segunda-feira, 17 de junho de 2019

BEATA Itala Mela, una vita nella luce di Dio

 1 EDITORIALE Per tenere ferma la centralità er tenere ferma la centralità di Cristo nella nostra vita di Cristo nella nostra vita 2 Itala Mela, una vita nella luce di Dio MONASTICA

 Aiutami a camminare Con i miei piccoli passi Dietro di te, Gigante che sei venuto Impetuosamente verso di me E se vedi che incespico Prendimi fra le tue braccia.

È questa la preghiera di una giovane che si trova davanti al mistero della fede dopo una lunga negazione di Dio legata, soprattutto, alla morte del fratellino Enrico di nove anni: “dopo la morte il nulla” è la sua conclusione dopo questo tragico evento. Itala Mela nasce il 28 agosto 1904 a La Spezia, e riceve una formale educazione religiosa, gli stessi genitori non sono credenti. Poi l’esperienza dell’assurdità della morte del fratello e di persone a lei care la irrigidisce e le fa sperimentare un vuoto incolmabile. Ma il nichilismo in lei non è che una reazione alla tragedia, non le appartiene, anzi quel “nulla”, a cui è pervenuta, è solo una ribellione al cinismo della vita ed esprime un bisogno di assoluto che aspetta di trovare risposte più adeguate. Nel frattempo studia intensamente e con brillanti risultati. Nel 1922, mentre alloggia presso un istituto di suore a Genova per poter studiare presso la Facoltà di Lettere, inizia un periodo di riconsiderazione di sé, quel “nulla” sembra non essere più la parola definitiva, anzi le appare del tutto insoddisfacente e si accosta, forse più per una vaga speranza che convinzione, alla confessione e alla comunione. “Se ci sei Signore fatti conoscere”, con questo grido interiore Itala vive questo momento della sua vita che segna un cammino di ripensamento non facile e pervaso di forti dubbi, dove al “non posso credere” e all’oscurità più assoluta, si alterna la ricerca assidua attraverso la lettura di S. Paolo, il più amato e testi di mistica. Con l’aiuto del suo padre spirituale giungerà gradualmente alla piena conversione: “Signore, io voglio credere ed amarti, anche nelle tenebre, a costo di morire”. Siamo nell’aprile del 1923 e Itala, accanto ad una professione di fede sempre più intensa, unisce l’impegno sociale ed entra nella Fuci. Si laurea nel 1928; da allora la sua sequela di Cristo prosegue sempre più nello spogliamento di sé che lei stessa descriverà come “tortura di Grazia”. Le esperienze mistiche di unione con Dio e la Sua presenza nell’anima si contrappongono al timore di vivere un’illusione soggettiva e irreale. Incoraggiata dal padre spirituale Padre Marchisio continua con fermezza nel discernimento non senza sperimentare ancora gli assalti del dubbio e dell’angoscia, ma la decisione fondamentale è già presa: “Signore, ti seguirò anche nelle tenebre fino a morire”. In questo periodo entra in contatto con l’ambiente benedettino e le divengono familiari figure importanti della vita della Chiesa quali Mons. Bernareggi, Mons. Montini, futuro papa, allora assistente della F.U.C.I., il Card. Schuster, Mons. Pelloux. Matura in lei il desiderio di diventare monaca benedettina e di dar vita a una nuova fondazione, ma il suo desiderio non si potrà realizzare a causa dell’insorgere di una malattia incompatibile 3 con la vita claustrale, però nel 1933 diventa oblata benedettina presso il monastero di San Paolo a Roma, emettendo i voti di povertà, castità e conversione di vita. Le sue condizioni di salute la costringono a rientrare ben presto a La Spezia e a rinunciare all’insegnamento che per lei era una vera missione. Col progredire della malattia il suo cammino si fa sempre più solitario fino ad assimilare la sua vita a quella dell’eremita immerso nel silenzio adorante. Questa “reclusione” non un allontanarsi, ma un vivere tutto in “ corde Ecclesiae”, la preghiera e la sofferenza sono le offerte per il mondo e per la Chiesa, diviene per lei uno strumento purificatore “per raggiungere l’intima visione di Dio, il riposo contemplativo nella SS. Trinità, comunione d’Amore”. In un suo manoscritto del 1951 scrive: “Poiché le folle non vanno più all’eremo Dio crea dei piccoli eremi segreti, ignorati proprio dalla folla, perché, quasi insensibilmente, irradi da essi il divino su coloro che sono nelle ombre della morte. E nel 1952 durante un ritiro spirituale annota: “Vivere la Trinità, consumarsi di Carità, lasciarsi impregnare così profondamente dalla Luce che essa irradia la mia povera vita”. La Trinità, appunto, è il cuore della spiritualità di Itala Mela, anzi l’Amore trinitario “Carità nuda”, “Amore puro” e il suo itinerario spirituale sarà caratterizzato anche da eventi straordinari di illuminazione circa la presenza della Trinità nella sua anima. Leggendo come segno il nome di consacrazione che le è stato dato, Maria della Trinità, nel 1933 emette un voto particolare alla Trinità impegnandosi a vivere con Lei un’unione particolare e a pregare perché il grande Mistero sia vissuto più consapevolmente e a riparare la dimenticanza in cui é lasciato. Itala Mela, come tutti i mistici, ha colto l’essenziale attraverso la perdita del transitorio: “ Irradiare la Carità divina attuata in Dio, la Carità creatrice del Padre, la Carità redentrice del Figlio, la Carità fortificatrice dello Spirito”. Ma tutto questo ad un prezzo altissimo, perché la sua santificazione ha conosciuto prove fisiche e morali terribili: “Non avrei mai creduto possibile tale esperienza, ho creduto a un attacco transitorio ma la sofferenza diviene sempre più forte però il Signore non mi abbandona e mi istruisce per la lotta…”. Illuminata e lasciata nelle tenebre si è tenuta stretta al Gigante che le aveva sbarrato la strada e risollevata fino al cielo facendola partecipe dell’Amore trinitario affinché “godesse della pienezza delle tre Persone divine senza interruzione”. Itala Mela muore nell’aprile del 1957 e dal 1983 riposa nella Cattedrale di Cristo Re a La Spezia. Nel 1976 è stata proclamata “Serva di Dio” ed è in corso la causa di beatificazione. Bibliografia essenziale: ARZANI SR. GREGORIA, Corpo e Spirito, trasparenza di Dio, Città del Vaticano LUCCIARDI DORA, Itala Mela, una vita nella luce della Trinità, Roma 1983 PICCINELLI ALDO, L’esperienza spirituale di Itala Mela, Roma 1991. Antologie: Amare l’Amore, a cura di G. AZZALI BERNARDELLI, Milano 1998 In un mare di luce. Scritti mistici, Casale Monferrato 1999 Quo tu non vis, a cura di G. L. BAGNASCO, Citta del Vaticano 2002 MARCO URBINI, O.S.B