quinta-feira, 17 de dezembro de 2015

MEDITAZIONE I :" Cosi, Figlio mio diletto, l'uomo si arrenderà ad amarmi e ad esser mio, vedendo ch'io gli dono tutto te, mio Unigenito, e che non mi resta più che dargli."


Meditazioni per li giorni della novena di Natale


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MEDITAZIONE I.
Dedi te in lucem gentium, ut sis salus mea usque ad extremum terrae (Is. XLIX, 6).
Considera come l'Eterno Padre disse a Gesù bambino nell'istante della sua concezione queste parole: Dedi te in lucem gentium, ut sis salus mea. Figlio, io t'ho dato al mondo per luce e vita delle genti, acciocché procuri loro la salute ch'io stimo tanto come se fosse la salute mia. Bisogna dunque che tutto t'impieghi in beneficio degli uomini. Totus illi datus, totus in suos usus impenderis (S. Bernardo, serm. 3, in Circ.).1 Bisogna però che nascendo tu patisca un'estrema povertà, acciocché l'uomo diventi ricco, ut tua inopia dites.2 Bisogna che sii venduto come schiavo per acquistare all'uomo la libertà; e che come schiavo sii flagellato e crocifisso, per soddisfare alla mia giustizia la pena dall'uomo dovuta; bisogna che dia il sangue e la vita per liberare l'uomo dalla morte eterna. In somma sappi che non sei più tuo, ma sei dell'uomo. Parvulus... natus est nobis, [et] Filius datus est nobis (Is. IX, 6). Cosi, Figlio mio diletto, l'uomo si arrenderà ad amarmi e ad esser mio, vedendo ch'io gli dono tutto te, mio Unigenito, e che non mi resta più che dargli.
Sic... Deus - o amore infinito, degno solamente d'un Dio infinito - sic... Deus dilexit mundum, ut Filium suum unigenitum

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daret (Io. III, 16). A questa proposta Gesù bambino non già si attrista, ma se ne compiace, l'accetta con amore ed esulta. Exsultavit ut gigas ad currendam viam (Ps. XVIII, 6). E dal primo punto della sua Incarnazione egli ancora si dona tutto all'uomo ed abbraccia con piacere tutti i dolori e le ignominie che deve soffrire in terra per amore dell'uomo. Questi furono, dice S. Bernardo, i monti e le colline che dovè con tanti stenti passare Gesù Cristo, per salvare gli uomini: Ecce iste venit saliens in montibus, transiliens colles (Cant. II, 8).3 - Pondera qui che il divin Padre mandando il Figlio ad esser nostr o Redentore e paciere tra esso e gli uomini,si è obbligato in certo modo a perdonarci ed amarci per ragion del patto di ricevere noi nella sua grazia, posto che 'l Figlio soddisfaccia per noi la sua divina giustizia. All'incontro il divin Verbo, avendo accettata la commissione del Padre, il quale, mandandolo a redimerci, a noi lo donava, egli anche si è obbligato ad amarci, non già per nostro merito, ma per eseguire la pietosa volontà del Padre.

Affetti e preghiere.
Caro mio Gesù, s'è vero - come dice la legge - che colla donazione si acquista il dominio; giacché il vostro Padre vi ha donato a me, voi siete mio; per me siete nato, a me siete stato datoParvulus... natus est nobis, [et] Filius datus est nobis. Dunque ben posso dire: Iesus meus et omnia. Giacché voi siete mio, tutte le cose vostre ancora son mie. Me ne assicura il vostro Apostolo: Quomodo non etiam cum illo omnia nobis donavit? (Rom. VIII, 32). Mio è il vostro sangue, miei sono i vostri meriti, mia è la vostra grazia, mio è il vostro paradiso. E se voi siete mio, chi mai potrà togliervi da me? Deum a me tollere nemo potest, così diceva con giubilo S. Antonio abbate.4

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Così da oggi avanti voglio andar dicendo ancor io. Solamente per mia colpa io posso perdervi e separarmi da voi; ma io, o Gesù mio, se per lo passato vi ho lasciato e v'ho perduto, ora me ne pento con tutta l'anima, e sto risoluto di perdere la vita e tutto, prima che perdere voi, bene infinito ed unico amore dell'anima mia.
Vi ringrazio, o Eterno Padre, di avermi donato il vostro Figlio; e giacché voi l'avete donato tutto a me, io miserabile mi dono tutto a voi. Per amore di questo medesimo Figlio, voi accettatemi e stringetemi co' lacci d'amore a questo mio Redentore; ma stringetemi tanto ch'io possa ancora direQuis me separabit a caritate Christi?5 Qual bene mai del mondo avrà più da separarmi da Gesù Cristo mio? E voi mio Salvatore, se siete tutto mio, sappiate ch'io son tutto vostro. Disponete di me e di tutte le mie cose come vi piace. E come posso negar niente a un Dio che non mi ha negato il sangue e la vita?
Maria, madre mia, custoditemi voi colla vostra protezione. Io non voglio esser più mio, voglio essere tutto del mio Signore. Voi pensate a rendermi fedele; in voi confido.