sábado, 23 de fevereiro de 2013

SERVO DI DIO don Giuseppe Canovai : SACERDOZIO MESSA E BREVIARIO

Canovai

SACERDOZIO MESSA E BREVIARIO - Messa


Andare all'Altare e sentire che stanchezza e digiuno e debolezza e sforzo ci fanno lasciare all'Altare un piccolo frammento di vita! Oh, gioia che supera ogni senso!
È il continuo rinnovarsi in ogni istante dell'ebbrezza del martirio, l'unica gioia compiuta perché non c'è gioia e verace fuori del dono della vita!
La preparazione alla S. Messa: l'interiore donazione e offerta al mistero che devo celebrare. La preparazione non deve essere una qualunque preghiera, un generico raccogliersi, né una prosecuzione della meditazione; deve essere tutta orientata alla grande offerta in attesa amorosa dell'imminente mistero; un umiliarsi intimo dell'anima, un pentirsi amaro, una coscienza viva e pungente della propria indegnità, ma consolata e rasserenata sempre dalla confidenza che la mia offerta sarà accettata, che il Padre mi vede avvolto nel Sangue preziosissimo del suo Unigenito, e una grande letizia del perdono, quello che torno ad impetrare cotidianamente nel pane della Vita e nel sangue della Redenzione.
Sarà però intimamente ispirata e nutrita dal pensiero della mia meditazione e quasi il suo ultimo e intero fiorire: allora la veste della mia meditazione, il pensiero attraverso cui l'anima ha ottenuto l'adesione all'informulato mistero della carità si attenua e quasi scompare del tutto; perché quella interiore unione intima alla divina carità del Signore, avvicinata, posta nell'imminenza del grande mistero, si rinnova, si fa più ardente, più vasta, più penetrante, brucia e consuma e si fa tutto fiamma e vita per unificarsi al Sacrificio del Maestro.
Non è dunque tanto un vedere il nesso tra il pensiero, la verità, le esteriori forme concepibili di ciò che ho meditato e il Sacrificio, se non piuttosto un penetrare, un affondarmi di più nell'unione interiore al mistero vivo della carità del mio Maestro.



SACERDOZIO MESSA E BREVIARIO - Sacerdozio


Sento fremere, palpitare in me immenso, augusto, celeste il potere del Sacerdozio, lo sento travalicare i limiti della mia anima, giungere fino ai Cieli ove reca sull'altare eterno la Vittima immacolata, abbracciare tutto l'universo cui dona la pace del perdono e la parola della vita, spingersi fino alle soglie della morte ove salva nella effusione universale della misericordia crocifissa: esso sboccia, come un albero secolare che ha le sue chiome nei cieli, ai piedi della Croce dalle zolle bagnate del sangue di Dio e le anime redente lo rallegrano con la gioia dei canti della vita. È una creatura viva, la sento palpitare, vivere, crescere dentro di me... la sento che mi consuma, mi invade, mi afferra da ogni parte... Dio mio che mi prenda tutto, che mi divori nel caldo del tuo amore, nella luce del tuo Verbo, nel lavacro del tuo sangue, nel fuoco del tuo spirito, nella purezza dolce della Madre tua. Mio Dio voglio essere Sacerdote in tutto, per tutto, in ogni attimo della vita, in ogni momento della mia giornata, in ogni atteggiamento del mio spirito... voglio che tutto sia Sacerdozio e cioè distruzione di me, glorificazione di Te, donazione di misericordia e di pace alle anime...
Centuplica la potenza del mio Sacerdozio, che giunga ad ogni anima, che arrivi ad ogni cuore, che pervada di misericordia tutta la terra.
Intensifica, o mio Dio, centuplica il fuoco che mi brucia, che non mi lascia pace, affretta la consumazione e la fine affinché sul grano disfatto trionfi la Tua Croce, si irradi la Tua luce, si aprano le sorgenti della Vita e le anime trovino misericordia e il tuo nome gloria..



SACERDOZIO MESSA E BREVIARIO - Breviario


Poche cose sono così santificanti come il recitare il Breviario lentamente, solennemente avanti al SS.mo Sacramento esposto: mi sembra che Cristo entri nell'anima per tutte le vie, per le parole, per gli occhi, per le orecchie e soprattutto per una donazione silente, interiore, continua, che sgorga dall'unificarsi della nostra preghiera alla sua silenziosa offerta.

Bello è far risuonare la preghiera del Breviario avanti al SS.mo esposto: sembra di dare le labbra al Cristo fatto silenzioso nell'offerta della Croce, affinché Egli continui ad onorare, glorificare il Padre; risuonano così soavi le preghiere dell'inizio e poi Pater, Ave, Credo: in queste mi unifico a Lui intimamente: Egli non disse il Pater, perché Egli non domandò mai perdono, ma lo insegnò, e io mi unifico, nel recitarlo, alla carità infinita con cui Egli si degnò di insegnarci come si parla con il Padre; e se Egli non disse forse le stesse parole dell'Ave, Egli ne visse l'ispirazione, lo spirito, perché Egli anche lodò e glorificò in sé la perfezione della Madre sua, come io mi rallegro ed esulto pensando alle virtù dei miei cari; ed Egli non disse "Credo", perché Egli non credette ma vide; però manifestò fuori di sé la gioia che gli ispirava la visione delle opere del Padre "Ti benedico, o Padre, perché hai rivelato...".
Ed io mi unisco a quella benedizione di Dio e glorifico nel Credo l'economia dei misteri divini e della loro rivelazione a me: e gli occhi si affissano in Lui; e l'anima è soavemente invasa dalla comunione della sua preghiera; e l'anima si unifica a Lui sollevandosi fuori di sé, in una unione dolce e unificante; poi, come scintilla di luce viva, scocca su quelle alture la parola della lode liturgica "Jam lucis orto sidere...".

Letizia indicibile nella strada stringendo al mio cuore il Breviario: è il dono del Padre nel dì delle mie nozze... mi diede la voce del Figlio Suo affinché la mia, velata e raccolta in quella, gli potesse essere gradita: mi sembrava di stringere a me una persona viva, lo era infatti: era la viva preghiera dell'Unigenit Cristo mio, intessuta degli inni di giubilazione e dei gemiti della Passione.

DIARIO - Sacerdozio


Sabato 16.11. 1929 - In seminario all’Almo Collegio Capranica
Stasera ho avuto da Mons. C. la risposta affermativa di S. Em. il Vicario, potrò quindi entrare giovedì al Seminario Capranica.
Signore io ti ringrazio delle gioie che così immeritatamente mi concedi! Ti ringrazio perché mi hai condotto alla soglia del tuo altare e mi approssimi al tuo santuario.
Signore nel nome santo di Maria che io cominci una novella vita!

Domenica 8.III.31 – Verso il Diaconato
Questa mattina non ho potuto studiare, corrisp., poi mia madre a cui ho dovuto comunicare la notizia dell'ordinazione di Diacono a Pasqua. Poi il pomeriggio sono andato a S. Lorenzo ad invocarne l'intercessione per il mio diaconato, poi a vedere il Russico per far compagnia a Del Mestri e agli altri.Quindi in collegio Macch. e Brandol.
Mi accorgo sempre più della diminuzione delle mie facoltà mentali! Mio Dio questa è la più grande delle croci; pazienza, fiat, fiat.

Domenica 5.IV.1931 – Pasqua prima dell’ordinazione
Rimarrà incancellabile per tutto l'avvenire questa santa giornata Pasquale rallegrata dell'esercizio dell'Ordine e dalle prime gioie eucaristiche. Oh intimità santa e ineffabile unione d'amore con Gesù Eucaristico, come è dolce all'anima approssimarsi a Dio!
Ma quanto timore. quanto tremore vicino al Santo dei Santi, quanto venerandi e tremendi i misteri Eucaristici "Onnipotente tremende colende"! Tremendo! Quando mi accosto all'Altare mi pare essere sulla cima del Sinai, e mi meraviglio come abbia il coraggio di rimanerci! Come è grande il Signore! E mentre l'anima è invasa dal più grande timore e dalla riverenza più profonda è insieme attratta da una forza irresistibile a immolarsi, a darsi e gusta l'intimità dell'amicizia divina!
Mistero! Come possono sussistere insieme questi due sentimenti? Eppure li ho sentiti insieme così profondi così potenti. Temevo, amavo e mi sprofondavo nel mio nulla. Come è bello essere nulla davanti al Signore ed essere onnipotente nell'amore Come è bello dire al Signore "Dominus non sum dignus ut intres .." Ed insieme abbracciarsi a lui come un figliolo alla mamma, Quanto è tremendo e quanto è buono il Signore!

22 aprile 1931
Il 21 appresi la notizia della mia Ord. per il 3 da Mons. Rettore verso le 11,30! Ho passato questi giorni in una attesa piena di letizia. Stamani Diac. a S. Caterina poi altre piccole cosucce che ho avuto da sbrigare, cara visita di mia madre e di Lenti, il pomeriggio caro saluto ai compagni e cara visita di Luigi, più caro, più amabile che mai. Ed ora son qui, eccomi a Te ho Signore.

20 maggio 1931 – don Giuseppe Canovai scrive:
Spero da oggi di riprendere di far bene la meditaz. e le cose di spirito. Intanto sono sempre ripieno dei ricordi dei giorni trascorsi delle giornate così grandi passate! Di queste non dico niente, esse vivono nell'interno dell'anima passano silenziose tra me e Dio.
Quanto amore mi ha mostrato il Signore, quanta misericordia. Sento che il dovere più forte che ho per corrispondere è difendere generosamente la pace, allontanare i pensieri che turbano, combattere la dissipazione, esser fedele ai propositi degli esercizi, conservare sempre la pace, essere sempre "Homo Dei"!
Da oggi dunque spero di riuscire nei miei propositi, e sollevarmi, essere più libero e più forte, più fedele. Ah il Signore lo vede, in gran parte è tutto frutto della mia estrema debolezza: non sono più capace del minimo sforzo intellettuale, gli occhi mi bruciano le gambe mi dolgono, la mia croce segue il suo corso il corpo è sfinito!
Tu vedi ho Signore cosa posso darti io? E dire che le persone parlano di me come di persona che può far qualcosa; io solo sento ho Signore con evidenza che non potrò far nulla, che sono finito!
Ma neppur questo mi abbatte, tu solo basti, in nomine tuo laxabo retes!
Sarò fedele ho mio Signore, te lo prometto con tutte queste povere misere forze che rimangono, tu lo vedi sono nulla ma sono per te!

http://www.dongiuseppecanovai.it/spiritualita.htm