sexta-feira, 2 de novembro de 2018

"Il ritorno dell’anima a Dio. Meditazioni sull’obbedienza” di Divo Barsotti

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Se la vita cristiana deve essere concepita e vissuta come un ritorno dell’anima a Dio, dal quale l’anima si è allontanata per il primo peccato, San Benedetto ci dice che il ritorno dell’anima al Signore è un ritorno di obbedienza, così come il primo peccato è stato fondamentalmente un atto di disobbedienza“. 

“Può sembrare che effettivamente l’anima che obbedisce sempre di fatto rinunzi a quello che e il suo valore più alto, la sua autonomia, la sua indipendenza; ma e vero il contrario quando si tratta di un’obbedienza a Dio, a Dio che e il nostro Creatore: e Lui che ci fa, noi non siamo che in quanto ci riceviamo da Lui, e tanto più dunque l’uomo anche naturalmente e perfetto quanto più, rinunciando a una sua pretesa autonomia, a una sua indipendenza che lo isterilisce e lo svuota, lo mortifica e lo annienta, rinunciando a questa sua autonomia si dona a Dio in un’obbedienza sempre più perfetta e totale. (…) Nella sostituzione di Dio all’uomo che si verifica nell’obbedienza, non tanto che all’essere umano si sostituisce l’Essere Divino – sono sempre io che agisco, ma l’atto e unico, e quest’atto realizza insieme la vita divina e la vita umana, Dio e l’uomo, e la vita dell’Uno e dell’altro – attraverso l’obbedienza passa non l’Essere di Dio in me, ma la sua medesima vita, sicché veramente e Lui che vive in me”.