Il sacrilegio della Comunione nella mano
Tra le sciagure che hanno funestato la fede e la pietà cristiana, purtroppo col consenso dell"Autorità ecclesiastica, l'ultima in ordine di tempo (ma, quale altra sarà già in atto, o sta per esserlo?), c'è la "Comunione sulla mano", ossia l'usanza entrata malauguratamente in vigore nella Chiesa cattolica di dare e di ricevere la Comunione depositando la sacra Ostia su una mano del fedele, il quale poi, provvede da sé a comunicarsi.
Molti fedeli e qualche raro sacerdote, che ancora hanno la fede ed il rispetto verso il SS. Sacramento, rifiutano decisamente questa abominevole pratica. Non tutti però, specialmente tra i fedeli i quali hanno meno esperienza dei sacerdoti, si rendono conto della ragione più grave per cui ricevere la Comunione in questo modo è illecito e sacrilego; la caduta, cioè la dispersione e la conseguente profanazione delle sacre Specie, benché sotto forma di minuscoli frammenti, che essi pure sono il Corpo Santissimo di Nostro Signore Gesù Cristo.
Quasi tutti i fedeli (veramente fedeli), che rifiutano la pratica sacrilega della Comunione sulla mano, ne motivano la loro giusta avversione col rispetto profondo che nutrono verso l'Eucaristia, professano umilmente la propria indegnità di toccare il sacro Corpo del Signore senza avere le mani consacrate come quelle del sacerdote e non ardiscono, perciò, prendere in mano l'Ostia santa per comunicarsi da soli. E' un motivo buono e lodevole, che onora quelli che ancora credono nella presenza reale di Nostro Signore Gesù Cristo nel Pane eucaristico e temono di offenderlo, o anche solo di mancargli di rispetto.
Ma il sacrilegio non consiste soltanto in questo, che in casi particolari e nella dovuta maniera, si può anche fare; bensì soprattutto nel fatto già su accennato che nel dare e nel ricevere la Comunione, dall'Ostia si staccano spessissimo frammenti, i quali con la Comunione data nel modo tradizionale e l'uso del piattello, vi cadono sopra e vengono recuperati alla fine della distribuzione, mentre con la Comunione data e ricevuta sulla mano i frammenti che cadono vanno dispersi per terra, quindi calpestati o spazzati via. Insomma vengono inevitabilmente profanati. E poiché non si tratta di semplice disgrazia, ma di un fatto conosciuto, previsto e volutamente causato, si tratta di un vero e proprio sacrilegio.
Tanto accecamento nel mondo cattolico sarebbe incredibile se non fossimo abituati a vedere il SS. Sacramento già profanato in molte maniere, ma questa è forse la più grave in quanto la profanazione è evidente, è certa, è prevedibile e facilmente evitabile, essendo questa sacrilega pratica perfettamente inutile. Qualcuno, per non contraddirsi (è infatti una solenne contraddizione fare professione di fede cattolica, protestare rispetto per il SS. Sacramento e poi usare una pratica che ne causa inevitabilmente una gravissima profanazione), sostiene che nei frammenti di Pane consacrato non c'è più la reale presenza del Signore!
Così la Comunione portata in una frazione di Ostia agli ammalati che non possono deglutire sarebbe una finzione, e la cura del sacerdote di recuperare i frammenti caduti sul piattello, o di purificare ben bene il calice ed i vasi sacri su cui sono rimaste gocce o particelle del SS. Sacramento, non sarebbe altro che un inutile scrupolo. Ci permettiamo pertanto di rimarcare la dottrina della Chiesa sulla presenza reale di Nostro Signore Gesù Cristo nell'Eucaristia, la grave responsabilità di chi pratica la Comunione sulla mano e l'assoluta illiceità di questa pratica, che rimane moralmente vietata nonostante la "autorizzazione" concessa dall'Autorità religiosa.
Ad ogni modo, per chi non lo sapesse, la Comunione sulla mano corrisponde a un preciso piano predisposto dai nemici di Cristo e della Sua Chiesa. Con la Comunione sulla mano si va incontro a ogni sorta di abusi e di profanazioni. Già dall'autunno del 1969 (da quando cioè si cominciò a concedere il permesso della Comunione sulla mano) i sacrilegi cominciarono a moltiplicarsi.
Qualche esempio, tra i tanti documentati e, a suo tempo, riportati dalla rivista “Chiesa Viva”:
- In una trattoria, un giovane tagliuzzò un'Ostia con un paio di forbici, per constatare se ne uscisse del sangue, e poi la gettò nel gabinetto.
- Un parroco ha confermato che un bambino ha portato a casa un'Ostia e l'ha data da mangiare al cane.
- In Olanda, degli scolari avevano una fiorente raccolta di Ostie consacrate, che erano state ricevute abusivamente per mezzo della Comunione in mano. Esse furono raccolte e inchiodate, come farfalle, ad una parete. In questo modo, se ne trovarono circa duecento.
A queste testimonianze certe se ne potrebbero aggiungere innumerevoli altre.
In questi ultimi anni, in alcune Chiese d'Italia, si sono verificati furti notturni di Ostie consacrate per usarle nelle messe nere, che di recente stanno dilagando in modo impressionante. Con la concessione della Comunione sulla mano, i ladri di particole consacrate non avranno più bisogno di compiere rischiosi furti notturni, perché le Ostie consacrate verranno a riceverle tranquillamente in mano dagli stessi sacerdoti. I malintenzionati approfittano dalla Comunione sulla mano e, fingendo di portarsi l'Ostia alla bocca, la fanno abilmente scivolare nella manica, nel taschino, nel fazzoletto o nella borsa, ecc... e poi vanno a venderla a loschi fattucchieri per i loro orribili intrugli, oppure ai membri di sette sataniche per le loro nefande liturgie delle messe nere. Ciò risulta facilitato dal fatto che il sacerdote, occupato a distribuire la Comunione ad altri, non può aspettare, specialmente quando i comunicandi sono molti, che il fedele, restando alla sua presenza come è prescritto, si porti l'Ostia in bocca. Quindi al sacerdote manca il tempo necessario per osservare dove va a finire l'Ostia consacrata. Gli stessi fedeli, attenti alla loro Comunione, non baderanno a quella degli altri e quindi i malintenzionati vengono facilitati nell'asportazione dell'Ostia. Tutto questo non è frutto di fantasia, ma sono fatti accertati, documentati. Quel che si è verificato all'estero, si va ripetendo anche in Italia, presa di mira dai nemici di Cristo quale centro del mondo cattolico. Ovunque le profanazioni si vanno moltiplicando. Sono state trovate Ostie gettate sui banchi, sui gradini d'ingresso e non passa settimana che non si debba rincorrere qualcuno che si porta via l'Ostia come souvenir.
La Comunione sulla lingua
- è stata, per molti secoli, scelta e adottata dalla Chiesa;
- evita che mani diverse da quelle dei sacerdoti (quindi impure) tocchino il Corpo di Cristo;
- evita la caduta a terra e la dispersione dei frammenti, in ciascuno dei quali c'è Gesù Cristo, come la Chiesa ha definito nel Concilio di Trento;
- previene efficacemente il pericolo della profanazione dell'Ostia Santa;
- vivifica la fede nella presenza reale di Gesù nell'Ostia consacrata;
- rende la distribuzione della Comunione molto facile e sbrigativa;
- quanto all'igiene, dà massima garanzia;
- è la forma che la Chiesa raccomanda, perché del tutto conveniente, e vuole che si conservi.
La Comunione sulla mano
- permette, invece, che mani diverse da quelle dei sacerdoti (quindi impure) tocchino il Corpo di Cristo;
- favorisce, necessariamente, la caduta a terra dei frammenti e la loro dispersione;
- favorisce e facilita la profanazione dell'Ostia consacrata;
- affievolisce e, col tempo, fa scomparire la fede nella reale presenza di Gesù Cristo nell'Ostia consacrata, riducendola a semplice pane, a semplice simbolo, figura del corpo di Cristo;
- quanto all'igiene, non dà alcuna garanzia.
Chiudiamo richiamando quello che disse il Concilio di Trento: «L'uso che il solo sacerdote dia la Comunione con le sue mani consacrate, è una tradizione apostolica» (Sessione 13 c.8);
e con una ammonizione del sommo teologo della Chiesa, San Tommaso d'Aquino: «Il corpo di Cristo appartiene ai sacerdoti... Esso non sia toccato da alcuno che non sia consacrato!»
LA COMUNIONE NELLA MANO E' UN SACRILEGIO !ler...