segunda-feira, 20 de fevereiro de 2012

Santa Sede - FSSPX . «Magistero o tradizione vivente?», don Gleize denuncia un falso dilemma


 

Pubblico una recente interessantissima puntualizzazione di Don Jean-Michel Gleize che centra il problema all'origine dell'apparente "dialogo tra sordi" cui ci è dato assistere in quest'epoca di confusione e oscuramento della verità nel dibattito tra Santa Sede e FSSPX. Il problema non è solo ermeneutico, è molto più profondo, perché vede di fronte due concezioni diverse del magistero, frutto di una vera e propria rivoluzione copernicana, collegata con una nuova concezione di Chiesa, inutile nasconderselo:
  1. quella nata dal concilio, che ha spostato il fulcro di ogni cosa dall'oggetto al soggetto.
    Il Magistero bimillenario della Chiesa poteva dirsi 'vivente' nel senso che trasmetteva inverandolo in ogni generazione - ma curandone l'integrità nella sostanza: eodem sensu eademque sententia - il Depositum fidei della Tradizione Apostolica, fondamento oggettivo, dato, pur se sempre ulteriormente approfondito e chiarito nelle sue innumerevoli ricchezze
  2. il magistero attuale si dice invece vivente, in senso storicistico, perché portatore dell'esperienza soggettiva della Chiesa di oggi (che sarà diversa da quella di domani) perché soggetta all'evoluzione determinata dalle variazioni contingenti legate alle diverse epoche.
Insomma è cambiato il cardine su cui si fonda la Fede, spostato dall'oggetto-Rivelazione al soggetto-Chiesa/Popolo-di-Dio pellegrina nel tempo e di fatto trasferito dall'ordine della conoscenza a quello dell'esperienza.LEGGERE...