segunda-feira, 13 de agosto de 2012

IL SANTO SACRIFICIO DELLA MESSA : 1) LA PRATICA PIÙ ECCELLENTE 2) LA PRATICA PIÙ GLORIOSA A DIO 3) LA PRATICA PIÙ UTILE PER NOI. 4) LA PRATICA PlÙ EFFICACE PER I DEFUNTI.5) LE MESSE GREGORIANE.

IL SANTO SACRIFICIO DELLA MESSA
1) LA PRATICA PIÙ ECCELLENTE. - Bello l'uso di accender lumi davanti alle immagini e specialmente al Tabernacolo, per testimoniare la nostra fede ed il nostro amore; - proficua la pratica delle novene, specialmente se coronate da una buona comunione; - efficace la di­vozione degli scapolari e della Medaglia quando sono onorati da una vita cristiana; - santa la recita del Rosario, quando è il grido dell'anima che dice a Maria il proprio amore e ne invoca il soccorso, ma il centro del culto, - il sole della pietà, - il compendio di tutte le divozioni - l'atto essenziale della religione, - l'anima di tutta la vita cristiana, è però sempre il Sacrificio della S. Messa.
Per celebrare [o ascoltare] bene la S. Messa ci vorrebbero 3 eternità: la prima per prepararsi, la seconda per celebrarla, la terza per fare un degno ringraziamento» (S. Giov. Eudes).
2) LA PRATICA PIÙ GLORIOSA A DIO, a Maria SS. ed ai Santi. Tutto l'onore reso a Dio dagli Angeli e dai Beati con i loro omaggi, quello reso dai Santi viventi sulla terra con le loro virtù, penitenze, e buone opere, non è da mettersi in paragone con la gloria che si rende a Dio con una sola Messa: perchè gli omaggi di tutte le crea­ture insieme sono sempre cosa limitata, mentre l'onore dato a Dio da Gesù Cristo nella Messa è di valore infinito. - Il martirio stesso non è da paragonarsi alla Messa; perchè esso è il sacrificio dell'uomo per amor di Dio: la Messa è il sacrificio d' un Dio per amor dell'uomo.
Chi avrà ascoltato divotamente la Messa sarà consolato in morte dalla presenza degli Angeli e dei Santi suoi avvocati che lo difende­ranno da tutte le insidie del demonio. (Gesù a S. Matilde).
Una messa ascoltata in vita vi sarà forse più fruttuosa che cento fatte celebrare dopo morte. (S. Anselmo).
Se si conoscesse il valore della Messa, le chiese sarebbero sempre affollate. Benedetto chi assiste ogni giorno la Messa. (S. Cottolengo).
O popoli ingannati, popoli ingannati, che fate voi? Perchè non correte alle chiese per ascoltare quante più messe potete, mentre gli Angeli scendono dal cielo per assistervi? (S. Leonardo).
3) LA PRATICA PIÙ UTILE PER NOI. - La Messa è la rinnovazione del Sacrificio della Croce, e ce ne applica i meriti. Nella Messa è Gesù stesso che:
a) per noi Adora Dio degnamente e a nome nostro;
b) Ringrazia Dio dei benefici che ci ha concessi. La Ven. Fran­cesca Farnese era desolata per non saper come ringraziare Dio. Le apparve la Vergine e ponendole fra le braccia il Bambino le disse: Offrilo a Dio in ringraziamento. Egli farà ciò che tu non puoi fare e Dio sarà soddisfatto. I ringraziamenti di Gesù sono in mano nostra ascoltando e più ancora facendo celebrare la Messa.
c) Soddisfa per noi la divina giustizia. Senza la Messa il mondo sarebbe già sprofondato mille volte sotto il peso dei suoi delitti.
d) Prega per noi, presentando a Dio il prezzo di tutte le grazie.
4) LA PRATICA PlÙ EFFICACE PER I DEFUNTI. - Pio è il pen­siero di deporre corone di fiori e ceri sulla loro tomba; più utile il deporvi corone di Ave Maria, e accendere nel nostro cuore la fiamma della carità verso i poveri; il suffragio però più efficace è la Messa. È doloroso vedere cristiani che profondono denaro per or­nare le tombe che non racchiudono che pochi resti d' un cadavere e che poi non pensano affatto a sollevare le anime dei loro cari, a cui nulla giovano quelle esteriorità.
5) LE MESSE GREGORIANE. - a) Origine. Le messe da morto sono le messe votive più antiche. Si usava celebrarle per una data serie di giorni (3, 5, 6, 7, 30) di seguito. Queste serie corrisponde­vano alla durata del lutto ed a varie usanze ad esso collegate. Gli Ebrei facevano il lutto astenendosi dal lavarsi gli abiti e i capelli per 30 giorni dei quali i primi 7 (giorni delle lamentazioni) e spe­cialmente i primi 3 giorni ()giorni del pianto erano consacrati alle condoglianze. Di qui l'origine delle messe di terza, di settima e di trigesima, nonchè i novendiali, in suffragio del Papa Defunto, e le messe gregoriane che consistono nella celebrazione ininterrotta (fatta anche da vari sacerdoti) di 30 messe con pianeta nera o no.
Prendono nome da S. Gregorio M., non perchè le abbia istituite, ma perchè egli racconta di averne constatata l'efficacia, liberando con esse il monaco Giusto il quale apparve al fratello Copioso ad an­nunziargli la sua liberazione. L'autorità di S. Gregorio diede loro grande diffusione. Non si deve credere che liberino infullantemente l'anima: però la S. Sede 1884) dichiarò pia e ragionevole la fiducia nella speciale efficacia di esse per la sua liberazione.
6) LA MESSA FESTIVA: Bisogna ascoltarla sempre – devotamente ­intera. Genitori, mandate e conducete i figli; padroni, date comodità ai dipendenti di ascoltarla; autorità, cooperate all'osservanza del Precetto festivo. - Anime pie, ascoltate ogni domenica una messa di più, per supplire alla mancanza di quelli che non l'ascoltano.
7) FA CELEBRARE MESSE. - Per ottenere grazie; negli anniver­sari tristi e lieti fa celebrare Messe. Per onorare la Madonna ed i Santi e impetrarne la protezione non v'è miglior mezzo della Messa.
8) ASCOLTA LA MESSA CON MARIA. - « Un giorno N. Signore mi insegnò ad ascoltar la Messa nelle disposizioni di Maria ai piedi della croce, offrendo quelle stesse disposizioni all'Eterno Padre, in unione dei suoi patimenti per domandargli la conversione dei pecca­tori induriti » (S. Alacoque).
La S. Messa è la rinnovazione del sacrificio che fece Gesù di sè sul Calvario, ma è pure la rinnovazione del sacrificio che Maria SS., quale Corredentrice, fece di quel Figlio divino che con tutta verità poteva chiamare suo. Ora, come Maria assistette a quella prima messa, offrendo con Gesù uno stesso sacrificio al Padre per noi, così assiste spiritualmente a tutte le messe; è giusto perciò che Ella sia presente alla nostra mente, mentre rinnova con Gesù il suo sacrificio per noi. È questo il pensiero della Chiesa che nei punti più importanti della Messa inserisce l'invocazione alla Madonna (Confiteor - Suscipe - S. Trinitas - Communicantes - Libera nos, senza contare le collette e le Ave Maria al termine della Messa).
Maria inoltre assisteva ogni mattina alla Messa di S. Giovanni, per­ciò devi entrare nelle disposizioni di Maria sul Calvario e nel Cena­colo e prenderla come modello e supplemento.
9) LA MESSA SECONDO LE INTENZIONI DI MARIA. - La pia pratica suggerita dalla Madonna stessa al Ven. Olier, adottata da migliaia di Sacerdoti e Vescovi, è ormai compresa anche dai fedeli che, per ottenere una grazia, e per onorare la Madonna, le offrono il più prezioso tesoro, il cui valore solo il sacerdote può collocare nelle sue mani di Mediatrice universale, applicando il S. Sacrificio secondo le sue auguste intenzioni, sempre attualmente rivolte, come quelle di Gesù, (semper vivens ad interpellandum) alla maggior gloria di Dio e al bene materiale e spirituale dei suoi figli. I teologi (fatte pochissime eccezioni dubitative sono d'accordo sulla validità di queste applicazioni e molti anzi le giudicano molto gradite alla Vergine e vantaggiose al sacerdote e ai fedeli che manifestano con questo atto un distacco spirituale e una fiducia in Maria che fa onore a Lei ed a noi. È sufficiente dire al sacerdote di applicare secondo la vostra intenzione. Il meglio è scegliere sacerdoti che conoscano la bella pratica.
10) LA MESSA DEL PERDONO. - La pia pratica di far celebrare la Messa per ottenere che Dio, mosso dalle preghiere e lacrime del­l'Addolorata, conceda a noi e a tutti i peccatori il perdono delle loro colpe, è sorta a Bologna nel 1940 ed ha ottenuto straordinarie grazie di conversioni e di guarigioni.
11) SERVIR MESSA. - Dovresti tenerti onorato di servir Gesù, mentre si sacrifica per te, rappresentando presso di lui tutto il po­polo. Preparati purificando la tua anima con un atto di contrizione, rivestendoti, se sei chierico, della cotta simbolo della purezza neces­saria a chi si accosta all'altare; aiuta rispettosamente il sacerdote a vestirsi pensando al significato dei sacri paramenti; fa le ceri­monie e pronuncia le parole con fede, esattezza e amore. Pensa al rispetto con cui la Madonna compieva le cerimonie del tempio e alla fede con cui preparava il necessario e assisteva alla messa di S. Gio­vanni; e la dimestichezza con le cose sante non diminuisca il tuo rispetto per esse. Abbi la divozione di servir messa, come l'aveva S. Luigi re di Francia, S. Tommaso, S. Giovanni Eudes, S. Vincenzo de' Paoli.
Il P. Godquain, Prete della Missione, intimo del grande Sobieski, una domenica l'incontrò verso mezzogiorno e gli domandò: « Avete ascoltato la S. Messa ? ». Alla risposta negativa soggiunse: « Ebbene io per voi ho differito di celebrarla; desidero però che me la ser­viate ». . Ben volentieri! » rispose il grande generale.
S. Matilde vide l'anima d'un frate laico tutta brillante di luce per aver avuta la divozione di servir ogni giorno quante più messe po­teva...
12) GALATEO CON DIO. - Il galateo è l'espressione del rispetto e della stima che si ha del prossimo. Se è giusto che l'osserviamo in ispirito di carità e di umiltà col prossimo non dovremo osservarlo con Dio? Leggi attentamente questi avvisi e se ve n'ha qualcuno che fa per te, fanne tesoro, senza volerlo applicare agli altri.
I tuoi abiti siano decenti, secondo la tua condizione; special­mente puliti. Le donne abbiano sempre il capo coperto e siano vestite senza scollacciature o sbracciature o con la gonna troppo corta.
Entrando in Chiesa prendi l'acqua santa e fa un bel Segno di Croce. Se vi è il Sacramento farai adagio e con rispetto la genufles­sione. Se vi è il SS. esposto farai la genuflessione con tutte e due le ginocchia e andrai a collocarti al posto.
Un'imperdonabile sgarbatezza è quella di chi entra in chiesa e, senza salutare il Padrone, Gesù Eucaristico, corre all'altare o nic­chia d'un santo, davanti alla quale farà magari la genuflessione che ha trascurato di fare a Dio. Davanti all'immagine della Madonna e dei santi, non si fa genuflessione, ma solo l'inchino.
Questo modo di fare disonora i cattolici che vengono accusati, per colpa di pochi ignoranti, di adorare i santi e d'aver più devozione ad essi che non a Gesù Cristo. Una sola eccezione è concepibile, quando uno, credendosi indegno d'accostarsi a Gesù e immeritevole di ottenere la grazia che desidera, fatta la genuflessione al SS., si rivolge a Maria SS. o a qualche santo, affinchè gli faccia da media­tore presso Gesù. Come chi dovendo ottenere una grazia dal Re, ricorre a qualche cortigiano per farsi accompagnare o raccomandare presso il Sovrano. Ma in ogni caso il nostro pensiero dominante deve essere N. Signore, da cui solo ci può venire ogni grazia.
Evita in chiesa ogni singolarità nel vestire, nel genuflettere, nel modular la voce nella preghiera o nel canto. Pregando in comune evita il disordine di finire prima o dopo gli altri. Ciò distrae i vicini e ti rende alle volte ridicolo. Evita pure ogni strepito nell'aprire e chiudere le porte, nel camminare, nel dimenar la corona, e per quanto è possibile anche nei tossire e nei soffiarsi il naso.
Il posto. Non disturbar mezzo mondo per trovare un posto; non essere troppo attaccato al tuo posto e cedilo volentieri per amor della Madonna. Sei vicino all'altare? ringrazia Dio di tanto onore. Sei al fondo della Chiesa? unisciti al pubblicano che si credeva in­degno d'accostarsi all'altare. Non sta però bene che le ragazze si mettano impalate vicino alla porta, magari mescolate con i giova­notti. Non avere la divozione alla porta.
Sta in ginocchio quanto più puoi, almeno al Sanctus - alla Comu­nione e durante la Benedizione del SS.
Raccoglimento e silenzio. Non imitare il deplorevole spettacolo che danno di sè alcune, che non fanno che ridere, chiacchierare, magari criticare la toeletta di questa o di quella e che si voltano indietro ad ogni persona che entra, come tante marionette... Povere anime! - Se qualche volta è necessario parlare, fallo sotto voce e con poche parole. Piuttosto esci un momento di chiesa. In chiesa non si fanno presentazioni.
La predica. Chi è da Dio, ama la parola di Dio, dice il Van­gelo. Che dire di quelli che hanno la divozione alle benedizioni, alle suppliche, anche ai pellegrinaggi, ma hanno un sacro orrore della predica? Manzoni, Tommaseo, Ferrini ascoltavano umilmente l'istru­zione del loro parroco, e tanti, che non sanno neppur più i misteri principali della fede, credono umiliarsi ad ascoltare la parola di Dio e quando il sacerdote si volta prendono la porta quasi per dispetto. Ama la predicazione, che è il nutrimento della vita spirituale e bada di non uscire, eccetto in caso di necessità, durante la predica; e in tal caso fallo con rincrescimento e in modo da non disturbare i vicini.
Puntualità. Noi italiani siamo poco puntuali in tutto, ma spe­cialmente alle funzioni. Ricordati che ogni parte di messa festiva volontariamente perduta costituisce peccato veniale; se si giunge dopo le ampolline la messa non è più valida, e quindi se ne deve ascoltar un'altra. Quanto alla predica, non è nè da educato nè da intelligente venire a prendere la coda, con gran disturbo degli altri e fastidio del predicatore. Finita la funzione si esce, non si scappa.
La Comunione. Evita il cattivo esempio che daresti, se entrato in chiesa, infilassi subito la balaustra, senza la debita preparazione. Non essere però di quelli che, perchè non hanno detto tutti i loro Paternostri, incomodano il sacerdote due minuti dopo a dare di nuovo la comunione o lo fanno aspettare alla balaustra.
Tratto da: “Un segreto di felicità”