CR n.1173 del 8/1/2011 La strage di cristiani in Egitto che ha aperto il 2011 proietta una luce sinistra sull’anno che viene. Un automobile carica di cento chili di tritolo è esplosa davanti alla chiesa copta dei Santi di Alessandria, provocando 21 morti e 79 feriti tra i mille fedeli che partecipavano alle celebrazioni di fine anno. Magdi Allam, una delle poche voci chiare del nostro tempo, ha rilevato l’esistenza di “un nesso tra la fragilità interiore dell’Europa e dell’Occidente succubi del relativismo religioso, del laicismo, del buonismo, dell’islamicamente corretto e tra l’arbitrio, l’arroganza, la violenza degli islamici. Il fatto – ha aggiunto – che non abbiamo più la certezza di chi siamo, che preferiamo presentarci come se fossimo una banda deserta sul piano delle radici, della fede, dei valori, dell’identità delle regole e della civiltà, ci fa percepire dagli islamici come una terra di conquista”. Terra di conquista apparve ai barbari l’Europa tra il IV e il V secolo dopo Cristo, una delle epoche più drammatiche della storia d’Occidente. Nel suo discorso alla Curia del 20 dicembre, Benedetto XVI ha tracciato un paragone tra il tramonto dell’Impero romano e la crisi morale dei nostri giorni. Nel 2010 è ricorso l’anniversario della invasione della Città eterna da parte dei visigoti di Alarico nel 410. E’ noto come questo drammatico evento ispirò una delle più importanti filosofie della storia, quella di sant’Agostino. Il vescovo di Ippona iniziò a comporre la sua Città di Dio dopo il sacco dei Visigoti e morì proprio quando i Vandali, oltrepassata Gibilterra, si apprestavano a conquistare l’Africa romana. Meno conosciuta, ma altrettanto suggestiva e profonda è la meditazione di un altro autore cristiano del V secolo, Salviano di Marsiglia. Nel De Gubernatione Dei egli ricorda che “mentre le armi dei barbari sferragliavano attorno alle mura di Cirta e di Cartagine, la comunità cristiana di Cartagine si dava alla pazza gioia nei circhi e si smidollava nei teatri! Fuori delle mura c’era chi veniva sgozzato, all’interno chi fornicava. All’esterno una parte della popolazione era prigioniera dei nemici mentre dall’altra parte, all’interno, era prigioniera dei vizi. E’ difficile dire di chi fosse la sorte peggiore: i primi subivano una cattività puramente esteriore, corporea; questi altri erano schiavi interiormente. Tra queste due disgrazie mortali penso che la più leggera, per un cristiano, sia di subire la schiavitù del corpo piuttosto che quella dell’anima; e la conferma ci viene da quanto afferma lo stesso Salvatore nel Vangelo: è molto più grave la morte dell’anima di quella del corpo”. Cartagine, la capitale dell’Africa romana, contendeva ad Alessandria e ad Antiochia il primato della dissolutezza e godeva della reputazione di essere il “paradiso” degli omosessuali. Ciò che era più grave, scrive Salviano, era che ciò avvenisse nella più grande e famosa provincia dell’Impero con il silenzio di Roma. “In realtà, un’autorità grande e potente che ha il potere di impedire un grosso delitto, se ne è a conoscenza, e permette che venga perpetrato, è come se ne approvasse l’attuazione”. La decadenza morale dell’Impero, per Salviano, come per sant’Agostino, fu la vera causa del suo catastrofico crollo. I cristiani sono sottoposti oggi, nelle terre di Oriente, ad una violenta e sistematica persecuzione. Ma la strage delle anime è molto più grave di quella dei corpi. E oggi, nelle terre di Occidente, alla corruzione morale si aggiunge quella della fede. Alessandria d’Egitto fu la sede patriarcale di sant’Atanasio, l’invitto campione della Tradizione cattolica nell’epoca in cui, come scrisse san Girolamo, “il mondo gemette e scoprì con stupore di essere diventato ariano”. Chiediamo a sant’Atanasio, in questo anno che si apre, di proteggere i corpi martoriati dei cristiani di Oriente e le anime dei cristiani tentati dall’apostasia in Occidente. (Roberto de Mattei) |
- E senti o espírito inundado por um mistério de luz que é Deus e N´Ele vi e ouvi -A ponta da lança como chama que se desprende, toca o eixo da terra, – Ela estremece: montanhas, cidades, vilas e aldeias com os seus moradores são sepultados. - O mar, os rios e as nuvens saem dos seus limites, transbordam, inundam e arrastam consigo num redemoinho, moradias e gente em número que não se pode contar , é a purificação do mundo pelo pecado em que se mergulha. - O ódio, a ambição provocam a guerra destruidora! - Depois senti no palpitar acelerado do coração e no meu espírito o eco duma voz suave que dizia: – No tempo, uma só Fé, um só Batismo, uma só Igreja, Santa, Católica, Apostólica: - Na eternidade, o Céu! (escreve a irmã Lúcia a 3 de janeiro de 1944, em "O Meu Caminho," I, p. 158 – 160 – Carmelo de Coimbra)