quarta-feira, 9 de fevereiro de 2011

"RIFORMA DELLA RIFORMA" ANNUNCI E SMENTITE: IL PRECEDENTE NEL 2009


 



di Francesco Colafemmina

Nell'agosto del 2009 Andrea Tornielli annunciò dalle colonne del Giornale che il Santo Padre aveva approvato le proposte votate dalla Plenaria del Culto Divino il 14 marzo 2009:

"Quasi all’unanimità i cardinali e vescovi membri della Congregazione hanno votato in favore di una maggiore sacralità del rito, di un recupero del senso dell’adorazione eucaristica, di un recupero della lingua latina nella celebrazione e del rifacimento delle parti introduttive del messale per porre un freno ad abusi, sperimentazioni selvagge e inopportune creatività. Si sono anche detti favorevoli a ribadire che il modo usuale di ricevere la comunione secondo le norme non è sulla mano, ma in bocca. C’è, è vero, un indulto che permette, su richiesta degli episcopati, di distribuire l’ostia anche sul palmo della mano, ma questo deve rimanere un fatto straordinario."

Aggiungeva Tornielli:

"le «propositiones» votate dai cardinali e vescovi alla plenaria di marzo prevedono un ritorno al senso del sacro e all’adorazione, ma anche un recupero delle celebrazioni in latino nelle diocesi, almeno durante le principali solennità, così come la pubblicazione di messali bilingui - una richiesta, questa fatta a suo tempo da Paolo VI - con il testo latino a fronte."

Due giorni dopo la pubblicazione dell'articolo di Tornielli, arriva la smentita da parte di P. Ciro Benedettini, vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede. Benedettini precisa in particolare che "al momento non esistono proposte istituzionali riguardanti una modifica dei libri liturgici attualmente in uso". La smentita fu considerata una "non smentita" della Riforma della riforma, ma effettivamente il tumulto seguito a quella anticipazione del Giornale nei Sacri Palazzi, fece abortire il progetto di Canizares.

Oggi, a distanza di quasi due anni ci risiamo!

Tornielli pubblica stamane un articolo interessantissimo nel quale parla di un Motu Proprio papale, dedicato alla riorganizzazione della Congregazione per il Culto Divino: "affidandole il compito di promuovere una liturgia più fedele alle intenzioni originarie del Concilio Vaticano II, con meno spazi per i cambiamenti arbitrari e per il recupero di una dimensione di maggiore sacralità."

Aggiunge Tornielli, rammentando la sua intervista a Canizares del dicembre scorso che: "La Congregazione del culto divino – che qualcuno vorrebbe anche ribattezzare della sacra liturgia o della divina liturgia – si dovrà quindi occupare di questo nuovo movimento liturgico, anche con l’inaugurazione di una nuova sezione del dicastero dedicata all’arte e alla musica sacra."

Avrei voluto parlarne anch'io su Fides et Forma di questa notizia... ma ero quasi certo che sarebbe arrivata la smentita. Non perché Andrea Tornielli non abbia detto il vero, bensì perché il Cardinal Bertone avrà certamente tempestato di telefonate Padre Lombardi per chiedergli di smentire il contenuto dell'articolo di Tornielli.

Ecco dunque la smentita di Lombardi riportata da Radio Vaticana alle 13.41 di oggi:

"Padre Lombardi ha confermato “che è da tempo allo studio un Motu Proprio per disporre il trasferimento di una competenza tecnico-giuridica - come ad esempio quella di dispensa per il matrimonio ‘rato e non consumato’ - dalla Congregazione per il Culto Divino al Tribunale della Sacra Rota. Ma – ha affermato - non vi è alcun fondamento né motivo per vedere in ciò un’intenzione di promuovere un controllo di tipo ‘restrittivo’ da parte della Congregazione nella promozione del rinnovamento liturgico voluto dal Concilio Vaticano II”.

Come al solito l'intento è intimidatorio: sia nei riguardi di Tornielli che nei riguardi di coloro che vorrebbero promuovere una "riforma della riforma". Nell'articolo di Tornielli non si parla infatti di alcun "controllo restrittivo nella promozione del rinnovamento liturgico". Si parla al contrario di "cambiamenti arbitrari" della liturgia e quindi di abusi liturgici. Così Padre Lombardi, volutamente interpreta pro domo sua (o di chi lavora alla terza loggia) un passo dell'articolo di Tornielli e naturalmente va oltre, lasciando intravvedere il timore di una "Chiesa punitiva" in ambito liturgico. Al contrario - a distanza di 50 anni dal rinnovamento liturgico del Concilio" (più di Bugnini e Lercaro che del Concilio!) padre Lombardi ha il coraggio di riproporci le solite menate sulla "promozione" di questo benedetto rinnovamento liturgico!

Domanda: padre Lombardi ma in questi 50 anni lei dove ha vissuto? Non si è accorto di nulla? Non le sembra che la Chiesa si sia fin troppo rinnovata liturgicamente? E non le sembra che fin troppi altari siano stati distrutti e troppe chiese deturpate in nome della "promozione" del rinnovamento liturgico del Concilio? Tanto nuovo da essere vecchio, datato, stantio, insopportabilmente retorico e francamente ripetitivo?
DE:Fides et Forma