sexta-feira, 31 de maio de 2013

CORPUS CHRISTI EN LA IGLESIA DEL SALVADOR DE TOLEDO. Santa Misa Tridentina de la solemnidad de la Santísima Trinidad en el Oratorio de Londres (Reino Unido) Los Benedictinos también ofician la Santa Misa Tridentina Santa Misa Tridentina de la vigilia de Pentecostés en Adelaida (Australia) Santa Misa Tridentina en Ohio (EE.UU.) Peregrinación tradicional a Lourdes (Francia): Pontifical del Cardenal Burke


CORPUS CHRISTI EN LA IGLESIA DEL SALVADOR DE TOLEDO


La fiesta del Corpus se remonta al siglo XIII, año 1242, en la diócesis de Lieja (Bélgica). El papa Urbano IV la extendió a la Iglesia universal. A causa de su procesión con el Santísimo Sacramento, muy pronto se convirtió esta fiesta en una de las más gratas al pueblo cristiano. Con su fe en la presencia real, eleva a Dios en esta solemnidad su acción de gracias por todos los bienes que le vienen por medio de este gran sacramento. La eucaristía está íntimamente ligada a la vida de la Iglesia y de los fieles. Puede decirse que en ella brota y se manifiesta continuamente esa vida de los cristianos. En la santa misa hace presente la Iglesia sobre sus altares el sacrificio de Cristo, fuente de nuestra redención, el cual no cesa ella de ofrecer a Dios en unión con el mismo Cristo. Por la santa comunión se unen los fieles a Cristo, inmolado por ellos, y transforman su vida en la de él; nacidos a la vida de la gracia en las aguas del bautismo, se alimentan de la eucaristía como de un pan celestial. La misa y el oficio de este día están compuestos por Santo Tomás.

Santa Misa Tridentina de la solemnidad de la Santísima Trinidad en el Oratorio de Londres (Reino Unido)

Fotografías de la celebración de la Santa Misa Tridentina en el Oratorio de Londres (Reino Unido), el pasado domingo 26 de mayo, solemnidad de la Santísima Trinidad -la festividad de San Felipe Neri caía ese día-. Fotos: Charles Cole. NLM.

Los Benedictinos también ofician la Santa Misa Tridentina: fotos del pasado sábado en la Abadía de Prinknash (Reino Unido)

El pasado sábado 25 de mayo fue oficiada la Santa Misa Tridentina, rezada, en la Abadía de Nuestra Señora y San Pedro en Prinknash, monasterio benedictino cercano a Gloucester (Reino Unido), perteneciente a la diócesis de Clifton y conocido simplemente como Abadía de Prinknash, donde se oficia cada sábado a las 11:00 horas.

Desde 2002 en la abadía de Prinknash se oficia regularmente la Santa Misa en la Forma Extraordinaria del Rito Romano. Además de la celebración cada sábado de la Misa rezada a las 11:00 horas, también se oficia el primer domingo de mes a las 15:00 horas, y Missa Cantata en ciertas festividades.

Este año se cumple el Centenario de la llegada al monasterio de los Benedictinos de Caldey Island (en Gales), conversos del anglicanismo, a este monasterio, que ocuparon en 1913 tras casi cuatro siglos desde que se suprimieran las órdenes religiosas en Reino Unido. Fotos de D. Joseph Shaw, Presidente de la Sociedad de la Misa en Latín en Oxford.

Santa Misa Tridentina de la vigilia de Pentecostés en Adelaida (Australia)

Santa Misa Tridentina en la vigilia de Pentecostés, el pasado sábado 18 de mayo, en la iglesia de San Luis de la localidad de Sevenhill, a 130 km de Adelaida (Australia), dentro del Apostolado de la Fraternidad Sacerdotal de San Pedro. Latin Mass Adelaide.

Solemnidad de la Santísima Trinidad: Santa Misa Tridentina en Ohio (EE.UU.)

Durante la solemnidad de la Santísima Trinidad, celebrada el pasado domingo 26 de mayo, la Fraternidad Sacerdotal de San Pedro ofició la Santa Misa Tridentina en la parroquia Reina del Santo Rosario de la localidad de Vienna, perteneciente a la diócesis de Youngstown, en Ohio (EE.UU.). Rorate Caeli.

Papa Francisco: la gioia cristiana deriva proprio dalla lode a Dio. Il Papa chiude il mese mariano: "Come Maria portiamo agli altri Gesù, senza indugio".

PORTUGUÊS, ESPAÑOL, DEUTSCH, FRANÇAIS, ENGLISH, ITALIANO,JAPONESE, BIELORUSSO, HINDI, PILIPINO

L'eternità non sarà noiosa


Sono tanti i cristiani che non conoscono la gioia. E anche quando sono in chiesa a lodare Dio, sembrano a un funerale più che a una celebrazione gioiosa. Se invece imparassero a uscire da se stessi e a rendere grazie a Dio, "capirebbero realmente cos'è quella gioia che ci rende liberi".
E proprio la gioia cristiana è stata al centro dell'omelia di Papa Francesco, questa mattina, venerdì 31 maggio, festa della Visitazione, durante la messa concelebrata nella cappella della Domus Sanctae Marthae, fra gli altri, con il cardinale Jozef Tomko. Tra i presenti, un gruppo di dipendenti dei Servizi tecnici del Governatorato.
"Le due letture di oggi - ha infatti esordito il Pontefice riferendosi ai brani tratti dal libro del profeta Sofonia (3, 14-18) e dal vangelo di Luca (1, 39-56) - ci parlano di gioia, di allegria: "rallegrati, grida di gioia", dice Sofonia. Gridare di gioia. Forte questo! "Il Signore in mezzo a te"; non temere; "non lasciarti cadere le braccia"! Il Signore è potente; gioirà per te. Anche lui gioirà per noi. Anche lui è gioioso. "Esulterà per te con grida di gioia". Sentite quante cose belle si dicono della gioia!".
Nel racconto evangelico la gioia caratterizza la visita di Maria a Elisabetta. "La Madonna va a fare visita a Elisabetta" ha ricordato il Santo Padre. E presentando l'immagine di Maria come madre che va sempre in fretta - così come aveva fatto domenica scorsa nella parrocchia romana dei Santi Elisabetta e Zaccaria - Papa Francesco si è soffermato su quel "sussulto del bimbo nel grembo di Elisabetta" rivelato da lei stessa a Maria: "Ecco, appena il tuo saluto è giunto alle mie orecchie, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo". "Tutto è gioia. Ma noi cristiani - ha notato il vescovo di Roma - non siamo tanto abituati a parlare di gioia, di allegria. Credo che tante volte ci piacciano più le lamentele! Cosa è la gioia? La chiave per capire questa gioia è quello che dice il vangelo: "Elisabetta fu colmata di Spirito Santo". Quello che ci dà la gioia è lo Spirito Santo. Anche nella prima preghiera della messa abbiamo chiesto la grazia della docilità allo Spirito Santo, quello che ci dà la gioia".
Il Papa ha parlato poi di un altro aspetto della gioia che ci viene dallo Spirito. "Pensiamo - ha detto - a quel momento in cui la Madonna e san Giuseppe portano Gesù al tempio per compiere la Legge. Il vangelo dice che loro vanno a fare quello che stava scritto nella Legge". Lì sono anche due anziani; ma, ha notato, il Vangelo non dice che essi sono andati lì per compiere la Legge, quanto piuttosto perché spinti dalla "forza dello Spirito Santo. Lo Spirito li porta al tempio". Tanto che, davanti a Gesù, i due "fanno una preghiera di lode: ma questo è il messia, benedetto il Signore! E anche fanno una liturgia spontanea di gioia". È la fedeltà maturata in tanti anni in attesa dello Spirito Santo a far sì che "questo Spirito venga e dia loro la gioia".
"A me - ha poi confidato Papa Francesco - piace pensare: i giovani compiono la Legge; gli anziani hanno la libertà di lasciare che lo Spirito li guidi. E questo è bellissimo! È proprio lo Spirito che ci guida. Lui è l'autore della gioia, il creatore della gioia. E questa gioia nello Spirito ci dà la vera libertà cristiana. Senza gioia noi cristiani non possiamo diventare liberi. Diventiamo schiavi delle nostre tristezze". Quindi il Pontefice ha citato "il grande Paolo VI", ricordando che diceva "non si può portare avanti il Vangelo con cristiani tristi, sfiduciati, scoraggiati; non si può. Questo atteggiamento è un po' funerario". Invece la gioia cristiana deriva proprio dalla lode a Dio.
"Ma cosa è questo lodare Dio?" si è chiesto il Papa. "Lodare lui gratuitamente, come è gratuita la grazia che lui ci dà" è stata la sua risposta. Poi, rivolgendosi a uno dei presenti alla celebrazione, ha detto: "Io posso fare la domanda a lei che è qui a messa: lei, loda Dio? O soltanto chiede a Dio e ringrazia Dio? Ma loda Dio?". Questo, ha ripetuto, significa "uscire da noi stessi per lodare Dio, perdere il tempo lodando". A questo punto il Pontefice ha fatto riferimento a una delle critiche che spesso viene rivolta ai sacerdoti: "Questa messa che fate è lunga". Certo, ha spiegato rivolgendosi ancora ai presenti, "se tu non lodi Dio e non conosci la gratuità del perdere il tempo lodando a Dio, certo che è lunga la messa! Ma se tu vai a questo atteggiamento della gioia, della lode a Dio, questo è bello". Del resto, "l'eternità sarà questa: lodare Dio. Ma questo non sarà noioso, sarà bellissimo. Questa gioia ci fa liberi".
"E voglio aggiungere - ha detto in conclusione - un'ultima cosa: è proprio lei, la Madonna che porta le gioie. La Chiesa la chiama causa della nostra gioia, causa nostrae letitiae, Perché? Perché porta la gioia nostra più grande, porta Gesù. E portando Gesù fa sì che "questo bambino sussulti nel grembo della madre". Lei porta Gesù. Lei con la sua preghiera fa sì che lo Spirito Santo irrompa. Irrompe quel giorno di Pentecoste; era là. Dobbiamo pregare la Madonna perché portando Gesù ci dia la grazia della gioia, della libertà; ci dia la grazia di lodare, di fare una preghiera di lode gratuita, perché lui è degno di lode, sempre".


(©L'Osservatore Romano 31 maggio - 1° giugno 2013)

Il Papa chiude il mese mariano: "Come Maria portiamo agli altri Gesù, senza indugio"



Ascoltare, decidere e agire sull’esempio della Madonna. Così papa Francesco questa a sera a conclusione del mese mariano in piazza san Pietro dopo la recita del rosario guidata dal card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica Vaticana nella festa della Visitazione di Maria. Il Santo Padre, presente fin dall'inizio della preghiera, ha esortato ad andare senza indugio verso gli altri, soprattutto verso i più bisognosi, portando loro aiuto, comprensione, carità e, come Maria, ciò che abbiamo di più prezioso: Gesù e il suo Vangelo.  A conclusione del mese mariano Papa Francesco invita tutti a mettersi alla scuola di Maria, che con realismo, umanità, concretezza seppe ascoltare, decidere, agire. La Vergine insegna al mondo contemporaneo, spesso distratto, l’ascolto della volontà di Dio:

Attenzione: non è un semplice “udire” superficiale, ma è l’“ascolto” fatto di attenzione, di accoglienza, di disponibilità verso Dio. Non è il modo distratto con cui a volte noi ci mettiamo di fronte al Signore o agli altri: udiamo le parole, ma non ascoltiamo veramente.

Maria – prosegue il Santo Padre - è attenta alla voce di Dio e sa cogliere il significato profondo dei fatti:

Questo vale anche nella nostra vita: ascolto anche della realtà quotidiana, attenzione alle persone, ai fatti perché il Signore è alla porta della nostra vita e bussa in molti modi, pone segni nel nostro cammino; a noi la capacità di vederli.

Maria – aggiunge Papa Francesco – è poi “maestra” di decisione. Dopo l’ascolto delle parole dell’Angelo, la Vergine medita nel suo cuore, quindi decide senza affanno, ma anche senza esitazione di andare controcorrente perché “nulla è impossibile a Dio”:

Nella vita è difficile prendere decisioni, spesso tendiamo a rimandarle, a lasciare che altri decidano al nostro posto, spesso preferiamo lasciarci trascinare dagli eventi, seguire la moda del momento; a volte sappiamo quello che dobbiamo fare, ma non ne abbiamo il coraggio o ci pare troppo difficile perché vuol dire andare controcorrente.

Dalla decisione all’azione. Maria – spiega il Papa - ha chiaro cosa Dio le chiede e non indugia, non ritarda, va in fretta dalla cugina Elisabetta che, come rivelato dall’angelo, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio. La Vergine esce da se stessa e porta alla parente quanto ha di più prezioso: Gesù.

A volte, anche noi ci fermiamo all’ascolto, alla riflessione su ciò che dovremmo fare, forse abbiamo anche chiara la decisione che dobbiamo prendere, ma non facciamo il passaggio all’azione. E soprattutto non mettiamo in gioco noi stessi muovendoci “in fretta” verso gli altri per portare loro il nostro aiuto, la nostra comprensione, la nostra carità; per portare anche noi, come Maria, ciò che abbiamo di più prezioso e che abbiamo ricevuto, Gesù e il suo Vangelo, con la parola e soprattutto con la testimonianza concreta del nostro agire.

Rivolto alla Madre del Salvatore, esempio di ascolto, decisione e azione, Papa Francesco ha quindi pronunciato questa preghiera:

Maria, donna dell’ascolto, rendi aperti i nostri orecchi; fa’ che sappiamo ascoltare la Parola del tuo Figlio Gesù tra le mille parole di questo mondo; fa’ che sappiamo ascoltare la realtà in cui viviamo, ogni persona che incontriamo, specialmente quella che è povera, bisognosa, in difficoltà.
Maria, donna della decisione, illumina la nostra mente e il nostro cuore, perché sappiamo obbedire alla Parola del tuo Figlio Gesù, senza tentennamenti; donaci il coraggio della decisione, di non lasciarci trascinare perché altri orientino la nostra vita.
Maria, donna dell’azione, fa’ che le nostre mani e i nostri piedi si muovano “in fretta” verso gli altri, per portare la carità e l’amore del tuo Figlio Gesù, per portare, come te, nel mondo la luce del Vangelo. Amen.



Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/Articolo.asp?c=697349
del sito Radio Vaticana

quinta-feira, 30 de maio de 2013

Testo integrale dell'omelia di Papa Francesco nella Messa del Corpus Domini

PORTUGUÊS, ESPAÑOL, DEUTSCH, FRANÇAIS, ENGLISH, ITALIANO,JAPONESE, BIELORUSSO, HINDI, PILIPINO


Questo il testo integrale dell'omelia pronunciata da Papa Francesco nella Messa del Corpus Domini:

Cari fratelli e sorelle,

nel Vangelo che abbiamo ascoltato, c’è un’espressione di Gesù che mi colpisce sempre: «Voi stessi date loro da mangiare» (Lc 9,13). Partendo da questa frase, mi lascio guidare da tre parole: sequela, comunione, condivisione.

1. Anzitutto: chi sono coloro a cui dare da mangiare? La risposta la troviamo all’inizio del brano evangelico: è la folla, la moltitudine. Gesù sta in mezzo alla gente, l’accoglie, le parla, la cura, le mostra la misericordia di Dio; in mezzo ad essa sceglie i Dodici Apostoli per stare con Lui e immergersi come Lui nelle situazioni concrete del mondo. E la gente lo segue, lo ascolta, perché Gesù parla e agisce in un modo nuovo, con l’autorità di chi è autentico e coerente, di chi parla e agisce con verità, di chi dona la speranza che viene da Dio, di chi è rivelazione del Volto di un Dio che è amore. E la gente, con gioia, benedice Dio.
Questa sera noi siamo la folla del Vangelo, anche noi cerchiamo di seguire Gesù per ascoltarlo, per entrare in comunione con Lui nell’Eucaristia, per accompagnarlo e perché ci accompagni. Chiediamoci: come seguo io Gesù? Gesù parla in silenzio nel Mistero dell’Eucaristia e ogni volta ci ricorda che seguirlo vuol dire uscire da noi stessi e fare della nostra vita non un nostro possesso, ma un dono a Lui e agli altri.
2. Facciamo un passo avanti: da dove nasce l’invito che Gesù fa ai discepoli di sfamare essi stessi la moltitudine? Nasce da due elementi: anzitutto dalla folla che, seguendo Gesù, si trova all’aperto, lontano dai luoghi abitati, mentre si fa sera, e poi dalla preoccupazione dei discepoli che chiedono a Gesù di congedare la folla perché vada nei paesi vicini a trovare cibo e alloggio (cfr Lc 9,12). Di fronte alla necessità della folla, ecco la soluzione dei discepoli: ognuno pensi a se stesso; congedare la folla! Ognuno pensi a se stesso; congedare la folla! Quante volte noi cristiani abbiamo questa tentazione! Non ci facciamo carico delle necessità degli altri, congedandoli con un pietoso: “Che Dio ti aiuti”, o con un non tanto pietoso: “Felice sorte”, e se non ti vedo più… Ma la soluzione di Gesù va in un’altra direzione, una direzione che sorprende i discepoli: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma come è possibile che siamo noi a dare da mangiare ad una moltitudine? «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente» (Lc 9,13). Ma Gesù non si scoraggia: chiede ai discepoli di far sedere la gente in comunità di cinquanta persone, alza gli occhi al cielo, recita la benedizione, spezza i pani e li dà ai discepoli perché li distribuiscano (cfr Lc 9,16). E’ un momento di profonda comunione: la folla dissetata dalla parola del Signore, è ora nutrita dal suo pane di vita. E tutti ne furono saziati, annota l’Evangelista (cfr Lc 9,17).
Questa sera, anche noi siamo attorno alla mensa del Signore, alla mensa del Sacrificio eucaristico, in cui Egli ci dona ancora una volta il suo Corpo, rende presente l’unico sacrificio della Croce. E’ nell’ascoltare la sua Parola, nel nutrirci del suo Corpo e del suo Sangue, che Egli ci fa passare dall’essere moltitudine all’essere comunità, dall’anonimato alla comunione. L’Eucaristia è il Sacramento della comunione, che ci fa uscire dall’individualismo per vivere insieme la sequela, la fede in Lui. Allora dovremmo chiederci tutti davanti al Signore: come vivo io l’Eucaristia? La vivo in modo anonimo o come momento di vera comunione con il Signore, ma anche con tutti i fratelli e le sorelle che condividono questa stessa mensa? Come sono le nostre celebrazioni eucaristiche?

3. Un ultimo elemento: da dove nasce la moltiplicazione dei pani? La risposta sta nell’invito di Gesù ai discepoli «Voi stessi date…», “dare”, condividere. Che cosa condividono i discepoli? Quel poco che hanno: cinque pani e due pesci. Ma sono proprio quei pani e quei pesci che nelle mani del Signore sfamano tutta la folla. E sono proprio i discepoli smarriti di fronte all’incapacità dei loro mezzi, alla povertà di quello che possono mettere a disposizione, a far accomodare la gente e a distribuire – fidandosi della parola di Gesù - i pani e pesci che sfamano la folla. E questo ci dice che nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è “solidarietà”, saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto. Solidarietà: una parola malvista dallo spirito mondano!
Questa sera, ancora una volta, il Signore distribuisce per noi il pane che è il suo Corpo, Lui si fa dono. E anche noi sperimentiamo la “solidarietà di Dio” con l’uomo, una solidarietà che mai si esaurisce, una solidarietà che non finisce di stupirci: Dio si fa vicino a noi, nel sacrificio della Croce si abbassa entrando nel buio della morte per darci la sua vita, che vince il male, l’egoismo e la morte. Gesù anche questa sera si dona a noi nell’Eucaristia, condivide il nostro stesso cammino, anzi si fa cibo, il vero cibo che sostiene la nostra vita anche nei momenti in cui la strada si fa dura, gli ostacoli rallentano i nostri passi. E nell’Eucaristia il Signore ci fa percorrere la sua strada, quella del servizio, della condivisione, del dono, e quel poco che abbiamo, quel poco che siamo, se condiviso, diventa ricchezza, perché la potenza di Dio, che è quella dell’amore, scende nella nostra povertà per trasformarla.
Chiediamoci allora questa sera, adorando il Cristo presente realmente nell’Eucaristia: mi lascio trasformare da Lui? Lascio che il Signore che si dona a me, mi guidi a uscire sempre di più dal mio piccolo recinto, a uscire e non aver paura di donare, di condividere, di amare Lui e gli altri?

Fratelli e sorelle: sequela, comunione, condivisione. Preghiamo perché la partecipazione all’Eucaristia ci provochi sempre: a seguire il Signore ogni giorno, ad essere strumenti di comunione, a condividere con Lui e con il nostro prossimo quello che siamo. Allora la nostra esistenza sarà veramente feconda. Amen.





Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/05/30/testo_integrale_dellomelia_di_papa_francesco_nella_messa_del_corpu/it1-697041
del sito Radio Vaticana

quarta-feira, 29 de maio de 2013

HOJE FESTA DE SANTA MARIA MADALENA DE PAZZI E AS SUAS OBRAS

  Santa Maria Madalena de Pazzi - O Amor não é amado!


Memória Facultativa

25 de maio

“Ó Deus Amor, Amor não amado nem conhecido, Amor, Amor, não me saciarei de chamar-te Amor. O meu coração e meu corpo exultem em Ti, meu Amor. Ó Amor, dá-me uma voz tal que, chamando Amor, eu seja ouvida do Oriente ao Ocidente, e em todos os lugares do mundo, a fim de que por todos Tu sejas conhecido e amado, Amor.

Amor, Amor, Tu és forte e poderoso. Ó Amor, Tu és Deus e homem. Ó Amor, faze com que todas as criaturas te amem, Amor; mas, meu amor, apressa-te, pois como és tão pouco amado!

Ó Amor, por que desejaste fazer aquela tua última Ceia? Ah! Amor, por que querias mostrar o amor que tinhas pela tua criatura!

Ó Amor, Amor, é possível que Tu não tenhas outro nome além de Amor? Entretanto, és tão pobre de nome, ó Amor! Na verdade, tens nomes, e quantos, Amor, mas te agrada mais ser chamado com este de Amor, pois neste Tu mais te deste a conhecer à criatura. Também os santos no céu te chamam por este nome: Amor; dizem sempre Amor, Amor. Jamais cessam de dizer Sanctus, Sanctus, e acrescentam, Amor.

Ó Amor, Amor, feliz e bem-aventurada a alma que tem a ti, Amor, Amor, Amor por tão poucos amado e conhecido.

Quem, Amor, tem amor bastante para louvar-te, Amor?

Se todas as línguas dos homens juntamente com os Anjos, e todas as estrelas do céu, a areia do mar, as plantas da terra, as gotas de água, os pássaros do céu se tornassem línguas para louvar-te, Amor, não seriam suficientes para louvar-te, Amor.

Amor, Amor, concede-o a todas as criaturas e faz, Amor, que todas, todas, todas te amem, Amor, te desejem, Amor, procurem somente a ti, Amor.

Nada mais sei que pedir senão o amor, pois se tenho o amor tenho tudo, e se não o tenho, tudo me falta. Amor, Amor!”


Santa Maria Madalena de Pazzi, O.Carm.
Libro dei colloqui

FONTE

SEU LEMA ERA:
"PADECER , NÃO MORRER".
PENSAMENTOS DE SANTA MARIA MADALENA DE PAZZI

"Verdadeiramente és admirável, ó Verbo de Deus, no Espírito Santo, fazendo com que ele se infunda de tal modo na alma, que ela se una a Deus, conheça a Deus, e em nada se alegre fora de Deus".

"Ó almas criadas de amor e por amor, porque não amais o Amor?".

"Ó Amor não amado, nem conhecido. Ó Amor, faz com que todas as criaturas te amem, Amor"
"Vem, Espírito Santo. Venha a unidade do Pai e do bem-querer do Verbo. Tu, Espírito da Verdade, és o prêmio dos santos, o refrigério dos corações, a luz das trevas, a riqueza dos pobres, o tesouro dos que amam, a saciedade dos famintos, o alívio dos peregrinos; tu és, enfim, Aquele que contém em si todos os tesouros. Vem, tu que, descendo em Maria, realizaste a encarnação do Verbo, e realiza em nós, pela graça, o que nela realizaste pela graça e pela natureza".

"Vem, tu que és o alimento de todo pensamento casto, a fonte de toda clemência, a plenitude de toda pureza. Vem e transforma tudo o que em nós é obstáculo para sermos plenamente transformados em Ti".

"E parecia-me que a plataforma deste templo foi a elevada mente e o alto entendimento da Virgem Maria. Havia também um altar, e percebi que era a vontade da Virgem. E a toalha do mesmo altar era a sua puríssima virgindade. E o cibório onde Jesus se encontra é o coração da Virgem. E diante do altar vi sete lâmpadas que entendi serem os sete dons do Espírito Santo que igual e perfeitamente se encontravam na Virgem Maria. E sobre o altar encontravam-se doze formosíssimos candelabros que eu percebi serem os doze frutos do Espírito Santo que a Virgem possuía".

"A alma que recebe o Sangue divino torna-se bela como se a vestissem preciosamente, e tão brilhante e fulgurante que, se pudéssemos vê-la, seríamos tentados a adorá-la".

"Quando ofereces o precioso Sangue ao Pai celeste, lhe ofereces um dom tão agradável, que ele se reconhece teu devedor
".

"O tempo mais apropriado para crescer no amor de Deus é aquele que se segue após a comunhão".

"A alma que recebe a Eucaristia se torna bela, como que revestida de uma veste preciosa, e tão resplandecente, que, se pudéssemos vê-la, ficaríamos tentados a adorá-la"

"Todas as nossas orações não devem ter outra finalidade a não ser alcançar de Deus a graça de seguir em tudo sua santa vontade"

"Com a obediência estou segura de fazer a vontade de Deus, ao passo que não estou segura dedicando-me a qualquer outra ocupação"

"A perfeita obediência exige uma alma sem juízo próprio"

"Felizes os religiosos que, desapegados de tudo por meio da pobreza, podem dizer: 'Senhor, sois a parte da minha herança' (Sl 15,5)"

"Certas pessoas querem o meu Espírito, mas querem-no como lhes agrada, tornam-se assim incapazes de rcebê-lo"

"Meu Senhor pensou em criar esta flor, desde toda eternidade por meu amor"

"Sim, Jesus, vós estais louco de amor!"

"Deus remunera as nossas boas obras segundo a pureza de intenção"

"Quando pedimos as graças a Deus, ele não só nos atende, mas de certo modo nos agradece"

"A honra de uma pessoa desejosa de vida espiritual está em ser colocada depois de todas as outras e em ter horror a ser preferida aos outros".

"Os olhos da intenção reta inclinam a si os olhos do agrado divino"

"Para a perfeição importa irmos não andando, mas correndo; não correndo, senão voando"

"Só de ouvir nomear o pecado deveríamos morrer de espanto"

"Ai, ai, ai daquele por quem na Religião se introduzir vaidade ou propriedade"

"A estrada para o Paraíso mais limpa, mais breve e mais segura é a Religião"

"Ah! Bom Jesus! Quanta doçura está encerrada nesta só palavra: Vontade de Deus!"

"Dar bom exemplo ao próximo é uma das maiores honras que podemos dar a Deus".

"Sobre o nada da humildade funda Deus o mundo da perfeição"

"Que vergonha! Nós entre rosas, Cristo entre espinhos!"

"A alma vestida de caridade é quase onipotente".

"O Espírito Santo vem à alma, marcando-a com o precioso selo do sangue do Verbo, ou seja, do Cordeiro imolado. Mais ainda, é esse mesmo sangue que O incita a vir, embora o próprio Espírito já por Si tenha esse desejo".
FONTE


Inclusi in Tutte le opere
Non inclusi
Vol.
Titolo
Titolo
Biografici
I
Breve ragguaglio
(n. 02.04.1566-27.05.1584)
Nota necrologica
(25.05.1607)
Malattia giovanile
(c.09.03-16.06.1584)
Ultima malattia.
Il nudo patire

(1602 - †25.05.1607)
Conservazione del corpo
(27.05.1608-...)
Opere
I quaranta giorni
(27.05-15.08.1584)
II
I colloqui, prima parte (25.12.1584-26.04.1585)
III
I colloqui, seconda parte (28.04-04.06.1585)
IV
V
La probatione, prima parte (16 06.1585-12.06.1590)
VI
La probatione, seconda parte (23.08.1590-30.10.1600)
VII
La renovatione della Chiesa (20.07-ottobre 1586)
Lettere personali
(01.06.1588-11.05.1606)
Ammaestramenti,
avvisi e ricordi
(1600-13.05.1607)
Dodici meditazioni

(1583-1584)
Ricordi, detti e azioni
(1598-1604)
Ratti e intelligenze
(29.10.1598-24.60.1604)
Ultime estasi
(06 e 24.06.1604)

Scarica tutte le cartelle: smmdep.zip (2.17 MB)

lo scorso 13 maggio il Patriarca di Lisbona, Sua Em.za José Policarpo, ha consacrato il Pontificato di Papa Francesco alla Madonna di Fatima, durante la S. Messa solenne nella Cova da Iria, come espressamente richiesto dallo stesso S. Padre

29/05/2013

La Chiesa riparte da Fatima

(di p. Serafino M. Lanzetta) Di solito le cose importanti passano sotto silenzio. Così è successo con una notizia che poteva occupare le prime pagine dei giornali, almeno di quelli cattolici, ma che ha interessato appena qualche trafiletto. Questa la grande notizia: lo scorso 13 maggio il Patriarca di Lisbona, Sua Em.za José Policarpo, ha consacrato il Pontificato di Papa Francesco alla Madonna di Fatima, durante la S. Messa solenne nella Cova da Iria, come espressamente richiesto dallo stesso S. Padre. Il giorno prima, invece, l’Arcivescovo di Rio de Janeiro, Mons. Orani Tempesta, ha consacrato alla Madonna di Fatima la prossima GMG brasiliana. leggi tutto

"... é a Igreja que nos leva a Cristo" - o Papa Francisco na audiência geral onde afirmou a Igreja como a grande família de Deus

PORTUGUÊS, ESPAÑOL, DEUTSCH, FRANÇAIS, ENGLISH, ITALIANO,JAPONESE, BIELORUSSO, HINDI, PILIPINO


"... é a Igreja que nos leva a Cristo" - o Papa Francisco na audiência geral onde afirmou a Igreja como a grande família de Deus




O Papa Francisco foi acolhido esta manhã por mais de 90 mil peregrinos na Praça de São Pedro para a audiência geral desta quarta-feira:

"Queridos irmãos e irmãs,

Na quarta-feira passada sublinhei a ligação profunda entre o Espírito Santo e a Igreja. Hoje gostaria de iniciar algumas catequeses sobre o mistério da igreja, mistério que todos nós vivemos e do qual somos parte. Gostaria de o fazer com expressões bem presentes dos textos do Concílio Ecuménico Vaticano II.
Hoje a primeira: a Igreja como família de Deus."

Com estas palavras iniciou o Santo Padre a sua catequese de hoje, anunciando a intenção de falar sobre a Igreja a partir nas próximas semanas. E começou, desde logo, com uma parábola que tem citado nos últimos tempos:

"Nestes meses, mais do que uma vez tenho feito referência à parábola do filho pródigo, ou melhor do Pai Misericordioso. O filho menor deixa a casa do pai, gasta tudo e decide voltar porque percebe que errou, mas acha que não é digno de ser recebido como filho e pede para ser servo. O pai vai ao seu encontro, abraça-o e restitui-lhe a dignidade de filho e faz uma festa. Esta parábola, como outras no Evangelho, indica bem o desenho de Deus sobre a humanidade."

Este é o projecto de Deus, o de fazer uma única família dos seus filhos. Assim, a Igreja tem a sua raiz no desejo de Deus de chamar todos os homens à comunhão consigo, no desígnio de fazer da humanidade a única família dos seus filhos. Na plenitude dos tempos, Deus mandou o Seu Filho, Jesus Cristo, para nos comunicar a vida divina.

"Quando lemos os Evangelhos, vemos que Jesus reune à sua volta uma comunidade que acolhe a sua palavra, partilha o seu caminho, esta transforma-se na sua família e com esta comunidade Ele prepara e controi a sua Igreja. De onde nasce então a Igreja? Nasce do gesto supremo de Jesus na Cruz do lado aberto de Cristo de onde jorraram sangue e água, símbolos dos Sacramentos da Eucaristia e do Batismo."

E foi assim da Cruz e do Amor de Deus que a Igreja nasceu e foi no dia de Pentecostes, recebendo o dom do Espírito Santo, que Ela se manifestou ao mundo, anunciando o Evangelho e difundindo o amor de Deus. Portanto, não tem sentido dizer que se aceita Cristo e não a Igreja, pois é somente por meio da Igreja que podemos entrar em comunhão com Cristo e com Deus.

"Ainda se ouve pessoas que dizem: Cristo sim, Igreja não. Jesus sim , padres não. Mas é precisamente a Igreja que nos faz conhecer Jesus e que nos leva a Deus."

E no final o Santo Padre deixou algumas questões para reflexão dos fieis:

"Perguntemo-nos hoje: Quanto é que eu amo a Igreja? Rezo por Ela? Sinto-me parte da família da Igreja? O que é que eu faço para que seja uma comunidade em que cada um se sinta acolhido e compreendido, sinta a misericordia e o amor de Deus que renova a vida?"

No final da audiência o Papa Francisco saudou os milhares de fieis presentes. Ouçamos a saudação aos peregrinos de língua portuguesa:

"Queridos peregrinos lusófonos do Estoril e de Lisboa, em Portugal, bem como do Brasil: sejam bem-vindos! Saúdo-vos como membros desta família que é a Igreja, pedindo-vos que renoveis o vosso compromisso para que as vossas comunidades sejam lugares sempre mais acolhedores, onde se faz experiência da misericórdia e do amor de Deus. Que o Senhor vos abençoe a todos!" (RS)


Oggi, ha sottolineato il Pontefice, il pericolo è quello di soccombere alla "tentazione di un cristianesimo senza croce.

PORTUGUÊS, ESPAÑOL, DEUTSCH, FRANÇAIS, ENGLISH, ITALIANO,JAPONESE, BIELORUSSO, HINDI, PILIPINO

Il trionfalismo dei cristiani


Il trionfalismo che appartiene ai cristiani è quello che passa attraverso il fallimento umano, il fallimento della croce. Lasciarsi tentare da altri trionfalismi, da trionfalismi mondani, significa cedere alla tentazione di concepire un "cristianesimo senza croce", un "cristianesimo a metà". È stata l'umiltà il centro della riflessione di Papa Francesco durante la messa celebrata questa mattina, mercoledì 29 maggio, nella cappella della Domus Sanctae Marthae.
Nel vangelo di oggi (Marco 10, 32-45) è descritto il cammino verso Gerusalemme di Gesù, seguito dai discepoli. "Erano sulla strada che saliva a Gerusalemme - ha spiegato il Papa - e Gesù camminava davanti. Deciso. Possiamo anche pensare, in fretta". Soffermandosi sui sentimenti che si agitavano in quel momento nel cuore dei discepoli "sgomenti" e "impauriti", il Santo Padre ha voluto mettere in evidenza il comportamento del Signore che svela loro la verità: "Ecco noi saliamo a Gerusalemme, il Figlio dell'Uomo sarà consegnato" ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà. Gesù "dice la verità" e mostra loro il cammino che finisce "al terzo giorno".
Nonostante le parole di Cristo, i discepoli pensano che sia meglio fermarsi. E nello stesso tempo, ha fatto notare il Pontefice, cominciano a discutere tra loro "come sistemare la Chiesa". Anzi Giacomo e Giovanni "sono andati da Gesù a chiedergli l'ufficio di capo del governo". Ma anche gli altri "discutevano e si domandavano chi tra loro fosse il più importante" in quella Chiesa che volevano sistemare. Cristo, ha osservato il Papa, era davanti al compiersi della sua missione, mentre i suoi discepoli si erano fermati a discutere su "un altro progetto, un altro punto di vista della Chiesa".
In questo modo essi subivano la stessa tentazione di Gesù nel deserto, "quando il diavolo era andato per proporgli un altro cammino" e lo aveva sfidato a compiere "un miracolo - ha ricordato ancora il Pontefice - qualcosa che tutti chiedevano". Come gettarsi dal tempio e salvarsi, in modo tale che tutti potessero vedere il miracolo e redimersi.
Gesù, ha aggiunto, subì la stessa tentazione da parte di Pietro. Quando parlò della croce, ha ricordato il vescovo di Roma, l'apostolo lo implorò, dopo avergli ripetuto "tu sei il Figlio di Dio", di rinunciare. "E Gesù gli disse: satana! E rinunciò alla tentazione".
Oggi, ha sottolineato il Pontefice, il pericolo è quello di soccombere alla "tentazione di un cristianesimo senza croce. Un cristianesimo a metà cammino. Questa è una tentazione". Ma ce n'è un'altra, ha aggiunto il Pontefice, "quella di un cristianesimo con la croce senza Gesù" della quale, ha detto, forse parlerà in un'altra occasione. E riprendendo il tema dell'omelia, il Papa ha spiegato che si tratta della "tentazione del trionfalismo". "Noi vogliamo il trionfo adesso - ha detto - senza andare sulla croce. Un trionfo mondano, un trionfo ragionevole". Per fare un esempio ha citato l'episodio evangelico nel quale si racconta che il diavolo, dopo la provocazione del tempio, propone a Gesù un patto: "tu mi adori e io ti do tutto". E "questo - ha fatto notare il Papa - purché non arrivasse a fare quello che il Padre voleva che Gesù facesse".
"Il trionfalismo nella Chiesa ferma la Chiesa - ha proseguito il Papa -. Il trionfalismo di noi cristiani ferma i cristiani. Una Chiesa trionfalista è una Chiesa a metà cammino". Una Chiesa che si accontentasse di essere "ben sistemata, con tutti gli uffici, tutto a posto, tutto bello, efficiente", ma che rinnegasse i martiri sarebbe "una Chiesa che soltanto pensa ai trionfi, ai successi; che non ha quella regola di Gesù: la regola del trionfo tramite il fallimento. Il fallimento umano, il fallimento della croce. E questa è una tentazione che tutti noi abbiamo".
E in proposito il Papa ha ricordato un episodio della sua vita: "Una volta, ero in un momento buio della mia vita spirituale, e chiedevo una grazia dal Signore. Sono andato a predicare gli esercizi dalle suore e l'ultimo giorno si sono confessate. È venuta a confessarsi una suora anziana, più di ottant'anni, ma con gli occhi chiari, proprio luminosi. Era una donna di Dio. Poi alla fine l'ho vista tanto donna di Dio che le ho detto: "suora, come penitenza preghi per me, perché ho bisogno di una grazia, eh? Se lei la chiede al Signore, me la darà sicuro". Lei si è fermata un attimo, come se pregasse, e mi ha detto questo: "Sicuro che il Signore le darà la grazia ma, non si sbagli: con il suo modo divino". Questo mi ha fatto tanto bene: sentire che il Signore ci dà sempre quello che chiediamo ma lo fa con il suo modo divino". Questo modo, ha spiegato il Papa, "coinvolge la croce. Non per masochismo, no no: per amore, per amore fino alla fine".
Concludendo l'omelia il Santo Padre ha invitato tutti a chiedere al Signore "la grazia di non essere una Chiesa a metà cammino, una Chiesa trionfalista, dei grandi successi". "Se la Chiesa è umile - ha detto - cammina con decisione come Gesù, va avanti, avanti, avanti!".
Con il Santo Padre hanno concelebrato i monsignori Valério Breda, vescovo di Penedo, in Brasile, e José Manuel Garcia Cordero, vescovo di Bragança-Miranda, in Portogallo. Alla messa hanno partecipato, tra gli altri, i dipendenti del servizio laboratori e impianti del Governatorato, don Dario Edoardo Viganò, direttore del Centro Televisivo Vaticano, e monsignor Francesco Ceriotti, per decenni impegnato nell'ambito della comunicazione della Conferenza episcopale italiana, che proprio oggi festeggia il settantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale.


(©L'Osservatore Romano 30 maggio 2013)

terça-feira, 28 de maio de 2013

The New Fire of Mary’s Heart



1. The New Fire of Mary’s Heart

Print This Post Print This Post



Jesus
Because the Father calls everyone into a life with himself, I want to speak of this mystery of the human person in their life with God. The Father has given every person an intellect to know that life and a will to choose it. The intellect can know that God created the world and every person can enjoy a life with God as his Creator. But this life is very limited, compared to the full life with God that can begin by faith, by believing all that God has revealed. This is the deeper and surer path, the great divine invitation to live with God by faith.
Mary
During these days, we will open to you new vistas, as yet unseen. These teachings contain an invitation to live with us, to abide in our love for you and to enjoy a life that your nature cannot know or possess.
I will speak to you very gently and in the simplest of words, yet the mysteries will be deep and profound, calling you to the life I enjoy with the Trinity through Jesus.



2. Obedient to God’s Mysteries

Print This Post Print This Post



Jesus
In the great mystery of God, there are contained many, many other mysteries. As a person sees these mysteries, they realize that there is much that they do not understand about the life of man with God. However, they are obedient, knowing that they need God’s word and his laws to guide them in this complexity. The closer a person comes to God (like the saints) the greater is their knowledge of God’s mysteries and their greater the obedience to his every word. The saint’s heart is held tightly in God’s hand, because the saint realizes how little they understand about their life with God.
However, if someone goes in the other direction, if they walk away from God, they do not see the greatness of the mysteries and they have no fear of breaking his laws or of rejecting his words. They grow in a self-confidence that leads them to make foolish decisions and to reject the Father’s wisdom . The one person lives as a child of the Father. The other sees no need for a heavenly Father.
Mary
So much wisdom will be contained in these words. They will be spoken clearly and easily understood, able to be grasped by all. They will invite all to once more become children of the heavenly Father. I will explain their significance and how they are to be received. What a gift! What an invitation! I invite the whole world, through these words, to be children of the Father.



3. The New Fire

Print This Post Print This Post



Jesus
I come to reveal the great secrets of the Age of Mary and the will of the heavenly Father to exalt her Immaculate Heart. The Age of Mary is not just a figure of speech but a profound reality of the Kingdom of God, an unveiling of a new moment in the history of the Father with mankind. This moment has been deliberately delayed until this hour when mankind hurtles to self-destruction and only the Father’s hand can rescue earth.
The secret, the mystery, is that new divine fire will be cast upon the earth through her Immaculate Heart. This fire will be more powerful, more extensive and more easily accessible than any previous divine fire. All will be invited to receive, Catholics and others, because Satan’s destructive powers will also extend to all. Nothing will be held back in the Father’s attempt to rescue and save mankind.
Mary
These mysteries are the deepest gifts planted in my heart by the Holy Spirit and reserved until this moment. The fire can be received by all, but the fire will only remain in those hearts that accept its purifying action. When that has been completed, the great graces will be released which I will explain later. It is enough to know that the heavenly Father is ready to pour out new fire which can save everyone.




4. Fires Everywhere

Print This Post Print This Post



Jesus
Fires burn everywhere. Fires of lust destroy families. Fires of violence destroy countries. Fires of greed destroy economies. Fires of ambition place the wrong people into high offices. Where will it end? The fires burn and burn and nothing turns them back. They consume what was once unthinkable. The most sacred of ground, marriage itself, is threatened. The most solid foundation, the American economy grows weaker and weaker because no one responds to these fires. They burn and burn. Can there not be a new fire? A cleansing fire that falls from heaven? A fire that weakens and overcomes these destructive fires. The fires of lust, violence, greed and ambition burn in the people’s hearts. Cannot the heavenly fires purify their hearts? This is their purpose and why I will send them
Mary
These heavenly fires exist for every need of mankind. The fires vary in powers and purposes. There are fires for every heart, for every moment and for every situation. My Immaculate Heart contains all these fires so needed by modern man. I will freely and generously distribute to all who ask. I speak so plainly so each person seeks whatever fire they need. Remember. These are God’s fires and they purify.




5. The Power of God’s Fire

Print This Post Print This Post



Jesus
All is contained in this divine fire. Nothing is lacking. When the fire touches the human heart a new blaze begins. This new fire purifies. It removes everything that is selfish and forms the person into the image of the Father. New life, filled with rich hopes, make the person rejoice and say “I can be a child of God”. Nothing is impossible when this fire burns brightly. Yet, much is still lacking. Upon receiving this fire, the person sees clearly that their love for God is limited and they serve him poorly. Yet, no sadness fills them, only a striving to reach the moment of full divine union. Such is the nature of this fire.
Mary
This is my fire, the fire I received from the first moment of my Immaculate Conception, the purest divine fire that has ever been given to any creature. This is the fire that I want to pour out upon my children. I know its powers because I have experienced all of them. I know that this fire will continue, if only the person accepts its presence.
My children, learn of my fire. Learn of the fire that dwells deep in my heart, the richest and purest of fires that can remake the face of the earth. What more can be said?