sábado, 8 de junho de 2013

Don Bosco: ESERCIZIO DI DIVOZIONE ALLA MISERICORDIA DI DIO. Invito alla frequente comunione.

ESERCIZIO DI DIVOZIONE ALLA MISERICORDIA DI DIO


TORINO

TIPOGRAFIA EREDI ROTTA
Via della Consolata, 14.


Gli Editori intendono godere del privilegio accordato dalle vigenti leggi, avendo adempiuto a quanto esse prescrivono.

Approvazione di questo esercizio e Indulgenze al medesimo concesse.


[è premesso agli scritti attribuiti o attribuibili a Don Bosco]




INDEX



Invito alla frequente comunione.


            Non vi ha cosa che arrechi maggior vantaggio all'anima del cristiano quanto la comunione frequente, perchè è dessa il nostro pane quotidiano, il quale ci fa vivere in Gesù Cristo, e fa vivere Gesù Cristo in noi.
            La Chiesa interprete verace dei disegni del {12 [264]} suo sposo Gesù Cristo e della sua parola ha sempre approvata la comunione frequente. Il sacro Concilio di Trento « desidererebbe che i fedeli assistendo al santo Sacrificio vi si comunicassero, e non solamente in ispirito, ma ancora col ricevere la sacramentale Eucaristia, affinchè possano ricavare frutti più abbondanti dal santo Sacrificio. »
            Nei primi tempi della Chiesa i fedeli non assistevano mai al santo Sacrificio della Messa senza ricevervi la SS. Eucaristia: la qual cosa era divenuta tanto abituale che il non farla sarebbe stato oggetto di scandalo. Di più i pastori della Chiesa amanti del bene delle anime, e desiderosi che sempre più i fedeli si unissero a questo divino Agnello permettevano persino che dopo aver partecipato in comune alla mensa celeste ciascuno portasse presso di se questo mistico pane a proprio sostegno e conforto: la qual pratica allora soltanto cessò, quando il fervore nella pietà, e la santità della vita si raffreddarono presso i fedeli.
            In questi tempi specialmente pare vada via via maggiormente insinuandosi tale freddezza verso questo augustissimo Sacramento, e pare che pochi soltanto più si ricordino dell'amoroso invito che Gesù Cristo medesimo ci fece di accorrere a riceverlo: « Io sono il pane di vita, diss'Egli, chi mangia di questo pane vivrà in eterno. In verità ve lo dico, se voi {13 [265]} non vi nudrite di mia carne, e non vi abbeverate di mio sangue non avrete la vita in voi (S. Gio. VI). » Che più dolce e più chiaro invito poteva egli mai farci? Egli dandosi a noi sotto le specie di un alimento quotidiano, c' indica il suo desiderio che quotidianamente di esso ci alimentiamo. E noi con quale frequenza ci accostiamo a questo cibo celeste? Esaminiamo i nostri bisogni, e allora vedremo qual obbligo non abbiamo di comunicarci assai sovente. Siccome la manna fu il quotidiano cibo per gli Ebrei, pel corso di quarant'anni nel deserto, così la santa comunione dovrebbe essere il nostro conforto, il cibo nostro quotidiano per guidarci al paradiso. S. Agostino dice così: se ogni giorno domandiamo a Dio il pane corporale, perchè non procureremo anche di cibarci ogni giorno del pane spirituale colla santa comunione? S. Filippo Neri incoraggiava i cristiani a confessarsi ogni otto giorni e a comunicarsi anche più spesso secondo l'avviso del confessore. Accorriamo noi dunque tutti a questa fonte inesausta di grazie e di consolazioni! I frutti copiosi prodotti dalla comunione frequente sono una consolantissima verità di cui nessun cristiano dubita. Sappiamo che i rapporti intimi con un amico fanno ben presto dividere all'altro il vero modo di vedere e di sentire. Ora un'unione così stretta con Gesù Cristo {14 [266]} potrebbe non comunicarci qualche cosa di Lui? Noi sappiamo che nel tempo di sua vita mortale una virtù misteriosa usciva dalle sue vestimenta e sanava le infermità di coloro che le toccavano. La virtù assai più potente della divina sua persona si comunica a noi nella comunione, ci fa dividere i suoi sentimenti e vivere della sua vita. Il fedele, ammesso alla frequente partecipazione di suo Corpo e Sangue, può con tutta verità ripetere coll'Apostolo: « Io vivo, ma non son più io che vivo, è Gesù Cristo che vive in me. »
            La presenza di Gesù è un tesoro che avremmo invano cercato sulla terra se Egli non ci fosse rimasto per amor nostro. Ma Esso è là, in mezzo a noi, Egli ci apre le sue braccia, il suo cuore. Dove troveremo noi un amico che intenda le nostre pene e ci compatisca, un orecchio che non si stanchi mai di ascoltarci, una voce che mai si stanchi di dirci quelle parole di consolazione che sono il meglio adattate per fortificarci e sollevarci? Andiamo adunque a Gesù. Ah sì! il pane della Eucaristia dovrebbe essere il pane quotidiano dell'anima che soffre, perchè è un pane che fortifica e consola; esso ha la virtù di rendere dolci le più amare lagrime, di rendere facili i maggiori, i più dolorosi sacrifici.
            Taluno dirà; io sono troppo peccatore. Se tu sei peccatore procura di metterti in grazia {15 [267]} col Sacramento della confessione, e poi accostati alla santa comunione, e ne ricaverai grande aiuto. Un altro dirà: mi comunico di rado per aver maggior fervore. È questo un inganno. Le cose che si fanno di rado per lo più si fanno male. Altronde essendo frequenti i tuoi bisogni, frequente deve essere il soccorso per l'anima tua. Alcuni soggiungono: io sono pieno d'infermità spirituali e non oso comunicarmi sovente: risponde Gesù Cristo: quelli che stanno bene non hanno bisogno del medico: perciò quelli che sono maggiormente soggetti ad incomodi loro è mestieri essere sovente visitati dal medico. Coraggio adunque, o cristiano, se tu vuoi fare un'azione la più gloriosa a Dio, la più gradevole a tutti i santi del cielo, la più efficace per vincere le tentazioni, la più sicura a farti perseverare nel bene, ella è certamente la santa Comunione. Ma non basta accostarci sovente, poichè è d'uopo eziandio accostarci degnamente. Le cose che si ricercano per accostarsi nel modo dovuto al SS. Sacramento dell' Eucaristia sono altre interne, altre esterne. Le interna sono; 1° di essere in grazia di Dio; 2° essere digiuni dalla mezzanotte in giù 3° riflettere bene a quello che si va a ricevere, che è il Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Nostro Signor Gesù Cristo. Quest' ultima condizione specialmente si procuri di tener ben fissa nella mente {16 [268]} e nel cuore, poichè in ciò consiste la nostra preparazione più efficace. Eccitiamo in noi prima di accostarvici una vera divozione attuale, la quale sta nel considerare attentamente le grandi meraviglie di quel divino mistero, ed eccitarci dolcemente a pii e fervorosi affetti verso Gesù Sacramentato. Imperocchè, cerne dice s. Bonaventura; chi si avvicina alla santa Eucaristia con tiepidezza, indevozione, ed inconsiderazione, mangia e beve la sua condanna.
            Questa divozione attuale, s. Francesco dice, che si acquista colle forbici, col martello, e col pennello. Colle forbici, cominciando dalla vigilia della comunione a togliere le parole inutili, le cure superflue e le passioni smoderate, per ben purificare la lingua, sopra la quale deve essere messo il Re della gloria, e il cuore che deve servirgli di trono.
            2° Col martello, impiegando il digiuno, e la mortificazione dei sensi, per partecipare in qualche modo ai travagli e dolori sofferti da Gesù Cristo nella Passione della quale l'Eucaristia ci rinnova la memoria.
            3° Col pennello procurando di abbellire l'anima nostra, tenendoci raccolti interiormente ed esteriormente, applicandoci più all' orazione, alla considerazione, alla lettura spirituale, a praticare le opere di misericordia.
            La mattina della comunione poi bisogna che  {17 [269]} subito svegliati eleviamo la nostra mente verso il Dio d'amore, da cui speriamo di essere felicemente visitati, e quindi modestamente andare alla chiesa subito che si può, e quando saremo confessati, ed avremo fatta quella parte della penitenza che il tempo ci permetterà, bisognerà fare con gran fervore gli atti che debbono precedere la comunione. Le condizioni esterne poi riguardano la purità del corpo, la decenza e modestia degli abiti, la positura della persona.
            Per carità non si dimentichi da quelli che si accostano a questo augusto Sacramento, che quel Dio che si va a ricevere, è il Dio della purità, della modestia, della decenza, e perciò si evitino tanti scandali che pur troppo ogni giorno si danno coll'accostarvisi immodestamente vestiti, o sconciamente adorni; e ciò si faccia mostrandoci, 1° con abiti decenti ed onesti, per onorare Gesù Cristo collo stesso ornamento; 2° senza pompa e vanità; perchè essendo Gesù Cristo umiliato in questo Sacramento sotto le specie di pane e di vino sarebbe in certo modo fare insulto alla sua umiliazione ed all'estrema povertà che ha sempre praticata in tutta la vita l'avvicinarci a lui con pompa e vanità. Il demonio, dice s. Pier Damiano, si pasce delle vanità degli abiti pomposi, e Gesù Cristo si compiace degli abiti modesti e umili. Inoltre si pensi al grande {18 [270]} atto che si fa sul punto in cui si riceve Gesù nel nostro cuore, e si procuri di accordare l'esterno stato del corpo con quello dell'anima. Ciascuno si accosti ginocchioni, senza armi, senza bastone, tenendo il corpo diritto, ben composto e rispettoso, i sensi raccolti, la testa ferma, gli occhi bassi, la bocca mediocremente aperta, la punta della lingua sul labbro, e la tovaglia stesa colle due mani sotto al mento, per raccogliervi la santa Ostia, o qualche frammento se per disgrazia venisse a cadere. Così colla dovuta modestia e decente positura del corpo, rifletteremo che siamo poveri pezzenti e per grazia singolare del Dio della gloria, veniamo ammessi alla mensa celeste, alla quale gli angioli assistono con sommo rispetto e riverenza; stiamo sicuri che abbondanti saranno le grazie che ricoveremo a santificazione dell' anima nostra. Quando poi si è ricevuta la santa comunione, ciascuno fatta profonda riverenza all'altare si ritiri a posto, trattenendosi senza dissipazione in dolci colloqui con Gesù Cristo. Laonde quei che vanno via quasi subito fanno male, se non vi è vera necessità che li prema a partire, perchè fanno affronto a Gesù, e perdono in gran parte il frutto della comunione.
            Riguardo al tempo da trattenersi con questo ospite divino dopo la comunione, è vero, non è determinato, ma pensiamoci, che più {19 [271]} ci tratteniamo, meglio è; però secondo le occupazioni e la divozione che si hanno, ognuno si trattenga un'ora, o mezza, o almeno un quarto finchè le specie sacramentali siano consumate dal calor naturale.
            Siccome poi non vi ha tempo più propizio per domandare grazie all'infinita bontà e misericordia di Dio, approfittiamoci dell'occasione e stringiamoci al petto questo amato Gesù.
            Sottoponiamo alla bontà di Gesù le tante nostre necessità. Non abbiamo che da volger uno sguardo intorno a noi e non ci mancheranno motivi di ricorrere alla generosità sua. Bisogni spirituali, bisogni temporali, bisogni per noi stessi, bisogni per la famiglia, pericoli da evitare, grazie da ottenere, lagrime da rasciugare, vittorie da conseguire, tentazioni da superare, oh quante altre necessità sconosciute per lo più alla comune degli uomini, ma tanto più note a chi ne sente il peso, fornirebbero materia abbondante alle nostre suppliche! Se si trattasse solo di bisogni temporali, se un gran signore offrisse ad un mendico ampia libertà di rovistare a piene mani ne' suoi scrigni, che direste di questo mendico se invece di approfittare di si bella occasione impadronendosi di quei tesori venisse a domandare a'  miei lettori cosa abbia da fare? Or bene Gesù sacramentato rivelò a s. Teresa che il modo più grato con cui si potesse ringraziarlo {20 [272]} dopo la santa comunione era il domandargli delle grazie. E per verità, se la generosità è la più bella gemma che adorni il diadema dei regnanti, come vorrà in questa lasciarsi vincere Gesù re del re?
            Dopo questi atti di adorazione, di ringraziamento, di offerta, di domanda, di protesta, uscendo dalla casa del Signore non dimentichiamo che noi pure siamo diventati tempio di Dio, e perciò per conservare il fervore della divozione, che l'Eucaristia eccita in noi, teniamo i sensi nostri, che sono le finestre dell'anima, ben raccolti, e pratichiamo opere di virtù, pregando, assistendo ai divini offici, leggendo libri spirituali, visitando chiese, ammalati, carcerati, spedali ecc. e intanto sia frutto di ciascuna nostra comunione di uno aumento di santo amore, di viva fede, di umiltà profonda colle quali virtù Gesù Cristo solo avrà mai sempre il domicilio dell'anima nostra.

Corpus Christi 2013: imágenes de la Santa Misa Tridentina en el mundo




El obispo de Portsmouth asiste en coro a la Santa Misa Tridentina y Profesión solemne de un monje benedictino de la Abadía de Farnborough (Reino Unido)






 Santa Misa Tridentina, cantada, de la solemnidad del Corpus Christi oficiada en la iglesia de Santa Catalina de Alejandría, Virgen y Mártir, de la localidad de Vocogno, en Val Vigezzo, perteneciente a Craveggia, en el Piamonte (Italia).


 
El pasado sábado 1 de junio, cinco diáconos de la Fraternidad Sacerdotal de San Pedro fueron ordenados sacerdotes por S. E. Mons. James D. Conley en la catedral de Cristo Resucitado de Lincoln, Nebraska (EE.UU.).

  
Santa Misa Tridentina de la solemnidad del Corpus Christi oficiada en la iglesia de la Santísima Trinidad de los Peregrinos, en Roma (Italia), Parroquia Personal dedicada exclusivamente a la Liturgia tradicional, a cargo de la Fraternidad Sacerdotal de San Pedro

  
El P. Austin, Fssp, oficiando la Santa Misa Tridentina de la solemnidad del Corpus Christi en la iglesia de Cristo Rey de la localidad de Sarasota, Florida (EE.UU.). 

  
Foto de una serie tomada por D. Michael Ledesma y D. Robert Salazar, de la Santa Misa Tridentina de la solemnidad del Corpus Christi oficiada en la iglesia de los Santos Inocentes de Nueva York (EE.UU.).

  
El mismo día se ofició la Santa Misa Tridentina de la Opera Familia Christi, en la capilla de San Aniceto del Palazzo Altemps, en Roma (Italia), como es habitual.

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Papa Francisco acolheu estudantes de Escolas de Jesuítas - dialogou com eles respondendo a perguntas. Deixemo-nos amar pela ternura de Deus - o Papa Francisco na Missa da Solenidade do Sagrado Coração de Jesus


 

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Papa Francisco acolheu estudantes de Escolas de Jesuítas - dialogou com eles respondendo a perguntas

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O Papa Francisco recebeu ontem dia 7 de Junho na Aula Paolo VI delegações dos colégios jesuítas da Itália e da Albânia. Um momento que por vontade do Papa foi profundamente informal e de diálogo com os jovens. Eles colocaram perguntas e o Santo Padre predispôs-se a responder a cada uma delas. Seleccionamos alguns desses momentos e publicamos agora aqui um pequeno excerto de u  ...»


Deixemo-nos amar pela ternura de Deus - o Papa Francisco na Missa da Solenidade do Sagrado Coração de Jesus

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Na Solenidade do Sagrado Coração de Jesus celebrada no dia de hoje, o Papa Francisco apelou aos cristãos para que se deixem amar pela ternura de Deus. Um Deus que se faz próximo por amor e caminha com o seu povo. Um Deus presente na Eucaristia, na sua Palavra, presente nos mais pobres e humildes. Um Deus que - segundo o Santo Padre - é amor e ternura:

"Ternura! Mas o Senhor ama-no  ...»

La Parola di Dio, quella che solo all'ascolto "provoca stupore", va custodita gelosamente nel profondo del cuore. Lo ha detto Papa Francesco


 


La Parola di Dio, quella che solo all'ascolto "provoca stupore", va custodita gelosamente nel profondo del cuore. Lo ha detto Papa Francesco questa mattina, sabato 8 giugno, durante la messa celebrata nella cappella della Domus Sanctae Marthae. Nell'omelia il Pontefice ha posto l'accento proprio sullo stupore. Quello che colse quanti ascoltavano il dodicenne Gesù nel Tempio davanti ai dottori che lo interrogavano, come racconta il vangelo di Luca (2, 41-51), così come stupiti rimasero Giuseppe e Maria nel trovare Gesù che cercavano da tre giorni: "I dottori erano pieni di stupore - ha puntualizzato il Pontefice - e Giuseppe e Maria al vedere Gesù restarono stupiti". Il primo effetto della Parola di Dio è dunque quello di stupire, poiché in essa ritroviamo il senso del divino, ha notato il Santo Padre: "E poi ci dà gioia. Ma lo stupore è più che la gioia. È un momento nel quale la Parola di Dio viene seminata nel nostro cuore".
Tuttavia non si deve vivere lo stupore solo nel momento in cui viene suscitato dalla Parola: è qualcosa da portare con sé per tutta la vita, "in una custodia". Bisogna "custodire la Parola di Dio, e questo - ha puntualizzato Papa Francesco - lo dice il Vangelo: sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore". Custodire la Parola di Dio: un'espressione che, ha notato ancora il Pontefice, nei racconti evangelici si incontra spesso: anche nella notte della nascita di Gesù, "dopo la visita dei pastori", Maria "è meravigliata".
Papa Francesco ha poi riflettuto sul significato del "custodire" la Parola di Dio e si è domandato: "Io ricevo la Parola, poi prendo una bottiglia, metto la Parola nella bottiglia e la custodisco?". Custodire la Parola di Dio - ha risposto - "vuol dire aprire il nostro cuore" a quella Parola, "come la terra si apre per ricevere il seme. La Parola di Dio è seme e viene seminata. E Gesù ci ha detto cosa succede con il seme. Alcuni cadono lungo il cammino e vengono gli uccelli e li mangiano", e questo accade quando la Parola non è custodita. Significa che certi "cuori non sanno riceverla". Accade anche che altri semi cadono "in una terra con tante pietre e il seme non riesce a far radici e muore", cioè quando non siamo capaci di questa custodia perché non siamo costanti; e quando viene una tribolazione ce ne dimentichiamo.
"La Parola anche cade in una terra non preparata - ha aggiunto il Pontefice - dove ci sono le spine, e alla fine muore" perché "non è custodita". Ma cosa sono le spine? Lo dice Gesù stesso: "L'attaccamento alle ricchezze, i vizi, tutte queste cose. Custodire la Parola di Dio è riceverla nel nostro cuore", ha ripetuto Papa Francesco. Ma è necessario "preparare il nostro cuore per riceverla. Meditare sempre su cosa ci dice questa Parola oggi, guardando a quello che succede nella vita". È quello ha fatto Maria durante la fuga in Egitto e alle nozze di Cana, quando s'interrogava sul significato di questi avvenimenti. Ecco l'impegno per i cristiani: accogliere la Parola di Dio e pensare a cosa significa oggi.
"Questo - ha notato il vescovo di Roma - è un lavoro spirituale grande. Giovanni Paolo II diceva che Maria aveva, per questo lavoro, una particolare fatica nel suo cuore. Aveva il cuore affaticato. Ma questo non è un affanno, è un lavoro: cercare cosa significa questo in questo momento; cosa mi vuol dire il Signore in questo momento". Insomma, leggere "la vita con la Parola di Dio: questo significa custodire". Ma significa anche fare memoria. "La memoria - ha detto in proposito il Pontefice - è una custodia della Parola di Dio, ci aiuta a custodirla, a ricordare tutto quello che il Signore ha fatto nella mia vita, tutte le meraviglie della salvezza".
Il Papa ha poi interrogato i presenti: "Come noi oggi custodiamo la Parola di Dio? Come conserviamo questo stupore" facendo in modo che gli uccelli non mangino i "semi" e i vizi "non li soffochino?". E ha risposto che ci farà del bene chiedercelo, proprio alla luce delle cose che accadono nella vita, esortando poi a custodire la Parola "con la nostra memoria, e anche custodirla con la nostra speranza. Chiediamo al Signore - ha poi concluso Papa Francesco - la grazia di ricevere la Parola di Dio e custodirla, e anche la grazia di avere un cuore affaticato in questa custodia".


(©L'Osservatore Romano 9 giugno 2013)

sexta-feira, 7 de junho de 2013

il Pontefice ha definito la solennità del Sacro Cuore di Gesù come la «festa dell'amore»:


La difficile scienza dell'amore


La "scienza della carezza" manifesta due pilastri dell'amore: la vicinanza e la tenerezza. E «Gesù conosce bene questa bella scienza». Lo ha detto Papa Francesco celebrando questa mattina, venerdì 7 giugno, la messa della solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, nella cappella della Domus Sanctae Marthae. Hanno concelebrato, tra gli altri, l'arcivescovo Jean-Louis Bruguès, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, e il vescovo Sergio Pagano, prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, che accompagnavano un gruppo di dipendenti dell'istituzione.
Riferendosi alle letture del giorno - tratte dal libro del profeta Ezechiele (34, 11-16), dalla lettera di san Paolo ai Romani (5, 5-11) e dal vangelo da Luca (15, 3-7) - il Pontefice ha definito la solennità del Sacro Cuore di Gesù come la «festa dell'amore»: Gesù «ha voluto mostrarci il suo cuore, come il cuore che ha amato tanto. Perciò oggi facciamo questa commemorazione. Soprattutto dell'amore di Dio. Dio ci ha amato, ci ha amato tanto. Penso a quello che sant'Ignazio ci diceva, diceva a noi. Ci ha indicato due criteri sull'amore. Primo: l'amore si manifesta più nelle opere che nelle parole. Secondo: l'amore sta più nel dare che nel ricevere».
Sono i due criteri di cui «Paolo nella seconda lettura ci dice: Quando eravamo ancora deboli Gesù, nel tempo stabilito, morì per gli empi. Gesù ci ha amato non con le parole ma con le opere, con la sua vita. E ci ha dato, ci ha donato senza ricevere niente da noi. Questi due criteri sono come i pilastri del vero amore: le opere e il darsi». Spiegando il senso di questi due criteri, il Santo Padre ha notato che il darsi di Gesù è ben reso dalla figura del buon samaritano. «Oggi - ha detto - la liturgia ci fa vedere l'amore di Dio nella figura del pastore. Nel cantico responsoriale abbiamo detto quel bel salmo [22]: Il Signore è il mio pastore. Il Signore si manifesta al suo popolo anche come pastore».


(©L'Osservatore Romano 8 giugno 2013)

terça-feira, 4 de junho de 2013

Impariamo il linguaggio dei bambini

 

Papa Francesco è tornato a parlare della corruzione. Questa mattina, martedì 4 giugno, ha proposto una riflessione sul linguaggio che di solito usano i corrotti, cioè quello dell'ipocrisia: lo stesso, ha detto, usato da Satana nel deserto quando ha tentato Gesù. Il Pontefice ne ha parlato durante la messa nella cappella della Domus Sanctae Marthae, concelebrata, tra gli altri, da sua beatitudine Nersès Bédros XIX Tarmouni, patriarca di Cilicia degli Armeni, e dall'arcivescovo Jean-Louis Bruguès, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa, che accompagnava un gruppo di dipendenti della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Il Pontefice durante l'omelia ha tratto spunto dalla pagina del vangelo di Marco (12, 13-17) nella quale l'evangelista racconta il tentativo di far cadere in trappola Gesù messo in atto da "alcuni farisei e alcuni erodiani": solo "alcuni, perché - ha specificato il Papa - non tutti erano cattivi". Essi "andarono da Gesù per coglierlo in fallo. Facevano finta di conoscere la verità, ma l'intenzione era un'altra, farlo cadere nella trappola. Andarono e dissero: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno perché non guardi in faccia a nessuno, perché insegni la verità di Dio secondo verità". Loro però non credevano a quello che dicevano. Era una lusinga". Questo "è proprio il discorso dell'adulatore, il quale va con parole morbide, con parole belle, con parole troppo zuccherate".
Ieri - ha ricordato il Santo Padre - "abbiamo parlato dei corrotti. Oggi troviamo il linguaggio dei corrotti. Qual è la loro lingua? Questa: la lingua dell'ipocrisia. Non lo diciamo noi, non lo dico io, ma Gesù, conoscendo la loro ipocrisia". L'ipocrisia, ha sottolineato ancora, è "la lingua dei corrotti. Questi non amano la verità. Amano soltanto se stessi e così cercano di ingannare, di coinvolgere l'altro nella loro menzogna, nella loro bugia. Hanno il cuore bugiardo; non possono dire la verità. Lo stesso linguaggio che ha usato Satana dopo il digiuno nel deserto: tu hai fame: questa pietra puoi trasformarla in pane; e poi: perché tanto lavoro, buttati giù dal tempio. Questo linguaggio, che sembra persuasivo, porta all'errore, alla menzogna".
Così quei farisei che - ha proseguito il Papa tornando al racconto evangelico - sono "tanto amabili nel linguaggio, sono gli stessi che andranno il giovedì sera a prenderlo nell'orto degli ulivi e venerdì lo porteranno da Pilato. E con Pilato useranno lo stesso idioma: noi abbiamo soltanto un re che è Cesare". Questo linguaggio è un tentativo di "persuasione diabolica". Infatti, quelli che in quel momento "lodavano" Cristo, "finiscono per tradirlo e mandarlo alla croce. Gesù, guardandoli in faccia, dice loro questo: ipocriti!". L'ipocrisia, dunque, è il linguaggio della corruzione, e non certo il "linguaggio di verità, perché la verità - ha precisato il vescovo di Roma - mai va da sola: va sempre con l'amore. Non c'è verità senza amore. L'amore è la prima verità. E se non c'è amore non c'è verità". Gli ipocriti invece "vogliono una verità schiava dei propri interessi". Anche in costoro c'è una forma di amore; ma è "amore di se stessi", una sorta di "idolatria narcisista che li porta a tradire gli altri e porta agli abusi di fiducia". Invece, "la mitezza che Gesù vuole da noi non ha niente, niente a che fare con questa adulazione, con questo modo zuccherato di andare avanti. Niente. La mitezza è semplice, come quella di un bambino; e un bambino non è ipocrita, perché non è corrotto. Quando Gesù ci dice: il vostro parlare sia: sì, sì, no, no, con animo di bambino, ci dice il contrario di quello che dicono i corrotti".
Tutti noi, ha riconosciuto Papa Francesco, in realtà abbiamo "una certa debolezza interiore" e ci piace "che dicano cose buone di noi". E a tutti piace, perché in fin dei conti un pizzico di vanità lo abbiamo tutti. I corrotti lo sanno e con il loro linguaggio "cercano di indebolirci". Dunque "pensiamo bene oggi - ha raccomandato - qual è la nostra lingua: parliamo in verità con amore o parliamo un po' con quel linguaggio" che ci porta a dire cose belle che non sentiamo come tali? "Che il nostro parlare sia evangelico" ha auspicato il Santo Padre. E "chiediamo oggi al Signore che il nostro sia il parlare dei semplici, il parlare da bambino, parlare da figli di Dio: dunque, parlare nella verità dell'amore".


(©L'Osservatore Romano 5 giugno 2013)

segunda-feira, 3 de junho de 2013

31 DE MAYO. REPORTAJE DE LA FIESTA DE SANTA MARÍA REINA. El Arzobispo Primado de Bélgica vuelve a oficiar la Santa Misa Tridentina Pontifical y confiere la Confirmación en el Rito Romano antiguo. Primeras Comuniones y Profesiones de Fe en Lille (Francia) durante la solemnidad de la Ascensión. Confirmaciones y Santa Misa Tridentina Pontifical en Wisconsin (EE.UU.). Más imágenes de la Santa Misa Tridentina votiva oficiada en la catedral de Notre-Dame de París

31 DE MAYO. REPORTAJE DE LA FIESTA DE SANTA MARÍA REINA

El pasado viernes 31 de mayo celebramos la festividad de Santa María Virgen, Reina. La Santa Misa Cantada fue oficiada por el P. Rafael Escolano, superior de la comunidad de Esclavos de María y de los Pobres de Torrijos (Toledo). Desde el mes de abril, el P. Rafael ha comenzado a celebrar la Santa Misa según la forma extraordinaria en la Capilla de la Casa-Hogar de formación cristiana de San José, en Torrijos, los terceros domingos de mes a las 20:00 horas. Agradecemos su disponibilidad a la invitación de celebrar esta fiesta tan significativa para la comunidad. A continuación ofrecemos el reportaje fotográfico y los vídeos de la celebración, entre los que está integra la homilía.















El Arzobispo Primado de Bélgica vuelve a oficiar la Santa Misa Tridentina Pontifical y confiere la Confirmación en el Rito Romano antiguo

 
El Arzobispo de Malinas-Bruselas, S. E. R. Mons. André-Joseph Léonard, Primado de Bélgica, ha vuelto a oficiar la Santa Misa Tridentina Pontifical y ha conferido el sacramento de la Confirmación en el Rito Romano antiguo, el pasado martes 14 de mayo, en la iglesia de Santa Ana de la ciudad de Bruselas (Bélgica). Hace seis meses ya informé (ver aquí) de la ocasión anterior en que Mons. Léonard ofició la Santa Misa en la Forma Extraordinaria del Rito Romano en la iglesia de los Mínimos de la capital belga. ICRSS.




Primeras Comuniones y Profesiones de Fe en Lille (Francia) durante la solemnidad de la Ascensión

El pasado jueves 9 de mayo, solemnidad de la Ascensión del Señor, Mons. Gilles Wach, Prior General del Instituto Cristo Rey Sumo Sacerdote, presidió la ceremonia de Primeras Comuniones y Profesiones de Fe del Apostolado del Instituto en Lille (Francia). ICRSS.

Confirmaciones y Santa Misa Tridentina Pontifical en Wisconsin (EE.UU.)

El pasado viernes 31 de mayo, S. E. R. Raymond Leo Card. Burke ofició la solemne Santa Misa Tridentina Pontifical y confirió el sacramento de la Confirmación a cincuenta fieles en el Oratorio de la Inmaculada Concepción de la localidad de Wasau, en Wisconsin (EE.UU.), a cargo del Instituto Cristo Rey Sumo Sacerdote, coincidiendo con el X Aniversario de la dedicación de este templo de la diócesis de La Crosse por el mismo Cardenal Burke -el 31 de mayo de 2003-. Fotos: D. Jan Kuehlman. ICRSS.

Más imágenes de la Santa Misa Tridentina votiva oficiada en la catedral de Notre-Dame de París

Más imágenes de la Santa Misa Tridentina votiva que he mencionado en la entrada anterior, oficiada en la catedral de Notre-Dame de París por el P. Patrick Faure, párroco de la iglesia de San Eugenio-Santa Cecilia, con motivo del DCCCL Aniversario de la dedicación de la catedral actual y para ganar la indulgencia plenaria del Año de la Fe. Durante la entrada del oficiante el Coro entonó el motete Dominus regnavit, de Jean-Joseph Cassanea de Mondonville y ante la imagen de Nuestra Señora, más tarde, el Magnificat real. Fotos tomadas por D. Gonzague Bridault.

El antiguo altar mayor de la catedral de Notre-Dame de París ha vuelto a usarse para oficiar la Santa Misa Tridentina

Ha sido el pasado miércoles 29 de mayo, fiesta de Santa María Magdalena de Pazzis, cuando fue oficiada la solemne Santa Misa Tridentina en el antiguo altar mayor de la catedral de Notre-Dame de París (Francia), de cuya ceremonia forma parte esta fotografía de la procesión de entrada, compartida anteayer por Rorate Caeli.
 

1. Male and Female 2. Plunging into Greater Darkness 3. A Generation Born Into Darkness 4. The Moment of Great Light 5. The Fountains of Mercy

5. The Fountains of Mercy

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Jesus
I have spoken clearly. Mankind is burdened by his sins, yet he has no desire to be free. He does not like the word “repentance”. He clings to his sins and pays the highest price for them. He loves his darkness and walks away from whomever would offer him the light. He cherishes his sins and would never be separated from them.
I offer mankind the great fountains of my mercy but very few come to drink, even though no price is asked. Instead, mankind seeks out poisonous waters for which he pays the highest price. He sacrifices his health, his reputation, his marriage, his family. Although sin comes with the highest price tag, the destruction of the human person, it still flourishes.
Mary
There is not enough time to describe the burdens of sin or the destruction that it brings to the human person. I have spoken gently and clearly. I end these words with an invitation. O reader, I know you and I know your sins. I will act quickly and decisively. You will be surprised at how I free you so completely. However, I need your free will to turn away from this darkness and to seek goodness. Just one little act of your will, one little prayer will suffice, “O Mary, sinless one, save me from my sins”. With that prayer the fountains of mercy are released in you.



4. The Moment of Great Light

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Jesus
A moment will come when all the nations will gather into my presence. This will be the moment of great light and the moment of the full and final separation of light from darkness.
Some who come before me on that day will be children of darkness, caught, entrapped and still clinging to their darkness. All I can do is to cast them out. Darkness has no place with light, just as night has no place during the day.
How I want to avoid that moment and never have it happen. That is why I speak. O reader, cast out your darkness. Do not cherish it. Do not hold on to it. Darkness has nothing to do with light and does not exist in my kingdom.
Mary
These words are light, inviting you out of your darkness. I do not chastise. I do not condemn. But I cannot leave you in your darkness. Oh, you know it all too well. It has been your constant companion. At times, you have made this darkness your friend. You wanted him at your side.
Now, much has changed. You judge differently. You are calling darkness, darkness and you want to be a child of the light. Good! Let us begin. Take my hand and we will choose again the light of my Son, Jesus. There is not much time. Certainly, no time to delay. Casting out the darkness is not the work of one day.



3. A Generation Born Into Darkness

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Jesus
Light streams from heaven so that earth does not lie in darkness. However, mankind has learned how to block heaven’s light. He extinguishes the lights one by one, until so much now lies in darkness. When darkness begins the people at least have memories of the light and what earth was like when heaven’s lights shone forth.
As time goes on, a younger generation springs up which born into the darkness. They have no memories of these lights because they were extinguished before they were born. Such it is with the great moral questions of abortion and, soon, of same sex marriages. The younger generation will be born into that darkness without any realization that different lights used to shine.
Mary
This is why we speak – to preserve the light of heaven. I do not speak to condemn. However, if I did not speak, the darkness would have no enemy, no voice raised against it. Human voices are not enough. They are easily drowned out or set aside. Mine is a heavenly voice, which carries its own authority. Who will dispute with me? Who can say that I do not love mankind, when I sacrificed my only Son? Who can accuse me of bias? I am your mother and I say quite clearly. “You are putting out the only lights that can save you from complete darkness.” I will not allow this to happen.

2. Plunging into Greater Darkness

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Jesus
Mankind is weighed down by his sins but he cannot see the problem because he does not believe in sin or see its effects. So, one by one he says, “This is not a sin” and “That is not a sin”. He takes the clear list that the heavenly Father has revealed and he removes what is inconvenient or bothersome to him. The commandments of God end up in shreds.
He does not pass on to his children these clear laws, so they walk in an even greater darkness, unaware that a true light existed which has been put out. Such is the state of the world – burdened with the greatest sins, twisted in its own depravity, and totally unable to free itself. That is why I speak, trying to solve this demonic difficulty.
Mary
Mankind has become twisted as the clear light of the gospels has been gradually extinguished. Now, mankind is plunging into the greatest darkness from which the society cannot emerge. When the family is no longer seen as sacred, when conceived children are no longer accepted as persons, when the very nature of marriage is changed, then that society is warped, twisted, turned in upon itself and unable to reproduce the children needed to continue its existence. There are the obvious results of the current darkness for which I hold out the light of my Immaculate Heart.

1. Male and Female

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Jesus
From the beginning, the heavenly Father made them male and female. He told them to increase and multiply and fill the earth. Now, mankind says that being male and female are unnecessary for sexual love. It claims that sexual attraction is licit when a male loves a male or a female lover a female. The Father’s plan has been lost and destroyed.
“We must give them their civil rights” they say. A male has no right to marry a male, not a female to marry a female. They cannot increase and multiply. Such a union is sterile, devoid of fertility and turned in upon itself. When a man burns for another man and a woman for a woman, it is a false love and must be rejected. There are other paths and the heavenly Father will bless those who try to walk according to his will. Many diverse gifts are reveled to those who strive to limit their lusts.
Mary
You who seek sexual satisfaction from someone of your own sex, I want you to come to me so I can teach you another path. Do not be afraid of this call to chastity and service to others. Many before you have walked this road and I have never abandoned them. There will be lonely hours and difficult moments, but there will also be joys and freedoms. I will break the bonds that chain you and offer you consolations that will lift your spirit. I invite all. No one need turn away from the fountain of chastity.