«Siate forti! Non si deve cedere dove non bisogna cedere... Si deve combattere, non con mezzi termini, ma con coraggio; non di nascosto, ma in pubblico; non a porte chiuse, ma a cielo aperto».
(San Pio X)
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Sul piano umano e concreto, cioè, il Vaticano II nel suo adeguamento al mondo, coi suoi Documenti Pastorali, ispirati e addirittura concordati con l’alta massoneria ebraica del B’nai B’rith, ha rinnegato, in pratica, la Fede in maniera radicale, come appare sin troppo chiaro a chi segue gli sviluppi del processo di auto-demolizione da parte del Vaticano II. La distruzione del cattolicesimo sta arrivando, ormai, allo stadio finale. Nulla è stato risparmiato, non una sola Istituzione, un solo Libro Canonico. Ci è stato dato un nuovo Messale, un nuovo Pontificale, un nuovo Rituale, un nuovo Diritto Canonico, un nuovo Catechismo, una nuova Bibbia, una nuova Carità cristiana sostituita dalla “solidarietà”.
L’improvviso capovolgimento della linea dottrinale cattolica, operato da una Alleanza di Cardinali e vescovi francesi e belgi, animati dai periti Rahner, Küng, De Lubac, Chenu, Congàr, e dai gesuiti del Pontificio Istituto Biblico, ha fatto del Vaticano II un nefasto “conciliabolo” di Concilii dei “periti” neo-modernisti, che hanno ingannato la massa ignara dei Padri conciliari. Ma come hanno colpito la dottrina
della Chiesa?.. Non c’è verità rivelata che sia stata lasciata intatta, ad incominciare dalle due Costituzioni presentate come espressioni essenziali proprie del Concilio: la “Lumen Gentium” e la “Gaudium et spes”, con errori dogmatici, come l’espressione per cui il Corpo Mistico di Gesù Cristo “sussiste” nella Chiesa cattolica, che contraddice l’identità espressa da San Paolo, cioè il Corpo di Cristo, e contro il Magistero perenne, infallibile, della Chiesa, contraddicendo anche il dogma “fuori della Chiesa non c’è salvezza”... Per tacere, poi, dei Documenti palesemente erronei: “Nostra aetatae” (sulle religioni non cristiane) e “Dignitatis humanae” (sulla libertà religiosa); errori che sono all’origine di manifestazioni eretiche e sincretiste, come la giornata ecumenica di Assisi.
Ma allora, lo Spirito Santo non aiutò i Papi del Concilio?.. Mons. Spadafora spiega così: «L’assistenza dello Spirito Santo presuppone che, da parte del Papa, vi sia una corrispondenza senza riserve; se que sta corrispondenza manca, l’assistenza dello Spirito Santo è puramente negativa, cioè impedisce solo che il Vicario di Cristo imponga alla Chiesa, come un dogma infallibile, l’errore».
Dopo quello sopradetto, la Chiesa malata di Concilio si sta sviluppando, soprattutto su: l’eresia maggiore della “Libertà religiosa”, l’eresia della “Fraternità” universale. Quindi, il post-Concilio non è altro che la conseguenza naturale e necessaria del Concilio, il paniere dei cattivi frutti di quell’albero inquinato che assicurarono la continuità, la legalità dell’azione dei Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II. La conclusione, perciò, dovrebbe essere chiara: un ritorno a un Vaticano III di un Papa riparatore.
Un documento di importanza teologica è la Costituzione Apostolica “Cum ex Apostolaus officio” di Papa Paolo IV, in cui impegna la pienezza dei suoi poteri: «Con questa Nostra Costituzione, valida in perpetuo, in odio a così grande crimine (eresia), in rapporto al quale nessun altro può essere più grave e pernicioso nella Chiesa di Dio, nella pienezza della Apostolica potestà, stabiliamo, decretiamo e definiamo» apertamente che «lo stesso Romano Pontefice, che prima della sua promozione a Cardinale,o alla sua elevazione a Romano Pontefice, avesse deviato dalla Fede cattolica, o fosse caduto in qualche eresia, o fosse incorso in uno scisma, o abbia questo suscitato, sia nulla, non valida, e senza alcun valore, la promozione o elevazione, anche se avvenuta con la concordanza e l’unanime consenso di tutti i cardinali».
http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.com/
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