una “trappola mortale: lo spirito del liberalismo nella religione” (Beato Card. J.H. Newman)
Il 12 maggio del 1879 don John Henry Newman, dell’Oratorio di San Filippo Neri, fu informato che Leone XIII lo aveva eletto cardinale. Il 13 don Newman si recò in Vaticano per ricevere dal Papa la porpora cardinalizia. Newman rispose con un discorso detto del “biglietto”, poiché annotato su un piccolo foglietto a mo’ di scaletta. Il testo integrale del discorso venne trasmesso al The Times di Londra e il 14 maggio anche L’Osservatore Romano lo pubblicò integralmente, esso è stato ripreso e ripubblicato da L’Osservatore Romano del 9 aprile 2010. Il neo cardinale disse che la sua vita apostolica era tutta tesa a lottare contro “una grande sciagura” e una “trappola mortale: lo spirito del liberalismo nella religione”. In breve il cattolicesimo liberale condannato già da Gregorio XVI nella Mirari vos del 1832, da Pio IX nel Sillabo e nella Quanta cura del 1864 e poi da Leone XIII nella Immortale Dei del 1885 e nella Libertas praestantissimum del 1888, era considerato anche da Newman (1879) il pericolo principale per il cattolicesimo, poiché «il liberalismo cattolico è la dottrina secondo la quale non c’è alcuna verità positiva nella religione, ma un ‘credo’ vale quanto un altro, e ciò è contro al riconoscimento di una religione come unica vera. Esso insegna che tutte devono essere tollerate per principio e non de facto, perché si tratta di una questione di opinioni. La religione rivelata non è una verità, ma un sentimento e una preferenza personale». Newman anticipa la condanna del modernismo come esperienza o sentimento religioso, fatta circa trenta anni dopo nel 1907 da san Pio X (Pascendi). Da questi errori: il sentimentalismo, la tolleranza, l’opinionismo. e dal principio fondamentale del liberalismo, che fa della libertà soggettiva un Assoluto e che conduce inevitabilmente all’ateismo, mettendo la libertà dell’uomo al posto del Dio trascendente, secondo Newman, sarebbe potuta scaturire la “grande apostasia”. Il liberalismo, infine, secondo Newman, si presenta sotto le apparenze di umanitarismo filantropico e inganna facilmente gli ingenui con il richiamarsi ai princìpi di giustizia, tolleranza, onestà naturale. In realtà esso cerca di mettere da parte e, se possibile, di cancellare totalmente il cristianesimo. Non vi è stato mai piano così abilmente congegnato dall’inimicus homo e con maggiori possibilità di riuscita. È lo stesso pensiero che ha espresso Benson nel suo Il padrone del mondo. Tuttavia se il futuro prossimo della Chiesa e del mondo suscitavano nel cardinale pensieri tristi e preoccupati, mai gli è venuta meno la fiducia nel futuro remoto, in cui Cristo trionferà del male e dell’apostasia generale. La Chiesa uscirà, secondo Newman, salva da questa “calamità orrenda” del liberalismo.