Risonanze sulla "lectio divina" di Benedetto XVI presso il Seminario Romano Maggiore
La Lectio
divina tenuta dal Papa l'8 febbraio scorso presso il Seminario Romano
Maggiore [testo integrale qui] è importante e suscita alcune risonanze,
partendo da quanto suscitato da questo brano cui aggiungo di seguito quanto
ripreso in sintesi dalla discussione sull'articolo precedente:
«...Quindi, abbiamo motivo di non lasciarci impressionare - come ha detto Papa Giovanni - dai profeti di sventura, che dicono: la Chiesa, bene, è un albero venuto dal grano di senape, cresciuto in due millenni, adesso ha il tempo dietro di sé, adesso è il tempo in cui muore”. No. La Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre. Il futuro è nostro. Naturalmente, c’è un falso ottimismo e un falso pessimismo. Un falso pessimismo che dice: il tempo del cristianesimo è finito. No: comincia di nuovo! Il falso ottimismo era quello dopo il Concilio, quando i conventi chiudevano, i seminari chiudevano, e dicevano: ma … niente, va tutto bene … No! Non va tutto bene. Ci sono anche cadute gravi, pericolose, e dobbiamo riconoscere con sano realismo che così non va, non va dove si fanno cose sbagliate. Ma anche essere sicuri, allo stesso tempo, che se qua e là la Chiesa muore a causa dei peccati degli uomini, a causa della loro non credenza, nello stesso tempo, nasce di nuovo. Il futuro è realmente di Dio: questa è la grande certezza della nostra vita, il grande, vero ottimismo che sappiamo. La Chiesa è l’albero di Dio che vive in eterno e porta in sé l’eternità e la vera eredità: la vita eterna ».
Bene il richiamo al falso e al giusto
ottimismo. Tuttavia l'accento viene posto sul falso ottimismo dopo il concilio,
ma non su quell' ottimismo a priori da cui invece è partito il Concilio,
che dava per scontata la positività delle aspirazioni dell'uomo contemporaneo e
la sottovalutazione dovuta a insufficiente approfondimento della realtà con cui
si entrava in relazione [vedi anche recenti critiche del Papa alla Gaudium et Spes]. Un
ottimismo a priori, che ha indotto tra l'altro le derive antropocentriche
e che già cinquant'anni fa è risultato da un preciso atto di volontà. (B.
Dumont, Il conflitto irrisolto).
Il problema nasce quando queste "cose sbagliate" non vengono riconosciute e non viene loro dato il giusto nome e non vengono corrette. La Chiesa rinasce sempre di nuovo ad opera del Signore, ma non è un automatismo che non ci coinvolge responsabilmente: è una Grazia che precede accompagna e consolida il nostro impegno. Ma poi, se non assecondata, potrà anche arrivare il momento in cui « se questi taceranno, parleranno le pietre! » (Lc 19,40) E dicendo "questi" il Signore si riferisce apertamente ai suoi discepoli!
Il problema nasce quando queste "cose sbagliate" non vengono riconosciute e non viene loro dato il giusto nome e non vengono corrette. La Chiesa rinasce sempre di nuovo ad opera del Signore, ma non è un automatismo che non ci coinvolge responsabilmente: è una Grazia che precede accompagna e consolida il nostro impegno. Ma poi, se non assecondata, potrà anche arrivare il momento in cui « se questi taceranno, parleranno le pietre! » (Lc 19,40) E dicendo "questi" il Signore si riferisce apertamente ai suoi discepoli!