sábado, 24 de outubro de 2009

Ancona: intervista a uno degli autori di "Introibo ad altare Dei". Oggi presentazione del libro con il Cardinal Castrillon Hoyos.

Torna la voglia di fede e preghiera. Tre giovani, con una comune passione per l'antica liturgia, hanno scritto un volume sui riti precedenti la riforma post conciliare “Introibo ad altare dei” (Edizioni Fede & Cultura). Un tema tornato d'attualità dopo il recente sondaggio Doxa che ha rivelato che la maggioranza degli italiani tornerebbe alla messa in latino. Daniele Di Sorco, uno dei tre autori, sceglie Affaritaliani per raccontare come è nata l'idea del volume. "Abbiamo voluto colmare un vuoto perché mancava un libro recente sulla liturgia in uso prima della riforma post conciliare". E aggiunge: "Il risultato del sondaggio è un segnale positivo: significa che c'è una necessità di riscoperta del sacro".

introibo ad altare dei

di Stefania La Malfa

Si intitola “Introibo ad altare dei” (Edizioni Fede & Cultura) ed è un volume introduttivo sulla liturgia precedente la riforma post conciliare. Lo hanno scritto tre giovani, due studenti e un seminarista: Elvis Cuneo, Daniele Di Sorco e Raimondo Mameli. Li accomuna un diploma al Conservatorio e lo studio universitario e teologico. E la comune passione per l’antica liturgia che li ha portati a scrivere un compendio liturgico. Un tema tornato d'attualità dopo il recente sondaggio Doxa che ha rivelato come la maggioranza degli italiani desideri ascoltare la messa in latino. Anche la recente ammissione nella Chiesa Cattolica dei tradizionalisti Anglicani, con un rito simile al nostro antico messale, porta d’attualità la liturgia latina disciplinata dal Motu Proprio “Summorum Pontificum” di Papa Benedetto XVI. In diverse città delle Marche alcune famiglie stanno raccogliendo firme per chiedere ai loro parroci la celebrazione con l’antico rito. Il libro sarà presentato da Sua Eminenza il Cardinale Darìo Castrillòn Hoyos, Prefetto, emerito, della Pontificia Commissione Ecclesia Dei sabato 24 ottobre alle 16.30 a Palazzo Uccellini – Amurri di Belvedere Ostrenze (An). Daniele Di Sorco, uno dei tre autori del libro, racconta ad Affaritaliani come è nata l'idea del volume.


Che cos'è “Introibo ad altare dei”?

"Il nostro libro si può definire un'introduzione, un compendio per iniziare chi non è esperto e chi vuole svolgere il servizio liturgico. Si tratta di un libro divulgativo indirizzato soprattutto ai laici che vogliono per esempio servire all'altare. E' sempre esistita la possibilità di celebrare la messa attuale in latino anche se questo avviene raramente, come per esempio per le messe celebrate dal Papa".

Come è nata l'idea di scrivere questo volume?

"Abbiamo sentito l'esigenza di colmare un vuoto perché mancava una pubblicazione recente sulla liturgia in uso prima della riforma post conciliare su come si organizza e si serve una funzione. I testi degli anni '50 e '60 che si occupavano dell'argomento si rigolgevano a un pubblicao che aveva ben presente di cosa si parlava, oggi invece c'è bisogno di fornire le informazioni base per capire le differenzze tra l'antico e il nuovo. Non siamo degli specialisti ma abbiamo una passione personale che abbiamo coltivato negli anni: io sono uno studente universitario e ho 24 anni e gli altri due autori hanno 25 e 30 anni e sono ubno studente e un seminarista".

In cosa si distingue il rito antico da quello attuale?

"Nel rito antico la posizione del sacerdote era nella stessa direzione dell'assemblea e denotava il comune orientamento del celebrante e del popolo verso Dio: Questo faceva percepire come entrambi fossero rivolti nella medesima direzione e in questo si manifestava certamente il senso della sacralità. In più l'uso di una lingua non volgare, cioè il latino, dava la consapevolezza che in tutte le chiese cattoliche del mondo si stesse pregando nella stessa lingua, oltre alla sensazione che quando ci si metteva in presenza del divino il rispetto richiedesse che l'uso di una lingua conscrata da una lunga tradizione ecclesiastica. Infine i lunghi momenti di silenzio in cui il sacerdote pregava sottovoce lasciavano spazio alla preghiera individuale, punto importante di ogni celebrazione liturgica, che oggi è andato un po' perso".

Come giudica il risultato del recente sondaggio Doxa?

"Dal sondaggio si ricavano due informazioni significative. Da un lato un numero limitato di cattolici sa che esiste un rito antico diverso dal moderno e questo è dovuto anche a un atteggiamento di scarsa informazione da parte del clero. Ma dall'altro un numero molto elevato di cattolici praticanti ha dichiarato che sarebbe favorevole a una convivenza delle due forme del rito nella propria parrocchia o che vi parteciperebbe personalmente con cadenza mensile. Dunque significa che l'interesse alla liturgia tradizionale è diffuso tra i fedeli: è una necessità di riscoperta di una dimensione del sacro anche in coloro che non lo conoscono direttamente. E' un segnale molto positivo".

L'attuale liturgia allontana dunque i fedeli?

"Dopo la riforma post conciliare c'è stato un calo delle presenze alla messa, segno che la nuova liturgia ha fatto allontanare i fedeli: è un calo significativo che è stato cauasto anche dai criteri con cui è stata fatta la modifica. Anche l'allora cardinal Ratzinger ha accusato alcuni esiti della liturgia come quello della banalizzazione, dello scadimento a una festa, a una celebrazione della comunità incapace di suscitare il senso del sacro e della preghiera".

Fonte Affaritaliani.it