
Mi  sono imbattuta sulla Rete in diverse fonti che attaccano lo storico  Roberto de Mattei - docente presso l’Università Europea e  vice-presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche - in ordine ad  una sua recente conferenza a Radio Maria, estrapolando scientemente  parole dal contesto e 'piegandone' il senso al volerle evidenziare in  termini oscurantisti. Ma oltre a questo si è calcata la mano sul fatto  che egli si esprimesse "in modo piuttosto anomalo per il suo ruolo"  secondo "un punto di vista non particolarmente basato sulla scienza"  (cito da La Stampa del 23 marzo scorso). 
Non  trovo per nulla estraneo al clamore mediatico sollevatosi - al quale  non sono mancate persino testate televisive - il fatto che egli sia  anche autore di un libro sul Concilio, che è una pietra miliare nell'ambito degli studi e ricerche che continuano a svilupparsi intorno al tema ed abbia tenuto un intervento di grande levatura nel corso del Convegno di Roma del dicembre scorso sul Vaticano secondo.
C'è  anche chi è passato all'azione e si ha notizia di una petizione di  benpensanti progressisti che chiedono le dimissioni di de Mattei; il che  davvero ci pone nella logica dell'assurdo, che diventa possibile in un  contesto in cui la cultura egemone di conio sia secolarizzato che  progressista ha invaso la maggior parte degli scenari e degli ambiti  della nostra vita civile e, purtroppo, anche ecclesiale.
Pur se è interessante, per riequilibrare la situazione, cogliere anche gli spazi concessi a de Mattei dal Corriere della Sera e da il Foglio, penso non si possa negare di trovarci in pieno relativismo e sia il caso di aggiungere alcune riflessioni.
Innanzitutto chi critica dovrebbe documentarsi sui testi originali [vedi],  dai quali emerge un discorso ampio e articolato, di grande spessore, da  cui -come già osservato- sono state semplicisticamente ma scientemente  estrapolate dal contesto alcune frasi prese a sé.
Inoltre  non si vede perché uno scienziato non possa essere credente e perché  mai la scienza debba rispondere soltanto a criteri deterministici,  chiudendosi in un dogmatismo laico e razionalista.
Del  resto il prof. De Mattei ha parlato come privato cittadino e non in  veste di vicepresidente del Cnr ed ha rivolto riflessioni di tipo morale  e filosofico ad un pubblico di nicchia cattolica quale quello di Radio  Maria. In ogni caso per rivestire una funzione pubblica non credo si  debba essere per forza agnostici o aderire al "credo" evoluzionista, che pure va per la maggiore e che anche scientificamente qualche pecca la sta mostrando. Anche questo fa parte del quadro.
Nel suo intervento, che per comodità di consultazione rendo disponibile a questo link,  Roberto de Mattei non si limita al discorso filosofico o morale, ma  sostiene che eventi catastrofici quali i terremoti devono essere  studiati e compresi nei loro meccanismi scientifici, anche per fornire  alle autorità politiche le strutture e i mezzi per rendere meno  terribili le conseguenze di quegli eventi, che restano tuttora  imprevedibili e inevitabili. Proprio come vicepresidente del CNR, egli  sa bene che è compito della scienza e degli scienziati (anche quelli del  CNR) occuparsi di certe cose.
Ma  egli non si ferma qui e si pone anche il problema morale e filosofico  dell'inesplicabilità degli eventi, terribili e angosciosi, che ci  colpiscono tutti, laici e credenti, non soltanto in occasione delle  catastrofi ma anche nella quotidianità, ad  esempio di fronte ai più  comuni incidenti o malattie o altri avvenimenti non dominabili, di certo  non sempre causati da alcuna "colpa" da parte di chi li subisce.
E’  un problema non risolto da sempre. Tuttavia, il contesto laico cerca  –anche a ragione- qualcuno o qualcosa cui attribuire colpe e  responsabilità: la società, i ricchi, i poveri, il governo, la storia,  ecc. I cristiani, invece, nella lettura dei fatti, oltre ed al di  là delle responsabilità individuabili, si riferiscono a Dio e alla  possibile imperscrutabilità di ciò che accade, proprio perché ogni  evento tragico reca con sé non solo una dinamica identificabile, ma  anche ragioni che non sono soltanto di questo mondo. 
E'  fin troppo chiaro che nella limitatezza ermeneutica deterministica e  laicista si nasconde il rifiuto della metafisica. Si tratta di un  problema di forma e di sostanza: la modernità fa perdere chiarezza  accusando il dogmatismo normativo; ma accantonare la metafisica è  significato e significa accantonare la fede che è messa in un angolo.  Ciò non implica che sia necessario rimanere nell'orizzonte metafisico,  ma che non lo si debba mai perdere di vista pur rimanendo con i piedi  ben saldi nella realtà, altrimenti avremo l'uomo ad una sola dimensione, quella materiale, deprivato di tutto ciò che lo differenzia dagli altri esseri viventi su questa terra.
"O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme?" (Luca 13,4)
Le parole di  Gesù non vogliono forse dire: "Ben conoscete chi erano i diciotto di  quel giorno. E ben sapete che non erano né più, né meno peccatori della  maggior parte di voi. La morte violenta che avete visto con i vostri  occhi non viene da Dio, ma dal male che è entrato nel mondo col peccato e  la morte che ne è conseguenza. E’ contro questo che dovete lottare, in me con me e per me a partire da voi stessi.” Pertanto, il cristiano ringrazia Dio del dono gratuito che ci fa del tempo  in più che ci vuole concedere (e che altri non hanno avuto, ma di certo  non manca loro la Sua Misericordia, che accompagna sempre la sua  Giustizia) e ne trae profitto convertendosi.
Dio  ci benedica e ci dia Luce e Forza, per impedire che gli eccessi  razionalistici non ci facciano profittare dei moniti che Egli ci manda e  che le minacce e le incomprensioni del ‘mondo’ non ci inducano a tacere  invece di difendere e diffondere la nostra Fede.

inundado por um mistério de luz que é Deus   e N´Ele vi e ouvi -A ponta da lança como chama que se desprende, toca o eixo da terra, – Ela estremece: montanhas, cidades, vilas e aldeias com os seus moradores são sepultados. - O mar, os rios e as nuvens saem dos seus limites, transbordam, inundam e arrastam consigo num redemoinho, moradias e gente em número que não se pode contar , é a purificação do mundo pelo pecado em que se mergulha. - O ódio, a ambição provocam a guerra destruidora!  - Depois senti no palpitar acelerado do coração e no meu espírito o eco duma voz suave que dizia: – No tempo, uma só Fé, um só Batismo, uma só Igreja, Santa, Católica, Apostólica: - Na eternidade, o Céu!