Brevi meditazioni per ciascun giorno dell’anno
Questa pagina è tratta dal libro “La Passione di Gesù Cristo”, brevi meditazioni per ciascun giorno dell’anno di P. Gaetano da Bergamo. Il testo è stato rivisto da don Domenico Labellarte il quale aveva ricevuto il libro da San Pio da Pietrelcina con questa esortazione: “Prendilo e meditalo tutti i giorni …” il 5 gennaio 1946.
12 NOVEMBRE – PUNTO I – GESÙ È ARRIVATO CON LA CROCE AL CALVARIO
PASSIONE DI GESÙ
12 NOVEMBRE – PUNTO I – GESÙ È ARRIVATO CON LA CROCE AL CALVARIO
Gesù è arrivato con la croce al Calvario
Punto I – I Giudei sanno quanto sia efficace il modo di parlare di Gesù e temono che Egli, con le sue parole, riesca a convincere la folla a liberarlo, perciò lo incitano a camminare più in fretta con insulti e percosse. Ma molto di più lo sollecita la sua carità. Così, con indicibile fatica, giunge sulla cima del monte dove era stato condotto anche Isacco, vittima da sacrificare e figura del Salvatore. La sua umanità soffre una profonda tristezza nel vedere il luogo dove dovrà morire, ma il suo spirito è pieno di gioia, perché sa che qui si compirà finalmente la redenzione del mondo. Il Calvario è un luogo maledetto perché vi scorre il sangue dei malfattori giustiziati, tuttavia Gesù lo chiama monte santo di Dio poiché è destinato a vedere la sua vittoria e la sua gloria.
Riflessione – Nella Passione di Gesù tutto è voluto e predisposto da Lui e quindi anche il luogo della sua morte. Poiché il monte Calvario, secondo un’antica tradizione, è al centro del mondo, Gesù lo ha scelto perché tutto il mondo facesse da tempio intorno all’altare della croce, dove Egli sarà immolato per redimere non un solo popolo, ma tutto il genere umano. Inoltre c’è da dire che in questo modo Gesù ha voluto manifestare, oltre alla sua carità, anche l’umiltà, perché per morire aveva preferito un luogo disonorevole, come per nascere aveva scelto una povera stalla.
Anima mia, quante belle cose dobbiamo imparare dalla Passione di Gesù! Basta salire sul Calvario per intuire un’infinità di misteri.
Signore mio, solo chi è puro ed esercitato alle virtù è degno di salire il tuo santo monte o, per lo meno, chi sa portare con te la croce. Io purtroppo non potrò essere ammesso in quel luogo santo, perché ho un’avversione alla croce pari a quella dei tuoi carnefici. Sono uno di quelli che s’illudono di essere buoni cristiani, ma che non si scomodano a soffrire. Invece mi sbaglio, persuaso come sono che sia sufficiente non offenderti in modo grave e che la perfezione consista nel moderare l’amor proprio, senza impegnarsi seriamente nelle virtù.
Colloquio – Mio divino Maestro, concedimi un po’ della tua umiltà che mi faccia conoscere bene me stesso. Quando mi sarò convinto di essere un mostro di cattiveria, un miserabile peccatore degno di subire le pene dell’Inferno, nessuna mortificazione e nessuna umiliazione mi parrà pesante e ogni croce per me diventerà gradevole. Per chi è vissuto nel peccato la penitenza è obbligatoria, non facoltativa.
Pratica – Anche se il pensiero dell’Inferno è molto incisivo, è meglio che io segua quest’altro: per quanto io possa patire, la mia sofferenza non è nulla in confronto a quella di Gesù.