Il motto “ora et labora” (prega e lavora) non è di Benedetto, ma la tradizione ha ben sintetizzato in esso l’attività della comunità monastica: la preghiera comune è investita di un primato che le proviene dal primato stesso di Dio. È certo che S. Benedetto ha rivestito l’Opus Dei di tale onore: il che spiega il tradizionale amore dei suoi figli per il culto liturgico e per lo splendore della casa di Dio. Così la vita di fede e la fedeltà alla preghiera portano con sé il frutto previsto nel Prologo della Regola: la continua e proficua ricerca della pace, il suo possesso, con la pienezza della gioia. San Benedetto desidera vedere tutti i suoi figli felici; vuole che nella <<casa di Dio nessuno sia turbato e triste>> (RB, 31). Per lui solo Dio conta: e Dio è la fonte della felicità, il supremo segreto della gioia e il datore della pace. Benedetto ci insegna che la pace è il primo bene da conquistare, se si vogliono instaurare rapporti umani veri e duraturi. È quello che fanno i monaci con la preghiera liturgica, ed è quello che cerchiamo di fare nel nostro Monastero.
- E senti o espírito inundado por um mistério de luz que é Deus e N´Ele vi e ouvi -A ponta da lança como chama que se desprende, toca o eixo da terra, – Ela estremece: montanhas, cidades, vilas e aldeias com os seus moradores são sepultados. - O mar, os rios e as nuvens saem dos seus limites, transbordam, inundam e arrastam consigo num redemoinho, moradias e gente em número que não se pode contar , é a purificação do mundo pelo pecado em que se mergulha. - O ódio, a ambição provocam a guerra destruidora! - Depois senti no palpitar acelerado do coração e no meu espírito o eco duma voz suave que dizia: – No tempo, uma só Fé, um só Batismo, uma só Igreja, Santa, Católica, Apostólica: - Na eternidade, o Céu! (escreve a irmã Lúcia a 3 de janeiro de 1944, em "O Meu Caminho," I, p. 158 – 160 – Carmelo de Coimbra)