domingo, 14 de novembro de 2010

Alberto Carosa, giornalista e socio fondatore del Centro Culturale Lepanto scrive "L'opposizione al Motu Proprio".Un'opposizione che non viene dal giovane clero, ma da quegli esponenti avanti con gli anni e già con una certa esperienza di ministero.


Il Motu Proprio che ha liberalizzato la liturgia latina antecedente al Concilio Vaticano II risale al 2007, ma in questi pochi anni ha già cominciato a trasformare la vita della Chiesa. "Contrariamente a quanto si potrebbe comunemente pensare, si tratta di una liturgia straordinaria che esercita una particolare attrattiva proprio sui giovani sacerdoti, che sono il futuro della Chiesa".

E' quanto  Alberto Carosa, giornalista e socio fondatore del Centro Culturale Lepanto, nel suo ultimo libro "L'opposizione al Motu Proprio". Un'opposizione che non viene dal giovane clero, ma da quegli esponenti avanti con gli anni e già con una certa esperienza di ministero.

"Ciò che forse più colpisce e addolora il cattolico – scrive Carosa - è la virulenza di certe argomentazioni critiche, anche e specialmente contro la figura del Papa, una sorta di fuoco amico che sembra quasi ricordare i toni più accesi di certe recenti campagne mediatiche anti-cattoliche, apparentemente motivate dalle tristi vicende dei preti pedofili.

Apparentemente, perché a questo punto potrebbe sorgere il sospetto che si voglia colpire il Papa anche per il motu proprio e le sue implicazioni.

Se così fosse, la conclusione non può che essere una sola: buon segno, perché vuol dire che la direzione è quella giusta".

(Apcom 20 settembre 2010
 
 DE:UNA FIDES