Essere «Gesù» per Maria
Data: Lunedi 7 Luglio 2014, alle ore 18:29:01
Argomento: Spiritualità
Aspetti della vita d'unione con Maria nell'esperienza di alcuni mistici, dal libro di Severino Ragazzini, Maria vita dell'anima. Itinerario mariano alla SS. Trinità, Casa Mariana, Frigento 1984, pp. 396-404.
Anche quest'altro aspetto della più perfetta vita mariana ha ormai una considerevole letteratura. Molto compatta ed omogenea. Pare anzi che oggi stia prendendo il sopravvento sul primo (Essere «Maria» per Gesù), grazie forse alla entusiastica divulgazione di cui è stata fatta oggetto dal Marianista Neubert che si ispira al Ven. Chaminade.
1. SERVA DI DIO SUOR MARIA DI S. TERESA (623-1677).Pare che la Terziaria Carmelitana sia la prima a presentare questo particolare aspetto della vita mariana. E lo fa con espressioni molto forti. Anche teologicamente. Lo Spirito di Gesù che in noi grida «Abba, Pater» è lo stesso che in noi grida «Mamma, Mamma»: «Quando l'Eterno Padre comunica ai nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, questi, gridando «Abba, Pater», realizza in noi una tenerezza, un amore di figli verso il Padre Celeste; nello stesso tempo questo Spirito del Figlio realizza una tenerezza ed un amore di figli verso questa infinitamente dolce ed amabile Madre. In questo senso, l'eterno Padre invia anche nei vostri cuori lo Spirito del suo Figlio il quale grida Mamma, Mamma[...]. Poiché è un solo e medesimo Spirito - lo Spirito di Cristo - che suscita nelle anime questo amore filiale e questa vita in Maria, come suscita amore filiale e una vita in Dio. E tutto questo secondo la stessa maniera nella quale ciò fu realizzato in Gesù. Ciò è misterioso e preferisco mantenere un santo silenzio. Ma ciascuno ne può fare l'esperienza nella misura del suo amore»1. Simile atteggiamento verso Maria è graditissimo a Dio il quale infonde sempre più affetto, aumentando così nell'anima mariani sentimenti di pietà filiale di Gesù verso Maria: «Iddio agisce a volte in maniere molto diverse sulle potenze della mia anima. Allora io resto passiva, ben risoluta a rimettermi all'incommensurabile grandezza di Dio. Improvvisamente poi mi infonde un tenero, dolce e filiale amore verso l'amabile Madre e mi detta esclamazioni amorose»2.
2. S. GIOVANNI EUDES (1641-1680).Questo santo, fedele eco e continuatore della Scuola Francese tutto preso dal mistero della unione di Gesù con Maria: «Gesù e Maria sono legati insieme così strettamente che chi vede Gesù vede Maria, chi ama Gesù ama Maria, chi ha devozione a Gesù ha devozione a Maria».3 Una simile misteriosa unione, lo porta a rivolgersi alla Madonna come a Lei si rivolgeva Gesù stesso: «... siccome, o Gesù, io non vi posso pensare, senza vedere Colei che è assisa alla vostra destra, che vi ha formato, santificato e fatto regnare dentro di sé in una maniera così ammirabile e nella quale voi siete stato sempre vivente e regnante perfettamente, io la saluto ed onoro...»4. Più esplicitamente poi dice che tale unione non è indifferente le anime, adombrando molto bene l'atteggiamento che esse devono assumere nei confronti di Maria: «Noi dobbiamo continuare le virtù e portare in noi i sentimenti d'amore, di pietà e di devozione che lo stesso Gesù ha avuto verso la sua Beata Madre. Ora Lui l'ha amata perfettamente»5.
3. VEN. GUGLIELMO CHAMINADE (1761-1850).Riprodurre la pietà filiale di Gesù verso la Madonna è il tratto più saliente e più caratteristico della spiritualità mariana del Venerabile e dell'Istituto da lui fondato: la Società di Maria. Alla base di tutto, lo Chaminade pone una appartenenza totale ed irrevocabile a Maria. Ma non una appartenenza qualunque. Anche lui, discepolo della Scuola Francese, insiste fortemente sulla imitazione di Cristo: appartenere quindi a Maria come Le è appartenuto Cristo, rinnovando la sua pietà filiale verso Maria. Nessuno ha sintetizzato ed applicato meglio il pensiero dello Chaminade come il Padre Neubert, suo degno figlio spirituale6: «Se la qualità di figli di Maria è una partecipazione a quella stessa di Gesù, la nostra pietà filiale verso di Lei non può non essere una partecipazione alla pietà filiale di Gesù. Il Cristo non è per noi soltanto un modello esteriore. Egli non si accontenta di passare davanti a noi. Egli vive in noi e ci fa vivere della sua vita. Come la linfa che circola nei tralci della vita viene dal ceppo; come l'attività che anima le membra del corpo viene dal Capo, così i nostri sentimenti verso Maria ci sono comunicati da Gesù. " Io vivo; no, non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me" (Gal. II, 20)... "Io amo Maria; no, non sono più io che l'amo, è Cristo che l'ama in me ". Noi praticheremo la pietà filiale verso Maria studiando le disposizioni di Gesù verso la Madre e procurando di riprodurle nel modo più perfetto»;7«Perché Gesù possa liberamente e pienamente vivere in noi occorre da parte nostra la cooperazione per togliere gli ostacoli che ne arrestano l'azione e per sottoporre al suo influsso le risorse che l'agevolano, occorre che noi lavoriamo a conformare i nostri pensieri, i nostri sentimenti, la nostra volontà ai suoi pensieri, ai suoi sentimenti, alla sua volontà: in una parola, a sostituire la nostra vita interiore con la sua, "a sentire con gli stessi sentimenti di Gesù" (Filip., II, 5). S. Paolo dice... " Io completo nella mia carne ciò che manca alle sofferenze di Cristo " (Col. I, 24). Nulla certamente manca... da parte di Cristo, ma vi manca qualche cosa dalla parte di Paolo, membro di Cristo. Nelle membra di Cristo le sofferenze di Cristo non saranno complete finché non avranno compiuto tutte le disposizioni del loro Capo... Praticare questa devozione a Maria che cosa è se non lo sforzo di completare ciò che manca ancora in noi alla pietà filiale di Gesù verso la nostra Madre ?... L'ideale che Dio pone innanzi ai nostri occhi... è soprattutto di amare Maria come Gesù l'ha amata, con lo stesso oggetto con cui egli l'ha amata e continua ad amarla in cielo.... Può esservi un attitudine verso Maria migliore di quella assunta da Gesù? Questa forma di devozione a Maria è la più perfetta in se stessa ed è la più gradita a Gesù e a Maria»8. Anche nello Chaminade, pare si trovino ambedue gli aspetti questa perfetta devozione a Maria. Parla infatti anche di essere Maria per Gesù: «Maria ha preso cura dell'infanzia di Gesù e si è associata a tutti stati della vita... di Gesù, gli eletti non raggiungeranno la pienezza dell'età perfetta se non in quanto Maria sarà per loro ciò che è stata per Gesù»9.
4. VEN. GIACOMO LIBERMANN (1802-1852).Con espressioni tipicamente improntate alla scuola berulliana documenta molto nettamente la sua esperienza mariana su questo punto. Annientarsi in Gesù per essere ancora e sempre Lui in Maria, per Maria e con Maria: «Che noi siamo ciechi, paralizzati ed annientati in noi stessi e per stessi e che lo Spirito di Gesù sia ogni occupazione, ogni movimento e tutta la vita in noi per unirci e costituire come una cosa sola con Lui in Maria, per Maria e con Maria»10; «Niente in noi sia per noi e nostro, ma tutto sia per Gesù e di Gesù per Maria e con Maria la cui carità deve riempire tutte le nostre anime. Siate tutte di Gesù per Maria e con Maria; il resto non conta. Siate tutte di Lui in Maria, per Maria, con Maria»11.
5. S. TERESA DEL BAMBINO GESÚ (1873-1897).Nella sua infantile semplicità, la piccola Santa ha trovato un sistema semplicissimo per piacere a Maria: trasformarsi in Gesù Bambino e comportarsi con Lei come si comportava Lui. Nessuno, infatti, meglio di Gesù Bambino, ha realizzato la vita mariana. Ecco una testimonianza audace, ma che non si può prendere leggera. Come Gesù Bambino, vorrebbe succhiare il latte verginale di Maria e lo prega di invitarla all'invidiabile convito: «Ricordati, 0 Gesù Bambino, che preferivi le braccia di Maria al trono regale e per sostenere la tua vita non avevi che il latte verginale. A questo convito d'amore che ti dona tua madre, degnati di invitarmi Gesù, mio piccolo fratello»12. Altra esperienza: per far piacere a Gesù, facendo la S. Comunione, si fa sostituire dalla Madonna e poi, per far piacere alla Madonna, si unisce al godimento di Gesù per tanta degna preparazione: «La supplico di piantare Essa stessa un'ampia tenda degna del Paradiso, di abbellirla poi coi suoi propri ornamenti... Mi sembra allora che Gesù sia contento di vedersi così magnificamente ricevuto e sono contenta anch' io»13. Altre volte, preoccupata di far piacere al massimo al Bambino Gesù, prega Maria perché voglia prendere Lei il suo posto e trattare Lei direttamente con Gesù. Così da Maria si fa presentare a Gesù il giorno della sua Professione Religiosa: «La Natività di Maria! Che bella solennità per divenire Sposa di Gesù! Era la piccola Madonnina di un giorno che presentava il piccolo Gesù, il suo piccolo fiore»14, Ma molto più preziosa quest'altra testimonianza che risponde così bene allo spirito della piccola Santa. All'inizio della propria esistenza, il bambino non si distingue dalla mamma: un solo cuore anima due vite differenti, un medesimo sangue nutre due vite distinte, tutte le risorse vitali della madre sono a disposizione del bimbo. S. Teresina ha voluto ottenere una identificazione analoga con Maria nella vita soprannaturale. Chi ne ha beneficiato maggiormente, Gesù Ostia che è ritornato a riposare nel seno della sua Mamma: «Il tesoro della mamma appartiene al figlio ed io sono tua figlia, o mia cara Mamma .. Pertanto le tue virtù, il tuo amore non sono forse miei? Cosi, quando nel mio cuore scende la bianca Ostia, Gesù, il tuo dolce agnello, crederà di riposare in te»15.
6. SERVA DI DIO SUOR JOSEFA MENENDEZ (1890-1923).Questa Religiosa coadiutrice dell'Istituto del S. Cuore, latrice di un messaggio del Cuore di Gesù al mondo, chiese un giorno alla Madonna una preghiera che facesse tanto piacere a Gesù. Soddisfatta nel suo desiderio, si sentì avvicinare da Gesù il quale, facendo eco alla delicatezza della sua Madre, le suggerì una preghiera che avrebbe fatto tanto piacere alla Madonna. In quest'ultima si leggono le seguenti espressioni: «Sono tua figlia e siccome l'impotenza mia è tanto grande, prenderò gli ardori del Cuore del tuo Divin Figlio: von lui ti saluterò come la più pura delle creature»16; «Ora, Josefa, puoi lodare la Madre con le parole del Figlio e il Figlio con quelle della Madre..»17.
7. SERVA DI DIO M. MARIA DI S. CECILIA DI ROMA (1897-1929).Anche nella autobiografia di questa Religiosa si denota la preoccupazione di non piacere abbastanza a Maria. Perciò prega Gesù a voler intervenire per amarLa Lui come merita: «O Gesù, io voglio vivere e morire apostola d'amore, vittima d'amore, martire d'amore. Per accontentarmi bisogna che T'ami col tuo Cuore divino, voglio poi amare Maria, mia buona Madre, come Tu l'ami»18. Altre volte invece è preoccupata di non piacere abbastanza a Gesù. Allora è Maria che deve intervenire: « ... io sono sicura di glorificare il buon Dio in Cielo come egli desidera da me. Le mie mancanze, le mie miserie sono grandi ed incalcolabili, la mia Madre è là per ricoprirmi del suo mantello di perfezione e per mi Gesù con i suoi meriti infiniti»19. Altre volte ancora sente il bisogno di dar libero sfogo ad ambedue i sentimenti contemporaneamente: essere Maria per Gesù, essere Gesù per Maria: «Io mi raffiguro ciascuno dei miei affetti come un anello. Due anelli principali, di una bellezza abbagliante, sono incatenati l'uno nell'altro e sono Cristo e la Vergine... Può forse amarsi più e meglio che col Cuore di Gesù e con quello di Maria?»20; «Mio Gesù, oh quanto ti amo! Voglio vivere e morire martire d'amore, vittima d'amore, apostola d'amore, per te solo, mio Dio! Maria, mia Madre, tu, che amo tanto, fammi la grazia di amar sempre Gesù, di amare Gesù col tuo cuore e di amare te col suo»21.
8. SERVO DI DIO DON EDOARDO POPPE (1090-1924).Anche in questo Servo di Dio si trovano ambedue i sentimenti prima separatamente e poi contemporaneamente, con alcune sfumature veramente belle e degne di considerazione. Desidera essere Maria per Gesù: «Contemplo Gesù-Ostia con gli occhi e col cuore di Maria... Vedo Gesù contemplando Maria... »22; «L'anima si studierà di pregare con le stesse disposizioni di cuore di Maria e di divenire Maria stessa per Gesù. Guardate Gesù-Ostia come lo guarderebbe Maria, desideratelo col suo cuore e col suo amore, donatevi a Gesù e siate tutto di Lui come era di Lui Maria...»23. Molto più belle quest'altre espressioni ove non solo dice di voler essere Gesù per Maria, ma giunge fino a desiderare di essere come un Gesù vivente in Maria con tutti i suoi sentimenti di Figlio alla Madre: «Che Gesù rimanga in ispirito presso di me e si mostri nel mio volto agli occhi di coloro che istruisco... Che io non prenda il posto di Gesù e faccia passare per mia la sua forza. Che Gesù viva in me e parli per bocca mia... affinché coloro che mi ascoltano, ascoltino la voce di Gesù, non la mia, che lodino Gesù in me, che ammirino la sua forza nella mia debolezza, che io possa vivere come un Gesù vivente in Maria... »24. Ad un certo punto poi la sua spiritualità prese definitivamente quest'altro aspetto: diventare Maria per Gesù, ossia prendere in se le disposizioni interiori di Maria a tal segno che Maria nelle anime realmente rivolga preghiere e sospiri al suo Divin Figlio; e, viceversa, mostrarsi e presentarsi a Maria come avvolti e coperti dalla vita di grazia di Gesù: «Andate dunque là (in Maria) a trovare Gesù; diventate là Gesù per i vostri figli. Siate dunque Gesù per Maria e siate Maria per Gesù»25.
9. SERVO DI DIO P. GIUSEPPE SCHELLHORN (1869-1935).Il celebre maestro del Noviziato dei Marianisti, immedesimato dello spirito del Ven. Chaminade, ripetutamente e con molto fervore spiega ai suoi novizi che l'omaggio più bello e gradito che si possa offrire alla Madonna è quello di riprodurre la pietà filiale di Gesù verso di Lei. Perciò faceva loro recitare tutti i giorni la seguente preghiera: «O buon Gesù, per l'amore col quale amate vostra Madre, concedetemi, ve ne prego, di amarLa veramente come voi L'amate veramente e volete che sia amata»26.
10. SERVO DI DIO FRATEL LEONARDO (1877-1946).Forse poche anime mariane hanno vissuto tanto profonda ed esperimentato tanto a lungo, come ha fatto questo Fratello Scuole Cristiane, tale peculiare aspetto della devozione mariana. Pare quasi che sia divenuta una sua caratteristica. Anche lui è portato a divenire Gesù per la Madonna, proprio per essere sicuro di essere molto gradito a Lei: «Nella pena che provo di non amarvi tanto quanto vorrei e quanto meritate, o mia cara Madre, io vi offro l'amore che aveva per voi il divin Figlio, Gesù: quale tenerezza...!»27. E nessuno potrà essere gradito a Maria come Gesù, perché nessuno ha vissuto meglio la vita mariana: «Come Gesù, vivere la mia vita mariana; essere Gesù per amarLa, venerarLa, lodarLa come Lui lo farebbe al posto mio. O datemi un cuore di figlio per voi. Che io sia un altro Gesù ivi compresa la mortificazione e l'umiltà. Essere Gesù per la sua amata Mamma: dire l'Ave come Lui la diceva; guardarLa come Lui La guardava; obbedirLa come Lui Le obbediva»28. Certo, nessun altro atteggiamento può essere più gradite Gesù che a Maria: «Con Gesù, vivere la mia vita mariale; dare al Figlio la gioia deliziosa di poter amare ancora sulla terra per mezzo mio ed in me la sua Mamma; e alla Mamma, quella di vedere suo Figlio rivivere in me. Quale soave pensiero!»29. Ed ecco che cosa si esperimenta quando si viene elevati simile stato: «Vita Mariale: Gesù, per mezzo mio, si congratula con la sua Mamma per la sua Concezione Immacolata. Unirmi a Gesù vivente in Maria benedicendoLa, ringraziandoLa, amandoLa, facendoLa conoscere. Con Gesù in culla, amare Maria sua Madre, lodarLa, ringraziarLa»30. Fino al punto che può esclamare, senza la minima esitazione: «Non sono io più che servo la SS.ma Vergine: preghiere, saluti, zelo per il suo culto.....è Gesù che L'ama, L'onora, La prega per me...»31.
Simili esperienze - nel duplice loro aspetto, come presentate - non possono lasciare indifferenti. Sono troppo belle per non affascinare irresistibilmente. A tali altezze la Madonna eleva le anime mariane. Ma con tali esperienze si intravvedono già i primi sintomi della purificazione passiva con la quale si entra in piena fase mistica e definitivamente.Per questa ragione, sono state qui riportate solo alcune testimonianze, le più significative, rimettendone molte altre ai seguenti capitoli dove, forse, troveranno un posto più adatto e quindi saranno meglio comprese e valutate. Ogni qualvolta si apre e si legge un libro di ascetica, non si può fare a meno di sentire, almeno in un primo tempo, un istintivo senso di avversione e di antipatia più o meno grande. É il proprio io che si ribella all'idea di dover indietreggiare fino a scomparire. C'è chi definisce questo atteggiamento un senso istintivo di conservazione. Per queste ragioni, e per altre ancora, la maggior parte delle anime chiamate alla perfezione, dopo i primi sporadici tentativi, abbandonano tutto e ritornano ad una vita frivola ed insignificante. Quanto diversa invece sarebbe stata la loro sorte e come avrebbero perseverato nel santo proposito se avessero conosciuto l'ascetica sotto questa luce fin dall'inizio; se le tinte nere della mortificazione, della rinuncia e della morte del proprio io si fossero subito colorate di Maria! La mistica moderna, riservando a Maria sempre più posto nella formazione alla santità, rende un grande servizio alle anime: prova ne sia la sempre crescente fioritura di anime sante. E non solo nei Chiostri! E' questo il secolo di Maria. Quindi della santità mariana, dell'ascetica e della mistica mariana. E non si parli di decadenza o di rilassamento del concetto genuino di ascetica, altrimenti tale accusa toccherebbe direttamente la Madonna. Le sue vie sono materne. Soprattutto materne.
NOTE1 L'Union Mystique à Marie, 56.
2 Ivi, 80.
3 Barbé L., La Vierge dans la Congrégation de Jésus et Marie, in «Maria», III, 168.
4 Ivi, 168.
5 Ivi, 169.
6 Tra le varie pubblicazioni in merito: Il mio ideale: Gesù Figlio di Maria; La devozione a Maria; La vita di unione a Maria; ecc. già tradotte in varie lingue.
7 Neubert E., La devozione a Maria, Milano 1952, 26.
8 Ivi, 27-28.
9 L'esprit de notre fondation, I, 121.
10 Barré A., C.S.Sp., Spiritualité Mariale du Venerable Pere Libern in «Maria», III, 390.
11 Ivi, 390
12 Poesia: Gesù diletto mio, ricorda, in «Storia di un'anima», Torino 1943, 423.
13 Manoscritti autobiografici, 210.
14 Ivi, 203.
15 Poesia: Perché T'amo, o Maria, in «Storia di un'anima», Torino 1943, 450.
16 Invito all'Amore. Il Messaggio del Cuore di Gesù al mondo, e la sua messaggera Suor Josefa Menendez, Torino 1948, 401.
17 Ivi, 402.
18 Autobiografia, 115.
19 Ivi, 146.
20 Ivi, 98
21 Ivi, 109.
22 Jacobs 0., Don Edoardo Poppe, 226.
23 Ivi, 234.
24 Ivi, 236-237.
25 Ivi, 223.
26 Neubert E., Le Père Joseph Schellhorn, 118.
27 Alda Marcel, ... de Maria... à la Trinité, 303.
28 Ivi, 305.
29 Ivi, 306-326.
30 Ivi, 327.
31 Ivi, 329.