il Papa ha aperto la strada verso l'onore degli altari approvando il decreto che attribuisce un miracolo alla sua intercessione
Pubblicato il 03/05/2013
Ultima modifica il 03/05/2013 alle ore 17:40
GIORGIO BERNARDELLI
Una nuova beata che nel profilo biografico presenta una misteriosa possessione diabolica. Insieme all'esperienza dell'esorcismo che la liberò, ma al prezzo di sofferenze indicibili. C'è anche questo tratto un pò inconsueto nella biografia di Maria Bolognesi, umilissima mistica laica italiana del Novecento alla quale il Papa oggi ha aperto la strada verso l'onore degli altari approvando il decreto che attribuisce un miracolo alla sua intercessione.
Quella di Maria Bolognesi è la storia di una donna molto semplice chiamata in maniera singolare a diventare segno della presenza di Dio. Nasce nel 1924 a Bosaro, in provincia di Rovigo, in una famiglia povera e in una situazione difficile. Può frequentare la scuola solo fino alla seconda elementare; ma dalla nonna materna impara comunque la sapienza della fede e l'amore per la preghiera. Di qui la sua assiduità fin da bambina alla Messa quotidiana, al catechismo, all'Azione cattolica, mentre aiuta la famiglia nel lavoro nei campi.
Il 21 giugno 1940, però, succede qualcosa di misterioso: per Maria inizia un periodo oscuro caratterizzato da un profondo malessere. C'è come una forza che le impedisce di mettere piede nella parrocchia di san Cassiano dove da sempre è di casa; le amiche raccontano che «è come se le sottane fossero tirate indietro da una presenza misteriosa». Inoltre fugge alla vista di qualsiasi sacerdote. Nell'estate del 1941 il padre la immobilizza: è l'unico modo per farle praticare un esorcismo da un sacerdote prima e - poche ore dopo (non avendo ottenuto effetto) - anche dal vescovo. La possessione diabolica - riferiscono i biografi - a quel punto si attenua, anche se continua comunque a manifestarsi fino al gennaio 1942.
Dal 1° aprile successivo, invece, la situazione si ribalta: iniziano le visioni mistiche durante le quali il Cristo le consegna tre anelli. Fenomeni accompagnati da forme di partecipazione fisica alle sofferenze di Gesù sul Calvario. Su consiglio del direttore spirituale comincia anche ad annotare su un quaderno le sue esperienze mistiche: scriverà oltre 2mila pagine.
Dal 1942 in poi la vita di Maria Bolognesi è scandita dal susseguirsi di varie malattie, che la accompagneranno per quasi quarant'anni. Ma resta comunque una donna molto attiva: continua a vivere il suo impegno nell'Azione cattolica e il servizio come catechista parrocchiale. E coltiva un'attenzione particolare per il servizio agli ammalati. Morirà a Rovigo il 30 gennaio 1980. «Maria - ha scritto il postulatore della sua causa di beatificazione, padre Tito Maria Sartori - rimane, povera tra i poveri, segno della presenza divina nelle anime umili. Anche se i doni mistici che ne arricchirono il rapporto con il Signore rimangono lontani dalla nostra esperienza, il suo amore agli indigenti, la sua dedizione agli infermi, la sua partecipazione alle sofferenze altrui sono anche per noi un esempio al quale guardare e un motivo in più per chiederle di intercedere presso Dio a nostro favore».