sexta-feira, 12 de abril de 2013

Pontificado do Papa Francisco será consagrado a Nossa Senhora de Fátima


 
 
 
Fátima (RV) – No dia 13 de maio em Fátima, em celebração para a qual é convidado todo o povo de Deus, o pontificado do Papa Francisco será consagrado a Nossa Senhora de Fátima.

Como resposta ao pedido apresentado pelo Papa ao Cardeal Patriarca de Lisboa, Dom José Policarpo, para que este consagrasse o seu pontificado a Nossa Senhora de Fátima, os bispos portugueses decidiram que esta consagração se fará no próximo dia 13 de maio.

O Santuário anuncia que a consagração será inserida no programa da peregrinação internacional de 12 e 13 de maio, no dia 13, em momento a ser ainda definido.

A peregrinação internacional aniversária de maio, nos 96 anos da primeira aparição de Nossa Senhora aos videntes Lúcia, Francisco e Jacinta, será presidida pelo Arcebispo do Rio de Janeiro, Dom Orani Tempesta.
(CM)

http://pt.radiovaticana.va/

quinta-feira, 11 de abril de 2013

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    http://sthughofcluny.org/

    Avanziamo su tutti i fronti!

     


    In un'epoca in cui impera nella società la mentalità “politically correct”, onde evitare fraintendimenti, credo sia conveniente fare alcune precisazioni al riguardo di alcune espressioni contenute nel post che segue. Quando parlo di “nemici”, intendo riferirmi al demonio e agli errori che ammorbano il mondo. Per “armi” mi riferisco ovviamente solo a quelle “spirituali”, ossia la preghiera, la penitenza, l'apostolato, il buon esempio, ecc.

    La Chiesa pellegrina sulla terra è chiamata anche “Chiesa militante”, perché i suoi membri sono continuamente impegnati nella dura lotta contro il demonio, il mondo e la carne. In questo quadro bellico giungono da tutti i fronti notizie incoraggianti. Continua infatti inarrestabile la poderosa avanzata della Tradizione Cattolica. Certo non si tratta di una “guerra lampo”, il conflitto sarà ancora lungo, ma è evidente che la devastante avanzata dell'eresia neo-modernista (sviluppatasi a dismisura a partire dagli anni sessanta) è stata arrestata ed ora batte rovinosamente in ritirata. Al nemico infernale non resta che leccarsi le ferite inferte dai colpi della martellante artiglieria tradizionalista.

    Mi diranno: Non pensi di stare esagerando nel descrivere la situazione? Come fai a dire che stiamo avanzando su tutti i fronti?

    No, non penso di esagerare. I fatti sono fatti, osserviamoli insieme. Pensiamo ad esempio alla liturgia tradizionale. Fino ad una decina di anni fa, quanti erano i fedeli interessati ad essa? Molti di noi ne ignoravano persino l'esistenza. Oggi possiamo affermare che in questi anni c'è stato un travolgente aumento di fedeli legati a questa antica e venerabile forma liturgica, che addirittura è stata liberalizzata dal Sommo Pontefice (solo dieci anni fa era inimmaginabile). E' vero o non è vero ciò che ho detto? Pensiamo anche al forte incremento del numero dei fedeli attratti dal canto gregoriano, dal canto polifonico, dalla “Somma Teologica” di San Tommaso d'Aquino, dal Catechismo di San Pio X, dalle opere di Sant'Alfonso Maria de Liguori. Ed ancora, pensiamo al rifiorire degli ordini religiosi di stretta osservanza, al ritorno d'interesse per l'abito talare, alla costruzione di nuove chiese in stile tradizionale.

    L'ermeneutica della rottura sta battendo in ritirata perché non è coerente con il Vangelo e non riesce più ad attrarre i giovani, i quali non sopportano un cattolicesimo mediocre e insipido. Le linee difensive neo-moderniste sono state sfondate ed è cominciata la controffensiva della Tradizione. Come ho già detto, non si tratta di una guerra lampo, ma ormai abbiamo in pugno la vittoria. Ai giovani non interessa un cristianesimo annacquato. O scelgono la Tradizione Cattolica oppure confluiscono nell'ateismo pratico. Tertium non datur. Non c'è più spazio per l'ermeneutica della rottura, la quale emancipandosi dalla Tradizione, ha perso attrattiva sui fedeli.

    Non dico che oggi la situazione sia tutta rose e fiori, ma è innegabile che si respira un'aria diversa. Dieci anni fa se uno si azzardava a dire che apprezzava la Tradizione Cattolica, rischiava di essere considerato un fanatico estremista. Ora l'atmosfera è diversa, la buona battaglia è ancora in corso, ma si incominciano a vedere i segnali della riscossa.

    La battaglia decisiva non è ancora giunta, il combattimento spirituale continua serrato. Coraggio! Non demoralizziamoci per qualche sconfitta che ogni tanto subiamo. Confidiamo nella promessa del Redentore Divino: non prævalebunt!
     
    Triduum Paschalne w dawnej formie z udziałem biskupa
    Organizowanie obchodów Triduum Sacrum przez duszpasterstwa działające na mocy motu proprio Summorum Pontificum jest coraz powszechniejszym zjawiskiem. Niezwykle rzadko zdarza się, żeby w takiej liturgii uczestniczył biskup. Tym bardziej warto odnotować fakt, który miał miejsce w Australii. W Melbourne, w działającej przy kościele św. Alojzego Katolickiej Wspólnocie bł. J.H. Newmana, aktywny udział w ceremoniach paschalnych wziął J.E. bp Basil Meeking, emerytowany biskup Christchurch w Nowej Zelandii.

    Źródło: newman-community-melbourne.org
    Hierarcha celebrował Mszę Wieczerzy Pańskiej w Wielki Czwartek i uroczystą Mszę pontyfikalną w Niedzielę Zmartwychwstania, oraz uczestniczył w chórze w pozostałych liturgiach i nabożeństwach.

    Źródło: newman-community-melbourne.org
    Obszerną galerię zdjęć z celebracji można obejrzeć na oficjalnej stronie Wspólnoty. Warto zauważyć, że bp Meeking stale współpracuje z australijskimi tradycjonalistami, głosząc Słowo Boże i celebrując pontyfikalne liturgie.

    Easter Monday in Dorchester. More about the Retreat and Chant Course. Family Retreat: reply to 'Ora Pro Nobis'. Pontifical Mass in Ratcliffe College for the LMS Training Conference

    Easter Monday in Dorchester

    I've just returned from the Family Retreat I organise each year for the St Catherine's Trust; this and the preparations for it explain the recent lack of blogging. I am just about to visit the Latin Mass Society Priest Training Conference at Leicester so this situation may continue a little longer.
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    But in the meantime, here are some pictures of the lovely Solemn Mass of Easter Monday in St Birinus, Dorchester on Thames, which is always a highlight of Easter for me. Organised by the Parish Priest, Fr John Osman, it was accompanied by the Schola Gregoriana of Cambridge, led by Dr Christopher Hodkinson.
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    This small church was packed. There are more photos here.
     

    More about the Retreat and Chant Course

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    Our Retreat Giver this year was Fr John Hunwicke of the Ordinariate. He was brilliant - as I knew he would be. He was also rather heroic in taking it on, since he has not fully recovered from a very nasty broken shoulder.
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    Fr Guy Nicholls of the Birmingham Oratorty, and Scott Tanner, a seminarian of the Institute of Christ the King Sovereign Priest, joined us on Saturday, making Solemn Mass possible. Fr Matthew Goddard of the Fraternity of St Peter also came over (from Reading) to hear confessions one afternoon.
    IMG_2435Among the events of the Retreat, we always have a Marian procession; this goes from the Oratory School's main chapel to the smaller 'old' chapel.IMG_2449After this we have tea; St Philip's Books, the well-known Oxford Catholic bookshop (second hand and new), had a stall.IMG_2473
    The liturgy of the weekend included Mass, Sung or Solemn, plus Compline on the two evenings, and Vespers and Benediction on Saturday. The presence of the 25 or so singers on the Chant course at these liturgies meant that these were all accompanied with great confidence and gusto. I'll do another post on the chant.
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    The special point of the Retreat is that, as parents can only attend a spiritual talk if someone is looking after their children, we have activities for the children, both 'older' and 'younger' (the dividing line is about 12). The culmination of the younger children's activities is an Easter Egg hunt on Sunday morning. The activities include talks for the older children, including (this year) one from Scott Tanner ICKSP about seminary, and one from me about miracles, as well as fun creative things for the younger ones - they cut out and coloured in some very cleverly designed vestments this year, which could be put onto a cut-out priest. We are very grateful to the volunteers who looked after the children in these sessions.
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    This is bit of real Catholic life and community, spiritual and social.
     

    Family Retreat: reply to 'Ora Pro Nobis'

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    Over on Fr Ray Blake's blog, some pseudonymous commenter suggests, not for the first time, that 'traditionalists' - presumably this means people attached to the traditional liturgy - don't do enough. This person's private apostolate is, apparently, to rid the Church of liberal Catholics by making them choke to death on their after-Mass biscuits by quoting the Catechism at them. Well, good for him (or her). There can be a place for that kind of thing, but it is not the only kind of activity pleasing in the sight of God. Far more productive, generally speaking, is the combination of the worthy worship of God and the Spiritual Works of Mercy, 'instructing the ignorant', 'comforting the afflicted', and 'giving counsel to the doubtful', where the recipients of our help actually want it. And this is what happens during a traditional retreat.
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    We've gone one further by making this experience available to the parents of families, and to their children, the lay people perhaps most under attack in our society, and most in need of support.

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    And we go a step further still by combining this with a Chant training weekend designed to improve the standard of liturgical music in parishes up and down the country, whether they sing for the Traditional Mass or the Novus Ordo. This year we had singers from the schola of St Bede's Clapham Park, the LMS Schola in Lancaster, the (lay) schola at Ealing Abbey, the Schola Abelis of Oxford, and the Juventutem Schola in Bristol.
     

    Pontifical Mass in Ratcliffe College for the LMS Training Conference

    Bishop Malcolm McMahon, Bishop of Nottingham, celebrated the opening Mass for the LMS Priest Training Conference in the large school chapel of Ratcliffe College, our venue. The photos are uploading.
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    I will update this post when I next get a chance, but that won't be for a couple of days.
    http://www.lmschairman.org/

    A 13 de maio, em Fátima: Pontificado do Papa Francisco será consagrado a Nossa Senhora de Fátima


    Nossa Senhora de FátimaPor Santuário de Fátima – A 13 de maio em Fátima, em celebração para a qual é convidado todo o povo de Deus, o pontificado do Papa Francisco será consagrado a Nossa Senhora de Fátima.
    Como resposta ao pedido apresentado pelo Papa ao Cardeal Patriarca de Lisboa, D. José Policarpo, para que este consagrasse o seu pontificado a Nossa Senhora de Fátima, os bispos portugueses decidiram que esta consagração se fará no próximo dia 13 de maio.
    A consagração será inserida no programa da peregrinação internacional de 12 e 13 de maio, no dia 13, em momento a anunciar.
    A peregrinação internacional aniversária de maio, nos 96 anos da primeira aparição de Nossa Senhora aos videntes Lúcia, Francisco e Jacinta, será presidida pelo Arcebispo do Rio de Janeiro, D. Orani Tempesta.
    Recorde-se que, no discurso de abertura da 181.ª Assembleia Plenária da Conferência Episcopal Portuguesa, D. José Policarpo revelara que o Papa Francisco lhe havia pedido, por duas vezes, que consagrasse o seu ministério petrino a Nossa Senhora de Fátima.
    Logo na ocasião do anúncio, D. José Policarpo manifestou que poderia cumprir sozinho, “no silêncio da oração”, esse mandato, mas que “seria belo que toda a Conferência Episcopal se associasse à realização deste pedido”.

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  • quarta-feira, 10 de abril de 2013

    PAPA FRANCISCO PIDE AL CARDENAL PATRIARCA DE LISBOA QUE CONSAGRE SU NUEVO MINISTERIO A NUESTRA SEÑORA DE FÁTIMA


    Ofrecemos la traducción de una parte del discurso de D. José Policarpo, Cardenal-Patriarca de Lisboa, Presidente de la Conferencia Episcopal Portuguesa, en la sesión de apertura de la reunión Plenaria que está teniendo lugar en Fátima. Refiriéndose a la elección del Papa Francisco dice el Prelado:
    Fue, en el dinamismo del Cónclave, una auténtica sorpresa del Espíritu Santo y está sorprendiendo mismo a aquellos que lo han elegido. De su aún corto pontificado resaltan algunas líneas de fuerza que, inevitablemente, nos interpelan en nuestro ministerio pastoral:
    * El Obispo de Roma, que es Sucesor de Pedro, es un Pastor. Su poder no se comprende a la luz de los poderes de este mundo. Las multitudes necesitan ser amadas, atraídas por el amor del Buen Pastor. En ese amor, cargado de alegría y de ternura –luego en el inicio habló- nos da importancia de la ternura en nuestra relación pastoral –da un lugar privilegiado a los pobres, a los marginados, a todos los que sufren. Fue muy claro al afirmar que el modelo de Iglesia que lo atrae es una Iglesia pobre, al servicio de los pobres.
    * Tuvo la osadía de traducir esa visión suya de Iglesia en los símbolos exteriores de la grandeza del ministerio Petrino: la simplicidad en el vestir, la renuncia a las joyas preciosas, escoger vivir en un sitio donde la convivencia, en Iglesia, sea fundamental.
    * La predilección por los jóvenes.
    *Una afirmación clara de la actualidad del espíritu conciliar, relativizando tensiones y corrientes, actualizando la esperanza de Juan XXIII en una primavera de la Iglesia, que ha de florecer a partir de las semillas del Concilio.
    Este Papa es una señal de esperanza. No dejar morir la esperanza es ya su mensaje explícito. ¿Eso significa reformas inevitables en la vida de la Iglesia? Ciertamente. Toda la gente habla de la reforma de la Curia; él todavía no ha hablado. Pero ya ha dado a percibir la línea que seguirá:
    * Se trata de conducir ese gran servicio del ministerio del Papa a su verdad y a su funcionalidad. Corregir algo que también sentimos en nuestras Diócesis que es dar prioridad a la vitalidad pastoral, no dejando que la burocracia administrativa tome el primer lugar. En el caso de la Curia Romana su reforma debe ser realizada revalorizando la doctrina del Concilio Vaticano II sobre la colegialidad de los Obispos y la justa autonomía de las iglesias particulares. Esta reforma no puede ser hecha a partir de errores o escándalos, concentrados en un tan hablado informe. Los errores son para corregir, las personas para convertirse. La Iglesia será siempre el lugar de la conversión y del perdón. Y él mismo ya nos recordó dos aspectos centrales: Dios perdona amando; solamente no se abre al perdón quien rehúsa el amor. Y Dios perdona siempre; somos nosotros los que nos cansamos de pedirle perdón.
    Estemos abiertos a las exigencias de la sorpresa. También en nuestras estructuras diocesanas hay mucho que cambiar, a la luz de esa prioridad pastoral de la Iglesia.
    El Papa Francisco me pidió dos veces que consagrase su nuevo ministerio a Nuestra Señora de Fátima. Es un mandato que puedo cumplir en el silencio de la oración. Pero sería bello que toda la Conferencia episcopal se asociase a la realización de este pedido. María ha de guiarnos en todos nuestros trabajos y también en la forma de dar cumplimiento a este deseo del Papa Francisco.
    Fátima, 8 de abril de 2013
     
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    EL PAPA: SER HIJOS ADOPTIVOS DE DIOS ES EL DON MAS GRANDE DEL MISTERIO PASCUAL

     
    Ciudad del Vaticano, 10 abril 2013 (VIS).-El Santo Padre ha dedicado la catequesis de la audiencia general de los miércoles al valor salvífico de la resurrección de Jesús. Después de haber recorrido la Plaza de San Pedro en automóvil descubierto y saludado a los miles de personas que aplaudían a su paso, el Papa ha explicado que la fe cristiana “se basa en la muerte y resurrección de Cristo, como una casa construida sobre los cimientos: si estos ceden, toda la casa se derrumba. En la cruz, Jesús se ofrece a sí mismo ;tomando sobre sí nuestros pecados y descendiendo en el abismo de la muerte y en la resurrección los derrota, los elimina y abre el camino para renacer a una nueva vida”.
    Con la resurrección de Jesús -ha proseguido- sucede algo absolutamente nuevo: somos liberados de la esclavitud del pecado y nos convertimos en hijos de Dios, somos engendrados a una nueva vida. ¿Cuando ocurre ésto? En el Sacramento del Bautismo que en la antigüedad, se recibía normalmente por inmersión ... después del cual los bautizados salían de la pila y se ponían la nueva vestidura blanca, es decir nacían a una nueva vida, sumergiéndose en la muerte y resurrección de Cristo. En la Carta a los Romanos San Pablo escribe: “Habéis recibido el Espíritu que os hace hijos adoptivos, por medio del cual exclamamos:" ¡Abba! Padre ". El Espíritu que hemos recibido en el bautismo nos enseña, nos empuja a llamar a Dios “Padre” o mejor. “Abbà” que significa “papá”. Así es nuestro Dios: es un papá para nosotros. Este es el don más grande que recibimos del Misterio Pascual de Jesús. Dios nos trata como hijos, nos comprende, nos perdona, nos abraza, nos ama aun cuando nos equivocamos”.
    Sin embargo, esta relación filial con Dios “no es como un tesoro que escondemos en un rincón de nuestras vidas: debe crecer, ser alimentada cada día con la escucha de su Palabra la oración, la participación en los sacramentos, sobre todo la Penitencia y la Eucaristía y la caridad. ¡Podemos vivir como hijos! Esta es nuestra dignidad, tenemos dignidad de hijos. Comportémonos como verdaderos hijos. Esto significa que cada día tenemos que dejar que Cristo nos transforme ...significa tratar de vivir como cristianos, tratar de seguirle, incluso si vemos nuestras limitaciones y nuestras debilidades. La tentación de dejar de lado a Dios para ponernos a nosotros mismos en el centro nos acecha siempre...Por eso tenemos que tener el valor de la fe y no dejarnos llevar por la mentalidad de quien nos dice: "Dios no hace falta, no es importante para ti." Al contrario, sólo comportándonos como hijos de Dios, sin desanimarnos por las caídas, sintiendo que nos ama nuestra vida será nueva, inspirada por la serenidad y la alegría. ¡Dios es nuestra fuerza! ¡Dios es nuestra esperanza!
    “Nosotros somos los primeros que tienen que mantenerse firmes en esta esperanza y ser un signo visible, claro y brillante para todos- ha subrayado el Obispo de Roma- El Señor resucitado es la esperanza que no falla, que no defrauda . ¿Cuántas veces en nuestra vida las esperanzas se desvanecen? ¿Cuántas veces las expectativas de nuestros corazones no se hacen realidad? La esperanza de los cristianos es fuerte, segura, arraigada en esta tierra, donde Dios nos ha llamado a caminar, y está abierta a la eternidad, porque está fundada en Dios, que es siempre fiel... Ser cristiano no se reduce a seguir unas órdenes: quiere decir estar en Cristo, pensar, actuar y amar como Él, es dejar que él tome posesión de nuestra vida y la cambie, la transforme, para liberarla de la oscuridad del mal y del pecado”.
    A quien nos pide dar cuenta de la esperanza que hay en nosotros, mostremósle a Cristo Resucitado y hagámoslo con el anuncio de la Palabra, pero sobre todo con nuestra vida de resucitados. Mostremos la alegría de ser hijos de Dios, que nos da la libertad de vivir en Cristo, que es la verdadera libertad, la de la esclavitud del mal, del pecado y de la muerte! Miremos a la patria celestial y así tendremos una nueva luz y más fuerza en nuestras tareas y esfuerzos diarios. Es un valioso servicio que tenemos que prestar a este mundo nuestro que a menudo ya no es capaz de levantar la mirada hacia arriba, hacia Dios”.
    Al final de la audiencia el Papa ha bajado a la Plaza para saludar y abrazar a las personas discapacitadas que asistían a la catequesis.

    terça-feira, 9 de abril de 2013

    Homilía del Papa Francisco en la Misa de Toma de Posesión de la Cátedra de Roma en la Basílica de San Juan de Letrán

    FRANCISCO TOMA POSESIÓN DE LA CÁTEDRA DE ROMA

    Queridos hermanos y hermanas:
    Con gran alegría celebro por primera vez la Eucaristía en esta Basílica Lateranense, catedral del Obispo de Roma. Saludo con sumo afecto al Cardenal Vicario, a los Obispos auxiliares, al Presbiterio diocesano, a los Diáconos, a las Religiosas y Religiosos y a todos los fieles laicos. Caminemos juntos a la luz del Señor Resucitado.
    La misericordia de Dios tiene un rostro concreto
    Celebramos hoy el segundo domingo de Pascua, también llamado «de la Divina Misericordia ».Qué hermosa es esta realidad de fe para nuestra vida: la misericordia de Dios. Un amor tan grande, tan profundo el que Dios nos tiene, un amor que no decae, que siempre aferra nuestra mano y nos sostiene, nos levanta, nos guía.
    En el Evangelio de hoy, el apóstol Tomás experimenta precisamente esta misericordia de Dios, que tiene un rostro concreto, el de Jesús, el de Jesús resucitado. Tomás no se fía de lo que dicen los otros Apóstoles: «Hemos visto el Señor»; no le basta la promesa de Jesús, que había anunciado: al tercer día resucitaré. Quiere ver, quiere meter su mano en la señal de los clavos y del costado. ¿Cuál es la reacción de Jesús? La paciencia: Jesús no abandona al terco Tomás en su incredulidad; le da una semana de tiempo, no le cierra la puerta, espera. Y Tomás reconoce su propia pobreza, la poca fe: «Señor mío y Dios mío»: con esta invocación simple, pero llena de fe, responde a la paciencia de Jesús. Se deja envolver por la misericordia divina, la ve ante sí, en las heridas de las manos y de los pies, en el costado abierto, y recobra la confianza: es un hombre nuevo, ya no es incrédulo sino creyente.
    No perdamos nunca la confianza en la paciente misericordia de Dios
    Y recordemos también a Pedro: que tres veces reniega de Jesús precisamente cuando debía estar más cerca de él; y cuando toca el fondo encuentra la mirada de Jesús que, con paciencia, sin palabras, le dice: «Pedro, no tengas miedo de tu debilidad, confía en mí»; y Pedro comprende, siente la mirada de amor de Jesús y llora. Qué hermosa es esta mirada de Jesús – cuánta ternura –. Hermanos y hermanas, no perdamos nunca la confianza en la paciente misericordia de Dios. Pensemos en los dos discípulos de Emaús: el rostro triste, un caminar errante, sin esperanza. Pero Jesús no les abandona: recorre a su lado el camino, y no sólo. Con paciencia explica las Escrituras que se referían a Él y se detiene a compartir con ellos la comida. Éste es el estilo de Dios: no es impaciente como nosotros, que frecuentemente queremos todo y enseguida, también con las personas. Dios es paciente con nosotros porque nos ama, y quien ama comprende, espera, da confianza, no abandona, no corta los puentes, sabe perdonar. Recordémoslo en nuestra vida de cristianos: Dios nos espera siempre, aun cuando nos hayamos alejado. Él no está nunca lejos, y si volvemos a Él, está preparado para abrazarnos.
    Dios siempre nos espera, no se cansa
    A mí me produce siempre una gran impresión releer la parábola del Padre misericordioso, me impresiona porque me infunde siempre una gran esperanza. Pensad en aquel hijo menor que estaba en la casa del Padre, era amado; y aun así quiere su parte de la herencia; y se va, lo gasta todo, llega al nivel más bajo, muy lejos del Padre; y cuando ha tocado fondo, siente la nostalgia del calor de la casa paterna y vuelve. ¿Y el Padre? ¿Había olvidado al Hijo? No, nunca. Está allí, lo ve desde lejos, lo estaba esperando cada día, cada momento: ha estado siempre en su corazón como hijo, incluso cuando lo había abandonado, incluso cuando había dilapidado todo el patrimonio, es decir su libertad; el Padre con paciencia y amor, con esperanza y misericordia no había dejado ni un momento de pensar en él, y en cuanto lo ve, todavía lejano, corre a su encuentro y lo abraza con ternura, la ternura de Dios, sin una palabra de reproche: Ha vuelto. Dios siempre nos espera, no se cansa. Jesús nos muestra esta paciencia misericordiosa de Dios para que recobremos la confianza, la esperanza, siempre. Romano Guardini decía que Dios responde a nuestra debilidad con su paciencia y éste es el motivo de nuestra confianza, de nuestra esperanza (cf. Glabenserkenntnis, Wurzburg 1949, 28).
    Refugiarse siempre en las heridas de su amor
    Quisiera subrayar otro elemento: la paciencia de Dios debe encontrar en nosotros la valentía de volver a Él, sea cual sea el error, sea cual sea el pecado que haya en nuestra vida. Jesús invita a Tomás a meter su mano en las llagas de sus manos y de sus pies y en la herida de su costado. También nosotros podemos entrar en las llagas de Jesús, podemos tocarlo realmente; y esto ocurre cada vez que recibimos los sacramentos. San Bernardo, en una bella homilía, dice: «A través de estas hendiduras, puedo libar miel silvestre y aceite de rocas de pedernal (cf. Dt 32,13), es decir, puedo gustar y ver qué bueno es el Señor»(Sermón 61, 4. Sobre el libro del Cantar de los cantares). Es precisamente en las heridas de Jesús que nosotros estamos seguros, ahí se manifiesta el amor inmenso de su corazón. Tomás lo había entendido. San Bernardo se pregunta: ¿En qué puedo poner mi confianza? ¿En mis méritos? Pero «mi único mérito es la misericordia de Dios. No seré pobre en méritos, mientras él no lo sea en misericordia. Y, porque la misericordia del Señor es mucha, muchos son también mis méritos» (ibid, 5). Esto es importante: la valentía de confiarme a la misericordia de Jesús, de confiar en su paciencia, de refugiarme siempre en las heridas de su amor. San Bernardo llega a afirmar: «Y, aunque tengo conciencia de mis muchos pecados, si creció el pecado, más desbordante fue la gracia (Rm 5,20)» (ibid.).Tal vez alguno pudiese pensar: mi pecado es tan grande, mi lejanía de Dios es como la del hijo menor de la parábola, mi incredulidad es como la de Tomás; no tengo las agallas para volver, para pensar que Dios pueda acogerme y que me esté esperando precisamente a mí. Pero Dios te espera precisamente a ti, te pide sólo el valor de regresar a Él.
    Para Dios no somos números, somos lo más importante que tiene
    Cuántas veces en mi ministerio pastoral me han repetido: «Padre, tengo muchos pecados»; y la invitación que he hecho siempre es: «No temas, ve con Él, te está esperando, Él hará todo». Cuántas propuestas mundanas sentimos a nuestro alrededor. Dejémonos sin embargo aferrar por la propuesta de Dios, la suya es una caricia de amor. Para Dios no somos números, somos importantes, es más somos lo más importante que tiene; aun siendo pecadores, somos lo que más le importa.
    Adán después del pecado sintió vergüenza, se ve desnudo, siente el peso de lo que ha hecho; y sin embargo Dios no lo abandona: si en ese momento, con el pecado, inicia nuestro exilio de Dios, hay ya una promesa de vuelta, la posibilidad de volver a Él. Dios pregunta enseguida: «Adán, ¿dónde estás?», lo busca. Jesús quedó desnudo por nosotros, cargó con la vergüenza de Adán, con la desnudez de su pecado para lavar nuestro pecado: sus llagas nos han curado. Acordaos de lo de san Pablo: ¿De qué me puedo enorgullecer sino de mis debilidades, de mi pobreza? Precisamente sintiendo mi pecado, mirando mi pecado, yo puedo ver y encontrar la misericordia de Dios, su amor, e ir hacia Él para recibir su perdón.
    Tengamos el valor de volver a su casa
    En mi vida personal, he visto muchas veces el rostro misericordioso de Dios, su paciencia; he visto también en muchas personas la determinación de entrar en las llagas de Jesús, diciéndole: Señor estoy aquí, acepta mi pobreza, esconde en tus llagas mi pecado, lávalo con tu sangre. Y he visto siempre que Dios lo ha hecho, ha acogido, consolado, lavado, amado.
    Queridos hermanos y hermanas, dejémonos envolver por la misericordia de Dios; confiemos en su paciencia que siempre nos concede tiempo; tengamos el valor de volver a su casa, de habitar en las heridas de su amor dejando que Él nos ame, de encontrar su misericordia en los sacramentos. Sentiremos su ternura, sentiremos su abrazo y seremos también nosotros más capaces de misericordia, de paciencia, de perdón y de amor.
    *Homilía del Papa Francisco en la Misa de Toma de Posesión de la Cátedra de Roma en la Basílica de San Juan de Letrán

    Imágenes hermosas del oasis que nos hizo vivir el papa Benedicto XVI en esta materia y que ya es cuestión de historia "pasada".

    Fin del blog.


    Queridos hermanos, espero que este humilde blog haya servido de ayuda a muchos para entender el porqué y para que de la liturgia papal y para saber que esta es mas que simples cosas exteriores, es una mirada desde lo humano a lo divino, desde lo pasajero a lo eterno.

    La razón de dar fin a las entradas sucesivas de estos temas, es que por lo pronto creo que los detalle litúrgicos y eventos papales destacables en el contexto de la celebración y su contenido al menos externo, serán tan escasos que tendríamos que quedarnos a vivir de glorias pasadas de las que ya hay suficiente en este blog. Gracias por su confianza y les dejo con algunas imágenes hermosas del oasis que nos hizo vivir el papa Benedicto XVI en esta materia y que ya es cuestión de historia "pasada".


















    jueves, 28 de marzo de 2013



    Benedicto XVI, desempolvando.

    Estos eran los ornamentos que usaba S.S. Benedicto XVI.

    Estola de Pablo VI.

    Casulla de Juan XXIII.

    Capa pluvial de Juan XXIII.

    Estola de Pío XI.

    Mitra y casulla de Juan Pablo II.

    Mitra de Pío XII.

    Mitra y capa pluvial de Pío IX.

    Estola de Pío X.

    Ferula de Pío IX.

    La estola.


    Una respuesta fotográfica a los mediáticos.

    Nos alegramos con todo el orbe católico con la elección de S.S. Francisco como papa y por la gracia que el Señor nos ha ponerlo al frente de su iglesia; damos gracias también, porque el Espíritu de Dios obra de una manera diferente en cada uno, con el fin de enriquecernos con los carismas que le ha concedido a cada uno.

    La espontaneidad y cercanía al pueblo del papa Francisco y su estilo peculiar de ejercer su ministerio, ha generado mucha expectativa incluso entre los no católicos, lastimosamente muchos han tergiversado este aspecto particular haciendo creer que los romanos pontífices anteriores son monarcas lejanos, apáticos al pueblo de Dios y apegados a cosas terrenas. Por todo lo descrito previamente, he querido hacer un pequeño recordatorio fotográfico que habla por si solo y echa por tierra el esquema que han querido mostrarnos los que creen de esa forma.

    S.S. Francisco.
    S.S. Benedicto XVI abrazando a los niños que se acercaban durante su visita a Brasil.

    S.S. Benedicto XVI bendice a un bebé en el papamovil.

    S.S. Benedicto XVI saludando personalmente a religiosas.

    S.S. Se baja a bendecir y acariciar a un niño enfermo.

    Beato papa Juan Pablo II abrazando a un niño pobre.

    Tierna imagen del Beato papa Juan Pablo II con un niño en brazos.

    La sonrisa y cercana sencillez del Siervo de Dios Juan Pablo I.

    Venerable papa Pablo VI visitando a un enfermo en Jerusalem.

    Venerable papa Pablo VI se arrodilla a bendecir y saludar a un enfermo.

    Venerable papa Pablo VI sirviendo la comida a unos niños pobres con los que compartió.

    Beato papa Juan XXIII saludando a los presos de la cárcel de Roma, con los que compartió y celebró la santa misa.

    Venerable papa Pío XII bendice a un bebé desde la silla gestatoria.

    Venerable papa Pío XII bendiciendo a los afectados de San Lorenzo tras el bombardeo.

    Venerable papa Pío XII en actitud de bendecir en medio del bombardeo a San Lorenzo.




    miércoles, 13 de febrero de 2013



    La columna de fuego, presencia de Dios.


    Y la gloria de Dios apareció a la vista de los hijos de Israel como fuego devorador sobre la cumbre de la montaña. Ex 24, 17.


    SIMPLEMENTE GRACIAS SANTIDAD


    Nuestro eterno agradecimiento a siervo fiel y valiente,
    S. S. Benedicto XVI.