Più il tempo passa e più sono evidenti le responsabilità di questo
discutibile “Vaticano II”. Lo ha ammesso lo stesso Paolo VI, il 15 luglio
1970, nell’allocuzione all’udienza generale: «Il Concilio non ci ha dato la
tranquillità desiderata, ma piuttosto ha suscitato turbamenti».
Ora, siccome anche la Istruzione “Communio et Progressio” ha affermato
di voler garantire e tutelare il “libero esercizio del diritto d’informazione”, mi
ritengo anch’io autorizzato ad esprimere le mie riflessioni su detto Concilio
che, secondo l’attuale Papa Benedetto XVI, sarebbe stato “male
interpretato”.
Ma da chi?.. Non certo da tutti, specie da coloro che rimasero subito
stupefatti fin dall’inizio del Vaticano II, quando i due Papi che lo fecero e
che lo guidarono, dissero di rinunciare alle definizioni dogmatiche, quasi a
reinterpretare la Dottrina cattolica sotto la forma pastorale, quasi che la
Chiesa della Tradizione avesse sbagliato tutto, o quasi, sovvertendo, così,
le sue componenti fondamentali, a partire dalla Liturgia, e immettendo un
pluralismo, come espressione della “unità della Fede” e abolendo l’obbligo
(imposto da S. Pio X) della professione della Fede col giuramento anti- antimodernistico,
e con l’inventare quell’ibridismo di quell’insensato modernistico, e
massonico “ecumenismo”, fondandolo sul paradosso di una Religione più
grande, perché non respinge più, di fatto, le eresie d’ogni tipo e d’ogni
genere.
Quousque tandem?
Se davanti a questo dramma ecclesiale, molti chiudono ancora gli occhi
per non vedere (compresa molta Gerarchia!) cercherei di comprendere
anch’io quel significato tremendo dell’interrogativo del Divin Maestro:
«Quod si sal evanuerit, in quo salientur?».
È per questo che mi avvio a sottolineare qualcuno dei “testi” di questo
presunto Concilio Vaticano II!
Mentre la Curia Romana si occupava a preparare il futuro Concilio con la
serietà e il rigore solito, sotto la direzione del Cardinale Segretario di
Stato, Domenico Tardini, il papa Giovanni XXIII, il 30 maggio 1959,
invece, disse: «La preparazione del Concilio non sarà l’opera della Curia
Romana»1.
E infatti, il 5 giugno 1960, creò un “Segretariato per l’unione dei cristiani”,
che sarà l’embrione della “Nuova Chiesa Conciliare”, e a dirigerla ci mise il
cardinale Agostino Bea, il quale, poi, avrà un ruolo direttivo nella
fondazione della “Nuova Chiesa” post-conciliare.
In effetti, il più grande danno alla Fede non venne tanto dalle varie
Commissioni, bensì dal Segretariato del cardinale Bea, al servizio degli
scismatici e degli eretici.
Già nel 1946, l’arcivescovo di Paderborn, Lorenz Jaeger, e il vescovo
luterano d’Oldenburg, Willem Stâhlin, tenevano, in Alemagna, incontri di
teologi delle due religioni per dibattere le dottrine di fede comuni, o d’altre,
ma che sono elementi di divisione.
Poi, nel 1952, si costituì la “Conferenza Internazionale” per i problemi
ecumenici, il cui lavoro sfociò nel “Segretariato per la Promozione
dell’Unità Cristiana”, istituito nel 1960 dal Papa Giovanni XXIII, e diretto
dal cardinale Agostino Bea2.
Nel 1962, infine, questo “Segretariato” ricevette lo “Statuto” ufficiale di
Commissione conciliare per cui ebbe una parte determinante nella
preparazione del Decreto su l’Ecumenismo del Concilio Vaticano II.
Il cardinale Bea, ormai, aveva le mani libere; ma, ben conoscendo la Curia
Romana usò ogni astuzia per aggirare gli ostacoli che opponevano i non- nonecumenisti.
Abilmente, evitò di pronunciare la parola ecumenisti. “ecumenismo”,
manifestamente legata alla concezione protestante dei rapporti tra i
“cristiani”, per cui parlò, invece, di “ritorno dei non-cattolici in seno alla
Chiesa”. Ebbe subito l’approvazione di Giovanni XXIII, il quale, così, ebbe
l’opportunità di realizzare il Concilio come lo sognava Lui, e non come lo
avrebbe voluto la Curia Romana!
Si svilupparono subito approcci con gli ortodossi, coi vecchi cattolici, con
gli anglicani e i protestanti, invitandoli tutti a mandare dei loro
rappresentanti al Concilio. Non solo, ma si promise agli ortodossi russi
che mai sarebbe stato condannato il socialismo (comunismo-marxismo). Il
che, infatti, fu sempre rispettato.
Si avverava, così, quello che scrisse un secolo fa, il grande iniziato
massonico, Saint Yves d’Alveidre, in “Mission de l’Inde”: «Infine, per
terminare questa Missione con un voto: verrà il giorno di un Concilio
ecumenico europeo, in cui saranno rappresentati tutti i Culti»!
Va ricordato anche il ruolo che ebbe Hans Küng, professore di teologia a
Tubinga, il quale presentò subito un ordine del giorno, per il Concilio, in
cui chiedeva, come primo obiettivo, la Riforma della Chiesa, in chiave
chiaramente protestante, e cioè:
– il riconoscimento della “Riforma” di Lutero, come avvenimento religioso;
– il prendere in maggiore considerazione la Bibbia, sia nella teologia che
nel culto;
– l’elaborazione di una “Liturgia” del popolo, in lingua dei vari paesi;
– una comprensione per il “sacerdozio universale” di tutti i fedeli;
– il “dialogo” tra la Chiesa e ogni altra religione;
– lo sganciamento del papato da ogni legame con la politica;
– la riforma della Curia Romana e l’abolizione dell’Indice dei libri proibiti;
– ecc...
Come si vede, fu un facile profeta, o meglio un vero agit-prot della
“Contro-Chiesa”! Infatti, quelle sue richieste si ritrovano tutte (sia pure in
una apparente modificazione!) nei documenti definitivi del Vaticano II!
E si badi: Küng si appella con astuzia a Giovanni XXIII, opponendolo
come Papa vivace in una massa di cristianità addormentata: «... Le parole
e gli atti del Papa - scrive - potranno svegliare questi addormentati?»3.
Il massone cardinale Franz Köenig, arcivescovo di Vienna, fece la
prefazione a quello scritto di Küng, in lingua tedesca, definendo il libro
come un “felice presagio”!
Nell’edizione francese, un altro cardinale massone, Achille Liénart,
arcivescovo di Lille, ne sottolineò l’importanza ecumenica!..
Chiaro! Il primo impasto della “Nuova Chiesa” conciliare era fatto... su una
linea massonico-giudaica!..
Nessuna meraviglia (figlia dell’ignoranza!) perché, a comprovare questo
progetto, fu non solo la preparazione di schemi, ben differenti da quelli
preparati dalle Commissioni preparatorie, elaborate alla Curia Romana,
ma ci fu anche un “progetto”, svelato in una “plaquette”, distribuita a tutti i
Padri conciliari. Ossia, un “progetto” che era un vero complotto giudaico
contro la Chiesa cattolica, già smascherato, nel 1936, dal giornale
“Catholic Gazette” di Londra, organo ufficiale della Società Missionaria
Cattolica d’Inghilterra.
Nel suo numero del febbraio 1936, infatti, era apparso un articolo dal
titolo: “The jewish peril and the Catholic Church” (il pericolo giudaico e la
Chiesa Cattolica). In esso, veniva riportato quello che si era detto in alcuni
corsi di riunioni segrete di Giudei, a Parigi.
Poco dopo, il settimanale “Le Réveil du Peuple” pubblicava un articolo in
cui si precisava che quelle “dichiarazioni” erano state fatte in riunioni
segrete dell’Ordine massonico dei “B’nai B’rith”, composto di soli giudei.
Riporto, qui, alcuni stralci di quell’articolo del 1936:
«Fin che sussisterà tra i gentili una qualunque concezione morale
dell’ordine sociale, e fin che ogni religione, ogni patriottismo, ogni dignità
non saranno liquidate, il nostro regno sul mondo non potrà venire... Noi
abbiamo ancora un lungo cammino da fare prima di poter distruggere il
nostro principale oppositore: la Chiesa cattolica. Per questa ragione, noi ci
siamo dati da fare per attaccare con efficacia la Chiesa nei suoi stessi
fondamenti: Noi abbiamo diffuso lo spirito della Rivoluzione e del falso
liberalismo in tutte le Nazioni dei Gentili, al fine di arrivare a convincerle di
allontanarsi dalla loro Fede e ad avere vergogna di professare i precetti
della loro religione, e di obbedire ai comandamenti della loro Chiesa. Noi
abbiamo condotto un buon numero di questi a trasformare in atei e,
ancora di più, a glorificarsi di discendere dalla scimmia (Darwinismo). Noi
abbiamo inculcato a loro delle nuove teorie, impossibili a realizzarsi, quali
il comunismo, il socialismo, l’anarchismo, che ora servono ai nostri
progetti...
Noi abbiamo seguito il consiglio del nostro capo dei Giudei, che dice
saggiamente: fate che qualcuno dei nostri figli diventino cardinali e
vescovi per distruggere la Chiesa...
Noi siamo i padri di tutte le rivoluzioni, anche di quelle che si voltano
contro di noi...
Noi possiamo gloriarci d’essere i creatori della Riforma. Calvino fu uno dei
nostri figli; era di origine ebrea, abilitato dall’autorità giudaica e stimolato
con la finanza per adempiere il suo ruolo nella Riforma. Martin Lutero fu
influenzato dai suoi amici giudei, e il suo complotto contro la Chiesa fu
coronato dal successo, grazie al finanziamento giudeo...
Noi siamo riconoscenti verso i Protestanti.. per l’ammirevole appoggio che
essi danno alla nostra lotta contro la potenza della civiltà cristiana e dei
nostri preparativi per l’avvenimento della nostra supremazia sul mondo
intero e sui regni dei Gentili...
Noi siamo riusciti a distruggere la maggior parte dei troni europei. Il resto
seguirà in un prossimo avvenire. La Russia ha già accettato il nostro
regno. La Francia, col suo Governo massonico, si trova nel nostro potere.
L’Inghilterra, dipendente dalle nostre finanze, si trova sotto i nostri talloni;
e la nostra speranza per la distruzione della Chiesa cattolica si trova nel
protestantesimo. La Spagna e il Messico sono due strumenti nelle nostre
mani. Molti altri Paesi, compresi gli Stati Uniti d’America, sono già
sottomessi ai nostri piani... La maggior parte della stampa mondiale è
sotto il nostro controllo; facciamo di tutto perché essa eserciti
violentemente l’odio del mondo contro la Chiesa Cattolica...».
È un film satanico che si snoda sotto gli occhi di una Gerarchia e di un
Clero ormai “oppiato” da una propaganda giudaico-massonica, a cui
stentano ancora da credere di essere vittime e persino conniventi!..
Un’ignoranza clericale che sgomenta!..
Segnalo, perciò, ancora un documento che dovrebbe far aprire gli occhi
anche agli orbi!..
Il 10 gennaio 1937, il giornale giudeo di New York, “Freiheit”, scriveva:
«Secondo la religione giudaica, il Papa è il nemico del popolo giudeo per il
solo fatto che egli è il capo della Chiesa cattolica. Il Giudaismo si oppone
al Cristianesimo, in generale, e alla Chiesa cattolica»4.
Dunque, il Giudaismo lavora solo per la distruzione del cristianesimo, in
qualsiasi modo e in qualsiasi occasione propizia ad hoc.
Una settimana dopo che fu costituito il “Segretariato per l’unità dei
cristiani” (5 giugno 1960), con il Motu Proprio “Superno Dei Nutu”, arrivò in
Vaticano il delegato dei “B’nai B’rith”, Jules Max Isaac, ed ebbe subito
anche un incontro, della durata di più di un’ora, col card. Bea.
Uscendo dal Vaticano, il fratello Jules Max Isaac ritornò in Loggia con “più
di una speranza”. Giovanni XXIII, infatti, gli aveva promesso una
“revisione” della dottrina cristiana sui rapporti tra Chiesa e Giudaismo. Un
impegno solenne che divenne, poi, realtà con la Dichiarazione conciliare
“Nostra Aetate”.5
Sarà bene ricordare, qui, quello che scrisse il Nubius il 3 aprile 1824:
«Devo fare l’educazione immorale della Chiesa, e giungere con piccoli
mezzi ben graduati... al trionfo dell’idea rivoluzinaria per mezzo del Papa»!
Ed ecco, infatti, che i Giudei s’infiltrarono nella Chiesa ed ebbero una
grande influenza, come, ad esempio, sul cardinale Bea, nato giudeo sotto
il nome di Béhar; così Mons. Braum, Oesterricher, entrambi giudei
convertiti.
Quando Giovanni XXIII divenne papa, promise a Bea, presidente del
“Movimento Giudeo Mondiale”, di far ammettere al Concilio un testo che
assolveva i Giudei dal “deicidio” del Venerdì Santo, dopo un appello dei
Giudei di tutto il mondo. Il che, infatti, avvenne!6
Si legga anche “Infiltrations ennemies dans l’Eglise” di Léon de Poncins,
in cui si legge che, il 25 gennaio 1966, nella Rivista americana “Look”,
uscì questo articolo esplosivo: “Comment le juifs ont changé le pensée
catholique”. In quell’articolo, vi si afferma che la dichiarazione conciliare
“Nostra Aetate”, in cui si tratta della questione giudea, fu negoziata a New
York dal card. Bea (non certo per sua propria iniziativa!) con i responsabili
dell’Alta massoneria dei B’nai B’rith, organizzazione prettamente costituita
da ebrei!
Nonostante che, a seguito della reazione di molti vescovi e di
rappresentanti diplomatici dei Paesi arabi, l’abbozzo del documento,
voluto dai B’nai B’rith, non fosse stato approvato, tuttavia, il testo
promulgato era sempre “ciò che si era potuto ottenere di meglio” per
conformarsi alle direttive dei B’nai B’rith.7
Da sapere anche che il domenicano Yves Congar, su domanda di Bea, si
recò alla Sinagoga di Strasbourg “ad audiendum verbum”, ossia a
discutere coi capi di quella comunità ebraica “su ciò che doveva fare il
Concilio”.
Questo incontro lo ha riportato anche lo scrittore Lazare Lindau, in due
articoli su “Tribune juive”, n° 903 del 17-20 gennaio 1986 e n° 1001 del
25-31 dicembre 1987.
Dunque, la “Nostra Aetate” è un prodotto dell’Alta Massoneria ebraica dei
B’nai B’rith, anche se non è un prodotto puro. Comunque, è pur sempre
un testo fondamentale del Vaticano II che enuncia e propaga il princìpio
secondo il quale tutte le religioni sono vie di salvezza; ossia, una logica
conseguenza della dottrina della “libertà religiosa”, contraria, però, alla
dottrina cattolica, mirabilmente riassunta da Pio XII:
«In realtà, non si può contare come membri della Chiesa se non quelli che
hanno ricevuto il bagno della rigenerazione, e chi, professando la vera
fede, non hanno avuto la disgrazia si separarsi dall’assemblea di questo
Corpo, e non sono stati separati dall’autorità legittima per causa di gravi
fatti»8.
Ma il Vaticano II è un Concilio diverso da quello che la Curia Romana
voleva, e che il card. Ottaviani, prefetto del Sant’Uffizio, aveva già
preparato con la Commissione preparatoria. Infatti, nel suo discorso
d’apertura del Vaticano II, papa Giovanni XXIII proclamò la “sua fede”
nell’avvenire, mise in luce la sua volontà di fare tutto di nuovo:
«Nella situazione attuale della Società, alcuni non vedono che rovine e
calamità. Essi son soliti dire che la nostra epoca è profondamente
peggiorata, in confronto ai secoli passati... A Noi sembra necessario dire il
nostro completo disaccordo con i profeti di sventure che annunciano
sempre delle catastrofi, come se il mondo sia vicino alla sua fine...
Bisogna che la Chiesa si giri verso i tempi presenti che porgono nuove vie
all’apostolato cattolico».
Subito, i Prelati progressisti, specie francesi, tedeschi, olandesi, si diedero
da fare per assicurare quel “piano giovanneo” che insabbiava tutti i
preparativi del cardinale Ottaviani.
Fu il massone card. Lienart9 che s’incaricò di fare la svolta al Concilio.
Infatti, il 15 ottobre 1962, per l’elezione dei 160 membri delle Commissioni
conciliari, il card. Lienart domandò di soprassedere al voto, perché «Noi
non siamo disposti ad accettare delle liste di candidati, compilate prima
che il Concilio fosse riunito; Noi non abbiamo avuto il tempo materiale di
scegliere i nostri candidati». Con lui, si associò subito anche il card.
Frinks, arcivescovo di Cologna.10
E così, quei Prelati progressisti imposero nuovi testi, preparati dai loro
collaboratori progressisti-modernisti!
Purtroppo, la maggior parte dei Padri conciliari era dalla parte
progressista, non rendendosi conto che Giovanni XXIII e Paolo VI erano
stati avvinti dalla corrente modernista, per cui contrassegnarono i
documenti del Vaticano II sulle tracce della “Nouvelle Théologie”,
condannata da Pio XII nella sua “Humani generis” (1950).
È evidente, perciò, che Paolo VI abbia sempre premuto perché ci fosse un
voto massiccio da parte dei Vescovi!
Ma allora, perché non si potrebbe pensare che il Vaticano II fu una vera
“quinta colonna” delle forze ebreo-massoniche?
La Rivista della Frammassoneria “Humanisme”, nel n° 186 del 1989,
riporta un “Tête-à-tête” tra mons. Roncalli e Alexandre Chevalier (che
divenne Gran Maestro nel 1965!), in cui si svela l’ipotesi che la Loggia
“L’Etoile Polaire” (l’Atelier) “era all’origine del Vaticano II”.11
Ma già nel 1962, Maurice Pinay aveva scritto: «(col Concilio Vaticano II) è
stata compiuta la più perversa cospirazione contro la Santa Chiesa...
Sembrerà... incredibile, a coloro che ignorano questa cospirazione, che
quelle forze anti-cristiane continuano ad avere, all’interno delle gerarchie
della Chiesa, una vera “quinta colonna” di agenti controllati dalla
Massoneria, dal comunismo e dal potere occulto che li governa. Questi
agenti si trovano tra i cardinali e i vescovi che formano una specie d’ala
progressista in seno al Concilio»12.
E con quale scopo? Spingendo il Concilio a mettersi contro la Tradizione e
le passate condanne, si verrebbe a provare ai fedeli che, predicando il
contrario a quello che si era sempre insegnato, la Chiesa non può essere
divina!
La rovina della Chiesa, quindi, verrebbe dall’interno di Essa.
San Pio X, questo l’aveva già detto nella sua enciclica “Pascendi”,
scrivendo che i modernisti, a differenza di tutti gli altri eretici, non vogliono
uscire dalla Chiesa, ma restarvi, proprio per cambiarla dall’interno!
È proprio il caso di pensare ai vari De Lubac, ai Congar, ai Küng, ecc..
condannati da Pio XII, ma poi richiamati da Giovanni XXIII ad essere gli
“esperti”, per poi prendere in mano le redini del Concilio e dirigerlo fino a
fargli proclamare l’unità trascendente di tutte le religioni e il diritto, per
l’errore, alla libertà.13
A questo punto, non ci si può più meravigliare che la Massoneria
messicana, per esempio, alla morte di Giovanni XXIII, abbia pubblicato
questo manifesto di lode:
«La Grande Loggia occidentale messicana e i suoi confratelli,
all’occasione della morte di Papa Giovanni XXIII, annunciano ufficialmente
il loro dolore per la dipartita di questo grande uomo che ha rivoluzionato le
idee, i pensieri e le forme di agire della liturgia cattolica romana. Le
encicliche “Mater et magistra” e “Pacem in Terris” hanno rivoluzionato i
concetti in favore dei diritti dell’uomo e della sua libertà. L’umanità ha
perduto un grande uomo e noi, frammassoni, riconosciamo in lui i suoi
princìpi elevati, il suo umanitarismo e le sue qualità di grande liberale»14.
(Continua)
1 Cfr. “Acta ante-preparatoria” I, p. 92.
2 Cfr: Jedin, “Histoire de l’Eglise”.
3 Cfr. “Concile et retour à l’unité”, pp. 35-36.
4 Cfr. P. Loyer, nella Rivista Internazionale delle società segrete, Parigi 13
aprile 1930, p. 352 - tr. It.
5 Cfr. Sodalitium, n° 41: “Il Papa del Concilio”, p. 12.
6 Cfr. Ralph M. Wiltgen, “Le Rhin se jette dans le Tibre”, ed. Di Cédre,
1982, pp. 165-166.
7 Cfr. Léon de Poncins, “Infiltrations ennemies dans l’Eglise”, Documents
et témoinagnages, Ed. Henri Coston, 1970.
8 Cfr. AAS, 35 (1943), 202 s; Denz. 2286; Denz. Sch. 3802.
9 Fu iniziato alla Massoneria a Cambrai, nel 1912 e, nel 1924, veniva già
innalzato al 30° grado del Rito Scozzese Antico. Sul suo letto di morte,
esclamò: «Umanamente parlando, la Chiesa è perduta!» (cfr. La Rivista
francese: “Tradition-Information”, n° 7, p. 21.
10 Cfr. “II Messaggero” del 22 ottobre 1962, nellarticolo: “L’ora del
demonio nel Concilio”.
11 Cfr. Jacuqes Ploncard d’Assac, “Présent”, 20.07.1989.
12 Cfr. M. Pinay, “Complotto contro la Chiesa”, Roma 1962, p. 1.
13 Cfr. Sodalitium n° 37, “Le complot judéo-maçonnique contre l’Eglise
romaine”, pp. 29-32.
14 Guadalajare 03.06.1963, Lic. José Guadalupe Zuno Journal Mexicain
“El Informador”.