Il mistero di Padre Pio – Parte I°
Dall’omelia del 18.09.2015, in occasione dell’approssimarsi dell’anniversario della morte di Padre Pio da Pietrelcina, 23 settembre 1968.
Vi parlerò di Padre Pio. Si parla di una persona che si ama, a cui si vuol bene, e l‟amore è il bene che si vuole, lo si vuole far conoscere agli altri, per cui, se tu vuoi bene a Padre Pio e lo ami, lo devi far conoscere agli altri, altrimenti il tuo amore non è vero. E che bonum diffusivum sui (il bene si diffonde da se), se non si diffonde il bene, vuol dire che non è un vero bene.
Cerchiamo di costruire un pochettino, piano piano, insieme, nella persona di Padre Pio, la misericordia. Si, va bene, io ho visto due volte Gesù all‟altare; Padre Pio si è cambiato in Gesù e poi è ritornato Padre Pio e ho visto poi al confessionale, quando Lucifero andò da Padre Pio (Lucifero andò a confessarsi da Padre Pio, lo costrinse Dio. Il padre ha visto Gesù al posto di Padre Pio), ma lasciamo stare queste mie personali esperienze, andiamo con la teologia, dentro al mistero della misericordia in Padre Pio.
Che cos‟è la misericordia? La parola misericordia è composta da due parole: miseri-cordia, amare il misero, e, per amare il misero, bisogna dare al misero quello che manca. In modo emblematico, il misero è il peccatore.
E che cosa bisogna dare al peccatore? L‟amore di Dio e la comprensione.
Quindi la misericordia comprende queste due parole: il perdono dei peccati. E ovviamente per costruire nella persona di Padre Pio la misericordia, bisogna vedere come lui ha assunto i peccati e come ha ottenuto il perdono dei peccatori.
Vi dico alcuni pensierini, ma che sono essenziali per vedere in profondità la struttura propria della personalità di Padre Pio, in funzione della misericordia.
I peccati: anzitutto certamente, che io ho sentito con le mie orecchie, Padre Pio non ha mai commesso nessun peccato nella sua vita, né mortale, né veniale: “Non ricordo mai di avere offeso volontariamente il Signore in qualsiasi maniera”, questo è il punto. Però, per poter perdonare i peccati, è chiaro che bisogna rivolgersi al Signore, l‟unico che può perdonare i peccati. Ma c‟è un fatto particolare, che il Signore ha affidato a Padre Pio l‟espiazione
dei peccati e l‟amministrazione del perdono dei peccati, per cui ha affidato a lui la misericordia.
Da che cosa noi deduciamo questo affidamento, questo dono dei peccati del mondo a Padre Pio? Lo deduciamo dalle sue piaghe, lo dice San Pietro, “dalle sue piaghe siamo stati guariti”. Quindi le piaghe della crocifissione per 58 anni in Padre Pio, avevano appunto lo scopo, -le piaghe, la crocifissione, le stimmate- di assumere i peccati e lo scopo di espiarli con le sofferenze. Ovviamente, all‟espiazione dei peccati non poteva non corrispondere il perdono dei peccati.
Se il Signore ha voluto far dono a Padre Pio delle sue stesse piaghe della crocifissione, ecco che le piaghe hanno lo scopo di espiare i peccati. Ha voluto rendere partecipe Padre Pio, non soltanto delle piaghe della crocifissione –lui diceva che era tutto una piaga- ricordo l‟episodio in cui si riferiva a San Bartolomeo: “S. Bartolomeo è stato scorticato vivo dagli uomini, ma io da Dio”.
Quindi lo scopo delle piaghe, non sono piaghe che derivano da una caduta o un incidente, no, è una stampa del Crocifisso, per cui le piaghe di Padre Pio hanno un riferimento specifico alla finalità delle piaghe di Gesù, cioè l‟espiazione dei peccati.
Ovviamente, come vi dicevo, l‟espiazione dei peccati ha come effetto il perdono dei peccati. Messi insieme, i peccati che ha assunto Padre Pio e che lui ha sofferto con le sue sofferenze, mi consta, tante volte diceva ai penitenti: “mi sei costato il più alto prezzo del mio sangue”, quindi, a prescindere dalle piaghe del Crocifisso, Padre Pio aveva anche tutte le altre piaghe; in realtà, non erano soltanto le piaghe, ma erano anche i peccati che le piaghe dovevano espiare.
E i peccati, le piaghe, l‟espiazione per il perdono dei peccati, hanno costruito la personalità di Padre Pio, non soltanto stampa del Crocifisso, ma era anche stampa della misericordia di Dio in Cristo.
Ovviamente, per arrivare a questa altissima partecipazione alle sofferenze di Gesù crocifisso, doveva allenarsi a soffrire. E qual è l‟allenamento della sofferenza per poi essere disponibili ad accogliere le sofferenze più alte, la crocifissione, la coronazione di spine, la flagellazione, ecc.? Lui stesso mi diceva (alla mia domanda): “padre, come debbo fare io ad imparare a
soffrire come hai fatto tu?”; e lui mi rispose: “accogliere, giorno dopo giorno, la volontà di Dio in cui ci sono le sofferenze che il Signore sa tarare molto bene per allenarti a soffrire, per darti poi questo dono di soffrire per le anime”. Me lo disse in confessione.
Quindi voi immaginate, è l‟ubbidienza alla volontà di Dio l‟allenamento mediante il quale Padre Pio ha imparato ad amare e a soffrire, a soffrire amando, ad amare soffrendo. E‟ l‟ubbidienza.
Però, per arrivare a questa ubbidienza così alta, altissima, da cogliere tutte le sofferenze che il Signore giorno dopo giorno dava alla sua persona, alla mente, alla volontà, alla sua psiche, ai sensi, ovviamente questo allenamento non poteva essere esercitato, eseguito, se non con una preghiera intensa, giorno e notte; e badate che le sofferenze fisiche che ha sofferto Padre Pio sono state: la tubercolosi e altri mali che ha avuto, e lui, per amore di Dio ha sofferto tutto. Poi il Signore, miracolosamente lo ha liberato da queste sofferenze fisiche.
Poi abbiamo le sofferenze mistiche. Voi immaginate, lui stesso descrive quando ebbe l‟impressione delle stimmate nella sua carne; i dolori erano così acuti che “Quel” personaggio con la lancia feriva le mani, i piedi, il costato, che era impossibile sopportare senza la grazia del Signore.
I mali fisici che con l‟ubbidienza ha accolto e sopportato e ha superato.
Mali mistici; la mistica, quella che viene da Dio ha, non soltanto i mali fisici, ma i mali prodotti anche dagli uomini, dai suoi confratelli, dai superiori, dal Papa stesso Giovanni XXIII, Capovilla; tre anni di relegazione.
Piangeva, ma accoglieva tutto per amore di Dio.
Poi la coronazione di spine, la transverberazione, la flagellazione, la crocifissione, tutti questi doni mistici che venivano da Dio, l‟allenamento della sua volontà ad ubbidire a tutto quello che Dio personalmente gli faceva soffrire, questa accoglienza era sempre umile, mite, arrendevole. Anche se piangeva tanto, soffriva tanto, ma sempre accoglieva.
Ma c‟è un‟altra tipologia di sofferenza, quella che veniva da satana, quante notti veniva flagellato con catene; lo sentivano i fraticelli che lo assistevano.
Ricordo che una volta un fraticello vide Padre Pio che era tutto tumefatto nel volto e pensava che fosse caduto dal letto:
-“Padre, che è successo? È caduto dal letto?”. -“No”.
-“Ma vi siete visto allo specchio come state?” -“No”.
-“Ma guardi padre, adesso deve dire la Messa e così non potete andare!” -“Zitto!”
-“Ho capito, stanotte avete fatto a botte con barbablù!”
Così chiamava Padre Pio satana.
-“E si padre, ma stanotte te le ha suonate proprio forte!”
-“Eh, lo so! Ma devi vedere pure però come l’ho combinato io a lui!”
Dunque vedete: mali fisici, mali che venivano dai confratelli, dai superiori e addirittura anche dalla Santa Sede, mali che venivano dai suoi figli migliori – ha detto lui- sofferenze mistiche inaudite, tanto che il Prefetto Amato disse in una omelia –ero presente- che Padre Pio ha avuto i doni mistici più completi, di tutti quanti i santi messi insieme. Non c‟è un dono mistico che non abbia avuto. Ma il dono mistico, è in funzione della sofferenza, quindi, mali fisici, mali dai confratelli, mali mistici, sofferenze che venivano dall‟inferno. Non solo, ma le sofferenze più grandi erano quelle prodotte dai peccati degli uomini, e lui non diceva mai di no al Signore, mai ha detto di non voler soffrire per un peccatore, mai! Sempre! Anzi, piaga su piaga ... (Voleva le piaghe dentro le piaghe che già c‟erano).
Dunque, vedete, se c‟è questa capacità inaudita di ubbidienza, di allenamento alla sofferenza, di questi doni di sofferenze fisiche, ambientali, mistiche, sofferenze minori, etc., sofferenze per i peccati del mondo! Badate che questi, più dei flagelli di satana, lui li accoglieva. Quindi queste sofferenze che lui ha accolto, ovviamente, non potevano non avere lo stesso scopo della sofferenza di Gesù: l‟espiazione dei peccati. Perché i doni mistici –possiamo anche leggere fra le righe le malattie che ha avuto, addirittura alcune malattie erano così gravi che l‟hanno minacciato di morte- il dono mistico, voi dovete sapere questo, non è soltanto contemplazione e gioia, beatitudine, no! i doni mistici sono anche doni di sofferenze mistiche, che ovviamente superano di gran lunga le sofferenze fisiche, psichiche, mentali ... E lui ha sempre accolto,
INSIEME CON PADRE PIO – Quaderno I Pag. 8
ubbidendo alla volontà di Dio e la crocifissione per 58 anni è una conseguenza di questa ubbidienza umile, mite, costante e silenziosa, nascosta, che accoglie la volontà di Dio, anche quando questa aveva raggiunto le contraddizioni più evidenti.
I superiori proibivano ai frati di andarlo a trovare perché era ritenuto un falso; sia Giovanni XXIII come altri personaggi della Chiesa, hanno manifestato dei seri dubbi sul comportamento di Padre Pio, sulla base della deposizione fatta da una figlia spirituale al Vescovo Maccari. Era distrutto, ma ha sempre accolto tutto con fiducia nel Signore.
Perché poi le sofferenze mistiche non è che sono astratte ... calano somaticamente dentro alla struttura dell‟uomo: la mente, la volontà, il cuore, la psiche, i sensi, la stessa sessualità... era martoriata da tutte queste sofferenze. Lui diceva che non c‟era nulla nella sua persona che non avesse avuto sofferenza. Lo diceva lui, “sono tutto una piaga, non c’è nulla in me in cui qualcosa non sia stata aggredita dalla sofferenza”.
Dunque, se a tanta sofferenza di ogni genere che lui ha accolto nella volontà di Dio, e la specificazione sulle sue sofferenze la da la specificazione della crocifissione, perché la crocifissione bisogna leggerla bene, non sono piaghe soltanto ... le mani, i piedi .... no, oppure la spalla, come diceva ... no. Le piaghe del Crocifisso in Padre Pio, avevano lo stesso scopo delle piaghe di Gesù. Se no che senso avevano le piaghe, per far soffrire?
Se ha partecipato alla crocifissione di Gesù, ha partecipato al fine della crocifissione, cioè l‟espiazione dei peccati del mondo. E siccome l‟espiazione è relativa al perdono, grandissima espiazione, grandissimo perdono, voi immaginate? La struttura di Padre Pio è la misericordia, per cui hanno pensato bene di fare andare in febbraio, nell‟anno della misericordia, il corpo di Padre Pio -quello che è rimasto- insieme con Madre Teresa e con Padre Leopoldo.
Padre Pio ha detto -me lo ha detto lui- che la sua missione si sarebbe conclusa alla fine del mondo e siccome la missione di un uomo come lui che, è la misericordia, non è altro che la continuità della misericordia, del perdono, della conversione, ho immaginato che grande sofferenza, che è incominciata con l‟ubbidienza umile, mite alla volontà di Dio, che poi si è esternata piano piano in tante maniere, con sofferenze fisiche, dai confratelli, in doni mistici,sofferenze mistiche ...
Badate, vi debbo dire, che anche le sofferenze delle anime del Purgatorio lui le assumeva con la sofferenza, lo abbiamo riscontrato tante volte.
Vi ho raccontato l‟episodio in cui un bel numero, un centinaio di anime del Purgatorio, verso le nove, nove e mezzo di sera, sotto la finestra di Padre Pio gridavano: “Padre Pio, Padre Pio, Padre Pio”.
Il padre Guardiano aveva proibito alle persone che andassero sotto la finestra della cella dopo un certo orario e invece si sentiva gridare lo stesso. Alle rimostranze del padre Guardiano, Padre Pio disse: “Guarda dalla finestra, non è gente, sono le anime del Purgatorio! “.
Per dire, che cosa non ha toccato quest‟uomo con la sua ubbidienza, sia alla morte e una morte di croce: “Io vivo morto” diceva.
L‟epilogo quindi della sofferenza e la morte, in ogni istante aveva in lui le sofferenze della morte... e la morte è l‟epilogo, la sintesi, l‟epilogo in modo emblematico di tutte le sofferenze.
Di questo bisogna parlare: ha fatto la Casa Sollievo della Sofferenza, il sollievo della sofferenza dei fratelli era lui.
Ha voluto ubbidire anche in questo: il Padre celeste, Gesù, la Madonna, hanno detto a lui di scegliere noi come figli prediletti associati al suo mistero della misericordia (Padre Pio disse che Gesù voleva che lui fondasse l‟Istituto dei Servi della Sofferenza perché attraverso questo Istituto, Padre Pio doveva essere presente e operare nel mondo fino alla fine del mondo) ... mi viene da piangere...
Per arrivare a questa scelta, bisogna che abbia sofferto molto, bisogna che abbia ottenuto per noi un perdono così grande della nostra vita passata, per renderci meno indegni di questa scelta del Padre celeste, di essere a fianco a lui nel compiere questa missione di misericordia, perché senza misericordia non c‟è salvezza!