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Il dono della FortezzaVi sono i doni dello Spirito che intervengono nella vita attiva, e notate bene che la vita attiva non è una vita diversa dalla vostra. Noi troppo spesso contrapponiamo la vita attiva alla vita contemplati va; in realtà la vita cristiana implica sempre una dimensione contemplativa e una dimensione attiva. La dimensione attiva è l'esercizio delle virtù, non è il ministero, il ministero è apostolato, non è vita attiva; la vita attiva è l'esercizio delle virtù.
Nell'esercizio delle virtù abbiamo bisogno dell'aiuto della Fortezza, e ce ne vuole per mantenerci fedeli a Dio, ce ne vuole per vincere ogni tentazione, ce ne vuole per compiere opere grandi nel nome del Signore. Dio ci chiede sempre la virtù della magnanimità, e la magnanimità importa, di per sé, l'impegno dell'anima a cose grandi. Non si tratta come per san Francesco Saverio di andare a predicare il Vangelo in tutte le parti del mondo, ma Dio può esigere da voi, per queste opere grandi, l'esercizio di una virtù eroica, di una virtù che supera dunque l'umano, e voi non avreste certamente la forza di compierla se lo Spirito Santo non vi desse questa forza.
Vi è una forza naturale che basta per una vita ordinaria, ma per vivere una vita eroica occorre la fortezza di Dio; fortezza per aggredire cose grandi, fortezza per sopportare cose grandi, fortezza per sopportare tentazioni, persecuzioni, desolazioni di spirito, incomprensioni.
Voi dovete sopportare il peso del vuoto, il peso del peccato profondo; quanto più sarete sante, tanto più Dio vi assocerà alla sua Passione, perché quanto più sarete sante tanto più dovrete vivere lo stesso mistero del Cristo, l'Agnello che porta sopra di sé il peccato del mondo. E tutto questo importa persecuzioni, desolazioni di spirito, incomprensioni, prove interiori e prove esteriori, difficoltà, tentazioni di ogni genere. Ma siete delle povere donne, siete delle umili donne, potete portare sulle vostre spalle il peso del mondo?
Come facciamo a portare il peso del mondo, il peso del peccato umano attraverso le sofferenze a cui Dio ci sottopone? Egli infatti non può dispensarci dal vivere una partecipazione alla sua Passione. Ecco qui come deve intervenire il dono della Fortezza, di una fortezza che ci rende capaci di sopportare questo enorme peso del peccato del mondo, non commettendo noi il peccato, ma sopportandone il castigo; il castigo è la Passione del Cristo, il castigo è la desolazione di spirito, il castigo è la tentazione, le difficoltà, le prove, le persecuzioni, le incomprensioni; il sentirsi abbandonati da Dio e dagli uomini, vivere come sospesi nel nulla.
Come è possibile vivere tutto questo? È terribile anche pensarlo! Ma Dio vive in te, per dare a te la forza di accettare e di superare ogni prova nell'umiltà, nella semplicità, nell'amore. È necessario per noi questo dono della Fortezza! Nostro Signore è stato forte nell'aggredire il male, ma è stato ancora più forte nel sopportarlo sopra di sé; l'eroismo più alto del Cristo si manifesta nella sua Passione dolorosa, quando egli, abbandonato dal Padre, abbandonato dai discepoli, ha vissuto l'agonia di sentirsi il peccatore vivente, dinanzi agli occhi di Dio.
- E senti o espírito inundado por um mistério de luz que é Deus e N´Ele vi e ouvi -A ponta da lança como chama que se desprende, toca o eixo da terra, – Ela estremece: montanhas, cidades, vilas e aldeias com os seus moradores são sepultados. - O mar, os rios e as nuvens saem dos seus limites, transbordam, inundam e arrastam consigo num redemoinho, moradias e gente em número que não se pode contar , é a purificação do mundo pelo pecado em que se mergulha. - O ódio, a ambição provocam a guerra destruidora! - Depois senti no palpitar acelerado do coração e no meu espírito o eco duma voz suave que dizia: – No tempo, uma só Fé, um só Batismo, uma só Igreja, Santa, Católica, Apostólica: - Na eternidade, o Céu! (escreve a irmã Lúcia a 3 de janeiro de 1944, em "O Meu Caminho," I, p. 158 – 160 – Carmelo de Coimbra)