Dal libro di ASTI F., Maria Vergine nella vita mistica del credente, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2017, pp. 297-302.
Il teologo Ragazzini delinea le differenti fasi della contemplazione infusa, nella quale alcuni mistici hanno ravvisato la presenza operante della Vergine nel preparare l'anima all'incontro con Dio
1. Per contemplazione mistica indichiamo «
il modo di orazione nel quale l'anima fa esperienza del divino, esperienza passiva della presenza di Dio o della sua azione divina nell'anima, mediante l'attuazione dei doni dello Spirito Santo»
2. Da tale descrizione ci inoltriamo per far emergere l'azione della Vergine nell'orazione mistica come carne del Cristo e trasparenza dello Spirito. Il credente percepisce il suo stato passivo, in cui Dio opera attraverso i doni dello Spirito che riportano l'umanità al suo stato originario. In questa operazione le facoltà interne dell'uomo sono in perfetta collaborazione con la grazia, per cui comprendono ed amano lo stesso oggetto di dilezione. Tutte sono disposte ad accogliere la presenza luminosa di Dio che infonde nuove conoscenze e un nuovo amore che riempie e fortifica tutta la persona umana. Teresa D'Avila descrive tale incontro, mettendo in risalto la sinergia con cui le facoltà operano nei riguardi di Dio. Esse sono elevate dai doni dello Spirito per entrare nel profondo del proprio essere in cui si ritrovano annichilite e attratte da Dio: «
L'anima in questo caso rimane così sospesa da sembrare tutta fuori di sé. La volontà ama, la memoria mi pare quasi smarrita, l'intelletto par presente a se stesso, ma non discorre. Dico non discorre, ma se ne sta tutt'attonito per le molte cose che intende, mentre Dio gli fa vedere che con le sue forze è incapace di comprenderle»
3.
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