Il sacrificio nella nuova legge
Nostro Signore Gesú Cristo morí
sulla croce, ma la sua non fu la morte subita da un condannato: Lui la accettò
liberamente allo scopo di offrire al Padre tutto Sé Stesso, in riconoscimento
del di Lui supremo dominio e per la redenzione del genere umano.
Tutta la
Passione di Gesú costituisce il vero e proprio sacrificio:
- la persona che
offre il sacrificio è Gesú stesso, Figlio di Dio fatto uomo, mediatore fra Dio e
gli uomini (I Timoteo, 2, 5);
- la cosa sensibile sacrificata è
l'umanità santissima di Gesú , che sofferse e morí;
- il sacrificio è
offerto a Dio Padre, dallo stesso Gesú, obbediente fino alla morte
(Filippesi, 2, 8);
- il fine è il riconoscimento del supremo dominio
di Dio, la cui giustizia oltraggiata esigeva una riparazione: la piú completa
possibile; con la conseguenza che si rese possibile la redenzione degli uomini.
Consummatum est (Giov., 19, 30)
Tra gli atti umani di
Gesù, uno ve ne fu, il piú perfetto di tutti, non ulteriormente perfettibile:
l'atto oblativo espresso dalla libertà umana di Gesú agonizzante sulla croce.
Tale libertà umana di Gesú agonizzante, tesa ad adeguarsi il piú possibile
all'eterna e perfettissima oblazione del Verbo al Padre, nello Spirito di
Entrambi, agí con tale intensità che la natura umana non poté sostenerlo: venne
meno e morí. E la morte mise fine al martirio di Gesú, ma non estinse quella
suprema volontà oblativa; essa poté solo sigillare l'umana volontà di Gesú che
si era espressa nella perfetta oblazione, umanamente insuperabile, ma non pose
termine alla di Lui volontà che si esprimerà in eterno nel medesimo atto
oblativo supremo e perfetto.
Il CONSUMMATUM EST non significò: "ho
terminato il mio cammino, ho finito di soffrire"; bensí: "ho portato alla
perfezione suprema il mio sacrificio".
In tale stato di perfezione
oblativa, Gesú persevera: è cosí che lo ritroviamo sotto i velami eucaristici,
sull'altare, tra le mani del celebrante, dal momento della consacrazione.
Il Sacrificio Eucaristico: la Santa Messa
- Visione
generale
Il sacrificio della Croce come offerta avvenne una volta, in
quel momento in cui Gesú Cristo sulla croce esalò l'ultimo respiro esclamando:
"Consummatum est", e non si ripeterà piú, ma, come vedremo meglio piú
avanti, con la Santa Messa offriamo a Dio un vero e proprio sacrificio dello
stesso valore e con gli stessi effetti del Sacrificio della Croce.
È di
fede che il Signore persevera in eterno come sacerdote e vittima in quello stato
sacrificale che portò alla perfezione suprema sulla Croce, nell'istante della
sua morte.
È del pari di fede che ora non soffre piú: è nella gloria.
La fase cruenta del suo sacrificio fu transitoria, ed è passata per sempre:
le stímmate del suo martirio sono ora il decoro della sua vittoria.
Ma è
anche di fede che dovunque è presente il Signore, Egli è presente tale e quale
è: nella gloria e tuttavia in atto sacrificale.
Ed è anche di fede che
nella Santa Messa, grazie alla transustanziazione, il Signore è realmente
presente sotto i veli eucaristici.
Nella Santa Messa, quindi, è presente in
atto sacrificale, e perciò la Santa Messa è sacrificio; è presente con la
perfezione raggiunta sulla Croce, è perciò la Santa Messa è il Sacrificio della
Croce.
Ogni Messa? Certamente! Ogni Santa Messa, grazie al sacramento,
supera soprannaturalmente le due dimensioni della natura, lo spazio e il tempo,
e ci presenta Gesú nell'atto sacrificale in cui si trovò sulla Croce
nell'istante della sua morte, sia pure ora circonfuso di gloria. Ogni Santa
Messa, grazie alla efficienza soprannaturale del sacramento, supera lo spazio e
il tempo, e riporta noi ai piedi della Croce, sul Calvario, cosí che "per
Ipsum, cum Ipso et in Ipso" (l'unico sacerdote degno di immolare l'unica
vittima degna del Padre e necessariamente accetta al Padre) entriamo in
comunione con il Padre stesso nello Spirito di Entrambi, per l'eternità.
La
Santa Messa, tuttavia, non moltiplica il sacrificio: ne moltiplica semplicemente
il sacramento. Molte rinnovazioni del sacramento del sacrificio: unico,
irripetibile, perseverante in eterno il sacrificio stesso.
- Esame particolareggiato
a) la Santa Messa è un vero e
proprio Sacrificio
Che la Santa Messa, quale nella Chiesa Cattolica si
celebra, sia un vero e proprio sacrificio è un dogma di fede definito dal
Concilio di Trento (Sessione XXII, Can. 1).
La Chiesa ci comanda di credere
che Nostro Signore, nell'Ultima Cena, non solo ha transustanziato il pane e il
vino nel suo Corpo e nel suo Sangue (dogma della Presenza Reale), ma anche che
li ha offerti a Dio Padre, e ha istituito cosí il grande e vero sacrificio della
Nuova Legge, qual'è la Santa Messa (si vedano ad esempio: Malachia, 1,
10-11; Luca 22, 19-20; Matteo, 26, 26-28; Didaché; San
Giustino; Sant'Ignazio di Antiochia; Sant'Ireneo; San Cipriano; le pitture delle
catacombe).
La Santa Messa è il Sacrificio della Nuova Legge, nel quale
Cristo (ministro principale ed invisibile) si offre e, in forma incruenta, si
immola sotto le specie del pane e del vino (la immolazione viene espressa dalla
separazione del corpo e del sangue con le specie del pane e del vino; la
distruzione della vittima viene espressa dalla Santa Comunione del sacerdote
celebrante), per le mani del sacerdote (ministro secondario e visibile), allo
scopo di riconoscere il supremo dominio di Dio, e di applicare a noi le
soddisfazioni e i meriti della sua Passione.
b) identità e differenze:
-- Sacrificio della Messa e Sacrificio
della Croce
identità:
la Vittima: Gesú Cristo
l'Offerente: Gesú Cristo per mezzo del sacerdote
differenze:
il modo di immolazione: cruento sulla Croce,
incruento nella Messa;
il Sacrificatore: Gesú Sacerdote visibile
sulla Croce, Gesú Sacerdote invisibile nella Messa;
gli effetti:
il Sacrificio della Croce compí la Redenzione, la Messa applica gli effetti del
Sacrificio della Croce.
-- Sacrificio della Messa e Ultima Cena
identità:
Messa e Ultima Cena si identificano quanto alla sostanza. Anche l'Ultima Cena fu
una vera Messa in cui si operò
la transustanziazione e in cui
fu offerto il divino sacrificio del corpo e del sangue di Nostro Signore Gesú
Cristo
sotto le specie del pane e del vino.
differenze:
- Nostro Signore Gesú Cristo nell'Ultima Cena era
ancora mortale, nella Messa è immortale;
- Nostro Signore Gesú
Cristo nell'Ultima Cena fu l'unico ministro: offrí Sé Stesso da Sé Stesso, nella
Messa
Gesú invisibile si serve del sacerdote come ministro
secondario visibile;
- la morte di Nostro Signore Gesú Cristo
nell'Ultima Cena era significata come futura, nella Messa è significata
come già avvenuta.
-- Sacrificio Eucaristico e Sacramento Eucaristico
identità:
entrambi sono un segno sensibile e sacro, ordinato a significare
la grazia
differenze:
nella durata: il Sacrificio
Eucaristico è transitorio: fatta la consacrazione tutto è finito, il Sacramento
Eucaristico è
permanente: l'Ostia consacrata resta consacrata
e Dio resta presente in essa;
nel fine: il Sacrificio Eucaristico
è ordinato alla gloria e al culto di Dio, il Sacramento Eucaristico è ordinato
alla
santificazione e al nutrimento delle nostre anime;
nel soggetto: il Sacrificio Eucaristico è ordinato al bene della
comunità, il Sacramento Eucaristico è ordinato al
bene di chi
riceve la Santa Comunione.
c) fini del sacrificio della Santa Messa:
1 - latreutico o di
adorazione: riconoscimento del supremo dominio di Dio;
2 - eucaristico o di
ringraziamento: ringraziamento per i benefici spirituali e materiali ricevuti;
3 - propiziatorio o di espiazione: per la redenzione dei peccati;
4 -
impetratorio o di supplica: per ottenere, attraverso la mediazione di Gesú, gli
aiuti spirituali e materiali di cui
abbiamo bisogno.
Come assistere alla Santa Messa
Abbiamo visto che la Santa Messa
è un vero e proprio sacrificio offerto a Dio, e che essa è sostanzialmente lo
stesso Sacrificio della Croce.
Sappiamo che, dal momento della
Consacrazione, sull'altare è presente Gesú stesso in Corpo, Sangue, Anima e
Divinità: è presente Dio stesso, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Se ora, con
la mente e con il cuore, consideriamo la tremenda Passione che Nostro Signore
volle subire spontaneamente; se cerchiamo di immaginare il suo terribile amore
per noi, cosí timidi nel ricambiarlo, e la sua umiltà nel nascondersi sotto le
specie del pane e del vino affinché potessimo osare accostarci a Lui; se
proviamo a pensare alla tremenda potenza e maestà del Creatore dell'universo che
è veramente presente davanti a noi, e che tocchiamo con le nostre labbra nella
Santa Comunione; allora, ogni volta che assistiamo alla Messa, c'è veramente da
avere paura di questo tremendo mistero, c'è da essere sbalorditi dal nostro
ardimento a presenziarvi, c'è da commuoversi fino alle lacrime, chiedendoGli
perdono della nostra cattiveria e tiepidezza, c'è da essere sgomenti per la
nostra impossibilità di ringraziare e contraccambiare a sufficienza il suo
amore.
È bene quindi assistere alla Santa Messa in silenzioso
raccoglimento, sempre il ginocchio, serii in volto, avendo cercato di rendere la
chiesa piú bella e piú preziosa che ci è possibile, avvolti da musiche solenni
ed elaborate, tutto quello che di meglio il genio umano ha saputo creare, non
mortificati, ma lieti, che ci siano alcune voci privilegiate capaci di cantare
la Gloria di Dio con maggiore perfezione.
(Gli appunti si basano essenzialmente sull'opera del PADRE LODOVICO
FANFANI, O. P., Teologia per tutti secondo la dottrina di San Tommaso, 4 voll. ,
Sales, Roma, 1951.)
http://www.unavox.it/005.htm
- E senti o espírito inundado por um mistério de luz que é Deus e N´Ele vi e ouvi -A ponta da lança como chama que se desprende, toca o eixo da terra, – Ela estremece: montanhas, cidades, vilas e aldeias com os seus moradores são sepultados. - O mar, os rios e as nuvens saem dos seus limites, transbordam, inundam e arrastam consigo num redemoinho, moradias e gente em número que não se pode contar , é a purificação do mundo pelo pecado em que se mergulha. - O ódio, a ambição provocam a guerra destruidora! - Depois senti no palpitar acelerado do coração e no meu espírito o eco duma voz suave que dizia: – No tempo, uma só Fé, um só Batismo, uma só Igreja, Santa, Católica, Apostólica: - Na eternidade, o Céu! (escreve a irmã Lúcia a 3 de janeiro de 1944, em "O Meu Caminho," I, p. 158 – 160 – Carmelo de Coimbra)