domingo, 7 de abril de 2019

Salvatore Barone , Mistico , Pura Presenza. Mistica ed essere nei diari di Divo Barsotti

  Don Divo Barsotti (Palaia 1914 - Firenze 2006) viene da molti presentato come una personalità di grande carisma e di grande fede. È stato definito, infatti, uno dei più rilevanti uomini spirituali del nostro tempo.1 Esegeta intuitivo anche se non inquadrabile in nessun modello, scrittore mistico, ha fondato la comunità contemplativa dei Figli di Dio, che tende alla santità possibile per tutti gli uomini impegnati in un chiostro, al lavoro o in famiglia. La peculiarità di Barsotti è quella di dare alla riflessione teologica contemporanea un esempio di quanto l’uomo possa coniugare la ricerca scientifica con la mistica. 

Per mons. Cataldo Naro: «La sua opera ha avuto un’influenza lungo tutta la seconda metà del Novecento che apparirà sempre più chiaramente negli anni prossimi, man mano che diventeremo più capaci di distacco critico».2 Mistico  , Pura Presenza. Mistica ed essere nei diari di Divo Barsotti, Lussografica, Caltanissetta 2011,  

Divo Barsotti ha scritto decine e decine di opere nell’ambito della teologia e della spiritualità (diari, poesie, commenti alla Sacra Scrittura, riflessioni teologiche, commenti alla vita di alcune figure di santità, ecc.) sviluppando e riprendendo temi importanti per la maturazione del pensiero teologico nel pre e nel post concilio Vaticano II come: il monachesimo nel mondo; l’unità tra l’azione e la contemplazione; il principio della divinizzazione.

 Diversi studi sono stati già realizzati sulla sua figura e sul suo pensiero. Lo studio propost, o da Salvatore Barone è strutturato nel seguente modo: oltre all’introduzione (pp. 9-20) e conclusione (pp. 311-325) abbiamo una prima parte (pp. 21-53) nella quale l’autore espone il valore dei diari nella vicenda di Barsotti attraverso le relazioni tra esperienza, testimonianza e dottrina; parola e verità; verità e mistero; nella seconda parte (pp. 55-80) si presenta e si analizza l’esperienza mistica, in senso cristiano, del Barsotti con due binomi, cristianesimo-mistica e mondo-storia; una terza parte (pp. 81-274), la più ampia e specifica della ricerca, nella quale si studia la mistica e l’essere nei diari di Barsotti tramite i concetti del nulla, del divenire e della realtà; infine l’autore affronta il tema dell’essere tra filosofia e mistica (pp. 275-325) così come emerge dai diari analizzati. 

L’autore precisa i motivi (pp. 17-18) che lo hanno spinto a realizzare uno studio sui 19 diari di Barsotti con un approccio filosofico secondo una prospettiva ontologica e metafisica: 1) l’identità della filosofia, che non si può identificare totalmente alla metafisica, ma vede ancora nell’essere una prospettiva fondamentale di sviluppo; 2) il tema dell’essere che viene fuori dalla lettura dei diari del Barsotti che è principale, nello studio, su tutti gli altri temi; 3) l’importanza della prospettiva ontologica e metafisica all’interno della mistica, poiché l’esperienza mistica si presenta alla riflessione filosofica come una realtà complessa che può essere indagata da diverse prospettive filosofiche. È opportuno precisare che, per Barone, l’esperienza mistica è un fenomeno generalmente legato ad una propria esperienza di Dio e che la filosofia della mistica deve realizzarsi fondamentalmente secondo una prospettiva metafisica, la quale deve necessariamente comprendere l’unità che l’uomo ha con Dio in certi aspetti, momenti, tempi della vita del mistico. E, dunque, se l’esperienza mistica è esperienza di Dio, la filosofia della mistica deve realizzarsi fondamentalmente secondo una prospettiva metafisica (p. 19).

 Nella prospettiva dell’esperienza, testimonianza e dottrina, Barsotti, tramite i diari, cerca di esprimere le intuizioni che ha   avuto dal “contatto” con Dio, e le scrive per non dimenticare “l’evento” e farlo risuonare e sempre vivere nella propria esistenza. Un’esperienza che viene realizzata tramite la Parola, la quale si incontra come una realtà sempre nuova e attuale. L’esperienza, inoltre, fa comprendere il divino così per come Egli veramente è: amore totale e puro dono. Tra Parola e verità vi è un rapporto in relazione alla propria esperienza di Dio. Poiché se la Parola non diviene vissuto concreto, atto esistenziale, essa è immagine della nostra infedeltà alla verità rivelata. Verità che trova il suo compimento nel rapporto, nel vivere il mistero che è «l’ultima verità». 

Rapporto da intendere come relazione con il mondo, con gli uomini e con Dio, infatti il mistico è colui che vive e consacra il mondo e non lo oltrepassa. Il volume di Salvatore Barone è il risultato di una ricerca che si colloca all’interno della Filosofia della mistica, considerata come un ambito particolare della Filosofia della religione. L’oggetto dell’indagine è il mistero dell’essere, e in particolare il divenire dell’essere nell’esperienza mistica e nel pensiero di Divo Barsotti, visto attraverso l’analisi dei suoi 19 diari, poiché in tutte le opere di Barsotti, e in specie nei diari, emerge un continuo dialogo tra cristianesimo e filosofia sempre legato alla prospettiva dello sviluppo dell’intelligenza della fede cristiana. 

L’impianto metodologico della ricerca, come si evince soprattutto dall’introduzione e dalla conclusione del volume, è legato ad una precisa scelta: la prospettiva filosofica da cui si guarda all’esperienza religiosa e mistica, è la prospettiva metafisica, una prospettiva interessata ad approfondire la verità dell’essere, così come questa verità emerge nell’esperienza religiosa e mistica. La finalità dello studio è quella di presentare l’esperienza mistica e il pensiero di Barsotti sulla mistica, unitamente all’esperienza e alla sua comprensione dell’essere. Per Barsotti l’esperienza mistica è nello stesso tempo esperienza della Parola, cioè esperienza della stessa presenza del figlio, e riconoscimento della propria povertà e della santità di Dio. 

Nella misura in cui Barsotti vive la Parola, la sua esperienza di Dio si fa sempre più ricca, pur nella semplicità e unità. Barone sottolinea che nei diari di Barsotti, assieme alla testimonianza di Dio, emerge anche una dottrina. Infatti, nei diari Barsotti non parla solo di «intuizioni», ma parla anche di un «tema fondamentale», di un «discorso», di una «verità oggettiva» che è Dio e il suo infinito amore. Don Penco, non a caso, ha affermato che tutti gli scritti barsottiani sono e vogliono essere uno scavo, un tentare continuamente il mistero. Il mistero trova la manifestazione culminante nell’incarnazione di Cristo, la quale “contiene” tutta quanta la storia.   do Barsotti parla della presenza, intende la presenza del verbo incarnato morto e risorto, si riferisce alla presenza del Christus totus, cioè alla presenza del Cristo in tutta l’umanità e in tutto l’essere creato, assunto e redento. Perciò il mistico cristiano per Barsotti non cerca di evadere dal mondo, di fuggire da esso, anzi cerca di vivere sempre di più al centro del mondo. Per lui il vero mistico è colui che esce dalla periferia per entrare nel centro del mondo, per sorreggerlo con la preghiera e con la presenza. 

Per don Divo la mistica cristiana è una mistica dell’incarnazione del verbo, cioè una mistica che chiede agli uomini di seguire e assecondare il movimento dell’incarnazione, movimento che tende a realizzare, nel mistero pasquale del Cristo, il passaggio di tutta la creazione in Dio. Presenza che ci annuncia che solo “l’amore è credibile” (von Balthasar), infatti incontrando l’amore divino nel figlio di Dio, l’uomo non solo apprende che cos’è veramente l’amore, ma apprende pure nel contempo e irrefutabilmente che egli, peccatore ed egoista, non possiede il vero amore.

 La domanda che sorge, nella prospettiva della filosofia della mistica e indubbiamente anche nella dimensione teologica, con la lettura del lavoro del Barone, è questa: cos’è l’essere per Barsotti? Andare a Dio per la strada del “nulla”, eccone la risposta. Tutti i mistici, in maniera originale e diversa, hanno scelto il cammino del “nulla” per essere una cosa sola con Cristo. Questo nulla è la consapevolezza che noi acquisiamo del nostro essere dinanzi a Dio e dell’unica nostra possibilità d’esistere veramente che da lui ci è data. E tale essere, per il Barsotti, o annuncia profeticamente il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e di Gesù Cristo, o non può dirsi e classificarsi come essere. La sua esperienza narrata nei diari e presentata con l’ottica della filosofia della mistica dall’autore, ci dice che solo l’incontro-scontro con l’amore trinitario di Dio manifestato pienamente con il Risorto, è l’essere che ci dona la vita e che ci attrae, e non l’essere dei filosofi e dei sapienti, ma l’esserci di Dio e dell’uomo in Cristo Gesù. 

Insomma la sua è una mistica cristiana e in quanto cristiana è trinitaria. Barsotti precisa che l’esperienza mistica non è l’esperienza in cui l’essere, e quindi ciascuno di noi, ritorna al nulla delle origini. L’esperienza mistica comporta l’esperienza del proprio nulla creaturale, ma la mistica cristiana non è una mistica del nulla. Al contrario, la mistica cristiana è l’esperienza del compimento dell’essere, cioè l’esperienza dell’essere che in Cristo diviene uno. Infatti, don Divo vive l’esperienza dell’atto del Cristo che unisce tutto a sé, portando a compimento l’atto della Creazione. Alla luce di questa esperienza, l’essere, in quanto realtà creata e  assunta in Cristo, è il segno e il sacramento della presenza del Cristo. E in questa riflessione entra prepotentemente in gioco l’eucaristia: aggancio, legame, prospettiva d’unità tra il tutto di Dio e il nulla dell’uomo. Dalla lettura dell’opera del Barone possiamo conseguire che: nella vicenda di Barsotti, narrata e presentata nei suoi 19 diari, Dio è il Signore assoluto e non si confonde con altro/altri. È Lui la sorgente della vita che chiama alla vita, l’essere trinitario che è il compimento dell’uomo, non è una deità, un essere indefinito e distante dal mondo e dagli uomini. Da qui la meta del mistico, ottenuta con il silenzio - la preghiera - la contemplazione - può essere solo Dio, che si è rivelato in Cristo e che è Amore-Trinità. Tale convinzione porta al vivere la stessa esperienza di Dio, al seguirne l’incarnazione e quindi ad assumere e consacrare il mondo e non allontanarsi da esso. L’opera del mistico è quella di annunciare e manifestare l’appartenenza a Dio, l’essere di Dio, il non sottrarsi a lui. Senza Dio, infatti, l’uomo sarebbe un non essere, un nulla indecifrabile. Nelle pagine dei diari del Barsotti, presentate da Barone secondo la prospettiva della filosofia della mistica, emerge chiaramente il principio di divinizzazione, tanto caro ai cristiani orientali, con il quale nella dimensione teologico-filosofica appare chiaramente l’essere di Dio che assume tutto il cosmo, tutto il creato, tutti gli uomini per renderli come lui tramite il figlio. Salvatore Barone, con il suo lavoro, ha portato a conoscenza tale dimensione nella prospettiva ontologica e metafisica sottesa all’esperienza mistica di Barsotti.

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