per la sua preghiera.”

 Teresa è apostolo; è contemplativa; è vergine; è sposa: ha voluto tutto ed ha ottenuto tutto, poiché si è posta là dove tutto deriva: l’amore del Padre, e non ha più voluto porre niente di se stessa. E’ divenuta l’intera Chiesa.

2. Per l’uomo di oggi. Teresa ha vissuto gli ultimi mesi della sua vita tormentata, fino alla disperazione, da terribili tentazioni contro la fede: la piccola Teresa ha vissuto in sé il dramma dell’uomo di oggi. Quale? quello dell’incredulità intesa come “sospetto” nei confronti della paternità di Dio.
E’ l’originaria tentazione della Genesi: Dio è invidioso dell’uomo e da Lui occorre difendersi. L’ateismo moderno nasce dal postulato che la libertà dell’uomo si può affermare solo dalla lontananza da Dio. Tutta la modernità nasce dal presupposto che la vita umana su questa terra possa costruirsi, debba istruirsi “come se Dio non ci fosse”: è il rifiuto del Padre.
 E qui Teresa è veramente contemporanea spirituale dei due più grandi profeti di questo dramma dell’uomo di oggi, ora inevitabilmente trasformatosi nella vacua farsa  dell’indifferentismo: di Dostoevskij e di Kafka. Mi limito al secondo: mi riferisco al racconto scritto pochi mesi prima della morte, La Tana (Der Brau).
 E’ la storia di un animale, una specie di talpa, che si chiude in un proprio covo sotterraneo, in un vero e proprio labirinto, per proteggere la propria pace e la propria vita contro le minacce sempre incombenti di un invisibile nemico. E’ un racconto straordinario: esso ci descrive in un modo allucinante l’inquieto andirivieni dell’animale che organizza il suo universo sotto terra. Esso spia e ausculta tutti i movimenti e rumori di possibili nemici nascosti e vive in un angoscia continua, perché nella sua tana c’è incertezza, rischio e minaccia. Ma, nello stesso tempo, la tana diventa anche protezione, riposto e pace. Ed in questa ambiguità sta tutta la potenza espressiva del simbolo.
 Tuttavia, in questo labirinto che ciascuno di noi cerca di costruirsi, la talpa capisce che “Es kommu jenand heran” qualcuno sopravviene. Chi? la morte, il nulla eterno in cui sprofondiamo.
 In questa pagina kafkiana è descritto in modo unico quella sorte di “vertigine” che l’uomo prova di fronte a sé: una vertigine che lo porta a buttarsi sempre più nell’abisso della propria soggettività, colla paura ed angoscia di farlo. Che cosa sta all’origine della Tana? Kafka scrisse una lettera tremenda a suo Padre, che però non ebbe mai il coraggio di spedire. 

La vera perdita, il vero dramma dell’uomo è stato di aver rifiutato di credere al volto del Padre, di credere che Dio lo ama. E’ il nichilismo che prima si espresse in un impegno senza limiti per costruire finalmente la vera società (le utopie) ed ora - né poteva essere diversamente - si è trasformato in una farsa vacua.
Nessuno come Kafka ha espresso con tanta potenza la situazione dell’uomo che ha perduto il senso della Paternità di Dio: Teresa ha vissuto questo stesso dramma nella sua persona, proprio nei momenti della sua morte. Ci sono parole e frasi di Teresa quasi identiche a quelle di Kafka. E che cosa ha fatto? ha creduto all’amore ed in questa fede ha salvato in Cristo il nostro mondo.

Conclusione
 Questa mostra allora non è un momento di evasione: è la proposta di incontro con una persona che ci ha riportati all’essenza stessa della Chiesa: credere e lasciarsi amare da Dio in Cristo. Spero che noi tutti impareremo da Teresa a credere e lasciarsi amare. Tutto il cristianesimo sta qui, anche se poi credere all’amore prende corpo nella vocazione propria di ciascuno. E Teresa ha vissuto questo come passione dell’uomo di oggi. In fondo, anche la Grande Missione nasce dalla stessa passione per l’uomo: impedirgli di perdersi, annunciando che Dio comunque lo ama.

 


quinta-feira, 29 de outubro de 2020

Il grande insegnamento di Karol Wojtyla 4 - Un uomo di preghiera

venerdì 19 giugno 2020

Curatore:
Leonardi, Enrico
Fonte:
 

B) KAROL WOJTYLA HA VISSUTO INTENSAMENTE NELLA PREGHIERA L'INCONTRO PERSONALE CON DIO.

In un contesto storico e sociale che promuove un nuovo umanesimo senza Dio, fin dai tempi della sua tesi di dottorato su san Giovanni della Croce Wojtyla – ci dice Weigel a pag. 108 della sua biografia, Testimone della speranza - metteva l'accento sulla natura personale dell'incontro dell'uomo con Dio, in cui i credenti trascendono i limiti della loro esistenza creaturale in modo tale da divenire più autenticamente se stessi. Tale incontro con il Dio vivente non è monopolio dei mistici. È il centro di ogni vita cristiana.
L'esperienza mistica rivela cose importanti sulla via che porta a Dio e sulla natura della nostra comunione con Lui.

Essa ci insegna, per esempio, che la più alta sapienza cui ci è possibile pervenire sta nel sapere che non possiamo «oggettivare» la nostra conoscenza di Dio, perché non si giunge a conoscere Dio come si giunge a conoscere un oggetto (un albero, una palla, un'automobile). Si giunge a conoscere Dio, piuttosto, come si giunge a conoscere un'altra persona, attraverso il reciproco darsi.

Come due persone che si amano giungono a vivere l'una «dentro» l'altra senza perdere la propria inconfondibile identità, Dio giunge a vivere dentro di noi, e noi giungiamo ad abitare, in un certo senso, «dentro Dio», senza che la radicale differenza fra Creatore e creatura vada perduta.

Così Wojtyla interpretava lo sconvolgente insegnamento di san Giovanni della Croce, per il quale meta della vita cristiana è divenire Dio per partecipazione.

La tesi di Wojtyla traeva altre tre conclusioni.

Primo: poiché Dio non può essere conosciuto come si conosce un oggetto, ci sono limiti alla razionalità quale approccio al mistero di Dio. La ragione può sapere che Dio esiste, ma la ragione naturale non può dirci tutti gli attributi del Dio della Bibbia.

Secondo: la fede è un incontro personale con Dio. La fede non ci permette di «afferrare» chi è Dio intellettualmente, perché questo significherebbe che essa gode di una posizione superiore a Dio. L'incontro con Dio nella fede ci insegna piuttosto che questa «non-oggettivabilità» di Dio è una dimensione di Dio-in-sé. È questa la ragione per cui possiamo parlare di Dio come «persona» e di un incontro personale con Dio.

Terzo: la comunione mistica - conclude Wojtyla, - è, piuttosto che un «culmine» emozionale, un'esperienza di comunione, di «essere-con», che trascende completamente le convenzioni della nostra esistenza creaturale.

Documentário Fantástico ~ São João Paulo II. L'insegnamento di Giovanni Paolo II che vi cambierà la vita.

 


line break iconL'insegnamento di Giovanni Paolo II che vi cambierà la vita




Winston Vargas | CC BY-NC 2.0

padre Michael Rennier - pubblicato il 30/10/17

Non l'ha solo insegnato, lo ha anche vissuto, perfino da famoso Papa globetrotter

La vita di Papa San Giovanni Paolo II è stata straordinaria. Da giovane sacerdote nella Polonia degli anni Cinquanta del Novecento sopravvissuto alle brutalità del comunismo è diventato il Papa amatissimo che radunava le folle, uno dei Pontefici più famosi e influenti della sua generazione.

In tutto questo, non ha mai perso il suo tocco personale. Ad esempio, dopo che Mehmet Ali Agca gli aveva sparato provando ad assassinarlo nel 1981 è andato a trovare il suo attentatore in carcere per perdonarlo.

Da giovane era anche noto per il fatto di guidare ritiri con piccoli gruppi di amici o parrocchiani sulle montagne, dove aveva molto tempo per stringere rapporti personali.

È significativo che si dedicasse molto ai rapporti individuali, nonostante le sue crescenti responsabilità al servizio della Chiesa. Per quanto mi riguarda, sono solo un parroco a cui è richiesto ben meno di ciò che veniva chiesto a lui, ma ci sono  momenti  in cui sono così stanco che vado in camera mia, chiudo la porta e mi faccio una scorpacciata di Netflix. È ammirevole che un uomo come Giovanni Paolo II riuscisse a trovare il tempo per coltivare gli incontri personali quando sarebbe stato semplicissimo perdersi nel trambusto del Vaticano.




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San Giovanni Paolo II, la vita di un Papa santo

La disponibilità a trovare del tempo per l’amicizia sembra rara tra noi. I social media riescono a collegare a modo loro, ma qualsiasi persona onesta sa che non è lo stesso di una conversazione faccia a faccia. È per questo che molte persone, quando vengono interpellate al riguardo, affermano di trovare la nostra era tecnologica disumanizzante.

Ci sono molti altri fattori che ci impediscono di collegarci agli altri, ad esempio il modo in cui spesso ci dividiamo nei campi “noi” e “loro”, soprattutto sui social media, o il modo in cui le lunghe giornate lavorative, unite a percorsi altrettanto lunghi, risucchiano tutte le nostre energie. È facile che passino giorni senza che si sia avuto un vero rapporto umano.

È per questa ragione che Giovanni Paolo II è così affascinante. Per via dei suoi tanti impegni potremmo pensare che avesse solo pochi amici stretti o che lottasse per mantenere i rapporti con le persone, ma non sembra essere stato così, e la gente che lo ha incontrato ha sempre sentito di aver ricevuto tutta la sua attenzione. Era davvero intenzionato a raggiungere gli altri e a conoscerli. In tutti i suoi tanti libri e insegnamenti, questo grande uomo sottolineava un semplice elemento capace di cambiare la vita: ogni persona merita di essere amata.

Nel suo libro Amore e responsabilità ha scritto che una persona dev’essere trattata come oggetto d’amore, non come oggetto d’uso. Ciò è vero per qualsiasi incontro che abbiamo con un’altra persona, sia questa un familiare, un collega, un amico, un estraneo o un nemico.

Il modo in cui Giovanni Paolo II ha vissuto è un esempio di questo. Per lui, il problema dello sviluppo vertiginoso della tecnologia,della politicizzazione di qualsiasi cosa o dell’investire troppo tempo nel lavoro non era il fatto di superare qualche confine filosofico, ma di rendere le persone un oggetto.

Per conoscere davvero una persona dobbiamo fermarci e prenderci il tempo per collegarci a livello personale. La vita di San Giovanni Paolo II mostra che una vita felice non riguarda il fatto di aderire a un’ideologia o di provare che abbiamo ragione o siamo persone di successo – riguarda la gente. Ogni persona conta. Ogni persona è preziosa. La connessione e l’amicizia sono i modi in cui onoriamo tutto questo.


SAINT JOHN PAUL THE GREAT

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quarta-feira, 28 de outubro de 2020

Le rivelazioni a suor Maria Natalia Magdolna selezione di visioni e di messaggi di Gesù e della Madonna alla mistica ungherese

 (Suor) Maria Natalia Magdolna – Ungheria

Suor Maria Natalia Magdolna

Suor Maria Natalia, delle Suore di S. Maria Maddalena, nacque nel 1901 vicino a Pozsony, nell'attuale Slovacchia. I suoi genitori, di origine tedesca, erano artigiani.

Fin dalla più tenera età percepiva chiaramente la sua vocazione alla vita religiosa; così a diciassette anni entrò nel convento di Pozsony e verso i trentatre anni, dopo una breve permanenza in Belgio, visse nei conventi di Budapest e Keeskemet.

In Ungheria, iniziò ad avere locuzioni interiori e visioni sul destino di quel paese e del mondo, sebbene già da bambina avesse avuto intense esperienze mistiche. Questi messaggi sono una chiamata alla riparazione dei peccati, all'emendamento e alla devozione al Cuore Immacolato di Maria come Regina Vittoriosa del Mondo. La maggior parte di questi messaggi furono scritti tra il 1939 e il 1943.

Durante la seconda guerra mondiale, suor Natalia consigliò papa Pio XII di non recarsi a Castel Gandolfo, dove si trova la residenza pontificia estiva, perché sarebbe stato bombardato, cosa che in effetti avvenne agli inizi del 1944.

Quando il Cardinal Mindszenty nel 1945 fu eletto Primate d'Ungheria volle la costruzione di una cappella a Budapest e concesse il permesso per la fondazione di un nuovo ordine di religiose, il cui unico scopo era quello di fare riparazione e penitenza per i peccati della nazione ungherese, come chiesto da Gesù e dalla Madonna nei loro messaggi. Ma sfortunatamente la cappella non venne terminata e le autorità comuniste non solo proibirono la fondazione del nuovo ordine, ma dispersero quelli già esistenti.

Suor Natalia condivise il destino delle sue sorelle religiose e dovette vivere in clandestinità per molti anni, ma la sua vita mistica continuò e sotto la guida del suo nuovo direttore spirituale, nel 1981 iniziò a scrivere di nuovo il suo diario.

La religiosa offrì la sua vita per i sacerdoti quando entrò in convento. Il Signore accettò la sua offerta, e per questo sopportò incredibili sofferenze, sia nel corpo che nell'anima.

Suor Natalia morì il 24 aprile 1992, in odore di santità.

   


Le rivelazioni a suor Maria Natalia Magdolna

selezione di visioni e di messaggi di Gesù e della Madonna alla mistica ungherese

 

 

 

"Quando qualcuno chiese al Signore circa la fine del mondo [venne chiesto a Suor Natalia di porre la questione a Gesù; N.d.R.], Egli rispose: «La fine del peccato è vicina, ma non la fine del mondo. Presto avrà fine la perdizione di molte anime. Le mie parole si compiranno e ci sarà 'un solo gregge e un solo pastore'».

Ho visto persone di altre denominazioni entrare nella Chiesa purificata e santificata, ma solo dopo che il peccato sarà stato sconfitto e Satana incatenato".

 

"...sebbene sia la Santissima Vergine a dover preparare la pace per il mondo, quando Lei avrà terminato la sua missione, consegnerà tutto a Gesù. A sua volta Gesù darà la pace al mondo solo quando sarà «giunta l'ora». Questo è il segreto degli ultimi tempi, il segreto dell'era più felice che sta per arrivare".

 

"Quando vidi la Regina Vittoriosa del Mondo [è il titolo con cui la Madonna si presenta a suor Natalia; N.d.R.] e, sotto i suoi piedi, il mondo immerso nel peccato e circondato da una corona di spine, vidi un giglio emergere dalle spesse spine. Compresi che questo giglio simboleggia sia l'anima com'è ora, sia l'anima come sarà quando vivrà in paradiso. La Santissima Vergine mi disse che il giglio rappresenta la forza originale di un'anima, la parte di un'anima che ha conservato l'innocenza originale, la parte che il peccato non può sporcare. Questo giglio simboleggia la purezza che prevale sul peccato, nonostante tutto il male. Come risultato della «purificazione», l'umanità vivrà nella purezza e bellezza in cui il Padre creò il primo uomo.

Come la Santissima Vergine preparò il posto per il Salvatore nella sua prima venuta con la sua umiltà, purezza e saggezza, così sarà alla sua seconda venuta. Alla seconda venuta, quando il Padre celeste, per così dire, glorifica il mondo, Cristo trionferà! La sua vittoria è la vittoria della grazia e della misericordia, la vittoria dei raggi del sole sul gelido mondo".

 

"A quel tempo (durante la guerra) vidi in visione il Padre celeste. Il Suo viso rifulgeva di rabbia e nella Sua mano c'era un flagello infuocato con cui era pronto a purificare il mondo. Vidi che questo castigo avrebbe causato la morte di innocenti e peccatori. Ma nello stesso tempo vidi che la Santissima Vergine, insieme agli angeli e ai santi, intercedevano con lacrime per il mondo. Il Salvatore era tra il Padre e la folla implorante. Guardò la terra, poi si rivolse a me dicendo:

- «Di' ai Miei sacerdoti di proclamare ovunque: 'Se l'umanità non si converte e si pente, l'ira di Mio Padre non potrà più essere evitata; Egli punirà anche questo paese [l'Ungheria; N.d.R.]; la Mia parola deve essere presa in considerazione soprattutto dai sacerdoti, perché i loro peccati pesano più di quelli dei laici e provocano l'ira del Padre'».

Qualche tempo dopo il Salvatore mi disse:

- «Voglio dire alla Chiesa che un castigo terribile sarà inflitto su tre quarti del mondo, a causa dei peccati delle anime consacrate».

Il Signore si riferiva qui non al numero di peccati, ma alla loro importanza. Allo stesso tempo Egli si lamentò del ritardo nel cominciare la riparazione a livello mondiale..."

 

"Gesù mi mostrò in una visione che dopo la purificazione, l'umanità vivrà una vita pura e angelica. Finiranno i peccati contro il sesto comandamento, l'adulterio e anche le bugie. Il Salvatore mi mostrò che l'amore incessante, la felicità e la gioia divina saranno il segno del mondo futuro. Vidi la grazia di Dio riversarsi abbondantemente su tutta la terra, e Satana e il peccato completamente sconfitti. Dopo la grande purificazione, la vita dei religiosi e dei laici sarà piena di amore e purezza. Il mondo purificato godrà della pace del Signore attraverso la Santissima Vergine Maria. Ma il Signore non mi ha mai detto quando tutto questo avverrà". 

 

"Gesù mi disse anche che la Chiesa, purificata e rinnovata da sofferenze tanto grandi, si rivestirà di nuovo di umiltà e semplicità e sarà povera come ai suoi inizi.

Non ci saranno titoli, dati o comprati, né ranghi per distinguere l'uno dall'altro. Al posto di questo, lo spirito di santità penetrerà tutti i membri della Chiesa e tutti vivranno secondo lo spirito del Discorso della Montagna. Più ci avviciniamo alla fine del mondo, più si vivrà questa semplicità e questa povertà.

Dopo il castigo, non avrà alcun significato il costruire grandi palazzi e indossare abiti lussuosi. Tutti conosceranno i propri doveri e quindi i titoli non saranno necessari. Il titolo del sacerdote sarà: fratello sacerdote, e anche il Papa sarà chiamato Fratello Papa".

 

"Vidi che quando arriverà la pace gloriosa e regnerà l'amore, ci sarà solamente «un solo gregge e un solo pastore». Maria, la Madre di tutti i credenti, guiderà la vita spirituale delle anime, apparendo sotto varie forme. Lei sarà la Regina della prossima era.

La Regina sarà bianca per la gente bianca, nera per la gente nera e gialla per la gente gialla. Lei sarà la mediatrice tra Dio e gli uomini. Attraverso Gesù Cristo distribuirà tutte le grazie e i poteri che ha ricevuto. Il suo manto coprirà la terra intera e la sua tiara la adornerà. Il suo Cuore dirigerà il mondo intero fino all'arrivo del giudizio finale".

 

"Il serpente satanico l'attaccò [la Madonna; N.d.R.] con odio terribile; dalla sua bocca uscivano fiamme. Temevo che il suo manto venisse colpito dal fuoco e bruciasse, ma le fiamme non potevano nemmeno toccarla. La Vergine Maria era calma come se non stesse combattendo e serenamente schiacciò col piede il collo del serpente. Il serpente non cessava di gettare fiamme, simbolo di odio e vendetta, ma non poteva fare nulla, mentre la corona di spine, fatta di peccati, era scomparsa da attorno al mondo, e dal suo centro un giglio germogliò e cominciò ad aprirsi.

Vidi anche che la benedizione della Vergine Madre era caduta su tutte le nazioni e le persone. La sua voce era indescrivibilmente calma e maestosa quando disse:

- «Eccomi! Io aiuterò! Porterò ordine e pace!».

Gesù allora mi spiegò:

- «La Mia Madre Immacolata vincerà il peccato attraverso il suo potere di Regina. Il giglio rappresenta la purificazione del mondo, l'arrivo dell'era del paradiso in cui l'umanità vivrà come senza peccato. Ci sarà un mondo nuovo e un'era nuova. Sarà l'era in cui l'umanità recupererà ciò che ha perso nel paradiso. Quando la Mia Madre Immacolata schiaccerà il collo del serpente, le porte dell'inferno si chiuderanno. Gli eserciti degli angeli prenderanno parte al combattimento. Ho sigillato i miei con il mio sigillo affinché non si perdano in questa battaglia»".

 

"La Beata Vergine disse:
- «Quando vi arriva, figli miei, una grande sofferenza corporale o spirituale e voi l'accettate con spirito di oblazione, ciò può essere fonte di innumerevoli grazie. Potete pagare con essa i peccati, le omissioni di tutta la vostra vita e quando avete già cancellato tutto il vostro debito, potete ottenere, con la sofferenza rimanente, portata con pazienza, la conversione dei peccatori induriti e dare gloria a Dio. Le anime salvate, grazie alle sofferenze da voi accettate, possono raggiungere anche la santità»".

 

"Il Signore Gesù ci chiede di pregare con grande fede e con frequenza questa preghiera, e specialmente ora che stiamo vivendo nel tempo di Maria, quando la "pienezza dei tempi" arriverà presto e lei potrà darci di nuovo a suo Figlio. Come Dio, il Salvatore, ha redento il mondo con l'aiuto della Vergine, così sarà anche ora: per mezzo di Maria Egli infatti salverà il mondo, ora sommerso nella palude del peccato, dalla meritata distruzione.

- Ripeto di nuovo - dice Gesù -, rallegratevi, pregate e abbiate fede! Il mondo si inchinerà davanti all'ordine della mia Madre Immacolata, il crimine e il peccato cesseranno, le porte dell'inferno si chiuderanno e il sangue smetterà di scorrere. La felicità dell'eredità della nuova era riempirà il cielo e la terra, l'umanità mi adorerà e mi benedirà e vivrà nel mio amore.

- Quando verrà tutto questo, Gesù mio​​?

- La grazia promessa è molto vicina.

- Come verrà, dal momento che non si vede che la gente sta migliorando?

- La grazia che voi perdete per i peccati del paese e della Chiesa sarà abbondantemente recuperata dai ricchi meriti della mia Madre Immacolata. Nonostante tutta questa distruzione, la forza della mia Madre Immacolata, la vostra Regina, vincerà tutti i nemici. Il Padre Eterno le ha dato questo potere come regalo. La vittoria sarà sua, anche se l'inferno e il mondo l'attaccano, unendo tutto il loro potere. La vittoria della mia Madre Immacolata si realizzerà come fu deciso al momento della Creazione dalla Santissima Trinità. Ho dotato mia Madre del mio potere divino e le tre persone della Santissima Trinità l'hanno benedetta".

 

Gesù dice: "Madre Mia Immacolata, Vittoriosa Regina del Mondo, mostra il tuo potere! Ora sarai la salvatrice dell'umanità. Così come facesti parte della Mia opera salvifica come Corredentrice, secondo la Mia volontà, così voglio condividere con te il Mio potere di Re. Con ciò ti affido l'opera salvifica dell'umanità peccatrice; puoi attuarla con il tuo potere di Regina. È necessario che condivida tutto con te. Sei la Corredentrice dell'umanità. [...]

La Mia Madre Immacolata sarà la Corredentrice di quest'era che deve venire".

 

 

Fonti:

"La Regina Vittoriosa del Mondo", suor Maria Natalia Magdolna (edizioni in spagnolo e inglese)


https://profezie3m.altervista.org/mes_magdolna.htm

Messaggi e profezie di Suor Maria Natalia Magdolna

 


Messaggi e profezie di Suor Maria Natalia Magdolna
dal Numero 29 del 19 luglio 2020
di Fra’ Pietro Pio M. Pedalino

La Chiesa Cattolica ungherese conosce molto bene suor Maria Natalia Magdolna e la stima, come noi in Italia conosciamo e amiamo padre Pio. La sua figura, rimasta a noi finora sconosciuta a causa di circostanze storiche, sta emergendo grazie alla traduzione italiana dei suoi scritti. Il suo messaggio, denso di ammonizioni e consolazioni, ci riguarda da vicino.

Cosa sta accadendo nel mondo e nella Chiesa? Sembra che stia andando tutto a rotoli e le persone che si dibattono tra lo sconcerto e l’afflizione per la sensazione del crollo di tutti i punti di riferimento – religione, famiglia, politica, economia, ideali – sono sempre più numerose.

Il nostro pare essere davvero uno di quei nodi storici in cui l’intreccio di cause e concause concomitanti hanno portato a trasformazioni radicali e persino a fine di epoche ed inizio di nuove. Lo scenario, il nostro, non è rassicurante e ciò è innegabile.

Il cristiano non può però mai perdersi d’animo perché ragioni superiori che attingono alle verità eterne alimentano una speranza che, per misericordia divina, trova sovente anche degli appoggi in certi segni di grazia che la Provvidenza offre per sostenere i fedeli nell’ora della prova, quando l’atto di fede diventa particolarmente difficile.

Per comprendere meglio gli scenari attuali e la direzione verso cui l’umanità si sta muovendo, una chiave di lettura davvero interessante ed efficace ci è offerta da un libro dal titolo Rivelazioni profetiche di suor Maria Natalia Magdolna. Mistica del XX secolo (Sugarco Edizioni, 2019), che tratteggia la suggestiva storia di una suora ungherese favorita con doni mistici ed eccezionali messaggi profetici che hanno una particolare attinenza con il nostro momento presente (nonché con il prossimo futuro). Si tratta di una religiosa conosciuta e amata da larga parte della chiesa ungherese ma assai poco in Italia, a causa principalmente della clandestinità cui fu costretta sotto il Comunismo e alla conseguente sua vita ritirata. La pubblicazione del testo citato e che noi abbiamo letto ha sopperito in modo lodevole a questa lacuna, destando in tante persone un comprensibile entusiasmo per il contenuto davvero singolare dei messaggi e delle predizioni.

Il libro si ispira a tre fonti autorevoli. Il primo è il testo ungherese, il primo e originale, del 1987, approvato dalla stessa Veggente; il secondo, la sua traduzione francese del 1996, ampliata rispetto a quella del 1989; il terzo, la sua traduzione inglese con imprimatur (nihil obstat) ecclesiastico del 1989 (1).

Le rivelazioni di suor Maria Natalia Magdolna si collocano nella linea delle grandi apparizioni mariane dei tempi moderni, da Rue du Bac a Parigi fino a Lourdes, a Fatima e alle più recenti e riguardano anche i cosiddetti “Ultimi Tempi”, per usare la nota espressione di san Luigi Maria Grignion de Montfort. Esse sono – come scrive padre Serafino Tognetti nella prefazione al libro – «uno scossone per i fedeli di oggi. Stiamo vivendo momenti di grave pericolo che è sotto gli occhi di tutti. Inutile ripeterlo, perché basta poco per accorgersene: relativismo, ateismo, raffreddamento della carità, confusione dottrinale, abbandono della pratica religiosa, immoralità, eccetera... tutto sembra ingigantirsi ogni giorno di più» (2).

Le rivelazioni profetiche alla Suora ungherese assegnano un compito tutto particolare all’Ungheria in virtù della consacrazione del paese alla Vergine Maria per opera del re santo Stefano nell’anno 1038. Il santo Re è considerato il fondatore dell’Ungheria e riconosciuto “padre” dalla stessa Costituzione. L’Ungheria, come si rileva dai messaggi celesti, è chiamata da Dio all’espiazione dei peccati e alla penitenza per la vittoria del Bene sul Male che si sostanzierà nell’avvento del regno della “Regina vittoriosa del mondo” (appellativo dato alla Vergine Santa in questi messaggi); al contempo essi gettano una luce profonda anche su tutta la storia europea e sul compito di ogni singola nazione per la sconfitta del regno di Satana nel mondo.

La vita di suor Maria Natalia si intreccia misticamente sia con quella di straordinarie figure del passato come, appunto, santo Stefano d’Ungheria, che con quella di egregie personalità di fede a lei contemporanee, come il cardinale József Mindszenty, dichiarato venerabile dalla Chiesa, martire dei totalitarismi nazista e comunista. Suor Maria Natalia ne sostenne la missione con preghiere e sacrifici, su esplicita richiesta della Vergine Maria. Proprio il cardinale Mindszenty ordinò un esame accurato delle esperienze mistiche della Suora e ne accolse senza riserve le rivelazioni. Persino papa Pio XII ne sperimentò in prima persona l’attendibilità, salvando la propria vita grazie a esse.

Le celesti rivelazioni alla Mistica ungherese aprono uno squarcio sul futuro della Chiesa e dell’umanità e, con rapide pennellate, dipingono realtà e verità dalla profonda carica profetica, nel contesto di una militanza spirituale a cui l’anima fedele viene decisamente mobilitata. Si parla della necessità salvifica di recuperare la propria identità cristiana; la riscoperta del periodo medievale; il dibattito sulle radici cristiane dell’Europa; un’agile sintesi storica, religiosa e culturale dell’Ungheria, nata come nazione con il Battesimo del suo primo re cristiano; l’azione dell’islam in Europa; il cosiddetto “sovranismo” come reazione dei popoli che non vogliono morire; la grande novena con trentatré straordinarie promesse da parte del Signore per coloro che la praticano; e soprattutto la rassicurazione della Vergine Maria che rivela: «Nel momento in cui Satana si illuderà di essere il padrone del mondo e penserà di essere sul punto di sedersi sul trono, gli strapperò il bottino dalle mani. La vittoria finale non apparterrà che al mio divin Figlio e a Me». Ma questi sono solo rapidi accenni. Evidentemente il libro andrebbe letto integralmente perché ogni pagina è luce irrinunciabile per noi tutti che viviamo in questo difficilissimo momento storico.

Importante è tenere presente il fil rouge che percorre queste rivelazioni, connotato dalle parole “espiazione, riparazione e penitenza”: si tratta di un messaggio dirompente, oggi più che mai, considerato il contesto culturale in cui viviamo: edonista, relativista, nichilista, che aborrisce il sacrificio e la sofferenza e non ne comprende il valore salvifico insostituibile. Il messaggio fondamentale che arriva al lettore dalle parole di fuoco affidate a Maria Natalia è che, nonostante tutto il male innescato dall’uomo e che pare ormai debordare ovunque, il mondo va avanti grazie all’immolazione nel nascondimento di quanti, per amore di Cristo e a sua imitazione, si donano quotidianamente per la salvezza delle anime e dell’umanità.

Non è nuova la richiesta di penitenza da parte del Cielo: è celebre il triplice richiamo della Madonna a Lourdes a santa Bernadette Soubirous: «Penitenza, Penitenza, Penitenza!», come sono celebri le parole della Madonna a Fatima che spiega ai Pastorelli come molte persone si dannano perché non si trova nessuno che si sacrifichi per loro. Eppure nei messaggi alla mistica Magdolna vi è una novità, un’aggiunta, chiamiamola anche un’esplicitazione fondamentale: cioè il fatto che Gesù e la Vergine Maria chiedono espressamente che si costituisca una “spirituale milizia” di fedeli, laici e consacrati che, attraverso Maria Regina Vittoriosa, offrano la propria vita a Dio in espiazione per i peccati dell’intera umanità e dei singoli e che tale devozione si diffonda sempre più cosicché il Trionfo del Cuore Immacolato di Maria giunga presto nel mondo.

In virtù di questo, nonostante il successo momentaneo del male e del peccato – come ebbe a dichiarare Maria Natalia in un’intervista (1990) all’amico Julius Molnar – «alla fine trionferà la purezza, perché il Cielo è superiore all’inferno, l’innocenza è superiore alla cattiveria». Malgrado tutte le apparenze contrarie e il suo attuale successo, seducente e ingannevole, il potere di Satana sarà annientato. È questa la grande notizia a cui si può e si deve credere, trovando riscontro in così tante credibili comunicazioni celesti più e meno recenti.

Se l’urgenza e l’attualità di questi accorati appelli celesti appaiono luminosamente e offrono ai cuori sicura speranza, richiedono però, allo stesso tempo, che ci si metta con decisione alla scuola di Gesù e Maria che indicano passi semplici e concreti, per trasformare la propria vita in un «sacrificio vivente, santo e gradito a Dio» (Rm 12,1). La posta in gioco è altissima e, come dice padre Serafino Tognetti nella prefazione al testo: «No, non è più tempo di essere mediocri».

Se il lettore non è soddisfatto di questi rapidi flash, sappia che avremo modo, a Dio piacendo, di approfondire tutto quanto appena abbozzato in questo articolo in prossimi contributi su questa rivista.  

NOTE

1) Il titolo originale ungherese del testo è: A vilag gyodezelmes kiralynoje, edito da Anna Roth e pubblicato da Two Hearts Books and Publischers, California, nell’anno mariano 1987. Il titolo del testo inglese è: The Victorious Queen of the world, Assistance in the translation Rosa Maria Sanchez de G., Ivette Vivas de C., Lupita Zarraga de M., Nihil obstat, fr. Antonio Gonzalez, Ecclesiastic Censor. Imprimatur, Jesus Garibay B. General Vicar Guadalajara, 1999.

2) Claudia Matera, Rivelazioni profetiche di Suor Maria Natalia Magdolna mistica del XX secolo, Sugarco, Milano 2019, p. 12.

Exercícios de Perfeição e Virtudes Cristãs V. P. Afonso Rodrigues da Companhia de Jesus

 


Exercícios de Perfeição e Virtudes Cristãs

V. P. Afonso Rodrigues
da Companhia de Jesus
Tomo I - Livro de 1931 - 407 págs
Tomo II - Livro de 1932 - 476 págs
Tomo III - Livro de 1933 - 498 págs
Tomo IV - Livro de 1933 - 393 págs
Tomo V - Livro de 1933 - 383 págs
Tomo VI - Livro de 1934 - 419 págs


ÍNDICE
Introdução
Aos religiosos da Companhia de Jesus
PRIMEIRA PARTE
De vários meios para alcançar a virtude e perfeição


TOMO I
TRATADO PRIMEIRO - Da estimação, desejo e afeição que havemos de ter ao que toca a nosso aproveitamento espiritual, e de algumas coisas que nos ajudam para o conseguir
TRATADO SEGUNDO - Da perfeição das obras ordinárias
TRATADO TERCEIRO - Da retidão e pureza de intenção que havemos de ter nas obras
TRATADO QUARTO - Da união e caridade fraterna
TOMO II
TRATADO QUINTO - Da oração
TRATADO SEXTO - Da presença de Deus
TRATADO SÉTIMO - Do Exame de Consciência
TRATADO OITAVO - Da conformidade com a Vontade de Deus
SEGUNDA PARTE
Do exercício de algumas virtudes que pertencem, todos os que tratam de servir a Deus
TOMO III
TRATADO PRIMEIRO - Da Mortificação
TRATADO SEGUNDO - Da Modéstia e Silêncio
TRATADO TERCEIRO - Da Humildade
TOMO IV
TRATADO QUARTO - Das tentações
TRATADO QUINTO - Da afeição desordenada aos parentes
TRATADO SEXTO - Da tristeza e da alegria
TRATADO SÉTIMO - De Nosso Senhor Jesus Cristo
TRATADO OITAVO - Da Sagrada Comunhão e do Santo Sacrifício da Missa
TERCEIRA PARTE
Do exercício das virtudes que pertencem ao estado religioso e de outras coisas conducentes à perfeição
TOMO V
Ao leitor
TRATADO PRIMEIRO - Do Instituto da Companhia de Jesus
TRATADO SEGUNDO - Do estado religioso e dos votos em geral
TRATADO TERCEIRO - Do voto da Pobreza
TRATADO QUARTO - Da virtude da Castidade 
TOMO VI
TRATADO QUINTO - Da virtude da obediência
TRATADO SEXTO - Da Observância das Regras
TRATADO SÉTIMO - Da clareza de consciência
TRATADO OITAVO - Da correção fraterna 
ÍNDICE ALFABÉTICO

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