sábado, 4 de maio de 2019

don Divo Barsotti, attraverso l’obbedienza passa non l’Essere di Dio in me, ma la sua medesima vita, sicché veramente e Lui che vive in me.

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“Il ritorno dell’anima a Dio”: un nuovo libro con meditazioni di Divo Barsotti


maxresdefault“Il ritorno dell’anima a Dio. Meditazioni sull’obbedienza” è un nuovo volume basato su testi di Divo Barsotti, presbitero e monaco italiano, fondatore della Comunità Figli di Dio, morto del 2006 ed è edito da Chorabooks. Si tratta di una meditazione del 15 aprile 1956 in cui padre Barsotti illumina con la sua parola aspetti della vita cristiana come, in questo caso, l’obbedienza. Egli fa dell’obbedienza la caratteristica che ci fa accedere a Dio: “Se la vita cristiana deve essere concepita e vissuta come un ritorno dell’anima a Dio, dal quale l’anima si è allontanata per il primo peccato, San Benedetto ci dice che il ritorno dell’anima al Signore è un ritorno di obbedienza, così come il primo peccato è stato fondamentalmente un atto di disobbedienza“. Come di solito padre Barsotti ci avvolge con uno sfoggio di erudizione che gli era proprio, essendo uomo di profonda cultura, non solo spirituale, ma anche letteraria. Anche in questo testo possiamo usufruire di questa vasta e profonda erudizione.
L’obbedienza, questa categoria che alla mentalità moderna da tanto fastidio, essendo noi abituati a pensare che disobbedire è una virtù. Ma certamente l’obbedienza di cui ci parla padre Barsotti è un’obbedienza diversa, un’obbedienza suprema. Egli lo dice con chiarezza in due passaggi di questo testo: “Può sembrare che effettivamente l’anima che obbedisce sempre di fatto rinunzi a quello che e il suo valore più alto, la sua autonomia, la sua indipendenza; ma è vero il contrario quando si tratta di un’obbedienza a Dio, a Dio che e il nostro Creatore: è Lui che ci fa, noi non siamo che in quanto ci riceviamo da Lui, e tanto più dunque l’uomo anche naturalmente e perfetto quanto più, rinunciando a una sua pretesa autonomia, a una sua indipendenza che lo isterilisce e lo svuota, lo mortifica e lo annienta, rinunciando a questa sua autonomia si dona a Dio in un’obbedienza sempre più perfetta e totale. (…) Nella sostituzione di Dio all’uomo che si verifica nell’obbedienza, non tanto che all’essere umano si sostituisce l’Essere Divino – sono sempre io che agisco, ma l’atto e unico, e quest’atto realizza insieme la vita divina e la vita umana, Dio e l’uomo, e la vita dell’Uno e dell’altro – attraverso l’obbedienza passa non l’Essere di Dio in me, ma la sua medesima vita, sicché veramente e Lui che vive in me”.

don Divo Barsotti, LA SACRALITA' DI TUTTE LE COSE

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LA SACRALITA' DI TUTTE LE COSE


Attraverso tutte le cose vivere il rapporto con Dio

"Ritornare davvero nel paradiso di DIO, far sì che tutte le cose non siano più impedimento e diaframma, non siano più velo che nasconde il Signore, ma tutte piuttosto rivelino il suo volto, tutte piuttosto ci introducano alla Sua presenza, sicché attraverso tutte le cose l'anima viva costantemente in unione con Lui.
Non - badate - nonostante le cose, ma attraverso di esse l'anima viva l'unione con Dio, perché molto spesso noi viviamo in unione con Dio - anche perennemente - ma nonostante le cose.
L'atteggiamento dell'anima è un atteggiamento adorante.
E' il senso della maestà divina che mi conquista: di fronte alla bellezza e alla fragilità del fiore è l'umiltà di Dio che mi conquista.
Voi siete sempre di fronte al Signore: atteggiamento di umiltà riverente, di rispetto, di silenzioso tremore di fronte a tutte le cose".
(pp. 16-17;19)


Se crediamo, tutto è segno di Dio

"Le nostre opere, la nostra preghiera non sono capaci di rompere la nostra solitudine.
E' così, eppure non è così, perché Dio, pur trascendendoci infinitamente, si è unito a noi.
Nom si sa  qual è la misura della Sua cooperazione alla nostra azione.
Le cose stesse, pur non somigliando a Dio, sono segno della Sua bontà e misericordia.
La nostra preghiera è la parola che rivolge lo Spirito Santo al Padre; nella nostra opera è Cristo che vive in noi.

Tutto può esser un segno di una comunione di Dio con noi.

Qualunque sia la vita che facciamo, sia che sperimentiamo o no l'azione di Dio, dobbiamo aver fiducia nel fatto che Dio è con noi.
Dio ti ama.
Se credi, tutto è segno dell'amore di Dio.

Come in cielo non resta che Dio, così attraverso tutti i segni l'anima non vede che l'amore, non possiede che l'amore.
Amore immenso, infinito, eterno: l'amore stesso di Dio".
(p 36) 

Don Divo Barsotti: maestro di fede

Un maestro di fede come don Divo Barsotti diceva:
“Noi offendiamo Dio quando non chiediamo i miracoli! Noi non ci crediamo! Per questo non chiediamo.
Parlo schiettamente. Guardate i santi: insistevano. Pensate a quello che diceva san Filippo Neri: ‘Noi dobbiamo costringere Dio a venire a compiere questo miracolo’. Aveva una forza che non si lasciava vincere dal fatto del silenzio di Dio, dal fatto che sembrava che Dio non ascoltasse la preghiera, insistevano fintanto che Dio non doveva piegarsi alla volontà dell’uomo”.

Poi don Divo spiegava:
“No, non è che Dio si pieghi alla volontà dell’uomo, ma Dio risponde alla preghiera dell’uomo. Noi manchiamo contro il Signore quando non chiediamo i miracoli. Dobbiamo chiedere a Dio e non dobbiamo vergognarci di chiedergli tanto…
Facciamo poche storie: non crediamo, non crediamo. Bene, non devo turbarmi, perché se anche avessi ammazzato, perché se anche avessi commesso un adulterio… se veramente io fossi il peggiore dei peccatori, posso io pensare che il mio peccato sia un limite alla Onnipotenza e alla Misericordia Divina?”.

Infine don Barsotti aggiungeva:
“Perché si stanca la pazienza di Dio? Perché non gli si chiede quello che noi possiamo desiderare. Se tu chiedi meno della creazione, tu vai all'Inferno, perché non chiedi quello che Lui ti dona. Lui ti dona Se Stesso. I santi chiedevano e chiedevano, fintanto che non avevano ottenuto”.

Медитации дона Диво Барсотти... ПРЕЕМСТВЕННОСТЬ МЕЖДУ НЕБОМ И ЗЕМЛЕЙ

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исток

Мы должны добраться до этого, и что это значит? Одно очень простое дело: если Бог есть этот свет, и я живу в этом свете, то я уже живу в ожидании небесной жизни. Жизнь здесь внизу не противопоставляется жизни на небесах; существует непрерывный путь между верой и видением. Вместо этого, существует разрыв между неверностью и верой, но между верой и видением есть путь, который ведет нас к немедленному видению, когда, полностью обязывая себя и вещи, мы находим в Нём всё. На самом деле, Бог, который является создателем, не противостоит творению, на самом деле творение находится в Боге, и однажды мы узнаем творение больше, чем мы его знаем сейчас, потому что мы будем знать его в его источнике.
Тогда мы должны жить христианством как сакраментальной экономикой. Сколько таинств? Говорят семь; да, их семь, и все же есть таинство - это таинство, которое присуще этой книге, этому столу, деревьям... - Все есть таинство, потому что все для меня должно стать знаком божественного присутствия.
Я вижу только Бога, я знаю только Его: это реальность, из которой я действительно полностью черпаю вдохновение, в которой я полностью живу.
Может ли рыба жить вне воды? Нет, он умирает через некоторое время, не так ли? Как и человек: ты должен постоянно жить в Божественном присутствии, как рыба в воде.
Бог должен быть в тебе, перед тобой, вне тебя: перед, сзади, сверху, снизу, как говорит Святой Патрик в молитве: "Иисус во мне, Иисус вне меня, Иисус над головой моей, Иисус под ногами моей, Иисус прежде, Иисус справа, Иисус слева, только Иисус, всегда Иисус!
Свет Божий должен быть таким, чтобы инвестировать в него, проникать в него, проникать, обнимать его полностью, чтобы для меня стало почти невозможно выйти из этого света, как для нас сейчас невозможно выйти из этого мира.
Душа умирает, если она покидает видение Бога.
Дон Диво Барсотти.

Las meditaciones de don Divo Barsotti , CONTINUIDAD ENTRE LA TIERRA Y EL CIELO

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Deberíamos llegar a eso, ¿y qué significa eso? Una cosa muy simple: si Dios es esta luz y yo vivo en esta luz, ya vivo una anticipación de la vida celestial. La vida aquí abajo no se opone a la vida en el cielo; hay un viaje continuo entre la fe y la visión. En cambio, hay una ruptura entre la infidelidad y la fe, pero entre la fe y la visión hay un camino que nos lleva a una visión inmediata, cuando al obligarnos totalmente a nosotros mismos y a las cosas, encontramos todo en Él. De hecho, Dios que es un creador no está en oposición a la creación, de hecho la creación está en Dios y un día conoceremos la creación más de lo que la conocemos ahora, porque la conoceremos en su fuente.
Entonces debemos vivir el cristianismo como una economía sacramental. ¿Cuántos son los sacramentos? Dicen siete; sí, hay siete y sin embargo todo es un sacramento -es una sacramentalidad propia de este libro, de esta mesa, de los árboles...- todo es un sacramento porque todo para mí debe convertirse en signo de una presencia divina. 
Sólo veo a Dios, sólo lo conozco a Él: es la realidad de la que estoy totalmente tomado, en la que vivo totalmente. 
¿Puede un pez vivir fuera del agua? No, muere después de un tiempo, ¿no? Así hace el hombre: debes vivir constantemente en la presencia divina como un pez en el agua. 
Dios debe estar en ti, delante de ti, fuera de ti: antes, detrás, arriba, abajo, como dice San Patricio en una oración: "Jesús en mí, Jesús fuera de mí, Jesús sobre mi cabeza, Jesús bajo mis pies, Jesús delante, Jesús a la derecha, Jesús a la izquierda, sólo Jesús, siempre Jesús! 
La luz de Dios debe ser tal que invierta en ella, la penetre, la abrace totalmente, que para mí sea casi imposible salir de esta luz, así como para nosotros es imposible salir ahora de este mundo. 
El alma muere si deja la visión de Dios.
Don Divo Barsotti

Die Meditationen von don Divo Barsotti, KONTINUITÄT ZWISCHEN ERDE UND HIMMEL

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 Quelle

Wir sollten dazu kommen, und was bedeutet das? Eine ganz einfache Sache: Wenn Gott dieses Licht ist und ich in diesem Licht lebe, lebe ich bereits eine Vorwegnahme des himmlischen Lebens. Das Leben hier unten ist nicht gegen das Leben im Himmel; es gibt eine kontinuierliche Reise zwischen Glaube und Vision. Stattdessen gibt es einen Bruch zwischen Untreue und Glauben, aber zwischen Glaube und Vision gibt es einen Weg, der uns zu einer unmittelbaren Vision führt, wenn wir, indem wir uns und die Dinge völlig verpflichten, alles in Ihm finden. Tatsächlich steht Gott, der ein Schöpfer ist, nicht im Gegensatz zur Schöpfung, sondern die Schöpfung ist in Gott, und eines Tages werden wir die Schöpfung mehr kennen als wir sie jetzt kennen, weil wir sie an ihrer Quelle kennen werden.
Dann müssen wir das Christentum als sakramentale Wirtschaft leben. Wie viele sind die Sakramente? Sie sagen sieben; ja, es gibt sieben und doch ist alles ein Sakrament - es ist eine Sakramentalität, die diesem Buch, diesem Tisch, den Bäumen entspricht.... - alles ist ein Sakrament, denn alles muss für mich zum Zeichen einer göttlichen Gegenwart werden.
Ich sehe nur Gott, ich kenne nur Ihn: Es ist die Realität, aus der ich wirklich völlig genommen bin, in der ich ganz lebe.
Kann ein Fisch außerhalb des Wassers leben? Nein, er stirbt nach einer Weile, nicht wahr? So wie der Mensch: Du musst ständig in der göttlichen Gegenwart leben wie ein Fisch im Wasser.
Gott muss in dir sein, vor dir, vor dir, vor dir, vor dem Heiligen Patrick, wie er in einem Gebet sagt: "Jesus in mir, Jesus außerhalb von mir, Jesus über meinem Kopf, Jesus unter meinen Füßen, Jesus davor, Jesus rechts, Jesus links, Jesus nur Jesus, immer Jesus!
Das Licht Gottes muss so sein, dass es in es investiert, es durchdringt, es ganz umarmt, so dass es für mich fast unmöglich wird, aus diesem Licht herauszukommen, so wie es für uns jetzt unmöglich ist, aus dieser Welt herauszukommen.
Die Seele stirbt, wenn sie die Vision Gottes verlässt.
Don Divo Barsotti

Medytacje don Divo Barsottiego, CIĄGŁOŚĆ MIĘDZY ZIEMIĄ A NIEBEM

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Powinniśmy do tego dojść i co to oznacza? Jedna bardzo prosta rzecz: jeśli Bóg jest tym światłem i żyję w tym świetle, to już żyję oczekiwaniem życia w niebie. Życie tutaj na dole nie jest sprzeczne z życiem w niebie; istnieje ciągła podróż pomiędzy wiarą i wizją. Zamiast tego, istnieje przerwa pomiędzy niewiernością i wiarą, ale pomiędzy wiarą i wizją istnieje droga, która prowadzi nas do natychmiastowej wizji, kiedy poprzez całkowite zaangażowanie siebie i rzeczy, znajdujemy wszystko w Nim. W rzeczywistości Bóg, który jest Stwórcą, nie jest w opozycji do stworzenia, rzeczywiście stworzenie jest w Bogu i pewnego dnia poznamy stworzenie bardziej niż znamy je teraz, ponieważ poznamy je w jego źródle.
Więc musimy żyć chrześcijaństwem jako ekonomią sakramentalną. Ile jest sakramentów? Mówią siedem; tak, jest ich siedem, a jednak wszystko jest sakramentem - jest to sakramentalność właściwa tej książce, temu stołowi, drzewom... - wszystko jest sakramentem, ponieważ wszystko musi stać się dla mnie znakiem Bożej obecności.
Widzę tylko Boga, znam tylko Jego: jest to rzeczywistość, z której jestem naprawdę całkowicie przejęty, w której całkowicie żyję.
Czy ryba może żyć poza wodą? Nie, po jakimś czasie umiera, prawda? Tak jak człowiek: musisz żyć nieustannie w boskiej obecności jak ryba w wodzie.
Patryk mówi w modlitwie: "Jezus we mnie, Jezus we mnie, Jezus na zewnątrz mnie, Jezus nad moją głową, Jezus pod moimi stopami, Jezus przed, Jezus na prawo, Jezus na lewo, tylko Jezus, zawsze Jezus!
Światło Boże musi być takie, aby mogło w nie inwestować, przeniknąć je, objąć całkowicie, tak aby dla mnie wyjście z tego światła stało się prawie niemożliwe, tak jak dla nas niemożliwe jest teraz wyjście z tego świata.
Dusza umiera, jeśli opuści wizję Boga.
Don Divo Barsotti.

don Divo Barsotti, se Deus é esta luz e eu vivo nesta luz, já vivo uma antecipação da vida celeste.

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CONTINUIDADE ENTRE A TERRA E O CÉU

Temos de chegar a isso, e o que significa isso? Uma coisa muito simples: se Deus é esta luz e eu vivo nesta luz, já vivo uma antecipação da vida celeste. A vida aqui em baixo não se opõe à vida no céu; há um caminho contínuo entre fé e visão. Em vez disso, há uma ruptura entre a infidelidade e a fé, mas entre a fé e a visão há um caminho que nos leva a uma visão imediata, quando ao nos obrigarmos totalmente a nós mesmos e às coisas, encontramos tudo Nele. De fato, Deus que é criador não está em oposição à criação, de fato a criação está em Deus e um dia conheceremos a criação mais do que a conhecemos agora, porque a conheceremos em sua fonte.
Então devemos viver o cristianismo como uma economia sacramental. Quantos são os sacramentos? Dizem sete; sim, são sete e, no entanto, tudo é um sacramento -  há uma sacramentalidade própria deste livro, desta mesa, das árvores... - tudo é um sacramento porque tudo para mim deve tornar-se sinal de uma presença divina. 
Eu só vejo Deus, só conheço Ele: é a realidade da qual estou totalmente tomado, na qual vivo totalmente. 
Um peixe pode viver fora da água? Não, ele morre depois de um tempo, não é? Assim como o homem: você deve viver constantemente na presença divina como um peixe na água. 
Deus deve estar em você, diante de você, fora de você: antes, atrás, acima, abaixo, como diz São Patrício em uma oração: "Jesus em mim, Jesus fora de mim, Jesus acima da minha cabeça, Jesus debaixo dos meus pés, Jesus antes, Jesus à direita, Jesus à esquerda, só Jesus, sempre Jesus! 
A luz de Deus deve ser tal que invista nela, penetre nela, a abrace totalmente, para que para mim seja quase impossível sair desta luz, assim como para nós é impossível sair agora deste mundo. 
A alma morre se deixar a visão de Deus.
Don Divo Barsotti

Traduzido com www.DeepL.com/Translator

don Divo Barsotti, tu devi vivere costantemente nella divina presenza come un pesce nell’acqua.

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La meditazioni di don Divo Barsotti


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CONTINUITA’ FRA LA TERRA E IL CIELO

Noi dovremmo arrivare a questo, e che cosa implica tutto ciò? Una cosa semplicissima: se Dio è questa luce ed io vivo in questa luce, io vivo già un’anticipazione della vita celeste. La vita quaggiù infatti non si oppone mica alla vita del cielo; fra la fede e la visione vi è un cammino continuo. La rottura c’è invece tra la non-fede e la fede, ma tra la fede e la visione c’è un cammino che ci porta alla visione immediata, quando totalmente obliando noi stessi e le cose, tutto ritroviamo in Lui. Infatti, Dio che è creatore non è in opposizione alla creazione, anzi la creazione è in Dio e un giorno conosceremo la creazione più di quanto la conosciamo ora, perchè la conosceremo nella sua sorgente.
Dobbiamo vivere allora il Cristianesimo come economia sacramentale. Quanti sono i sacramenti? Dicono sette; sì, sono sette e pur tuttavia tutto è sacramento – è una sacramentalità che è propria di questo libro, di questo tavolo, degli alberi … – tutto è sacramento perchè tutto per me deve divenire segno di una presenza divina. 
Non vedo che Dio, non conosco che Lui: è la realtà dalla quale veramente io sono totalmente preso, nella quale totalmente vivo
Un pesce può vivere fuori dell’acqua? No, dopo un po’ muore, non è vero? Così anche l’uomo: tu devi vivere costantemente nella divina presenza come un pesce nell’acqua. 
Dio deve essere in te, davanti a te, fuori di te: davanti, dietro, sopra, sotto, come dice san Patrizio in una preghiera: “Gesù in me, Gesù fuori di me, Gesù sopra il mio capo, Gesù sotto i miei piedi, Gesù davanti, Gesù alla destra, Gesù alla sinistra, soltanto Gesù, sempre Gesù!”. 
La luce di Dio deve essere tale da investirvi, penetrarvi, abbracciarvi totalmente, sicchè per me diventa quasi impossibile uscire da questa luce, come per noi è impossibile ora uscire da questo mondo. 
L’anima muore se esce dalla visione di Dio.
Don Divo Barsotti

Don Divo Barsotti e la Comunità dei Figli di Dio


DON DIVO BARSOTTI
La Comunità dei Figli di Dio ed il Fondatore  Don Divo Barsotti (1914-2006) ricevuti dal Pontefice San Giovanni Paolo II
La Comunità dei Figli di Dio ed il Fondatore Don Divo Barsotti (1914-2006) ricevuti dal Pontefice San Giovanni Paolo II
“La ragione della Comunità – scrive don Divo Barsotti – è il primato della vita di preghiera e dell’unione con Dio – quel primato che finora sembrava essere il fine della vita claustrale e oggi dev’essere il fine di tutti i figli di Dio – nel matrimonio e fuori – nel mondo e nel chiostro.” 

don Divo Barsotti, L’eternità non ha domani: la vita eterna è la Presenza


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L’eternità non ha domani: la vita eterna è la Presenza.

1 Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, e poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Il regno dei cieli è simile anche ad una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. (Matteo 13, 44-48) 1)Divo Barsotti: una vita come contributo per tornare ai fondamenti della fede: Don Divo Barsotti (Palaia 1914 – Firenze 2006) viene da molti presentato come una personalità dal grande carisma e dalla grande fede. È stato, infatti, definito uno dei più grandi uomini spirituali del nostro tempo.

 2 Esegeta intuitivo anche se non inquadrabile in nessun modello. Scrittore mistico, ha fondato la comunità contemplativa dei Figli di Dio, che tende alla santità possibile per tutti gli uomini impegnati in un chiostro, al lavoro o in famiglia. 
La peculiarità di Barsotti è quella di dare alla riflessione teologica contemporanea un esempio di quanto l’uomo possa coniugare la ricerca scientifica con la mistica. Per mons. Cataldo Naro: “La sua opera ha avuto un’influenza lungo tutta la seconda metà del Novecento che apparirà sempre più chiaramente negli anni prossimi, man mano che diventeremo più capaci di distacco critico”.

3 Prima del Concilio Vaticano II Divo Barsotti rivela al mondo cattolico la propria “pigrizia” mentale e spirituale, la propria “stanchezza” storica come se i cattolici non si accorgessero delle inquietudini della società e che sarebbero poi emerse totalmente nel 1968. oggi appare profetico il suo invito a ritornare ai fondamentali della fede, ai Sacramenti e alla Messa, alla Scrittura e alla preghiera liturgica, a mettere Dio al centro e al di sopra di tutto.

4 Dopo il Vaticano II la sua opera s’imbatterà in contrarietà e disattenzioni. Barsotti iniziò, così, a ricordare che la missione della Chiesa non consiste nel risolvere le crisi mondiali o locali e riportare la pace, ma nell’annunciare la salvezza di Gesù Cristo e nel conquistarla tramite il rapporto con Lui.La produzione letteraria di Divo Barsotti è vastissima

5 e comprende meditazioni spirituali sui libri dell’Antico e Nuovo Testamento; ritratti di santi; diari; riflessioni realizzate in occasione di esercizi spirituali, ecc. Nei diari l’autore non si presenta come un professionista del culto o del sapere teologico, ma come il messaggero di una missione che è per lui testimonianza; egli insegna come il testimone non sia colui che parla di Dio ma colui tramite il quale Dio stesso parla. In “Parola e silenzio” scrive: «In questa crisi terribile che sembra minacciare la sopravvivenza della Chiesa e del cristianesimo, una sola è la parola che si impone: il testimone deve, con la sua medesima vita, dimostrare la verità. Certo, questo impegna l’uomo a esser più che uomo, lo impegna all’eroismo più alto, alla santità più luminosa. La santità del testimone è la prova che Dio veramente vive ed è presente nel cuore del mondo. Questa è la missione che ho ricevuto e alla quale io debbo rispondere anche a rischio che gli uomini ridano di me».

 Il mistico è l’uomo del silenzio che però non può tacere, poiché già la sua stessa vita è impegno di pura trasparenza del donarsi/dirsi di Dio all’uomo. Von Balthasar afferra quella che è la singolarità dei diari di Barsotti, perché questi manifestano una profonda esperienza mistica. Barsotti si chiede: «Che cos’è dunque la mistica? L’unione mistica è la pura Presenza. Finché tu resisti Dio non vive in te. Egli deve vivere in te e vive in te, in questo atto di morte che è l’amore puro e perfetto. Così Egli ti possiede».

6 Per Barsotti la mistica è la conoscenza del mysterium secondo l’accezione patristica (ripresa da Odo Casel), poiché la mistica è frutto della vita sacramentale, è la partecipazione viva, intima e totale al mistero eucaristico che la Chiesa celebra nel tempo e che si riattualizza nell’oggi della liturgia. Da qui la sua ammirazione per i mistici russi con i quali cerca di condividere l’esperienza d’amore annullando lo spazio e il tempo che li separa. Dalla spiritualità orientale riprende la dottrina tradizionale dei Padri per i quali la vita credente è in dipendenza assoluta dai sacramenti dell’iniziazione cristiana superando, così, certa spiritualità occidentale che per lunghi secoli si è mostrata indifferente verso i sacramenti, scadendo in una mistica puramente teologica. 

Per Barsotti la caratteristica principale dei santi, che sono “sacramento di Dio”, è quella di essere testimoni e rivelatori del Verbo incarnato, il quale permette l’unione sia con la vita di eterno amore della Trinità sia con il suo corpo mistico. Barsotti valorizza, anche, il concreto storico cristiano, poiché Dio parla e agisce nelle singole persone. La condizione del cristiano non deve essere rivolta al futuro, ma al sacramento eucaristico dove Cristo è realmente presente per noi.

 Divo Barsotti fu ordinato sacerdote nel 1937. Nei suoi scritti risalenti agli anni ’40 si coglie il desiderio di ricerca dell’assoluto che lo spinge a pensare di andare in India per vivere la missione nella contemplazione, poiché non si sente “realizzato” nel suo essere uomo e prete. Ma il suo cammino di spogliamento lo porta a comprendere la sua vocazione: «Il Signore vuole che sia tutto per Lui e vuole che rimanga fra gli uomini, viva con loro, fra loro. La mia vita contemplativa l’ho pensata una volta al centro di una grande città»

7 Attraverso le opere di apostolato, di azione sociale e politica Barsotti non pensa di agire, ma di essere solo in Dio, nel mondo: qui è presente alla radice quella che è la spiritualità barsottiana del “monachesimo nel mondo”. 

8 Essere monaci nel mondo è, allora, camminare nella visione di Dio. Questa profonda convinzione che ha determinato la vita di Barsotti era alimentata dal grande amore per la Parola di Dio. Accostandosi ad essa, Barsotti si è sempre preoccupato non di acquistare conoscenze ma di maturare un rapporto con Dio. Da ciò l’attenzione ad un tipo di esegesi biblica in grado di alimentare la vita del credente. La sua esegesi, infatti, nasce da un bisogno profondo di tenere insieme la teologia con il vissuto. Per Barsotti la crisi del cristianesimo e la crisi della teologia sono conseguenze del loro reciproco scollamento . Si è, infatti, consumata in epoca moderna la separazione tra teologia e santità.

9 Per lui un’esegesi solamente scientifica risulta dannosa. Essa allontana la Parola di Dio dal vissuto cristiano e la devitalizza rendendola astorica. L’esegesi spirituale è qualcosa di qualitativamente altro rispetto all’esegesi letterale, poiché interviene il fattore fede: «L’azione dello Spirito Santo come ha guidato gli agiografi, deve guidare gli interpreti della divina Parola. Lo Spirito, per mezzo del quale sono stati scritti i libri sacri, è anche quello Spirito per mezzo del quale possono e debbono essere interpretati».

10 Il Mistero dell’Incarnazione “contiene” tutta la storia: Barsotti afferma che non vi può essere una divisione tra la mistica e la teologia: «Non vi può essere una mistica vera senza una teologia più o meno elaborata, l’uomo come uomo non può prendere coscienza di quanto opera in lui l’azione di Dio senza la ragione che interpreta quanto l’anima ha sperimentato; così non vi può essere una teologia cristiana che sia veramente viva e non abbia un suo certo rapporto con l’esperienza interiore. Dio non si fa conoscere attraverso i sillogismi della scuola, ma attraverso la preghiera. 

È presunzione folle che l’uomo voglia tentare di forzare le porte di Dio con la sola ragione». La fede è quindi per Barsotti principio della riflessione teologica: è la fede stessa che, nella teologia, realizza ed esprime la propria auto-intelligenza critica. Per questo il teologo non può prescindere da essa se non vuole ridurre la propria riflessione ad ideologia. La fede, dunque, non è la conclusione di un ragionamento teologico, ma il principio che dona validità alle riflessioni. La teologia interessa Barsotti sin da giovane avvicinandosi alla riflessione dei Padri della Chiesa ripresi anche da grandi teologi del XX sec. Egli è riuscito ad elaborare un’originale architettura teologica, spaziando dalla teologia liturgica a quella biblica alimentate da un’esegesi spirituale che pone al centro l’esistenza cristiana come tale. 

Nelle sue opere il mistero viene presentato come realtà viva, nutrita dalla fede e delineato da tre tipi di radicalismo: dell’attività; dell’unità; della vita. La sua riflessione è essenzialmente cristologica, nella quale l’incarnazione è il centro di tutto il pensare: «Cristo ha ucciso l’odio ed ha diffuso l’amore! Ha ucciso l’odio nella sua carne: ecco il venerdì santo. Ha diffuso l’amore nel cuore degli uomini: ecco la Pasqua».

sexta-feira, 3 de maio de 2019

The prayer that Don Divo prayed all his life at the end of Mass

 Prayer by Don Divo Barsotti

O God, behold, I prostrate myself before you, in the abyss in my nothingness I adore you.
I trust in your infinite love that you will listen to my poor word and accept it. Therefore I ask you: deign to accept my consecration and to receive from the hands of my sweet Mother all of myself.
I offer myself and I give myself entirely to you in my vows of poverty, chastity and obedience.
But since oblation does not make the sacrifice, you destroy this victim yourself, consuming it in the fire of your holy love.
O God, who pleases you in manifesting your divine perfections in the weakness and misery of your lowest servants and in the darkness of faith, please make your children who have not known how to offend you, do your work and glorify your Most Holy Name in me, raising my prayer in your omnipotence, listening to it in your wisdom, accomplishing it in your infinite love. Amen.

Preghiera di Don Divo Barsotti


La preghiera che Don Divo ha recitato per tutta la vita al termine della S.Messa:
O Dio, ecco, io prostrato davanti a te, nell'abisso nel mio nulla ti adoro.
Confido nel tuo amore infinito, che tu ascolti la mia povera parola e l’accogli. Perciò ti prego: degnati di accettare la mia consacrazione e di ricevere dalle mani della mia dolce Madre tutto me stesso.
Io mi offro e mi dono tutto a te nei miei voti di povertà, castità e obbedienza.
Ma poiché l’oblazione non compie il sacrificio, distruggi tu medesimo questa vittima, consumandola nel fuoco del tuo santo amore.
O Dio, che ti compiaci di manifestare le tue perfezioni divine nella debolezza e miseria dei tuoi infimi servi e nelle tenebre della fede ti compiaci di fare tuoi figli chi non ha saputo che offenderti, compi tu l’opera tua e glorifica in me il tuo Santissimo Nome, elevando nella tua onnipotenza la mia preghiera, ascoltandola nella tua sapienza, compiendola nel tuo amore infinito. Amen.

"Tu me amas" de Don Divo Barsotti


Senhor, aqui estou eu: se queres amar-me, aceita-me.
Não quero resistir ao teu amor.
Não acreditei que me pudesses amar.
Mas já que mo pedes, eis que agora me abandono totalmente a ti para ser amado.

Não ouso dizer que te amo. Mas uma coisa, Senhor, quero dizer-te: quero finalmente acreditar que me amas.
Tu disseste-me, Senhor, e eu não quero recusar-me a acreditar. Abandono-me a ti!
Eu me ofereço a ti, como sou: pobre papel para ser queimado, madeira seca para ser consumida pelo fogo.
Eu me lanço em ti, Senhor, porque finalmente me queimes, me consumes!

Eis que estou diante de ti, Senhor, nada mais tenho a dizer-te do que isto: ama-me, porque quero ser amado, porque finalmente compreendi que a minha vida só pode ter sentido e valor no fato de que tu me amas, que queres amar-me.
Já não recuso o teu amor por mim. Isto e nada mais.

"Tu mi ami" di Don Divo Barsotti

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Signore, eccomi qui: se tu vuoi amarmi, prendimi.
Non voglio opporre alcuna resistenza al tuo amore.
Io non ho creduto che tu mi potessi amare.
Ma dal momento che tu me lo chiedi, ecco, ora mi abbandono totalmente a te per essere amato.

Non oso dire che ti amo. Ma una cosa, Signore, voglio dirti: finalmente voglio credere che tu mi ami.
Tu me l’hai detto, Signore, e io non voglio rifiutarmi di credere. Mi abbandono a te!
Mi offro a te, come sono: povera carta per essere bruciata, legno secco per essere consumato dal fuoco.
Mi getto in te, Signore, perché finalmente tu mi bruci, mi consumi!

Ecco, Signore, sono davanti a te; non ho altro da dirti che questo: amami, perché voglio essere amato, perché finalmente ho capito che la mia vita può avere soltanto un senso e un valore nel fatto che tu mi ami, che tu vuoi amarmi.
Non rifiuto più il tuo amore per me. Questo e null'altro.

quinta-feira, 2 de maio de 2019

Don Divo Barsotti - La Comunità dei figli di Dio

ARTICOLI DI DON DIVO BARSOTTI

Umiltà e grandezza Dio solo è santo. In modo provocatorio don Divo ripeteva spesso, intendendo le virtù morali, che Dio non ha bisogno delle nostre virtù, «non sa che farsene!» Solo le virtù teologali, fede speranza e carità, sono necessarie ed esigono un esercizio da parte dell’uomo che le accoglie come dono di Dio e […]
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Partecipare alla Pasqua è realizzare l’incontro degli incontri, quello con il Risorto. Già adesso, nella nostra vita quotidiana possiamo vivere senza separare il tempo “nostro” dal tempo “di Dio”: Vivere oggi alla divina Presenza. C’è una pienezza di vita che non può essere rimandata al passaggio dal tempo all’eternità. Se c’è da mettersi in cammino […]
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Importanza dell’Epifania, rivelazione di Dio L’Epifania è una delle feste grandi della comunità e l’art. 28 del nostro statuto raccomanda che “sia particolarmente celebrata perché meglio esprime (insieme alla festa della Trasfigurazione) l’ideale che la Comunità si propone di vivere”. La Comunità fa sua questa festa per un motivo fondamentale inerente proprio alla sua spiritualità, […]
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Seguire il padre don Divo nelle sue meditazioni sulla Messa e in particolare sull’Eucarestia certo significa proporsi di “volare alto”… Così scrive nel 1967: «Tutta la storia precipita in quell’atto, vive in quell’atto, tutto tende a quell’atto e vi trova il suo compimento. È l’atto del Cristo. Al di là non vi è storia, non […]
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Mi pare che l’esperienza della preghiera, insieme a quella dell’unione con Gesù nell’Eucaristia, sia stata quella su cui don Divo ha più insistito, l’esperienza a cui ci ha più insistentemente esortato, sviscerandola direi, per noi, nelle sue meditazioni, offrendocela come cosa “altissima” e al tempo stesso accessibile a tutti. Si percepisce nelle sue lettere circolari […]
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“Consacrazione” è un termine che nella storia della Chiesa ha indicato in genere lo stato religioso, identificandosi quasi sempre con l’emissione dei tre voti di povertà, castità e obbedienza. In termini più generali ci si consacra per devozione alla Madonna, al Sacro Cuore ecc. Non è facile dunque, a prima vista, dire come si intenda […]
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Una storia d’Amore appassionato, a volte tormentato, sempre fedelissimo quella di don Divo Barsotti durata 92 anni, tutta la sua vita, sentimento vivo e vivace, sempre giovane, che trasuda dai suoi diari e dalle innumerevoli meditazioni di testi biblici. Nato il 25 aprile del 1914 il padre (così lo chiamano i suoi figli spirituali) comprende […]
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