Un'interessantissima e importante intervista ad ACIPRENSA del Prefetto per il Culto Divino.
Visti i chiari di luna - raccontati anche nei post di alcuni giorni fa (vedi qui e qui)- delle ordinarie vessazioni nei confronti dei fedeli che ricevono la S. Comunione in ginocchio e in bocca, queste dichiarazioni di colui che nella Chiesa gestisce le indicazioni del S. Padre sulla liturgia sono veramente confortanti.
Inter alia indiscrezioni parlano di un documento della stessa Congregazione - in preparazione - appunto sulle modalità di ricezione della S. Comunione (....in ginocchio e in bocca come fa il S. Padre): oremus!
Ringraziamo l'amico Stefano per la traduzione dallo spagnolo
Nell’intervista concessa ad ACI Prensa, il Prefetto della Congregazione vaticana per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, cardinal Antonio Cañizares Llovera ha raccomandato che i cattolici si comunichino in bocca e inginocchiati.Così si è espresso il porporato spagnolo che è al servizio della Santa Sede come supremo responsabile, dopo il Papa, della liturgia e dei sacramenti, nella Chiesa cattolica, alla domanda circa l’opportunità che i fedeli si comunichino, o no, sulla mano.
La risposta del cardinale è stata breve e chiara: “è raccomandabile che i fedeli si comunichino in bocca e inginocchiati”.Inoltre, rispondendo alla domanda di ACI Prensa sulla consuetudine promossa dal Papa Benedetto XVI di amministrare, a quanti si comunicano da lui, l’Eucaristia in bocca e in ginocchio, il cardinal Cañizares ha detto che questa è dovuta “al senso che deve assumere la comunione, che è adorazione, riconoscimento di Dio”.
“Si tratta semplicemente di sapere che stiamo al cospetto di Dio stesso e che Lui è venuto a noi e noi non lo meritiamo” ha affermato.
Il porporato ha detto anche che comunicarsi in questo modo “è il segno di adorazione che è necessario recuperare. Io credo che sia necessario in tutta la Chiesa che la comunione si riceva in ginocchio”
“Infatti – ha aggiunto – se ci si comunica in piedi, bisogna genuflettersi o inchinarsi profondamente, cosa che non viene fatta”.Il prefetto vaticano ha detto, inoltre, che “se banalizziamo la comunione, banalizziamo tutto e non possiamo perdere un momento tanto importante, come la comunione, come riconoscere la presenza reale di Cristo , del Dio che è amore degli amori come cantiamo in una canzone spagnola”.
Alla domanda di ACI Prensa sugli abusi liturgici in cui incorrono alcuni attualmente, il cardinale ha detto che è necessario “correggerli, soprattutto mediante una buona formazione: formazione dei seminaristi, formazione dei sacerdoti, formazione dei catechisti, formazione di tutti i fedeli cristiani”.
Questa formazione, spiegò, deve far sì che “si celebri bene, che si celebri conformemente alle esigenze e alla dignità della celebrazione, in conformità alle norme della Chiesa, che è l’unico modo per celebrare autenticamente l’Eucaristia”.
Infine il cardinal Cañizares ha detto ad ACI Prensa che in questo compito di formazione per celebrar bene la liturgia e correggere gli abusi, “noi vescovi abbiamo una responsabilità molto specifica e non possiamo trascurarla poiché tutto ciò che facciamo affinché l’Eucaristia sia ben celebrata servirà a far sì che l’Eucaristia sia ben partecipata”.