quarta-feira, 27 de maio de 2020

don Divo Barsotti, Il dono dello Spirito Santo e l'esercizio delle virtù teologali Ritiro - Napoli 12-14 maggio 1978


Voi mi dite che è molto difficile: ma proprio per questo dovete tendere alla santità e tutti voi vi siete impegnati a raggiungerla. Tutti noi dobbiamo tendere a questa trasformazione, a questa vita divina
E ci si tende abbandonandosi, con docilità, all'azione dello Spirito Santo che vive in noi. Quando abbiamo capito questo abbiamo la chiave per entrare. Tante volte voi non sapete come comportarvi: fate una lista di propositi, di tutte le cose che dovete fare. Ma il Signore vi risponde: non devi far nulla, devi lasciar fare a me. Ma non vi sembra che sia meglio così? Oltre tutto se si fanno le liste di tante cose che si debbono fare, poi si dimenticano: oppure, se ne facciamo una si manca all'altra; invece il Signore ti chiede soltanto di essere docile all'azione dello Spirito che vive in te

Il segreto della santità è questo; se lo vivremo raggiungeremo la santità. Se non si fa questo, anche se si fa digiuno a pane ed acqua tutti i giorni, non si raggiunge la santità
Anche se si prega tutti i giorni e la notte, dormendo soltanto mezz'ora, non si raggiunge la santità. Non sono le opere nostre che fanno la nostra santità, ma è Dio che ci fa santi, perché Lui solo è santo. La santità sta dunque in questa docilità all'azione di Dio che vive in noi; questo è il segreto.

Di qui l'importanza di capire quello che debbo dirvi in questi giorni in nome del Signore; e voi cercherete di far tesoro di quello che il Signore vi dirà per mezzo mio e pregherete anche perché io stesso ne faccia tesoro, perché impari anch'io a non resistere più alla grazia, ma mi abbandoni generosamente, senza riserve, senza condizione a questo vento che mi deve trascinar via. Com'è bello essere come una piuma portati via dal vento dello Spirito! E com'è bello divenire un legno, ci dice san Giovanni della Croce, per essere totalmente consumati da questo fuoco: la docilità, se è fuoco, ci farà bruciare e noi ci consumeremo; se è vento, ci solleverà, ci strapperà a tutti legami, ci porterà nel seno di Dio. Così noi viviamo la nostra docilità all'azione dello Spirito.

Prima meditazione

Cos'è l'uomo perché Dio se ne ricordi?
Tutta la vita del cristiano dipende dall'azione dello Spirito Santo. L'azione dello Spirito Santo suppone che Egli abiti in noi, ma l'abitazione di Dio nel cuore dell'uomo non è una abitazione statica. Egli non è in noi e non dimora in noi per essere adorato, ma per operare in noi, per essere in noi principio di operazione

Tutta la nostra vita si svolge in forza di questa presenza di Dio nel nostro cuore: la nostra esistenza si trasforma, diviene una vita deiforme, una vita che non è più rapporto soltanto con le cose esteriori, col tempo e col mondo di quaggiù, ma è invece rapporto col mondo divino, rapporto con Dio.

Che cosa vuol dire che la nostra vita abbia rapporto con Dio? Una cosa semplice e immensa: vuol dire che noi, proprio in forza di questo rapporto che abbiamo con uno che trascende il tempo e lo spazio, proprio in forza di questa attività che ci solleva oltre il mondo, oltre lo spazio, oltre il tempo, già viviamo in qualche modo sottratti ai condizionamenti della vita presente, della vita terrena, già viviamo in qualche misura la vita stessa di Dio.

Tutto questo è impossibile a capirsi da parte di chi non ha fede. Infatti oggi chi non è cristiano, attraverso le filosofie moderne, viene a insegnarci che l'uomo è tutto nella storia, per cui ogni uomo, ma anche ogni secolo, è digerito via via da un processo che non finisce mai. Non c'è salvezza per nessuna persona, nemmeno per i più grandi uomini, perché anche i più grandi uomini sono digeriti poi dal tempo e dalla storia. La storia procede e l'uomo, immanente totalmente nel mondo di quaggiù, viene completamente inghiottito da questo mondo e non ha possibilità di salvarsi. La salvezza dell'uomo è una cosa assurda per l'uomo moderno, perché implica che l'uomo sia al di sopra della storia, implica che l'uomo sia al di sopra dello spazio. Ora voi vi rendete conto che cosa è l'uomo nello spazio e nel tempo? Pensate che l'universo è una vastità sconfinata formata da miliardi di galassie e sapete che una galassia, come la Via Lattea, ha più di due milioni di sistemi solari. Che cosa è mai allora la terra? Ma anche cosa è mai il sistema solare? Non è che un pulviscolo. Non dico la terra, ma il sistema solare con tutti i pianeti e col sole stesso, è un chicco di pulviscolo nell'universo. Come fa l'uomo ad emergere da questo spazio? È assurdo!
Se in noi non vive lo Spirito Santo che ci dona la possibilità di trascendere questa immensità, il mondo ci distrugge. L'uomo non è più nulla; non è più nulla tutta l'umanità, è una cosa stupida tutta l'umanità. 
Che cosa è tutta l'avventura umana nel processo del tempo, dal momento che tale processo sono miliardi di anni, così come gli scienziati ci dicono attraverso le loro analisi? Che cos'è mai la vita dell'uomo? Ottanta anni, a volte cento. Che cos'è l'avventura umana? Quarantamila anni, che volete che siano? Nemmeno un soffio, nemmeno un respiro. Tutta l'avventura umana, tutta la storia umana è un nulla; e come dunque l'uomo si può salvare?

Nello Spirito santo viviamo già la vita stessa di Dio

Vi rendete conto che cosa sia la vita spirituale? Forse no. Eppure dire una Ave Maria è immensamente di più che andar nella luna, perché nell'Ave Maria io vado aldilà di tutta la creazione; altro che sulla luna! Nel fare un atto di fede, trascendiamo tutta la storia, non siamo più una parte della storia, non siamo più una parte di questo mondo. Se qualcuno si sente parte di questo mondo, finché farà parte di questo universo è inutile parlare di salvezza. Se l'universo ha in sé la capacità di inghiottirmi è finita; sono tutte storie il cristianesimo, sono tutte balle l'insegnamento della Chiesa. 

Ma Dio si è donato all'uomo, Dio vive in noi e il fatto che Dio viva in noi fa sì che in noi divenga Egli stesso principio di una nuova vita e questa nuova vita, di cui Egli è principio, è un'esistenza per la quale io non entro soltanto in rapporto con il mondo, con la storia che mi digerisce ma entro in rapporto con l'eternità che rimane, entro in rapporto con l'immensità che trascende ogni limite. Sono un nulla, meno di un pulviscolo; che cosa mai sono io? E tuttavia sono l'altro a cui l'infinito si rivolge; sono una persona che chiama l'infinito, nel suo rapporto con Dio.

Ecco la salvezza dell'uomo nel suo rapporto con Dio: l'uomo trascende questa prigione del mondo, questa prigione del tempo, trascende e sale. Tra milioni e milioni di anni io sono, perché come Dio vive l'eternità, così io vivo l'eternità perché Egli mi ama. Ma bisogna che Dio mi renda capace di fare questo atto. È una sciocchezza pensare che a noi sia possibile vivere un rapporto con Dio.

 Credete forse che sia possibile all'uomo vivere un rapporto con Dio se Dio non vive in Lui? Dobbiamo renderci conto che le nostre operazioni soprannaturali sono operazioni che non hanno proporzione con nessuna attività umana, con nessuna grandezza umana. Ma che cosa sono i presidenti della repubblica, che cosa sono i più grandi geni del mondo? Nullità, nel confronto di un bimbo che si rivolge a Dio dicendo: "Padre nostro che sei nei cieli". 
Perché nell'atto medesimo che entro in rapporto con Dio, io trascendo ogni grandezza creata; non solo la grandezza propria del mondo di quaggiù o della vita umana, ma tutta la grandezza della vastità dell'universo. Il mio atto tocca Dio, l'eterno, e trascende tutta la storia, tutta la creazione: sono più grande del sole! 

L'uomo vive in rapporto con l'immensità stessa di Dio. Siamo un nulla come creature, ma per la presenza di Dio in noi, diveniamo capaci di un rapporto con Lui e questo rapporto dona alla nostra vita la partecipazione medesima all'immensità e all'eternità di Dio. Tutto questo è possibile perché Dio si è donato a noi e vive in noi.

Credendo, sperando ed amando, vivo una vita divina

Capite allora l'importanza che ha l'inabitazione dello Spirito Santo nei nostri cuori. Come ho detto nell'omelia della Messa, così come l'anima è nel corpo, lo Spirito Santo è nell'anima. E ciò che l'anima è per il corpo, lo Spirito è per l'anima. Ora l'anima è la vita nel corpo, senza l'anima il corpo è morto. Infatti, che cosa è la nostra morte? È la separazione dal corpo di questo principio che è l'anima; il corpo cessa di vivere perché non c'è più il principio vitale che è l'anima, la quale ci fa vivere una vita umana. Questa vita è poco più della vita dell'animale, infatti anche noi essere umani siamo animali; animali con un'anima, ma sempre animali. L'anima ce l'hanno non solo gli animali ma anche le piante; sarà un'anima vegetale ma è un'anima, cioè un principio che dà la vita. L'anima nell'uomo è un po' diversa da quella dell'animale, ma poco più. Ma se Dio vive in te, la tua anima non vive soltanto come l'anima in un mammifero che ha anche la ragione. L'anima diviene capace di operazioni soprannaturali, diviene capace di operazioni che fanno sì che l'uomo trascenda nella sua vita il mondo presente, perché raggiunge Dio.

Le virtù teologali raggiungono Dio, toccano Dio, ti mettono in rapporto reale con la divinità e la divinità è trascendenza infinita, è trascendenza assoluta. Ed è per la presenza dello Spirito che noi viviamo questa vita di unione con Dio

Ma attenzione! Io non sono come una pisside che contiene le particole: Dio vive in me non in modo statico. Egli non rimane in me per essere adorato ma vive in me come principio vitale: come l'anima è nel corpo così lo Spirito è nell'anima mia, è un principio vitale che dà alla mia anima nuove capacità di vita. Per lo Spirito che vive in me, io credo, spero e amo: e credendo, sperando ed amando, vivo una vita divina

Vivo una vita mondana perché ho rapporto con questa mura, con la sedia in cui siedo. E' una vita mondana questa, perché se fossi morto non potrei sedermi, non potrei più avere un rapporto col mondo. Ora vivo una vita che ha rapporto col mondo, ma per il fatto che lo Spirito di Dio è principio vitale della mia anima, la mia anima nella sua attività vive ora un rapporto reale con l'eternità, un rapporto reale con l'immensità divina. Dove siamo ora? A Napoli? No, siamo nel seno di Dio! Ovunque tu sia, vivi già nel seno di Dio

Per uno che viva soltanto in questo mondo, essere qui significa stare a Napoli: ma io quando vado a Napoli, a Firenze o in qualunque altro posto, contemporaneamente vivo nel seno di Dio e perciò, ovunque io sia, sono sempre nel medesimo luogo! Ecco l'indifferenza dei santi! Essere qui o là ci deve toccare poco: non è vero però che ci tocca poco, perché questo fatto agisce direttamente sul nostro cuore. Però la nostra anima, proprio in forza dello Spirito che vive in lei, è già nell'immensità divina. Lo Spirito Santo, che vive in noi e che ci rende capaci di questa attività soprannaturale, che è l'esercizio delle virtù teologali, che cosa compie prima di tutto? Ci elargisce i suoi doni e così facendo le nostre attività divengono capaci di azioni soprannaturali, o meglio detto, l'anima nostra diviene capace di operare sul piano divino.
U.S.F.P.V.